Breathe Me
Capitolo
14.
Red
roses and diamonds
Dio, ti prego, uccidimi
adesso. E' l'unica cosa che riesco a
pensare da almeno un ora
e un quarto, seduta sul divano a guardare un film che detesto.
Sopportare altri cinquanta minuti di questa roba mi sembra impossibile,
sento che il mio corpo proverà ad autodistruggersi per
protesta.
Il suo braccio si stringe intorno alle mie spalle e io sospiro
impercettibilmente. Vorrei evitare di passare queste serate inutili,
chiusa in casa a guardare film che detesto ma lui ama, però
dobbiamo "recuperare il tempo perso durante le riprese" come dice lui.
Non mi sembra un gran modo, visto che mi annoio terribilmente ogni
volta e dopo sono talmente arrabbiata con lui che di sesso non se ne
parla. Avrei dovuto accettare il suo
invito
a cena. Potevo inventare una scusa plausibile per evitare la serata dei
film stupidi e dirgli che ci sarebbe stato tutto il cast, invece non
l'ho fatto. Non sono così, non riesco a tradire, anche se in
fondo non sarebbe stato un vero e proprio tradimento. Era una cena
innocente, dopo tutto.
"Non potevi scegliere un altro film?", domando scocciata, ho io
l'istinto di prendere una dannata spada laser e affettare in due il
televisore.
"Stai scherzando? Star Wars è una pietra miliare nel suo
genere!", afferma, quasi avessi bestemmiato.
"L'avrai visto almeno mille volte, potevamo guardare qualcosa di
diverso stavolta... Un film romantico o una commedia, anche un film
d'azione mi andava bene ma non questo". Il suo braccio lascia le mie
spalle e mi guarda, sembra quasi che si stia domandando se sono
impazzita o cosa.
"Kris, stai scherzando?", mi chiede confuso, sembra davvero che gli
stia toccando la cosa più preziose al mondo.
"Me l'hai già chiesto prima, no, non scherzo
affatto. Mike
io odio questo film okay? Lo odio, è noioso, non lo
sopporto! Ti
sembra questo il modo di recuperare il nostro rapporto? Facendo solo
quello che piace a te?", sono seria mentre glielo chiedo. E' un po' che
mi chiedo dove stia portando il nostro rapporto ma ormai sono
più che certa che non vada da nessuna parte, non ha futuro.
Solo
che, per qualche ragione, lasciarlo e spezzargli il cuore mi sembra
davvero un gesto orribile. In fondo abbiamo condiviso quasi tre anni
insieme, dovrei essere legata a lui. Eppure...
"Fino a prova contraria quello che è stato messo da parte
per
lasciare spazio a te che ti divertivi a recitare tra i vampiri sono io,
me lo merito no?".
"Punto primo è lavoro, non divertimento. Punto secondo non
dirlo con quel tono, sembra quasi che ti faccia schifo".
"Non è che sia un capolavoro".
"Oh certo, scusami tanto se non ho recitato in Star Wars!", dico
esasperata, alzandomi dal divano.
"Non è colpa mia se Twilight non vincerà il
prossimo
Oscar", risponde stringendosi nelle spalle, ma il suo tono è
di
scherno, mi sta deridendo.
"Scusa tanto Michael, mi ricorderesti qual'è stato l'ultimo
film
in cui hai recitato? E' passato talmente tanto tempo che l'ho
cancellato totalmente dalla mia memoria. Io almeno cerco di lavorare! E
poi non è così male, a me la storia piace e se ha
tanti
fan ci sarà un motivo non trovi?". Non ho voglia di litigare
con
lui, non mi diverto di certo, ma non permetto che critichi il mio
lavoro così, senza neanche un motivo valido.
"Bella storia, davvero. La gente non vede l'ora di vedere un umana e un
vampiro che scopano, punto".
"Dio non ci posso credere", mormoro tra me scuotendo la testa,
voltandogli le spalle e passando una mano tra i miei capelli. Vorrei
urlare ma non so cosa mi trattiene, anzi l'istinto più forte
che
ho in questo momento è di tirargli un pugno, tanto per
scaricare
la rabbia.
"Ah no hai ragione, prima dobbiamo sorbirci altri due film
perchè il vampiro in questione è anche vergine.
Un
vergine di cento anni, bella trovata", insiste lui.
"Mike basta, davvero, ora stai esagerando", lo ammonisco guardandolo
severa, sono stanca delle sue battutine, sta davvero esagerando.
"Perchè te la prendi così tanto? Ah giusto, ti
sto
toccando l'inglesino", continua a punzecchiarmi, sembra che non abbia
intenzione di smetterla.
"Non tirare in ballo Robert. Lui non ha fatto niente, non è
colpa sua se come fidanzato fai pena!".
"Ah è questo che pensi?".
"Sì, è questo che penso. Cazzo, quale fidanzato
sano di
mente farebbe vedere alla propria ragazza un film che lei detesta per
passare la serata insieme? Nessuno! Tu non sai un cazzo di
romanticismo. La prossima volta ti scoperai quel fottuto DVD
perchè non credo proprio che da me avrai qualcosa per un bel
po'
di tempo".
"La metti su questo punto? Niente sesso per ripicca?", domanda, so di
averlo preso in contropiede, il sesso è importante per lui.
"Sì, hai capito bene", rispondo annuendo decisa, non
riuscirà a farmi cambiare idea in nessun modo, non stavolta
almeno. "Se non ti dispiace ora vado a dormire, ti conviene tornare a
casa tua. E ti supplico, porta via quel dannato DVD con te o giuro che
gli do fuoco", aggiungo voltandomi, dirigendomi verso la mia stanza.
