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Autore: Hagne    12/10/2012    2 recensioni
"Quando un Re senza trono, ridotto in schiavitù, torna alla ribalta.
Quando degli dei, infrangendo le regole, compiono una blasfemia.
Quando ciò che non dovrebbe esistere nasce, cresce e uccide.
Allora nasce questa storia.
Una storia di amore, odio, rancore, e crescita.
Perchè il confine tra bene e male è labile, precario, e non sempre ciò che sembra giusto, lo è davvero"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Heart Of Everything '
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“Don't be scared now,
Close your eyes,
She holds guard tonight.
Go on forward,
No remorse “
[…]
“She danced with you last night so you will
remember
All you have shared, a lifetime.
The angels were watching and death will be
waiting
Until the time is right. “

( The Last Dance – Within Temptation )










- Rimani dietro di me .
Annuì impercettibilmente , accucciandosi dietro le ampie spalle dello zio Tony quando vide delle figure in divisa avanzare tra la polvere .
Non sembravano persone pericolose , ma non riusciva a vederne il volto a causa dei caschi neri che indossavano , e non poteva leggere nei loro occhi le loro intenzioni .
Perché gli occhi sapevano parlare , glielo aveva insegnato papà Bruce , lo aveva capito guardando Loki .
Uno schianto sopra di loro la fece sobbalzare , ma quella mattina c’erano stati molti suoni uguali a quello , e aveva visto strane macchine volare sulle loro teste , smuovendo i tetti di paglia di alcune favelas .
Erano in guerra , le aveva sussurrato Pepper quando aveva chiesto il perché di quelle strane cose volanti , e quella parola non le piaceva , non ciò che avrebbe portato con sé .
Sangue , morte e disperazione .
Tornò a guardare in avanti  quando vide un uomo in divisa  avanzare verso di lei , sfilando il casco che prese sotto braccio prima di sorridere leggermente ed allungare una mano allo zio Tony .
Notò subito la diversità tra loro , a partire dal colore scuro della pelle , tanto diverso da quello di Pepper o papà Bruce , differente dal suo , che non aveva mai potuto comparare con nessuna delle creature di quel pianeta .
E il sapere di non essere l’unica ad essere diversa con i suoi colori glielo rese subito simpatico .
- Sempre a far danni , vero Tony ?
- E tu sempre a farti gli affari miei  , James ?
James .
Memorizzò quel nome , allargando gli occhi per memorizzare anche i suoi tratti , facendo però attenzione a non farsi vedere , perché papà Bruce le aveva rammentato uno dei suoi vecchi dinieghi .
“Non attirare l’attenzione” .  
- Allora ? Dove lo tenete nascosto ?
Qualcosa in quello che l’uomo in divisa aveva detto non doveva essere piaciuto allo zio Tony , perché sentì la sua schiena irrigidirsi sotto le dita , convincendola a sbirciare la sua espressione per capire cosa non andasse .
E si sorprese a scoprirlo arrabbiato , con le labbra tanto strette da impallidire , e d’istinto rafforzò la presa sulla sua camicia per rassicurarlo , per farlo sentire meglio .
Capì subito di aver sbagliato quando sentì gli occhi di “James” puntarsi con insistenza su di lei , anche se non poteva vederla , ma solo immaginare la sua presenza visto che la schiena dello zio Tony era tanto grande da nasconderla .
- Non so di cosa tu stia parlando – lo sentì sibilare , gonfiando il petto come per metterla più in ombra , per nasconderla ancora di più .
Scetticismo , lo riconobbe sul volto dell’uomo in divisa , lo capì , e non le fece piacere che “James” fosse scettico con lo zio Tony .
Lui non mentiva mai , era sempre schietto , e non aveva motivo di mentire , non se …
- Credi di fare il furbo ? Pensi che  non riconosca quel buco e cosa lo ha provocato ? Mi ritieni tanto stupido ?
 Lei.  Era lei quella che lui cercava , il motivo perché tutte quelle cose erano volate sulla loro testa per tutto il giorno , erano per lei tutti quegli uomini in divisa e quella faccia scettica .
Perché lo zio Tony stava mentendo per lei , per proteggerla .
E lei non voleva essere protetta , non più .
- Allora ? Dov’è quell’aggeggio infernale ? Dove diavolo avete nascosto il Tess…
- Astrid .
Avanzò di un passo , accostandosi allo zio Tony con il mento alto e le spalle ritte , le braccia abbandonate lungo i fianchi che rimanevano rigide e contratte , per il nervosismo .
L’uomo la guardò un attimo con sorpresa , con diffidenza , prima di portare la mano alla cintola dei pantaloni per sfiorare la pistola che un ringhio dello zio Tony gli fece vibrare tra le dita.
Lesse in quegli occhi la paura per il diverso , per la sua pelle acquamarina , i suoi capelli arcobaleno e i suoi occhi che sapeva , brillavano inquieti , ma non si lasciò intimorire , spaventare .
- Cosa …
- Il mio nome . Astrid è il mio nome , non Tesseract .
Ci fu silenzio , un pesante e denso silenzio che le fece temere il peggio , e quando vide l’uomo allungare un braccio per afferrarla il tonfo alle sue spalle alzò uno sbuffo di calcinacci e terriccio che accecò per un attimo “James” prima che papà Bruce la tirasse indietro contro il suo torace verde .
- Non si tocca .
Sorrise d’istinto , stringendo il braccio muscoloso che la sollevava per aria , impedendole persino di toccare terra con i piedi ,  e anche se ora tutti le lanciavano occhiate inquiete , spaventate e impaurite lei non le sentì , non le percepì più come prima .
Perché era tra le braccia di suo padre ,e  sapeva che lì sarebbe stata sempre al sicuro , amata , capita .
James sembrò tornare in sé , più per paura che per senso del dovere , rilasciando un basso sibilo con il quale tornò a guardare lo zio Tony .
- Non voglio sapere perché il Tesseract …
- Astrid –si impuntò papà Bruce , gorgogliandolo con voce bacca e roca.
- Va bene , come vi pare  .  Ma ora cosa volete fare con lei ?
