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A GUIDE IN DISTRESS
IN OAHU
CAPITOLO 1
TRA CASCADE E LE
HAWAII
§§§
Betated by
_Kurai_
§§§
Quando Steve fece
il suo ingresso nella sala riunioni della squadra, seguito a breve distanza da
Jim, i quattro presenti trasalirono e scattarono in piedi, osservandoli con un
misto di aspettativa e paura dipinto in volto.
Con un rapido colpo
d'occhio, Steve notò tutti i minimi particolari
da cui si evinceva
l'ansia in ciascuno dei suoi uomini.
Lori era
pallidissima, sembrava avesse visto un fantasma.
Danny si mordeva il
labbro inferiore, e non aveva neppure la sua inseparabile cravatta annodata
attorno al collo.
Kono teneva
ostinatamente gli occhi puntati sul tablet su cui, ne era certo, vi erano tutte
le informazioni che aveva raccolto in merito alla vittima e all'uomo alle sue
spalle.
Chin si limitava a
stare accanto alla cugina e a cercare ad ogni costo di non incrociare lo sguardo
del nuovo arrivato.
Con un sospiro,
Steve accese la luce nella piccola stanza, malgrado fuori fosse ancora in parte
chiaro, il semplice abat-jour sul tavolo ingombro di fogli non illuminava
abbastanza: “Facciamo le presentazioni.” annunciò con tono velatamente
impositivo, “Detective Ellison, questo è il team che si sta occupando del caso.”
disse, facendo spazio all'uomo.
Ci furono rapidi e
guardinghi cenni e strette di mano, poi tutti e sei andarono cautamente a
sedersi attorno al tavolo.
“C'è
stata una chiamata per te.” disse all'improvviso Williams, allungando a Steve un
foglietto di carta: “Il capitano Banks ha chiamato l'ufficio del Governatore per
contattarci ed è stato dirottato al numero del tuo ufficio, voleva sincerarsi
che il Detective Ellison fosse arrivato e voleva parlare con te.”
“Lo
contatterò più tardi. Ora, la cosa più importante è fare il punto della
situazione e mettere insieme le informazioni che abbiamo.” ordinò Steve,
rendendosi conto della tensione presente nella stanza.
Non avrebbe mai
pensato che un caso, partito in modo tanto banale, potesse avere conseguenze
tali.
Tutti si sedettero
docilmente, poi Steve puntò il proprio sguardo, il più possibile rassicurante,
su Danny, che annuì impercettibilmente: “Credo di dover cominciare io...”
sospirò, attirando l'attenzione del detective, “Sono il detective Daniel
Williams. Stamattina, mentre stavo venendo qui, sono stato aggredito con una
pistola puntata alla tempia mentre ero fermo al semaforo, mi è stata rubata la
macchina e, solo dopo alcuni accertamenti e la mia descrizione, è saltato fuori
che il colpevole è il suo compagno.”.
Ellison non disse
nulla, si limitò a osservarlo, a studiarlo quasi.
“Gli
accertamenti, così come la segnalazione al suo capitano, sono stati opera mia.”
intervenne Kono: “Anche la chiamata è stata fatta da me, sono l'ufficiale
Kalakaua.” si presentò la giovane, “Nelle ultime ore, ho scoperto che è stata
prenotata una stanza in un piccolo alberghetto a nome Sandburg giusto dieci
giorni fa, sono andata a controllare ma la donna alla reception non mi ha saputo
dire molto, solo che il suo inquilino è arrivato puntualmente quattro giorni fa
e che non è più rientrato da 24 ore, stava giusto per andare a sporgere regolare
denuncia di scomparsa. Gli effetti personali sono ancora lì, comunque, ha detto
che resterà a nostra disposizione per tutto e che possiamo passare quando
vogliamo.”
“Probabilmente
non è stata una decisione improvvisa quella di andarsene...” azzardò Chin,
spiando il volto dell'ex ranger con dispiacere: “Il biglietto aereo, sola
andata, è stato prenotato assieme alla stanza d'albergo, è quasi certo che
avesse programmato ogni cosa già da un pezzo...”
Lori, pur conscia
di essere l'ultima della lista, e degli sguardi di tutti puntati addosso, ci
mise qualche secondo a trovare il coraggio di parlare: “E' successo qualcosa che
possa averlo spinto ad andarsene di casa? Qualche discussione, litigata... Anche
il più piccolo particolare può essere utile. Quando il detective Williams
stamattina è stato aggredito, ha detto di averlo visto terrorizzato da qualcosa.
C'è qualche nemico che pensa potrebbe averlo ugualmente influenzato nella sua
decisione?”
Per parecchi
minuti, il cinquantenne non parlò, si limitò a tenere lo sguardo puntato nel
vuoto e i pugni stretti al punto che le nocche erano sbiancate.
