Appiccicati
con gli occhi umidi e le palpebre tremolanti
I respiri spezzati
e i pensieri vaghi
La foschia dei movimenti
e le ombre alle spalle
di passanti curiosi
Con le dita agganciate ai vestiti
e le guance che si imporporano
Per rabbia
e amore
e dolore
e nostalgia
E quel sentimento strano
quello che sa di sapone
o di rose colte una mattina presto
Che sulla lingua dà fastidio
così lo sputi via
Ma ti viene fame
E respirando la stessa aria
ci stringiamo ancora un po’
in queste carezze malate
e giuste
E un silenzio che nemmeno la carta può narrare |