- Proteggerla , ovviamente – snocciolò spiccio lo zio Tony , massaggiandosi il mento con un sorriso schivo quando l’uomo dalla pelle nera gli lanciò una lunga occhiata di rimprovero .
- Sai che è lei quella che vogliono . Perché dovreste proteggerla ?
- Dovremo James . Dovremo  .
L’orrore che lesse sul viso dell’uomo in divisa  la ferì , ma qualcosa nella sua testa le diceva che la sua era una reazione normale , “umana” , perché i Chitauri puntavano a lei , e avrebbero sterminato la popolazione per averla .
- Io difendo gli Stati Uniti d’America e la sua gente , non ho il dovere di proteggere un alieno – rantolò furioso , scoccandole un’occhiata di accusa , di ribrezzo che questa volta la raggiunse , la portò a sobbalzare .
Perché in fondo aveva ragione , lei non era di quel pianeta , lei non era neanche  un’umana , e per quanto avesse voluto esserlo , niente lo avrebbe cambiato , nulla l’avrebbe resa un abitante della Terra .
- Ottimo . Hai centrato il punto , mio piccolo e ignorante amico in mimetica , ed è per questo motivo che tu e i tuoi uomini ci aiuterete a proteggerla – affermò compito lo zio Tony , rovistando con aria canzonatoria nelle tasche larghe del suo cappotto prima di venirle vicino .
Udì un singhiozzo incredulo dietro le spalle dell’uomo , ma lei era troppo impegnata a seguire le mani grandi dello zio Tony che le sistemavano con dovizia uno di quei cappellini che aveva visto durante la sua unica passeggiata con Pepper .
 Cappelli patriottici le aveva spiegato la donna quando le aveva chiesto il perché di quel cuore e i quei simboli , il simbolo del loro amato paese , della loro casa .
E sentì gli occhi pungere quando capì il tentativo dell’uomo di darle un passato , di darle i legami che le mancavano , una casa che non aveva lì su quel pianeta , ma che loro avevano costruito apposta per lei .
- Credi che un cappellino pubblicitario possa farla diventare un’americana ? – lo aggredì James con voce cupa , intimorito però dallo sguardo in cagnesco di papà Bruce .
 - Ovvio che no , perché lei è un’americana doc , cappello a parte – snocciolò annoiato  , sistemandole la visiera con un sorriso bonario .
- E quale sarebbe l’altro motivo  ?
Lo vide sorridere , con orgoglio , con amore ,  prima di stringerle una mano tra le proprie e tossicchiare un po’ , come se fosse imbarazzato .
- Perché Astrid è la figlia del dottore Bruce Barner  , ed è anche mia nipote .
Rimasero a fissarli increduli , lei , che sorrideva emozionata tra le braccia enormi e verdi di papà Bruce , e lo zio Tony che le stringeva una mano con un sorriso , un quadretto che nessuno avrebbe potuto definire “familiare” , ma loro erano la sua famiglia , la sua prima e unica famiglia .
James schiuse le labbra per dire qualcosa , per gridare forse , ma si limitò a schiaffarsi il viso con rabbia prima di osservare tra le dita il suo viso .
- Non voglio conoscere le circostanze che vi hanno portato a questa conclusione , ma cercherò di farmene una ragione.
Per la nostra amicizia , si intende .
Aveva accettato , l’aveva accettata , e l’euforia di essere stata capita , anche se con diffidenza , la fece sorridere di cuore mentre alle orecchie le arrivavano le urla di alcuni uomini con il casco nero .
Sgattaiolò via ancor prima di farsene accorgere , accovacciandosi ai piedi di un uomo che tentava di spingere fuori dal fango , assieme ai propri compagni , uno di quei grossi scatoloni verdi che sparavano fuoco .
Lo osservò per un attimo , dondolando lo sguardo dal “carro armato” le ricordò la sua mente , a quegli uomini che non sembravano essersi accorti di lei .
Poi uno di loro , quello più mingherlino e stanco la guardò , stupito , chiamando con un verso strozzato quello che doveva essere il suo capitano , e quando lo vide schiantarsi a terra con un ringhio per la distrazione del sottoposto gli sgattaiolò vicino , tendendogli una mano con espressione preoccupata .
Lesse la paura di averla così vicina , e ritirò il braccio con un sorriso mortificato , pigolando uno ‘scusa che sapeva , nessuno di loro avrebbe accettato .
Perché ognuno reagiva in modo diverso , nel vederla , e non tutti potevano sorriderle , potevano capire la sua diversità .
Eppure , quando sentì le dita calde dell’uomo reggersi al suo palmo alzò il viso con uno scatto , allargando gli occhi quando lo vide tornare in piedi senza guardarla negli occhi , percependo chiaramente il tremolio delle sue mani .
E fu tanta la gioia di quel momento  che chiese loro se potesse dare una mano , se potesse aiutarli .
Nessuno le rispose , ma si avvicinò con curiosità al carro armato , ricordando che lei aveva già spostato qualcosa di simile , ma di più piccolo , il carro che aveva schiacciato il padre di Estela , e doveva essere la stessa cosa , in fondo .
Alzare e spostare , era semplice .
Ma quando lo sollevò senza alcuna difficoltà , reggendolo con una mano e camminando un po’ per depositarlo con delicatezza un po’ più avanti capì di aver sbagliato , ancora una volta , e di aver attirato l’attenzione , ancora una volta .
Perché aveva sentito i respiri strozzati alle sue spalle , e tutti gli occhi si erano puntati su di lei , sulla mano , e sul suo viso .
Ma soprattutto , perché aveva sentito  le urla di papà Bruce e dello zio Tony , stridule e isteriche come le  ricordava , con quella vena severa che storpiava sempre il suo nome .
- Astrid !  






°°°
 







James Rhodes aveva saputo fin dall’inizio che non ce l’avrebbero fatta , che quella volta , neanche i Vendicatori avrebbero potuto salvarli , ma combattere era il dovere di ogni soldato , difendere la propria patria era il dovere di ogni uomo . Anche se i suoi sottoposti  , feriti e cupi ,  erano stesi ai lati del suo letto ,  chiamando a  gran voce i nomi dei propri figli , delle loro madri , delle loro mogli .