Forse la mia reazione è stata un po' esagerata, ma non
sopporto
più i suoi modi e non ho intenzione di star zitta senza fare
nulla.
"Ti stai liberando di me così avrai campo libero con il tuo
amante?". A quelle parole mi blocco e mi volto verso di lui. Se potessi
incenerirlo con lo sguardo adesso lui sarebbe un mucchietto di cenere
fumante, sparso sul pavimento.
"Non so neanche di cosa stai parlando Michael, cominci a dare i
numeri", il mio tono è acido, nessuno al mondo è
capace
di scatenare una rabbia tale dentro di me.
"Sai perfettamente a chi mi riferisco, non fare finta di niente".
"Smettila di nominare Robert! Sei paranoico cazzo, ti ho detto mille
volte che non c'è niente tra noi, a mala pena ci siamo dati
un
paio di baci sul set. Credi davvero che io ti tradirei? Mi conosci da
anni e pensi questo di me? Wow".
"Non fare l'innocente, ho trovato il CD che ti ha regalato".
A quelle parole mi blocco, mordendomi le labbra. Ero convinta di averlo
nascosto per bene, invece lui è riuscito a trovarlo,
chissà come. Non significa niente però,
è stato un
regalo innocente, un regalo fatto da un amico che conosce i tuoi gusti
musicali e vuole farti ascoltare canzoni nuove. Anche se una canzone mi
ha fatto credere per un istante che forse lui voleva dirmi qualcosa con
quei testi e quelle canzoni, una di loro parlava di una ragazza dagli
occhi verdi e ho quasi pensato che stesse parlando mi me ma lui mi ha
detto che la canta un suo amico, non è possibile. In fondo
perchè dovrebbe parlare di me? Lui non mi vede in quel
senso,
siamo solo colleghi, neanche davvero amici. Io sono fidanzata con un
altro e lui sembra interessato a Nikki... Ma in fondo, che m'importa?
"E' un regalo Mike, un semplicissimo regalo, mi ha regalato un CD non
un pacchetto di preservativi! Cazzo sei davvero assurdo, non ti rendi
conto delle cose che arrivi a pensare?".
"Penso la verità, lo vedo come vi guardate, come ve ne state
in
disparte sul set a parlare, non sono cieco sai? Faccio finta di non
accorgermene ma ci vedo benissimo".
"Non ti fidi di me?", domando. Forse lui non si rende conto quanto
questa domanda significhi ma io sì. Sono sempre stata
circondata
da persone che mi hanno dato fiducia, mi sono sempre voluta trovare con
persone che si fidavano di me, la mia famiglia per prima,
perchè
mi rende libera di essere me stessa, so che anche se sbaglio non
deluderò nessuno, so che posso inciampare e cadere ma con
loro
mi rialzerò sempre. Se però lui non si fida di
me, allora
la nostra relazione che senso ha avuto?
"Sinceramente? Ora come ora no Kristen", risponde lui pacato, quasi
come se niente fosse.
Sospettavo che avrebbe risposto così e inaspettatamente la
cosa
non mi ferisce neanche. Avevo immaginato che non si fidasse di me e in
circostanze diverse questa cosa mi avrebbe deluso profondamente ma con
lui non sento niente. Ho smesso di amarlo senza neanche accorgermene. O
forse, per quanto sia brutto da ammettere, non l'ho mai amato davvero.
"Hai una settimana di tempo per prendere le cose che hai lasciato qui e
portarle a casa tua, deve sparire tutto ciò che è
tuo",
il mio tono è freddo, non ho più molto da dirgli.
Suonano
quasi come una liberazione per me, ne sono contenta, volevo che andasse
via ma lo sto ammettendo a me stessa solo ora.
"Che vuol dire?", sembra confuso mentre mi fa questa domanda, non si
aspettava le mie parole.
"Ti voglio fuori da casa mia. E' finita, adesso basta. Tu non ti fidi
di me, credi che ti tradirei come se niente fosse. Beh che tu ci creda
o meno io non sono così ma non ha più importanza
perchè non ti voglio più. E adesso se non ti
dispiace ti
voglio fuori di qui, sono stanca". Non alzo la voce neanche per un
istante, sono tranquilla mentre parlo, non mi tocca più di
tanto
ed è la cosa che mi sconvolge di più. Dovrei
provare
qualcosa in questo momento ma non sento niente.
Lui non parla, mi guarda quasi con rabbia e con disprezzo ma poi
semplicemente si avvicina al lettore DVD ed estrae il disco,
rimettendolo nella custodia. Mi lancia un'ultima occhiata e poi si
dirige verso la porta, scuotendo la testa tra sé.
"Vi auguro tutta la felicità del mondo, siete davvero una
bella
coppia", dice con ovvio sarcasmo nella voce, aprendo poi la porta per
uscire.
Appena la porta si richiude con un tonfo sonoro, appoggio la schiena
alla parete e lentamente mi lascio scivolare fino a sedermi a terra,
sospirando. Non ricordo di aver mai avuto una litigata del genere, con
nessuno. Reclino un po' la testa e chiudo gli occhi, cercando di
rimettere insieme i miei pensieri e rendermi conto di ciò
che
è appena successo. Mi aspetto un pianto isterico come
minimo, ma
non accade. Mi sento sollevata ora, gli ultimi mesi con lui sono stati
quasi opprimenti e inconsciamente non vedevo l'ora che andasse via.
