Capitolo 6:
Sogni…
Marco quella
notte non dormì affatto bene. Per nulla. Diciamo che fu una vera
nottataccia. I suoi sogni tornarono ad essere confusi e privi di
senso, caotici ed emozionanti.
Marco si ritrovò improvvisamente nel giardino
della sua villa. Il sole brillava alto nel cielo e proiettava strane
ombre irreali al suolo. Accanto a lui sentiva un rumore assordante e
tante risate. Si guardò i piedi e non li riconobbe. Quelli non erano
i suoi piedi. Quello non era il suo corpo. O meglio, non era più il
suo corpo. Per Giove! Era tornato ad avere sette anni! Si sentiva
spaesato e fuori luogo, la mente non connetteva più molto bene.
Davanti a lui correva allegra una bambinetta di circa sette anni
anche lei…e come non riconoscerla? Era abbronzata e aveva i capelli
corti, ricci, rossi come il sangue. Rideva divertita e gli passava
davanti. Marco tentò di afferrarla, ma non ci riuscì. La bambina si
fermò a qualche metro da lui sorridendogli e invitandolo a seguirlo.
Il suo corpo si mosse da solo e iniziò a correrle dietro, ma sebbene
pensasse di essere più veloce di lei non riusciva mai a prenderla.
Correva, ma non si stancava mai. Improvvisamente il giardino attorno
a loro scomparve, e l’interno della villa ne prese il posto. Marco
si guardò attorno incuriosito e capì di trovarsi in un corridoio
famigliare. Notò che la bambina dai capelli ramati era sparita
ridendo dietro a un grande arazzo sulla parete, e immediatamente la
seguì. Oltrepassò anche lui l’arazzo, preso da una forsennata
ricerca, e si ritrovò in una nicchia. Era stranamente illuminata,
con una luce tenue e soffusa, come avvolta da una leggera
nebbiolina. Il ragazzo sbattè più volte le palpebre per rendersi
conto di quello che era successo. Era cambiata l’atmosfera, ma anche
i suoi sentimenti. Le sensazioni che ora provava erano più intense e
violente, e lo scombussolavano nel profondo. Improvvisamente si
accorse che anche il suo corpo era di nuovo cambiando, tornando a
quello vero. Ora aveva l’aspetto di un diciottenne. E la bambina di
fronte a lui era scomparsa, lasciando il posto a una ragazza, alta,
bella, con lunghissimi capelli rossi e occhi verdi. Indossava
solamente pochi veli color pelle che le coprivano le forme perfette,
lasciando intravedere molto del suo corpo. Marco la fissò incantato
per qualche secondo, e poi si lasciò trascinare dalle emozioni.
Emozioni così intense che non aveva mai provato. Le si gettò
incontro e la strinse in un abbraccio possessivo, ricco di
sentimento e passione. Quello che provava mutò fin troppo
rapidamente in desiderio e irrazionale voglia di lei, di sentirla a
assaporarla. Le prese il viso tra le mani e iniziò a baciarla,
dappertutto, sulla guance, sulla fonte, sul mento, per poi passare
ad impossessarsi famelico delle sue labbra carnose. Ormai non
pensava più, agiva solamente. Non si rendeva più conto di nulla, se
non di quello che sentiva assaggiando il suo dolce sapore. E mentre
la baciava lasciò scorrere le mani sulla sua schiena e sui suoi
bellissimi fianchi. Si sentiva straordinariamente eccitato e
accaldato, e sapeva che di lì a poco avrebbe perso del tutto il
controllo. Una mano era appoggiata sulla vita della ragazza quando
sentì qualcosa muoversi spudoratamente all’altezza del cuore. Si
staccò leggermente dalla ragazza, ma il sapore delle sue labbra lo
aveva stregato, non poteva farne a meno nemmeno per un istante.
Stava per baciarla una seconda volta quando, senza un motivo, Marco
spalancò gli occhi per guardarla. E proprio in quell’istante anche
lei sbarrò gli occhi. Le loro iridi si scontrarono per un
lunghissimo secondo, che lasciò Marco senza fiato. Quello
sguardo…era troppo intenso! Lo aveva eccitato oltre modo,
richiamandolo ai suoi istinti di uomo…che però non riuscì a
soddisfare. Quello sguardo lo aveva scosso talmente tanto che
risvegliò di soprassalto.
Marco si
svegliò di colpo, mettendosi seduto nel suo letto. Impiegò qualche
secondo a fare mente locale, per cercare di capire dove si trovasse
e che cosa lo avesse svegliato. Ricordò immediatamente tutto e il
battito cardiaco ebbe un’improvvisa impennata. Era accaldato, madido
di sudore e col respiro affannoso. E con qualcosa di spiacevole che
pulsava irriverente sotto le coperte. Cercò di riprendere il
controllo di se stesso con lunghi respiri, inutilmente. Le immagini
di Rhea non volevano uscire dalla sua testa. Si prese violentemente
la testa tra le mani, scuotendola e imprecò – Per Giove…-. Non
riusciva a credere a quello che stava facendo. Aveva bisogno di aria
fresca. “E ho anche bisogno di una donna…” pensò alzandosi
svogliatamente dal letto. “no…”
gli ricordò una saccente vocina dentro di lui “tu hai bisogno di
Rhea…”. E aveva dannatamente ragione. Quella ragazza
iniziava ad ossessionarlo.
NdA: questo capitolo è
uno dei miei preferiti…spero che vi piaccia! E spero che commentiate
positivamente ! Ciao!
Becky