Avevano rimandato faticosamente  indietro la prima ondata di alieni , ma quando Thor li aveva avvertiti che quelli erano solo le sentinelle inviate sul posto per capire quanto alte fossero le loro difese , lo sconforto li aveva avvinti , battuti , gettati nel fango , sporchi di sangue e lacrime .
Udì un singhiozzo alla sua destra , un lungo  gemito di dolore   prima che un bagliore luminoso portasse via con sé il pianto e l’orrore , e quando alzò gli occhi da terra indurì lo sguardo nel trovarsela davanti .
Il Tesseract lo fissava in silenzio , con il vestito bianco sporco di sangue , terra e lacrime , ma non erano sue , come non lo era il sangue , né il dolore , e benché fosse patetico da parte sua prendersela con quella ragazzina , sebbene sapesse  quanto fosse avvilente e ingiusto riversare la propria disperazione su quel corpo gracile e su quel viso segnato dalla stanchezza ,  non potè frenarsi .
Perché stavano lottando anche per lei , per difenderla , anche se era un alieno , anche se non era loro dovere , non era compito loro .
- Levati di mezzo .
James seppe di essere stato  ingiusto quando la vide sussultare a testa bassa  , di essere stato  vigliacco , patetico , ma la rabbia era tanta , e la consapevolezza che l’indomani sarebbe potuto morire per colpa di quella ragazzina lo faceva impazzire dal dolore .  
 Eppure , quando l’uomo sentì un palmo caldo accarezzargli il braccio martoriato sibilò per il fastidio , provando a scrollarsela di dosso con un gesto secco e arrabbiato .
Ma il Tesseract lo strattonò con la stessa forza , a capo chino , lasciandosi scivolare addosso le sue maledizioni , i suoi ringhi , il suo dolore .
- Non ho bisogno del tuo aiuto – rantolò , stizzito , facendo forza per allontanare quelle piccole mani azzurre che cominciavano a macchiarsi del suo sangue , ma lei non allentò la presa , si limitò ad abbassare la testa ancora di più .
- Tutti hanno bisogno di aiuto – replicò lei , con voce bassa e sottile , lasciando che il bagliore delle proprie mani , che l’energia del suo corpo ricostruisse le cellule che componevano il braccio , affinchè James guarisse , e la perdonasse .
- Non del tuo .
Astrid potè sentire lo strappo nel petto , la desolante sensazione di  qualcosa che si rompe e cade , ancora e ancora ,  frantumandosi nel petto , ma non pianse , non se lo poteva permettere , non quando tutti quegli uomini per lei senza nome  chiamavano la loro famiglia .
Quando James si curvò in avanti assottigliò le palpebre , accostando le labbra all’orecchio di Astrid per soffiarvi contro il suo odio , il suo dolore e la sua rabbia per un destino che non voleva accettare , non a quel prezzo .
- Sai che è colpa tua , lo sai bene . E non credere che i tuoi patetici tentativi di curarmi possano farmi cambiare idea .
Ancor prima di abbandonarsi alle lacrime , ancor prima di potersi concedere un gemito di dolore , Astrid vide le proprie mani sporcarsi di sangue , del fiotto che l’uomo in divisa si era lasciato sfuggire quando qualcosa lo aveva colpito duramente alla nuca .
E quando si sentì sollevare , Astrid riconobbe il bastone con il quale Loki aveva fatto accasciare James per il dolore prima di vedere i letti dell’infermeria allontanarsi e sentire l’aria gelida della sera sferzarle il vento .
Soffocò un sussulto quando Loki la fece sedere rudemente su una gomma , accovacciandosi davanti a lei con occhi feroci.
- Non ti avevo detto di stare lontana da lì ? Perché continui a disubbidirmi ?
  Non alzò lo sguardo per paura di lasciarsi sfuggire ciò che pensava , ciò che credeva fosse giusto fare , per non tradirsi e intristirlo , farlo soffrire .
Poi vide le braccia di Loki ricoperte di altre garze , di altri bendaggi , e la disperazione le portò via un singhiozzo assieme ad un battito di ciglia umide .
Lo udì sospirare pesantemente prima di abbracciarla , in silenzio , con forza , come se le mani che le stringevano il busto cercassero la forza , la tenacia , per capire per cosa combattere , per cosa morire .
- Non devi più preoccuparti . Domani sarà tutto finito – le sussurrò in un orecchio , sincero ,  e Astrid ebbe paura di essersi scoperta , di essersi tradita in qualche modo . Ma quando Loki tornò a parlarle , capì che non aveva capito ,e tanto le bastava , se lo sarebbe fatto bastare .
- Saremo già lontani quando i Chitauri sferreranno l’attacco .  
Sorrise senza essere vista , abbracciandolo e annusando il suo odore per ricordarlo , quando l’odore di carne bruciata l’avrebbe avvolta , soffocata  , fatta piangere .
- Non devi dirlo a nessuno . Hai capito ?
Annuì in silenzio prima di tornare ritta e guardarlo negli occhi con dolcezza , memorizzando ogni vena , pagliuzza di quello sguardo che l’aveva fatta sentire amata  .
E lo baciò , con delicatezza , stringendo tra i palmi quel viso che era stato ferito tante volte , sempre per colpa sua .
Lo sentì irrigidirsi contro le sue labbra , ed ebbe paura di essersi lasciata trasportare troppo , ma la ricambiò in silenzio , accarezzandole i capelli con il sentore che c’era qualcosa di sbagliato in quel bacio  così dolce e delicato .
Quando si separarono Astrid sorrise di cuore , felice , chiedendogli se potesse andare a giocare , e quando capì che Loki stava cercando qualcosa in fondo ai suoi occhi , nella piega sicura delle sue labbra , pregò di essere forte , di riuscire ad ingannarlo , lui  e il suo cuore .
- Va bene .
- Posso usare il tuo bastone ?
Loki la tornò a fissare con un lampo di sospetto in fondo agli occhi chiari , ma Astrid continuava a sorridere , gentile e ingenua come sempre , e il dio le concedette anche quel piccolo desiderio prima di vederla correre verso la tenda dei bambini .
Quando Astrid tirò Nadir ed Estela per un braccio seppe con certezza che tutto sarebbe andata bene , che ce l’avrebbero fatta davvero , anche  quella volta .