"Finalmente", mormoro tra me e inaspettatamente sulle mie labbra si
dipinge un piccolo sorriso.
Quando due settimane dopo Robert mi invita fuori per un
caffè
non mi sento in colpa ad accettare. Presto dovremo tornare sul set
insieme e di sicuro vuole discutere di qualche scena con me, lo abbiamo
già fatto altre volte e non ci trovo niente di strano.
Questa
volta almeno non dovrò mentire a Michael per evitare le sue
scenate di gelosia senza senso. Fortunatamente non l'ho visto
più dopo il giorno in cui è venuto a riprendersi
tutte le
sue cose e spero di poterlo evitare ancora per un po'. Non che la sua
presenza mi infastidisca più di tanto, è lo
sguardo di
odio che mi rivolge che detesto profondamente. In fondo però
so
che anche se m'infastidisce non è così
importante, non
voglio dargli troppa corda, sarebbe come autorizzarlo a continuare ed
è l'ultima cosa che voglio.
Il posto in cui Rob mi dice di andare è quasi deserto appena
arrivo, è un piccolo bar che ha l'aria antica ma non per
questo
sembra mal concio, anzi è molto elegante, sembra uno di quei
bar
francesi che ho visto nei film, mi ispira quasi sicurezza. All'interno
è anche meglio se possibile, ci sono tanti tavolini di legno
e
delle panche rivestite da un tessuto che sembra essere morbidissimo.
Mi aspetto che lui sia in ritardo, Michael lo era sempre, ma lui invece
è già lì ad aspettarmi, seduto al
tavolino
più appartato e appena mi guarda il suo viso sembra
illuminarsi
e si apre in un ampio sorriso. Non riesco a fare altro che sorridergli
di rimando e raggiungerlo, sedendomi vicino a lui.
"Credevo che mi avresti dato buca", dice non appena sono affianco a lui
e io scuoto la testa.
"Non sono in ritardo", rispondo controllando l'orario, sono
perfettamente puntuale.
"Sì, sei in ritardo di due minuti, l'attesa mi stava
divorando",
il suo tono è scherzoso e mi fa ridere. Mi mordo le labbra e
scuoto la testa, da quanto non provo questa sensazione? Ridere di gusto
per una sciocchezza e sentirmi felice, serena? Non lo so, neanche
ricordo se davvero mi è mai successo prima.
"Ti avevo detto che sarei venuta e l'ho fatto. Che c'è, non
ti
fidi di me forse?", chiedo ancora ridendo, non mi aspetto una risposta
seria, non ora almeno.
"Oh no! Mi fido di te Kris, mi fido".
Rimaniamo a parlare lì, in quel piccolo bar tanto
accogliente
per non so quanto tempo, tanto, troppo probabilmente. Ci perdiamo in
mille discorsi, parliamo di noi, di ciò che ci piace, ci
raccontiamo aneddoti stupidi e quasi mi vergogno che in molti di essi
ci sia Michael ma lui non sembra farci molto caso. Tra un
caffè
e l'altro, tra biscotti e muffin la giornata passa così
veloce
che neanche me ne rendo conto e probabilmente nemmeno lui, tanto che
è il proprietario a doverci avvisare che stanno per chiudere
e
ci chiede gentilmente di andarcene. Lo facciamo, dopo che lui ha pagato
tutto - anche se io ho insistito per pagare la mia parte - e mi
accompagna alla mia auto. Si appoggia con una mano allo sportello e mi
guarda, leggo una certa indecisione nel suo sguardo, come se attendesse
qualcosa e so cosa sta per succedere ma non voglio fermarlo,
perchè dovrei? Non sto così bene da
così tanto.
"Grazie per la bellissima giornata Kristen, sono stato benissimo con
te", mi dice sorridendo, il suo sorriso è così
sincero e
spontaneo che ti contagia.
"Grazie a te", rispondo ricambiando il suo sorriso.
Lui esita un attimo, si avvicina lentamente e i nostri nasi si sfiorano
fino a quando non mi sollevo sulle punte e sono io a colmare la
distanza tra le nostre labbra che finalmente si uniscono in un bacio.
L'ho già baciato prima, mentre recitavamo, ma questo
è
completamente diverso. Niente telecamere, nessuno che ci guarda, non
siamo Edward e Bella, non ora. Siamo Robert e Kristen, due ragazzi che
si baciano davvero per la prima volta. Ed è bello, dolce
come il
miele, lento ma pieno di una passione che vuole esplodere ma noi
teniamo a freno, non è ancora il momento di andare oltre e
lo
sappiamo. Nessuno dei due vuole correre, non ora. Un brivido mi
attraversa la schiena appena le sue mani sono su di essa e mi stringono
a sé, possessivo come non l'ho mai sentito e non
è un
male, anzi mi piace, voglio che sia così con me. Le mie mani
trovano la strada per i suoi capelli e nella sera i nostri corpi sono
un tutt'uno, stretti in un baciò che nessuno dei due
vorrebbe
finisse mai.
Quando mi sveglio ho un mal di testa tremendo e non faccio in tempo a
mettere un piede fuori dal letto che già sono in bagno,
piegata
in due, a rimettere quel poco che ho mangiato ieri. Michael non si
è fermato, non sembra avermi vista, lui e la sua macchina
hanno
tirato dritto e io ne sono stata più che contenta,
cominciò ad avere seriamente paura di lui e ormai sono quasi
sicura che sia coinvolto in questa storia. Ma perchè?
