Deep Waters
Titolo: Deep Waters
Personaggi: Emily, Kara, Nolan (q.b.)
Rating: Giallo
Genere: Drammatico, Sentimentale
Note e avvertimenti: Spoiler season 2, What if?
Note dell'autore:
- N. parole: 841
Deep Waters
Emily si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quando prese posto nella vasca da bagno fumante per l'acqua calda.
Cominciò lentamente a
lavarsi, poi piegò all'indietro la schiena fino a toccare il
bordo bianco della vasca. Sollevò il capo verso l'alto e chiuse
gli occhi, lasciando che il bagno la rilassasse dai brutti avvenimenti
degli ultimi giorni.
Sua madre era viva, era stata
rinchiusa in un istituto psichiatrico e aveva finito per innamorarsi di
un uomo che aveva fatto del male a lei e a Nolan.
Adesso, voleva solo riuscire a ritrovarla e chiarire com'erano andate le cose.
Kara Clarke era l'ultimo appiglio
con la sua infanzia, con suo padre che le era rimasto, non avrebbe
permesso a niente e nessuno d'intromettersi, avrebbe fatto qualsiasi
cosa.
Appoggiò le mani in grembo
e si immerse un po' di più nell'acqua saponata, fino a
metà collo. Lentamente, il respiro si fece regolare e si
appisolò.
Il sole era
caldo e riscaldava le spalle di Amanda e Kara, il cielo era azzurro e
l'acqua del mare pulita e trasparente. Erano immerse da tempo,
perciò la temperatura non era più fredda com'era stata
all'inizio.
Era piacevole
nuotare e avrebbe dovuto essere divertente se non fosse che la sua
mamma l'aveva portata al largo e l'acqua era piuttosto profonda.
C'era la sua mamma, ma Amanda non riusciva lo stesso a non aver paura.
«Mamma,
perché papà non è venuto con noi?» chiese,
ancorandosi più saldamente alla spalle della madre.
Era bello
andare alla spiaggia con i suoi genitori, raccogliere le conchiglie,
costruire castelli di sabbia e giocare con le onde del mare. Ma Amanda
sentiva che c'era qualcosa che non andava quel giorno e non solo per
l'assenza del suo papà.
La madre
spostò lo sguardo. «Era impegnato, tesoro. Non sei
contenta di passare il tuo tempo sola con la tua mamma?»
Amanda fece un mezzo sorriso, un po' forzato. «Sì.»
Voleva tanto bene alla sua mamma, ma quell'acqua era così profonda e lei cominciava ad avere tanta paura.
«Amanda!»
strillò una voce, in lontananza. Sembrava piuttosto lontana, ma
lei la riconobbe immediatamente: era la voce del suo papà.
Amanda
cominciò ad agitarsi tra le braccia della madre. «È
papà!» esclamò gioiosamente. Doveva essere riuscito
a liberarsi per venire a giocare con loro. Incontrò lo sguardo
di Kara e il sorriso si smorzò sulle sua labbra, l'altra non
sembrava molto contenta della novità.
Improvvisamente,
la sua mamma la fissò negli occhi con espressione decisa e
strana. «Facciamo ancora un gioco, amore. Un gioco solo.»
«Non
voglio» si lamentò Amanda. Voleva solo raggiungere la riva
e abbracciare suo padre, era stanca di stare in quell'acqua profonda.
«Questa volta facciamo finta di dormire sott'acqua, okay?»
Amanda
cominciò a piangere e le lacrime le rigarono le guance.
Perché la mamma non chiamava il suo papà cosicché
potesse raggiungerle? «No.»
Senza ascoltare le sue proteste, Kara cominciò a contare: «Uno.»
Non voleva
giocare a quel gioco. Si sarebbe allontanata, ma aveva troppa paura di
nuotare senza qualcosa a cui aggrapparsi. «No»
ripeté, con voce rotta.
In lontananza si sentiva ancora il padre urlare i loro nomi.
Kara si sporse
in avanti e le baciò una guancia e per un attimo Amanda si
sentì tranquillizzata, come se la solita mamma che le voleva
bene fosse tornata. Ma fu solo un fugace momento, poi l'altra
ricominciò a contare. «Due.»
Non arrivarono
al numero tre. Prima che riuscisse a rendersene conto, Amanda venne
spinta sott'acqua. Agitò braccia e gambe per tentare di risalire
in superficie, alla disperata ricerca di ossigeno, ma Kara glielo
impedì, strattonandola. Perché la sua mamma le faceva
questo? Cosa le stava succedendo?
Si
dimenò con più energia, ma non ottenne risultati
migliori. I polmoni le bruciavano e non riusciva a capire come avrebbe
potuto addormentarsi in una situazione simile.
Una voce diversa da quella di suo padre cominciò a chiamarla: «Emily?»
Sapeva che si riferiva a lei, ma perché la chiamava con quel nome? Chi era Emily?
«Emily!» ripeté la voce, più insistentemente.
«Emily!»
E lei si risvegliò.
Si tirò su a sedere di
scatto e cominciò a tossire per l'acqua che le era entrata in
bocca e nel naso. Era stata stupida, si era addormentata e a momenti
sarebbe annegata. Doveva essere passato parecchio tempo da quando era
entrata nella vasca, perché l'acqua ormai si stava raffreddando
e la pelle sui polpastrelli era raggrinzita.
«Emily, stai bene?»
chiese con tono preoccupato Nolan, fuori dalla porta. Era stata sua la
voce che l'aveva risvegliata dal suo sonno. In effetti, avrebbe dovuto
ringraziarlo.
«Sto bene, Nolan, non
preoccuparti» rispose, poi si alzò e prese l'accappatoio
per coprirsi e un asciugamano in cui avvolgere i capelli.
Mentre compiva quei gesti,
osservò l'acqua con timore per un momento, anche se non riusciva
ad afferrare il motivo, non le era mai capitato prima. Nella mente
aveva un insieme di immagini confuse di quello che aveva sognato, ma
che non riusciva a mettere bene a fuoco.
«Bene. Sono qui, se hai bisogno» disse Nolan e ad Emily non servì altro per sentirsi rassicurata.
«Grazie.»
Non poteva vederlo, ma immaginò Nolan che sorrideva, mentre sentiva i suoi passi allontanarsi dalla porta.
Spazio Autrice:
La storia sarebbe da collocarsi prima della 2x04, visto che è in
quella puntata che ricorda l'avvenimento e poi c'è Nolan ancora
in casa Nemi... volevo dire Emily.
In questa storia lei sogna
l'avvenimento, ma al risveglio lo dimentica, quindi il what if? si
riferisce più che altro a qualche lieve modifica al dialogo
prima della scena e forse alla tempistica informazioni/Nolan ancora a
casa di Emily.
Morale della favola: Non addormentarsi nella vasca, soprattutto se non hai un Nolan che ti sveglia prima che accada l'irreparabile. :)
Spero che la storia vi sia piaciuta. :)
Ilaria
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