La radura era oramai spoglia , morente , ma era abbastanza isolata per concederle l’intimità che cercava .
- Nadir , vai a fare la guardia . E avvisami se qualcuno si avvicina .
Il bambino si portò una mano alla fronte con un gesto secco , come aveva visto fare agli uomini in mimetica ,  e corse verso il limitare della radura come la sua amica gli aveva ordinato di fare .
Ma Estela non si sentiva a suo agio lì , non con la sua “scoperta” che si rigirava tra le mani quel bastone strano .
- Sai mantenere un segreto ?
La bambina annuì con  convinzione , ricambiando il sorriso di Astrid che aveva scavato una piccola buca nel terreno prima di portarsi una mano al petto , all’altezza del cuore .
Il riverbero del fulmine nascose il bagliore della foresta , camuffando lo scoppio al suo interno con il fragore di un  tuono , e mentre Estela tratteneva il fiato per la sorpresa, Astrid si convinse a deporre la sfera di energia che aveva estratto dal suo cuore dentro il bastone di Loki .
Questo sfrigolò un attimo prima di assorbirla , poi la ragazza lo coprì sbrigativa , facendo attenzione a non far intravedere nulla prima di prendere tra le proprie mani sporche quelle di Estela .
- Quando sarà tutto finito , voglio che tu lo dia al mio amico con il mantello verde . Hai capito ?
C’era qualcosa di sbagliato nella promessa che le stava strappando , questo Estela lo capì inconsciamente , ma gli occhi della sua amica erano lucidi di pianto ,  e lei non voleva vederla piangere .
 Annuì ancora , come una bambola , e quando Astrid capì che sarebbe andato tutto bene la trasse a sé per un braccio , stringendosela contro per nascondere il luccicore degli occhi .
Perché aveva fatto del suo meglio  per nascondere la sua paura, il suo dolore , ma era arrivato il momento di fare ciò per il quale  era stata mandata su quel pianeta .
Proteggere la sua famiglia e saperli felici , finalmente , senza pericoli e preoccupazioni dietro l’angolo .
E quello le sarebbe bastato , le sarebbe bastato per sempre .
- Ce la faremo – sussurrò con voce rotta , affondando la bocca nei capelli di Estela che guardava la radura con occhi grandi e lucidi di lacrime .
Perché qualcosa , in fondo allo stomaco , le diceva che la sua amica non sembrava contarsi in quel “faremo” ,   che per lei , le cose , non sarebbero finite bene .






°°°







Il braccio di Raul rischiò di toglierle il respiro per quanto la strinse , ma quando l’intonaco del soffitto venne giù assieme alle urla e agli strepiti che giungevano dall’esterno  non potè che accettare il caldo rifugio che l’uomo le aveva creato in quel groviglio di arti e tremiti .
Un'altra scossa .
Un altro crollo .
Il pianto di Nadir al suo fianco .
Il singhiozzo trattenuto delle donne delle favelas .
I ringhi sommessi dei soldati che , incapaci di combattere , sfogavano la propria frustrazione .
Era desolante vederli stringersi l’uno all’altro in cerca di riparo , di protezione , in quella piccola casupola che a stento li conteneva  tutti  , e la sensazione di soffocamento le si acuì nel  petto .
Poi lo sentì , il fruscio che aspettava , e quando alzò lo sguardo incrociò gli occhi  vitrei della vecchia Baba prima di sollevare gli occhi un po’ più in alto , sulla figura rigida di Semjace  che nessuno oltre lei riusciva a vedere .
- È ora .
Non c’era nulla di dolce nella sentenza di sua madre , nulla che potesse darle conforto , ma era stata lei a chiederglielo , di non mostrarsi comprensiva , di non essere amorevole , non quando aveva bisogno di un brusco risveglio , non quando necessitava di essere spintonata per trovare il coraggio di combattere , di lottare .
Quando si alzò in piedi sentì la mano di Raul provare a tirarla indietro , ma gli sorrise con riconoscenza , attirando l’attenzione di tutti gli umani quando si posizionò in mezzo alla stanza , osservandoli con occhi gentili.
Li guardò uno per uno , memorizzandone i volti , i nomi , gli odori , e quei colori che l’avevano fatta sentire diversa ma che lei aveva imparato ad amare .
I capelli le caddero in avanti quando si inchinò , piegando la schiena rigida , guardando i propri piedi e il pavimento polveroso ,  per memorizzare anche quello , e ringraziarli , con dignità , di quello che le avevano insegnato .
- Grazie .
- No .
Il pigolio di Estela le era giunto storpiato all’orecchio , incrinato più dei suoi occhi , più delle urla che sentiva fuori e nella sua testa , e quando la guardò sorrise con dolcezza , sentendo la gola gonfiarsi dalla commozione .
La guardò più di tutti , la sua prima amica umana , la sua maestra delle cose divertenti , e si inchinò maggiormente , piegando la testa per ringraziarla di averla trovata , di averla ascoltata, di averle sorriso .
Sentì il capello scivolarle via quando la bambina le afferrò la visiera , ma riuscì a bloccarne la caduta per non avere il capo scoperto , per non sentire il peso delle sue scelte che l’avrebbero schiacciata , senza qualcosa sotto la quale nascondersi .
- Andrà tutto bene .
- No .
Estela non la lasciò , le impedì di allontanarsi , di tornare in piedi , districandosi dalle braccia del padre per tenerla stretta a sé , vicino , affinchè non volasse via con la promessa di non tornare più .
Perché la bambina aveva capito ciò che aveva tentato di nascondere a papà Bruce , allo zio Tony , a Pepper , persino a Loki , e ci era riuscita , li aveva ingannati  tutti , tutti  tranne lei .
Provò ad allentare la presa delle sue piccole dita attorno al cappello , ma si ritrovò con le mani di Estela nei capelli , con alcune ciocche inanellate tra gli indici per impedirle di scappare , di morire da sola .
- Estela …
- No – piagnucolò tremante , stringendola per le gambe , e pregandola , tra le lacrime , di non andare , di non lasciarla sola . Ma ci sarebbero stati Nadir , Raul e gli uomini del suo villaggio ad abbracciarla , una volta che la guerra fosse finita , sarebbero stati tutti bene , e nessuno sarebbe rimasto solo , nessuno di quelli che amava .