Nonostante
ci abbia pensato tutta la notte non sono riuscita a spiegarmi il
motivo. Cosa potrebbe spingerlo a collaborare con Rupert per farmi del
male? Mi odia davvero così tanto? Appena sono in grado di
camminare mi sciacquo il viso e mi lavo i denti, guardando poi
l'orologio. Sono le 9:20, di sicuro Tom e Sienna saranno
già svegli e avranno fatto colazione. Non mi capita spesso
di
svegliarmi così tanto ma per metà della notte non
ho
dormito, avevo bisogno di recuperare tutto il sonno perduto.
Mi vesto e mi pettino i capelli, sembrano una massa informe ma in
qualche modo riesco a domarli, li lascio su un lato e mi guardo allo
specchio. Non so da quanto tempo non lo faccio, probabilmente troppo,
il mio viso è smagrito e spento, non mi piace vedermi
così e non è nemmeno un buon segno, sono incinta
e invece
di mettere su peso lo sto perdendo a poco a poco, devo cercare di
mangiare di più. Decido di fare colazione per poter poi
prendere
le vitamine che mi ha prescritto il medico e così scendo le
scale velocemente, dirigendomi verso la cucina. Prima di entrare
però sento delle voci e mi blocco, cercando di capire di chi
siano. Non ci metto molto, sono voci a me davvero familiari.
"Quindi cosa hai intenzione di fare? Voglio dire, sei venuto qui lo
stesso, dopo che ti ha detto di rifarti una vita", dice Tom, in
risposta a qualcosa che evidentemente non ho sentito.
"Pensi che potrei farlo? Mi conosci, non ne sarei capace. Non potevo
farlo prima, quando credevo che lei mi avesse tradito, come potrei
farlo ora? Mi riesce impossibile anche solo pensarlo", mormora Rob, con
un forte sospiro. Non è poi così difficile capire
di chi
stanno parlando, è ovvio che l'argomento sono io. Non li
biasimo, in fondo sto facendo impazzire un po' tutti ultimamente.
"Secondo me lei...", comincia Tom e decido di intervenire. Con due
finti colpi di tosse mi appoggio allo stipite della porta e li guardo,
incrociando le braccia al petto.
"Secondo me non è per niente carino parlare alla spalle di
persone che non ci sono e non possono difendersi, non trovate?", il mio
tono è sarcastico, li ho colti pienamente in fallo e loro lo
sanno.
"Non ti stavamo accusando Kris, non c'è niente di cui
difendersi", prova a spiegare Tom. Io scuoto la testa, sospirando.
"Con te faccio i conti dopo. Ma tu... Robert ti avevo chiesto di non
cercarmi più. Mi aspettavo che lo facessi", mormoro
guardandolo.
Forse no, non me lo aspettavo così tanto, mi aveva detto che
non
si sarebbe arreso ma speravo che avesse un minimo di buon senso.
"Io ti avevo detto che non ero assolutamente d'accordo con te",
risponde lui guardandomi, alzandosi per venirmi vicino. Istintivamente
faccio un passo indietro, cercando di mettere distanza tra noi. Non
perchè non mi piaccia la sua vicinanza ovviamente, ma ho
paura che alla fine potrei cedere e metterci in pericolo tutti. La
distanza è una sicurezza in più.
"Perchè non capisci? Non provi mai a comprendere
perchè lo faccio?".
"Ma io so perchè lo fai, Kris. Il punto è che tu non capisci.
Cerchi di proteggere le persone che ami, di tenerle al sicuro ed
è davvero una bella cosa ma lo fai nel modo sbagliato. Non
è tenendoci all'oscuro di tutto o lontani da te che ci
proteggerai. In questo caso non devi proteggere proprio nessuno",
mormora guardandomi.
Le sue parole mi colpiscono con forza. Mi rendo conto che davvero lui
sembra aver capito più di quanto credessi, ha capito anche
ciò che non ho detto. Non è sempre stato
così, in fondo? Lui mi ha sempre capita, anche senza bisogno
di parole, anche con un semplice sguardo lui è sempre stato
capace di leggermi a fondo.
"Sì invece. Devo proteggervi e questo è l'unico
modo".
"No, non lo è. Non devi proteggere noi, non siamo noi quelli
minacciati da uno psicopatico che probabilmente gode solo nello
spaventarti. Sei tu. Siamo noi a doverti proteggere, io per primo.
Perchè non me lo lasci fare?".
"Perchè ti metterei in pericolo. Starmi vicino non
è sicuro ora", dico decisa. Possibile che lui non capisca?
Si rifiuta così tanto di comprendere perchè lo
faccio.
"Magari a me non importa se è pericoloso, magari io ti amo
così tanto da volerti proteggere ad ogni costo!", esclama,
quasi esasperato. Il suo sguardo si sposta su Tom su qualche istante e
poi su di me, sospirando. "Ne parliamo con calma più tardi
magari, ero venuto qui per chiederti se volevi venire a fare colazione
con me".
"Non posso farla qui?", domando.
"Voglio assicurarmi che mangi e poi ho trovato un posto carino che
penso ti piacerà. Non ci perdi niente Kris, dai".
Il mio stomaco è vuoto e per ora la nausea non sembra avere
intenzione di tornare perciò dopo averci pensato ancora
qualche istante decido di accettare e dopo aver salutato Tom e preso un
giubbotto usciamo di casa insieme.