Un ruggito cadde sulle loro teste assieme alla polvere del tetto , e quando a questo si unirono  versi storpiati delle bestie che lei aveva visto nella sua testa , ci fu solo il tempo di chiedere scusa , ancora una volta .
- Mi dispiace .
Quando la porta si schiantò al contatto con il suo corpo l’urlo di Estela la raggiunse fin all’esterno , ma ora i suoi occhi non abbracciavano più gli umani che l’avevano accolta come una di loro , ma vedevano scintillii sinistri , serpenti di ferro e mostri dai denti a sciabola che inneggiavano al massacro della popolazione .
Era troppo lontana dal campo di combattimento , ma utilizzò quella breve distanza per riportare alla mente le parole di sua madre , i suoi consigli su come utilizzare il suo potere per difenderli tutti , per essere la loro arma segreta .
Poi la sentì , l’energia che vibrava nell’aria , nei corpi dei soldati che sparavano e difendevano il loro pianeta pregno di vita , di calore  , di quel campo magnetico che strinse tra le dita come una rete prima di puntare lo sguardo al cielo e correre verso il buco .
Macinò terra e pietre , alzando vortici di sabbia  che sospingevano i Chitauri lontano dagli umani , in quell’immenso reticolo  impalpabile che stringeva tra le mani e che con lo sguardo ingigantiva , tanto da aprirsi in un enorme coperta che li sospingeva via .
Un proiettile le forò il ventre , ma non rallentò , continuò a correre , a divorare terra , a catturare Chitauri e a sentire , dentro di sé , il calore aumentare , chiedere di essere liberato.
Perse il cappello  quando un fascio d’energia la ferì alla testa , ma agli occhi umani era diventata solo una scheggia impazzita che disegnava una linea retta luminosa , nulla di più , nulla di meno .
Eppure Tony Stark sgranò gli occhi , raggelato , nel percepire qualcosa di familiare toccargli il fianco per un secondo , il tempo di un tocco fuggevole che lo portò a distogliere l’attenzione dal Chitauro che , senza un perché , gli  volò via dalle mani  , come se qualcuno lo stesse strattonando all’indietro .
Poi la vide , la piccola bambina che avrebbe dovuto essere al rifugio  , con Astrid  , e che invece correva tra i soldati , cadendo e rialzandosi con le lacrime agli occhi mentre con la sua vocetta urlava a qualcuno di fermarsi , di tornare indietro .
E l’uomo sapeva  chi la bambina stesse implorando , perché riconobbe il profumo dolciastro che la circondava e che aveva imparato a seguire , per trovarla . E perché , semplicemente ,  il cappello chiazzato di sangue che un soldato calpestò nell’avanzare glielo aveva dato lui per rassicurarla , per farla sentire al sicuro .
Ma Astrid non lo era , non in quel campo di battaglia , non con i Chitauri che piovevano dal cielo a catinelle .
Schiuse le labbra per urlare , per gridare la sua disperazione  , ma non trovò la voce , non trovò la forza , e fissò davanti a sé , impotente e affranto , verso la donna bionda   , esangue e ferita ,  che  arrancava nella polvere .
E poi lo udirono , il grido .
Forte , così acuto da risucchiare ogni altro suono , affaticato e disperato come se la morte la stesse arpionando per le gambe e la trascinasse via , incurante delle unghie spezzate con le quali affondava nella terra per ribellarsi .
Ma non erano le unghie a essersi sbriciolate nel tentativo di fermare la corsa ,  erano le sue braccia , scorticate dal campo magnetico che ora , come una bolla d’aria trasparente  tappava il buco nero nel quale i Chitauri urlavano la propria frustrazione .
Astrid cadde in ginocchio , affaticata , sputando sangue  e respirando sabbia e polvere tra le narici che le bruciavano per il fetore di carne bruciata , e quando si fissò gli avambracci capì che era lei ad emettere quell’odore ributtante .
Non provava dolore però  , non sentiva più nulla  oltre al fischio nelle orecchie che la rendeva sorda al silenzio improvviso del campo di battaglia .
Alzò il viso con un gesto stanco del capo , perché la testa le girava e muoverla troppo le avrebbe arrecato solo fastidio ,  inghiottì la visione di quelle creature che si dimenavano , rimbalzando sulla rete che li spediva indietro con il doppio della forza che usavano per uscirne e sorrise , felice della riuscita del suo piano .
- Alzati .
Percepì la presenza di sua madre accanto , e potè sentire il dolore dei suoi artigli che si sforzavano di non aiutarla , di non accarezzarla e assicurarle che tutto sarebbe andato bene , ma lei ora doveva pensare solo a richiudere quel buco , una volta per sempre .
Inginocchiarsi le costò più fatica di quanto avesse pensato , e le si mozzò il fiato nel sentire lo stomaco accartocciarsi come se qualcuno ci stesse rovistando dentro in cerca di aria , e di pelle da bruciare .
Il dolore divenne insopportabile però , tanto straziante da farle bruciare gli occhi un attimo prima che le sue mani si aggrappassero al pezzo di carta che nascondeva sotto il vestito , il foglio consunto e bruciacchiato ai lati che le diede il sollievo che necessitava .
Quando lo tirò fuori sorrise , un sorriso che le raggiunse gli occhi , e riuscì ad alzarsi , facendo forza con il braccio che emise uno scricchiolio sinistro per il peso del suo corpo .
- NO !
Aveva programmato di sentirsi chiamare , una volta che l’avessero vista , che le avrebbero urlato di non andare , di non fare cose stupide , ma quando lanciò uno sguardo da sopra la spalla , si accorse con orrore che  l’ombra che era rimbalzata contro il campo di forza eretto da sua madre era troppo piccola per essere quella di Loki o di papà Bruce .
 E quando Estela tornò in piedi sputando polvere ,  il divieto di non piangere che si stava auto imponendo scivolò via assieme al sorriso , e alla promessa di essere forte , e di non mostrare il proprio dolore .
- No ! No ! No ! – piagnucolò la bambina , battendo i pugnetti a terra per raggiungerla e farsi abbracciare , perché la sua scoperta perdeva sangue , tanto sangue , ed era sola , in quello spiazzo deserto , alla mercè di quelle creature che fissavano lei , soltanto lei .
- Torna indietro Estela .
- No !
- Ti prego – la supplicò , con voce rotta , impallidendo quando riconobbe il paio di stivali che avevano accostato la bambina , e quando Loki la guardò  , sentì il suo cuore fare un altro schianto e rotolare fino stomaco nel quale l’incendio lo fagocitò  . Perché Loki non la guardava più , ma la fissava , semplicemente , come l’aveva guardata la creatura dorata la prima volta , quando era fuggita dalla prigione , come l’avevano guardata tutti , quando avevano capito cosa lei fosse in realtà .
- Mi hai tradito .
Astrid abbassò lo sguardo con un tremore , stringendo al petto il foglio per sopperire all’ennesimo strappo che sentiva dentro e che la faceva a pezzi , frammento dopo frammento .
- Mi hai ingannato – sibilò ancora Loki  , rantolando il proprio  dolore , prendendo aria perché respirare gli veniva difficile con i frammenti della sua voce che gli pungolavano la carotide .
- Hai mentito , a me  ! – esplose , rabbioso , sentendo nella testa tutte le bugie di suo padre , l’amore che gli professava ogni giorno e che da bambino stringeva al petto per paura che fuggisse , e che smettesse di scaldare il freddo che sentiva in fondo all’anima .
* - Sono maledetto ?  
  - No .
 - Che cosa sono ?
- Mio figlio .
Bugie . Non c’era stata l’ombra di verità nella sua vita , fin da quando era nato .
- Mi hai sempre mentito ! Fin dal primo istante , ti sei avvicinata a me solo perché ti faceva comodo ! Perché non sapevi a chi altri chiedere aiuto .
- Non è vero – strillò Astrid , inquieta , negando con il capo , ma Loki non la degnò di uno sguardo , di pietà , perché si sentiva ferito , ancora una volta , dalla persona che più amava al mondo .
 *- Avresti potuto dirmi cos'ero fin dal principio, perché non l'hai fatto!?
- Tu sei mio figlio, ho cercato di proteggerti dalla verità.
- Perché!? Perché i-io sono il mostro da cui i genitori mettono in guardia i propri figli la notte!?
Loki serrò gli occhi per non piangere , per non vederla , lei e quell’espressione ferita che gli stava strappando il cuore dal petto , e sapeva che erano le sue  ad essere solo bugie , un inganno per camuffare il proprio dolore , per esorcizzarlo e non sentire più male , a costo di farlo a lei , di farne ad entrambi .
- Non sei diversa da tutti quelli che ho incontrato sul mio cammino – sibilò , feroce , divorandola con lo sguardo di pietra , duro e freddo come lo era la sua pelle , e il sangue dei Giganti di Ghiaccio .
- Non è vero , io sono diversa  – soffiò lei  , dolente , sentendo le gambe cedere sotto il peso del proprio essere , dell’impossibilità di realizzare il suo unico desiderio .
Non far del male a Loki .
- E quale  sarebbe , la tua differenza ?
Astrid tacque per un istante , con le labbra schiuse  per l’incapacità di confessare ciò che sentiva , che aveva sempre provato ma che per paura , per vigliaccheria non aveva mai avuto il coraggio di dirgli .
Perché , anche se era la fonte di energia più potente dell’universo, aveva un cuore fragile , capace di andare in pezzi , proprio come quello di un essere umano .
- Il fatto che io ti ami .
Quando Loki lo sentì , il suo primo istinto fu quello di fuggire , di nascondersi per paura di aver sentito male , di essersi immaginato tutto , e distolse lo sguardo quando lei provò ad incrociare i suoi  occhi , spaventato da quella confessione , da ciò che aveva sempre ricercato nel prossimo ma che nessuno , mai , aveva avuto il coraggio di concedergli .
E l’incredulità non gli permise di accettarla , di credere davvero ,che ci fosse qualcuno a quel mondo che potesse amarlo per com’era , e non potè vedere , con il viso voltato , gli occhi di Astrid spegnersi , lentamente , come una candela uccisa dal vento freddo dell’inverno .
I Chitauri lanciarono un urlo quando videro il Tesseract tornare in piedi lentamente , battendo la barriera con i pugni che fecero fremere il cielo e i cuori degli umani che dabbasso li fissavano con paura .
E li guardò anche lei , alzando il viso e sentendo il dolore congelarle il cuore , soffiare via l’ultimo pezzo ancora integro di se stessa .
Quando Tony Stark sentì lo sguardo di Astrid su di sé non potè che supplicarla , con il cuore in mano  , di tornare indietro  con loro , ma la luce che si faceva spazio negli occhi della sua bambina aveva cancellato ogni emozione , ogni scintilla di vita , in un sguardo che si perse nel vuoto .
Sul viso straziato e triste di Hulk .
Sull’espressione disperata di Pepper .
E sulla figura rannicchiata di Estela prima di guardare , un ultima volta , il dio che non l’aveva creduta .
- Mi dispiace .
Era stato un addio stanco , quello di Astrid , l’ennesima 'scusa  per un destino che non aveva potuto scegliere e che pativa , ancora una volta , a capo chino .
Il foglio crepitò tra le sua mani quando le fiamme cominciarono a lambirle gli abiti   , la pelle , scrostando l’involucro che l’aveva sì resa diversa , ma che le aveva permesso di essere abbracciata , di essere toccata , almeno una volta  .
E fu nel vederla librarsi ad un centimetro da terra , con gli occhi chiusi e il viso divorato dalle fiamme che Loki capì che con quel “mi dispiace” Astrid si scusava per l’abbandono di suo padre , per le bugie di Odino , per l’orrore dell’uomo , per la paura degli dei , per la tristezza di un bambino che ora , attraverso gli occhi divenuti  adulti vedevano il loro cuore bruciare assieme all’immagine di se stesso stretto al petto del suo amore .
Un sospiro di sollievo , e Astrid fendette il cielo come il corpo asimmetrico di un fulmine , bucando la bolla d’energia e uccidendo ogni forma di vita che , risalendo , incontrò sul suo cammino .