Il posto in cui mi porta è un piccolo bar, semplice, senza
troppi fronzoli e non particolarmente moderno. Non è troppo
lontano così ci arriviamo a piedi. Il deja vu è
inevitabile, mi sembra di rivedere i tavolini in legno e le piccole
panche rivestite del bar in cui siamo stati il giorno del nostro primo
bacio. So perchè mi ha portato in questo posto,
così come
lo sapevo allora. Lo fa perchè sono quasi vuoti,
c'è poca
gente e nessuno può vederci, vuole preservare la nostra
privacy
e io gli sono più che grata di questo, non ho davvero voglia
di
affrontare i paparazzi o i fan che potremmo incontrare, non riuscirei a
sopportarlo. Lui chiede di farci accomodare in un posto più
appartato e il cameriere ci guarda con aria desolata, dicendoci che
nessun tavolo è più isolato degli altri ma il
posto
è talmente tranquillo e vuoto che dubito che qualcuno ci
veda,
anche se non siamo completamente soli. Ci sediamo al tavolo
più
in fondo e Robert ordina qualcosa da mangiare per lui e per me. Lo fa
per assicurarsi che io mangi ed è dolce, anche se la cosa mi
innervosisce un po'. So badare a me stessa, non deve anche preoccuparsi
che io mangi abbastanza.
"Allora, come sta Caroline?", domando una volta che il cameriere si
è allontanato, lasciandoci qualche muffin e dei pasticcini
assortiti insieme a del perfetto tè all'inglese. Lui mi
guarda come se mi stesse supplicando di non tirare
fuori questo discorso proprio adesso ma alla fine sospira, pronto a
rispondere.
"E' rimasta Victoria con lei ieri, non sono più andato in
ospedale da allora in realtà ma ho chiamato mia sorella e
dicono
che la dimetteranno presto, non ha subito gravi danni dopo
l'incidente", risponde lui guardandomi, prendendo poi un muffin per
addentarlo. Io mi limito ad imitarlo, non ho molta fame in
realtà ma so di dover mangiare e sospetto che se non lo
facessi
mi costringerebbe ad ingoiare tutto.
"Non ha subito gravi danni, ha solo perso tuo figlio", mormoro
stringendomi nelle spalle, ironica. Il suo sguardo sembra quasi ferito
a quelle parole ma proprio non sono riuscita a trattenermi dal dirlo.
In fondo è vero, aspettava un figlio suo e l'ha perso.
"Credi davvero che sarei andato a letto con lei? Sai come la penso sul
tradimento".
"Credevi che io lo avessi fatto con te...".
"Questo non cambia niente Kris, per me stavamo ancora insieme e in ogni
caso non sarei mai andato a letto con una donna per ripicca, men che
meno con Caroline".
"Perchè no? Eri ubriaco in fondo".
"Non così ubriaco da non ricordare niente il giorno dopo. E
poi lei aveva detto a Lizzy e Victoria che non era successo niente,
salvo poi ritrattare tutto quando ha 'scoperto di essere incinta' ",
dice imitando con le dita le virgolette. In un momento meno serio di
questo probabilmente riderei del suo gesto, non è da lui.
"Perchè avrebbe dovuto mentire su una cosa del genere?
Sarebbe assurdo. Prima o poi si sarebbe scoperto che non era incinta
sul serio, no?", domando io.
"E' questo il punto. Io non ho mai visto una sua ecografia,
né un'analisi e cose del genere, non ci sono prove che fosse
incinta così come non ce ne sono del fatto che siamo andati
a letto insieme. Si è contraddetta spesso. Non so
perchè lo abbia fatto, forse voleva solo tenermi vicino a
sé. Sai, Caroline ha una cotta per me da un sacco di tempo",
mentre lo dice mi guarda, come per studiare la mia reazione.
"Sì, lo so", mi limito a rispondere, addentando ancora il
muffin e masticando poi piano il boccone.
"Lo sai?".
"Non era difficile da intuire, conosco il modo in cui lei ti guarda. E
poi Lizzy me l'aveva detto, il giorno in cui sono venuta a casa tua
per...", sospiro, non sapendo bene come terminare la frase.
"Per lasciarmi", conclude lui. Sorride però, non sembra che
il ricordo lo disturbi, non ora che sa la verità.
"Non ero venuta per lasciarti, o almeno quando sono partita per Londra
avrei dovuto spiegarti tutto, dirti come stavano le cose ma Rupert ha
cominciato a ricattarmi e non ho potuto farlo. E' stata Lizzy a
chiamarmi e chiedermi di risolvere con te, ti vedeva stare male",
spiego.
"Ho sempre detto che sei la migliore attrice della tua generazione, non
ho capito che stavi recitando", risponde lui ridendo, come per
alleggerire il discorso. "In ogni caso Caroline non è
più un nostro problema, adesso non potrà
più mentire sulla storia della gravidanza".
"Come fai ad essere sicuro che stesse mentendo?".
"Ne sono sicuro come è sicuro che la terra gira intorno al
sole e come è sicuro che io ti amo e non farei mai una cosa
del genere". Le sue parole mi spiazzano, le dice con una sicurezza e un
ardore tale nello sguardo che potrei sciogliermi in questo preciso
istante. E' l'effetto che le sue dichiarazioni fanno su di me, mi
rendono sua ogni secondo di più.
"Perciò si sarebbe fatta investire di proposito? E' sadica e
psicopatica allora", rispondo io. Faccio fatica a credere che qualcuno
si farebbe investire da un auto in corsa di proposito, rischiando di
morire pur di mettere in scena un aborto, è troppo, sembra
la trama di un film.