La luce azzurra che la cingeva si tinse di rosa quando la forza di gravità provò a sospingerla in basso , ma quando finalmente riuscì a entrare nell’infinità dello squarcio di universo sul quale aveva aperto il passaggio riprese fiato .
E quando aprì gli occhi provò orrore , paura , nel sapersi osservata ,   nell’accorgersi che c’erano troppi occhi che la fissavano , troppe braccia che scuotevano le armi , e un ombra sopra la sua testa troppo grande da poter essere contenuta persino sul pianeta Terra .
Ma fu un attimo il suo , il momentaneo smarrimento dettato dall’ignoto , da ciò che non conosceva , che non capiva , come era successo quando era nata , ed ora che moriva , tornava a sentire la “paura”  , quella vera , quella che annienta l’animo e sterilizza il cuore , rendendolo incapace di provare altro , di battere , per altro .
L’odio che provò quel giorno non lo potè comparare con nulla , perché lei non aveva mai odiato , ed imparato a farlo , e come ogni emozione nuova che imparava , l’avrebbe  portata al limite , all’estremo  .
Quando le fiamme cominciarono a pulsare dentro e attorno a lei , sentì una stretta sicura sulla schiena , e capì che un abbraccio lo avrebbe avuto , prima di implodere .
La stretta che la convinse ad espandersi , come quando era nata tra gli artigli di Yehouda , a tendersi e ritrarsi come un elastico , e tendersi ancora , fino a giungere al punto di rottura , brillando ad intermittenza , come una vecchia lampadina rotta , prima di rompersi e sfogare con un sorriso  l’immensità del suo essere , per l’ultima volta .
Il boato che si udì  dopo l’implosione portò via con sé le urla e i pianti di chi da terra vedeva il cielo contrarsi e tendersi fino a vorticare attorno a quel puntino di luce che esplose nell’universo come una Supernova  , prima di sputare l’azzurro e rimetterlo al suo posto , come se nulla fosse accaduto .
Come se lei non fosse mai esistita .
E caddero le braccia , lungo i fianchi , quando non la videro tornare , quando la staticità di quell’immagine li convinse che no , lei non sarebbe tornata , non quella volta , non più .
- Dobbiamo andare .
Semjace soppresse un sibilo quando Yehouda la invitò con lo sguardo ad abbandonare quel pianeta , ma c’era qualcosa che bloccava la Creatrice , una sensazione di smarrimento per la figura fluorescente che continuava a guardare quelle creature che sentiva urlare alle spalle .
E si voltò anche lei , seguendo lo sguardo vuoto di sua figlia , sopprimendo un innaturale sussulto nel petto quando vide il dolore , lo sgomento , e la disperazione in ognuno di loro .
Più disperazione di quanto ne avesse vista in altre creature , su altri pianeti , per altri dolori .
Poi la sentì nella sua testa , la voce flebile di sua figlia , della loro creatura ,  che le chiedeva di poterli salutare , solo una volta , e quando la guardò non potè che scuotere il capo , negandole il suo  ultimo desiderio.
- Non si può .
Astrid sorrise mesta , con il fiato che a poco a poco si faceva più flebile , più stanco , e capì che non avrebbe potuto salutare più nessuno , che non avrebbe potuto dire addio al suo papà .
E la disperazione la assalì inaspettata , senza che potesse impedirlo , e quando provò a smozzicare il nome di papà Bruce sentì la gola bruciare e gli occhi farsi troppo pesanti per garantirle di vederlo ancora .
-  È tutto inutile . Ti ho già detto che solo le bestie e gli animali percepiscono la nostra presenza – la rimbrottò Yehouda , ma quando la ragazza sollevò il viso stanco si accorse che suo padre la stava guardando , con gli occhi sgranati e un po’ lucidi , come se l’avesse sentita  per davvero .
Perché Hulk non era umano , e poteva percepire le radiazioni che emanava sua figlia e le voci delle creature con gli artigli che il dottore intravide per un attimo sopra Astrid .
- Non farà male – la rassicurò Semjace , ponendole una mano sugli occhi  per “resettarla” e cancellare ogni ricordo di una vita che non avrebbe dovuto vivere , ma che era grata di aver avuto .
Una lacrima le sfuggì quando le sembrò di udirlo gridare il suo nome prima che il buio l’avvolgesse e i suoi occhi si spegnessero , lentamente , come uno schermo colorato al quale avevano staccato la spina .
Quando Hulk cominciò a correre Tony Stark alzò il viso da terra , con indolenza , seguendo la fuga disperata dell’energumeno che puntava su delle figure sfocate , impalpabili , che ad ogni suo ruggito divenivano più chiare , più concrete , e quando anche lui riconobbe i capelli d’arcobaleno di Astrid sentì la speranza rianimarlo , lui e il suo cuore .
- È viva ! È viva ! – strepitò lo scienziato , tirando Pepper per un braccio e cominciando a correre con le lacrime agli occhi , sorpassando Loki e la bambina che alzarono il viso da terra per capire cosa li avesse attirati .
E quando il dio capì , comprese da chi stessero correndo , chi stessero chiamando  non ragionò , ma cominciò a muoversi , a passi smozzicati , appena abbozzati , prima di fare forza sulle gambe e slanciarsi in avanti con l’animo un po’ più leggero al pensiero che forse , lei era ancora viva e sarebbe tornata  .
- Stupidi umani !
Bastò uno schiocco di dita di Yehouda , e Hulk si schiantò al suolo con un tonfo , rialzandosi con un ringhio e con gli occhi incollati alla creatura che gli dava le spalle e che era china su Astrid .  
- Ridatemela .
- Lei non è tua – lo rimbeccò il Creatore , stizzito , sorridendo biecamente quando vide Semjace alzarsi e fare attenzione a non far cadere la loro creatura dalle braccia – ma se ci tieni tanto , misero umano , te la farò vedere . Semjace !
La Creatrice sospirò , trattenuta dal pensiero che mostrarla a quegli umani non avrebbe giovato ai loro poveri cuori mortali , ma quella era la realtà , e prima l’avrebbero accettata , prima sarebbero potuti andare  avanti .
Fece attenzione a non perdere la presa sul busto , ma si lasciò sfuggire la testa che  si rovesciò all’indietro quando , per paura di ferirla con un artiglio , aveva allentato la presa .
E quando Hulk vide gli occhi di sua figlia fissi nel vuoto , vitrei e senza vita , non riuscì ad alzarsi da terra ,  ma si lasciò cadere , nuovamente , mentre i muscoli tremavano e il suo corpo cominciava a rimpicciolirsi e a sussultare  per un dolore che neanche Hulk avrebbe potuto contenere .
Pepper fu la prima ad accorgersene , e nel vedere il compagno  spingerla in avanti fece forza per fermare entrambi , tirandoselo contro e tenendolo stretto per impedirgli di vedere e di crollare , ancora una volta .
Ma Tony Stark non era un uomo stupido , e capì che quell’abbraccio teso gli nascondeva qualcosa  , lo proteggeva da qualcosa che forse non avrebbe mai voluto vedere , ma non era mai stato codardo e vigliacco , non davanti alla morte dei suoi genitori , non davanti al dolore della loro perdita .
 Eppure quella volta non ce la fece , a rimanere in piedi , a stringere i denti e ripetersi che ce l’avrebbe fatta , che sarebbe stato forte e si sarebbe rialzato , perché quella volta non l’avrebbe trovata , tutta quella forza ,  non per alzarsi , non  per distogliere lo sguardo da quel viso che Semjace raccolse tra gli artigli per posarselo contro il petto .  
- Eccola , la vostra preziosa Astrid , finalmente resettata – gorgogliò Yehouda , deliziato dagli sguardi spenti di quegli umani , dal dolore che percepiva a fior di pelle e che lo inorgogliva del suo operato , notando quanto il potere del Tesseract  potesse influenzare e distruggere persino l’anima , oltre che la materia .
Semjace trovò fastidioso il comportamento del Creatore , e non gli badò , limitandosi  a sorreggere il braccio del Tesseract che ciondolava nel vuoto , privo di vita , ma qualcuno lo aveva sorretto prima di lei , e lo stringeva con una dolcezza che , a causa dei suoi artigli , non avrebbe mai potuto esprimere .
Lo riconobbe dallo sguardo duro e incolore , eppure notò qualcosa di diverso nella divinità , nel figlio di Laufey  , una tristezza che non credeva l’erede dei Giganti di Ghiaccio avrebbe potuto provare .
Non per qualcuno , non per la loro creatura .
Eppure Semjace non seppe descriverlo in altro modo , e provò quasi pena per quello sguardo smarrito , inquieto e come sul punto di infrangersi , ma quello che stringeva era il braccio di una creatura priva di vita  , e non poteva fare nulla per lui o per il suo cuore spezzato .
- Non tornerà .
Loki la udì appena , percepì il sussurro della creatura come l’eco di un sospiro che soffiò via dalla testa che gli doleva , ritornando a pensare che la mano che stringeva era troppo fredda , e che avrebbe dovuta scaldarla , se voleva che muovesse le dita .
Ma se la vide strappare dalle mani quando provò a strofinare quel palmo piccolo contro i propri , e quando alzò lo sguardo spento non riuscì a metterla a fuoco , perché tutto era diventato tremolante , opaco , confuso , come se qualcosa gli appannasse la vista , come se stesse piangendo .
- Non tornerà – ripetè , dura , facendo un passo indietro con la speranza che non la seguisse , ma il dio la imitò , inconsciamente , allungando le mani sul corpo che nascose contro il petto con un ringhio .
- Lei non vi appartiene più . È tempo che riposi e dimentichi la lordura della vostra specie , umana e divina . Siete liberi , il portale non potrà condurre da voi i Chitauri .
- Ridatemela .
Yehouda soffocò un ringhio quando lo riudì ancora , con una voce più umana , storpiata al pianto , ma non li impietosì , non lui , non un misero essere umano .
-  Ti ho già detto , stupido insetto ,  che lei non è tua .
Bruce gattonò , sporcando il petto e il viso di polvere , di terra , gli occhi lucidi di pianto .
- Vi prego , ridatemi la mia bambina – li supplicò , straziato , ricevendo l’ennesimo rifiuto , l’ennesimo ringhio .
E Semjace capì che non l’avrebbero ascoltata , capita , e decise che era tempo di partire , di tornare a casa .
- Non è vostra , non lo è mai stata. Né degli umani , né degli dei . Lei appartiene all’universo  , appartiene a noi .
È ora che  ritorni a casa e che voi dimentichiate quanto successo . Non è affar vostro , non lo sarà più.
Svanirono in un soffio , senza un suono , ma in silenzio , davanti agli occhi increduli di Bruce e quelli appannati di Loki , crollato a terra senza forze , senza voce , mentre la vecchia Baba e gli uomini delle favelas si arrischiavano ad uscire per vedere il cielo limpido , finalmente .
Ma la vecchia strega non potè che abbassare il capo e stringere le labbra rugose quando udì le urla vittoriose  dei soldati , perché la guerra era finita , e gli umani erano sopravvissuti ancora una volta , salvati dal Tesseract , ancora una volta .
Eppure erano pochi quelli che sorridevano e guardavano il cielo con l’animo leggero , perché tutti guardavano a terra , in silenzio , stretti nel proprio muto dolore .
Perché la guerra era finita , ma nessuno aveva vinto .
Avevano perso , avevano perso tutti quanti .




Continua… 



*Le parole con asterisco non mi appartengono , ma sono tratte dal film "Thor", in quanto è un ricordo di Loki .

Bè , devo ammettere che mi è sfuggita qualche lacrimuccia nel descrivere queste scene, e spero che il dolore e la disperazione che volevo trasparissero dalle parole vi abbiano raggiunto .
Forse è il capitolo più triste che io abbia scritto in questa storia , e di  momenti tristi ce ne sono stati parecchi .
Ringrazio tutti per la lettura .

- Zamieluna  : Non riesco a non sorridere dalla contentenzza per i tuoi commenti originali , e ti ringrazio ancora per i complimenti , sono contenta che la storia continui a piacerti e che apprezzi il mio modo di scrivere , grazie di cuore  .



Al prossimo aggiornamento .
Gold Eyes
  
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