"Potrebbe essere. Avete detto che la macchina non andava molto veloce
al momento dell'impatto".
"Ma perchè fingere un aborto se voleva tenerti con
sé? E poi lei come conosce Michael? L'ha investita lui".
"Michael? Di che stai parlando?", domanda confuso e mi accorgo di
avergli detto una cosa che ovviamente non può capire.
"Sì uhm... Mentre tornavo a casa ieri ho riconosciuto l'auto
che ha investito Caroline e alla sua guida c'era Michael. Forse non
è la stessa macchina, non so, forse è solo una
coincidenza", faccio spallucce, prendendo poi un sorso del
tè che ha ordinato lui per me.
"Quindi Michael e Caroline si conoscono? Ma come?".
"Non lo so, non ne ho idea. Sono solo supposizioni Rob, niente di
certo".
Lui sospira e per qualche attimo sembra assente, come se stesse
pensando intensamente a qualcosa ma non me ne parla. E' frustrante, il
più delle volte vorrei entrare nella sua testa per capire
cosa pensa. Capisco come si sente lui quando io faccio lo stesso,
cercando di proteggerlo. So che è sbagliato ma allontanarlo
è l'unico modo che conosco, per quanto stupido e insensato
possa essere. Se non lo amassi nel modo disperato e totale in cui lo
amo non mi comporterei così, ma non posso permettermi di
recitare ancora la parte della ragazza indifesa che aspetta di essere
salvata dal suo fidanzato, nella vita reale - nella mia vita - non
funziona così. Ma lui non mi lascia salvarlo, vuole
affrontare le cose con me e per quanto il più delle volte
vorrei rompergli quella testa dura che si ritrova è una
delle cose che amo di lui: mi fa sentire al sicuro, protetta, amata
come nessuno mi ha mai fatta sentire. Non è un rapporto
impari il nostro, in cui uno da e uno riceve. Ci proteggiamo a vicenda,
ci doniamo totalmente l'uno all'altra e forse è vero
ciò che dicono, non tutti sono così fortunati da
avere un rapporto come il nostro. Forse dovrei semplicemente smetterla
di spingerlo via da me e lasciarmi amare, lasciarmi aiutare da lui. Il
mio cuore ne sarebbe più che contento.
"Mangia tutto, non costringermi ad imboccarti", dice una volta uscito
da chissà quali pensieri, sembra più sereno
adesso, lo fa per non preoccuparmi ne sono certa. Lo lascio fare e
annuisco, continuando a mangiucchiare il mio muffin e qualche
pasticcino. Scopro che il tè non è poi
così male, gli inglesi e le loro abitudini non sono poi
così sbagliati in fondo. "Kris, ti andrebbe di andare a
casa?", domanda poi, cogliendomi di sorpresa.
"A casa tua?", chiedo confusa.
"A casa nostra", risponde lui e capisco subito di cosa sta parlando, la
casa in cui abbiamo vissuto durante le riprese di Snow White.
E' casa sua in fondo, l'ha pagata lui ed è intestata a lui
ma l'ha sempre definita casa nostra. Ci sono tanti bei ricordi
lì, i miei momenti preferiti con lui li ho passati davanti
al camino acceso, accoccolata al suo corpo, quando non potevamo uscire
a causa dei paparazzi. Mi piacerebbe tornarci, stare un po' tranquilla
in un posto così speciale per me.
"Adesso?", mormoro tra me, guardando fuori dalla vetrina del bar. Ha
cominciato a piovere e noi siamo a piedi, fantastico.
"Sì. Non piove molto, al massimo corriamo".
"Uhm... Io non posso correre", dico mordendomi le labbra, guardandolo.
"Oh, scusami hai ragione. Mi dispiace piccolino, devo ancora abituarmi
a te", mormora lui, accarezzando la mia pancia. Quel gesto mi fa
sorridere, è davvero dolce. "Ti porto io allora", aggiunge
poi, guardando me.
"Che vuoi dire?".
"Aspetta e vedrai".
Si alza per andare a pagare il conto, come sempre, e io finisco il mio
tè, cercando di capire cosa abbia in mente. Dopo aver pagato
torna da me e mi porge la mano con un sorriso, non posso rifiutarmi di
prenderla e lo seguo fuori. Non piove tantissimo ma di sicuro
arriveremo a casa totalmente bagnati se camminiamo tranquillamente e
non abbiamo nemmeno un ombrello.
"Vieni dai", mi dice dandomi le spalle e io lo guardo confusa.
"Uhm dove?", chiedo io, non capisco proprio che voglia fare.
"Vieni in spalla, visto che non puoi correre ti porto io".
"Vuoi portarmi come Edward porta Bella nella foresta?", domando
senza riuscire a trattenermi dal ridere, questa scena ha
davvero del ridicolo.
"Non ci avevo pensato ma sì, anche se non sono
così veloce. Dai, salta su prima che ci bagnamo
completamente", insiste, non ha proprio intenzione di arrendersi,
è serio.
Dopo un po' d'esitazione faccio come mi dice e salgo sulle sue spalle,
e dopo poco lui comincia a correre. Per tutto il tragitto con la
smettiamo di ridere, Rob rischia di scivolare diverse volte ma riesce
sempre a riprendersi e a evitarci delle brutte cadute. Ci inzuppiamo
completamente, come era ovvio che succedesse, ma entrambi siamo felici,
non importa se siamo zuppi di pioggia. Quando arriviamo davanti alla
porta lui mi lascia scendere e prende le chiavi per aprire ed entrare
dentro. E' tutto buio e non capisco perchè, forse non va
lì da tanto, eppure non sembra ci sia odore di chiuso, anzi
c'è un ottimo profumo di fiori.
Appena faccio qualche passo in avanti scorgo una debole luce, illumina
solo il pavimento e dopo aver messo tutto a fuoco capisco
cos'è. Sul pavimento ci sono tanti petali di rosa, rossi e
bianchi, disposti in modo da formare un cuore. Intorno ad esse tanti
lumini illuminano la figura, rendendola visibile anche al buio e
proprio al centro del cuore, nascosta ma ben visibile, c'è
una scatolina in velluto rosso, chiusa. Il mio cervello fati a
elaborare le immagini e ci metto un po' più del dovuto a
capire cosa significa. Porto una mano alla bocca, sorpresa.
"Oddio, dimmi che non è ciò che penso", mormoro
tra me, sono totalmente scombussolata, sembra che il mondo abbia preso
a girare al doppio della velocità.
"Dipende da cosa pensi che sia", mi risponde Robert che fino a questo
momento è rimasto dietro di me e adesso va a prendere la
scatolina. Si inginocchia davanti a me e il mio cuore perde un battito,
prima di cominciare a galoppare al doppio della velocità.
"Robert...", dico quasi senza fiato, potrei anche svenire, non so cosa
mi tenga ancora in piedi.
"Shh, non dire niente, lascia che parli io prima", mi zittisce con un
sorriso, non posso contraddirlo così. "Kristen, amore mio,
in questo periodo io e te ne abbiamo passate di tutti i colori ma non
mi stupisce. La nostra vita non è mai stata facile,
ordinaria e probabilmente non lo sarà mai. Io non voglio che
lo sia. Se stare con te significa affrontare le difficoltà,
superare i momenti bui e vivere i momenti felici insieme, sempre,
sostenendoci e amandoci è proprio ciò che voglio.
Non voglio una vita semplice se questo significa non avere te. Mi hai
rapito il cuore dal primo momento, da quando ho visto un tuo film e ho
pensato 'Questa ragazza la sposerei'; sono stato tuo dal nostro primo
bacio, quando per l'emozione sono caduto dal letto dove stavamo
provando una scena; ho capito di amarti quando non c'era giorno che
passasse senza io ti pensassi o ti desiderassi o scrivessi di te ed ero
geloso di chi poteva averti mentre io dovevo stare in disparte e
guardarti da lontano. E poi, chissà come, ti sei accorta di
me. Ti sei innamorata di me, anche tu. Mi hai reso felice come non mai,
ogni giorno con te è stato meraviglioso e voglio che questi
giorni non finiscano mai, nonostante le difficoltà,
nonostante le incomprensioni, nonostante chi proverà sempre
a separarci. Io ti voglio mia e ti voglio per sempre. Amore ti prego,
rendimi l'uomo più felice del mondo e sposami", la sua voce
è ferma ma lascia trasparire l'emozione e i miei occhi si
riempiono di lacrime, per la prima volta dopo tanto tempo sono lacrime
di gioia. Apre la scatolina e un bellissimo anello in oro bianco fa la
sua comparsa: è semplice, con un piccolo diamantino al
centro, nulla di particolare ma meraviglioso.
Come potrei rifiutare? Nessuno al mondo sarebbe capace di dire di no
alle sue parole e nemmeno voglio farlo. Lui mi rende felice, ho provato
a vivere separata da lui ma entrambi sappiamo bene che ormai non
è possibile, ogni giorno che passiamo lontani è
una sofferenza per entrambi e non possiamo continuare a farci del male.
Lui è tutto ciò che voglio, l'uomo della mia
vita, il padre di mio figlio, la mia famiglia. Prendo un bel respiro
cercando di calmarmi e mi schiarisco la voce, cercando di parlare.
"Sì. Sì, sì, certo che voglio
sposarti", dico mentre le lacrime cominciando a rigarmi il viso e
subito lui estrae l'anello dalla scatolina per infilarlo al mio dito,
stringendomi poi a sé con forza, come se dal nostro
abbraccio dipendesse la sua vita.
Le nostre labbra non ci mettono molto ad incontrarsi così
come le nostre lingue non faticano a trovare la strada per accedere
l'una alla bocca dell'altro, perdendosi in un bacio dolce ma
passionale, carico d'amore e desiderio, di felicità
ritrovata. Ci baciamo per un tempo che sembra lunghissimo, fino a
quando i nostri respiri non si fanno corti e affannati ma le nostre
labbra non smettono di cercarsi quasi affamate, le nostre mani non
smettono di navigare sul corpo dell'altro, ma ad un certo punto siamo
costretti a fermarci, a corto d'ossigeno. Non riesco a trattenermi
dallo schiacciare il mio seno contro il suo petto però, sto
bruciando di un desiderio che non sentivo da tanto tempo, il desiderio
che la sua pelle calda e le sue labbra dolci accendono dentro di me.
"Ehi...", mormora lui poggiando le labbra sulla mia fronte,
stringendomi a sé. Lo sa anche lui, percepisce quella
sensazione.
"Voglio fare l'amore con te", non mi vergogno a dirlo, lo amo,
è la cosa più naturale del mondo.
"Lo so amore mio, anche io", risponde sincero.
Rimaniamo abbracciati ancora un po', senza che nessuno dei due parli,
stiamo bene anche senza troppe parole io e lui e poi mi prende per
mano, portandomi in camera da letto. Anche lì è
tutto buio, tante piccole candele illuminano la stanza e sul letto ci
sono dei petali di rosa. A quella vista sorrido tra me.
"Avevi pensato proprio a tutto eh?".
"Non lascio niente al caso, non per te".
Ci baciamo ancora e non ci mettiamo molto ad arrivare al letto, il
profumo di rosa è forte e inebriante, buonissimo. I nostri
vestiti zuppi finiscono ben presto sparsi sul pavimento e per un po'
tutto tace, l'unica cosa che si sente sono i nostri respiri e i suoni
dei nostri baci. Ci amiamo per ore, lentamente, senza fretta, ci
godiamo la nostra unione come è giusto che sia e vorrei che
questo momento non finisse mai, vorrei passare la mia vita facendo
l'amore con lui. Dopo, stretti l'uno all'altra, il respiro di Robert si
fa pesante e si addormenta dopo poco. Ha il sorriso sulle labbra ed
un'espressione serena, si vede che è felice e io lo sono
quanto lui. Mi perdo ad ammirare il suo volto rilassato e ogni tanto
gioco con l'anello al mio dito, non posso ancora capacitarmi di cosa
sia successo in poche ore ma sono al settimo cielo, come non mi
succedeva da tanto tempo. Ma anche le cose più belle
finiscono e proprio quando tutto sembra non poter andare meglio il mio
cellulare comincia a vibrare sul pavimento, nella tasca del mio jeans.
Con un sospiro mi alzo e lo recupero, sperando di non svegliare Robert.
"Ragazzina, non cercare di prendermi per il culo, ti avevo detto di
lasciar perdere Mr. Pattinson, non sono stato abbastanza chiaro
forse?", non mi da neanche il tempo di parlare che subito comincia a
minacciarmi. Perchè non posso essere felice e tranquilla
senza che succeda qualcosa poi? "Devi lasciarlo o ci saranno gravi
conseguenze, è chiaro?".
"No", rispondo secca.
"Come hai detto?", domanda quasi incredulo.
"Ho detto no, non ci senti per caso? Sono stanca di te, io non ti ho
fatto niente e se non mi lasci in pace immediatamente
avviserò la polizia".
"Ah davvero? Lo vedremo. Il tuo atteggiamento ti costerà
caro. Guardati le spalle", dice, prima di chiudere la chiamata.
So di averla combinata grossa, stavolta non la passerò
liscia ma sono stanca. Non posso più vivere nel terrore di
lui e di chiunque ci sia dietro tutto questo. Rivoglio la mia vita,
voglio costruirmi un futuro con Robert, sposarlo e crescere insieme il
nostro bambino, non lascerò che ci facciano ancora del male.
Prendo il telefono e lo apro, estraendo la sim. La guardo indecisa per
qualche minuto e poi, senza indugi, la spezzo. Almeno per un po' non
potrà cercarmi. Rimetto tutto nella tasca e poi torno a
letto, stringendomi al corpo caldo di Rob, chiudendo gli occhi. Da ora
in poi combatterò per noi insieme a lui, non lo
metterò più da parte. Ho una cosa troppo
importante ora, che non posso assolutamente perdere: la nostra famiglia.
Note
dell'autrice:
Salve a
tutti! Lo so, lo so, sono in ritardo, mi dispiace da morire! Avrei
dovuto postare questo capitolo sabato scorso ma non ho avuto tempo di
scrivere e la mia fantasia mi aveva abbandonata temporaneamente,
così invece che pubblicare un capitolo bruttissimo e corto
ho preferito aspettare e vedere se riuscivo a tirare fuori qualcosa. Ci
sono riuscita credo, anche se il capitolo è abbastanza
corto. Spero di rimediare sabato prossimo e che almeno con questo
capitolo io sia riuscita a farmi perdonare della scorsa volta! Vi ho
portato fortuna però, la mia assenza ha fatto uscire tante
nuove foto di Robert e Kristen (i miei amori che si baciano e si
abbracciano quanto sono teneri? *----* Okay basta).
Detto questo, passiamo al capitolo. Un lungo flashback che
personalmente mi piace molto, la rottura con Michael e il primo vero
bacio tra Robert e Kristen. Che ne pensate? A me, ripeto, piace davvero
tanto. Poi Rob che si presenta a casa sua, fanno colazione insieme e
alla fine le chiede di sposarla! Io ho pianto mentre scrivevo la sua
dichiarazione, vi dico solo questo. E finalmente Kristen tira fuori un
po' do palle con Rupert, passatemi il termine! Non
c'è molto altro da dire, il capitolo è corto ma
denso di avvenimenti e dolcezza. Il prossimo sarà
più lungo, giuro.
Mi scuso per non averi risposto alle recensioni ma davvero no ho avuto
tempo, lunedì comincerò anche scuola guida (help
me ç_ç) e non so quanto tempo avrò
perciò se dovessero esserci ritardi nei capitoli vi chiedo
perdono ma purtroppo la mia vita sta prendendo il sopravvento. Siamo
giunti quasi alla fine però, non manca molto ormai e ci
aspettano alcuni colpi di scena. Vi ringrazio come sempre per le
recensioni, per aver inserito la fanfic tra le preferite, le seguite e
le ricordate e vi rimando a sabato prossimo (spero) con il nuovo
capitolo.
A presto, un bacione. Mary.