Poi, lentamente, i
suoi occhi si postarono alternativamente su tutti e cinque i membri della Five-0
e infine, con un sospiro, tirò fuori dalla tasca il suo distintivo e il
portafoglio, che aprì.
“Dopo
dieci anni accanto ad una persona con cui hai condiviso ogni cosa, dalle nottate
in ospedale dopo un'azione di polizia andata male alle semplici decisioni su
cosa mangiare a cena, ogni discussione perde di significato il momento dopo che
si è conclusa. Soprattutto, dopo dieci anni trascorsi con Sandburg.”
s'interruppe per osservare brevemente qualcosa all'interno del portafoglio poi
riprese: “Ci sono cose del nostro passato che solo in pochi sanno, cose a cui è
collegato pure il nome e quella dissertazione e che sono la base del nostro
rapporto. Normalmente, il solo pensiero di parlarne con qualcuno mi
infastidirebbe, e non poco, ma so anche che, se non lo facessi, ometterei
qualcosa di importante ai fini delle indagini, e al ritrovamento di Blair.”
“C'entra
qualcosa il fatto che è stato per diciotto mesi bloccato nelle jungle
peruviane?” azzardò Kono con una voce dimessa.
“E'
il punto cardine della faccenda.” confermò Ellison.
Nella stanza cadde
un silenzio imbarazzato.
“Beh,
che è successo?” esclamò Danny con tono spiccio e urgente: “Cos'è tutta sta
storia di guardiani, guide, misticismo da due soldi e quant'altro?!”
Steve gelò Danny
con lo sguardo mentre Ellison si irrigidiva sul posto, fissandolo con astio
appena trattenuto.
“Smettila.”
lo rimproverò a mezza voce Chin, dandogli una gomitata nel costato.
“No,
anche se i suo i modi sono stati bruschi, il detective Williams ha
ragione.” esordì lui, calcando in particolar modo sul titolo di Danny: “I
termini corretti sono Sentinella e Guida, comunque,” l'enfasi
sull'ultimo era abbastanza palese, “e Blair è la mia Guida. Da almeno dieci
anni. Come ho detto prima, non amo parlarne con altre persone ma questa è una
situazione di emergenza.”
“Quindi
lei è...” mormorò Kono, incerta se credere o meno a quello che stava sentendo.
“La
Sentinella di cui Sandburg ha parlato nella sua dissertazione sono io, sì.
Enquiri è il nome che mi venne dato mentre mi trovavo in Perù; a darmelo, fu
Incacha, lo sciamano della tribù che mi accolse tra loro e che mi fece
temporaneamente da Guida mentre mi trovavo lì. Fu quando ritornai in patria che
conobbi Blair. Io ero già detective e lui... stava raccogliendo materiale per il
dottorato e insegnava alla Rainer.”
“Fu
allora che divenne consulente?” chiese la giovane hawaiana.
“Sì.
All'inizio, solo il capitano Banks sapeva dei miei sensi, fu lui a proporre la
scusa della tesi di dottorato sulle società chiuse, che fu per anni la nostra
facciata. All'inizio, Sandburg viveva in un vecchio magazzino riadattato per
l'utilizzo come abitazione ma poi, quando questi venne danneggiato
dall'esplosione di uno vicino, lo ospitai per quella che doveva essere una sola
settimana. Ci restò quattro anni invece, tra alterne vicende...”
“Tra
cui anche la sua morte, esatto?” azzardò Lori, trasalendo nel vedere
l'espressione ferita del detective: “So che non avremmo dovuto indagare su
qualcosa del genere ma...”
“E'
naturale che sia saltata fuori una cosa del genere. Dopotutto, quella notizia
finì su tutti i giornali all'epoca... Nonostante tutto, dopo quello che è
successo e dopo il disastro della sua dissertazione, ha accettato di entrare in
Accademia e poi di entrare nel dipartimento. Da allora è sempre rimasto con
noi.”
“E
litigate? Discussioni recenti? Qualcosa che possa avergli fatto scattare il
desiderio di allontanarsi?” incalzò Kono.
La risposta di Jim
si fece attendere parecchi minuti, era visibilmente a disagio: “Non nego che,
nel corso degli anni, le nostre discussioni siano state... vivaci, siamo
arrivati al punto di farci vicendevolmente male in molti modi e molte volta ma,
alla fine, abbiamo sempre sistemato tutto. E di recente no, assolutamente nulla
degno di essere menzionato.”
“Cosa
intende per “farci vicendevolmente male”?” intervenne Steve.
“Prima
che morisse... io lo cacciai di casa... Da una parte, volevo proteggerlo da
qualcosa...qualcuno... che temevo potesse costargli la vita, dall'altra...
temevo che stesse avendo una relazione con una donna che-”
Un secondo dopo,
Danny era in piedi, con le mani attorno al colletto della camicia di Ellison e
lo strattonava senza però riuscire a sollevarlo: “Allora avevo ragione a credere
che fosse colpa sua!” esclamò lui con aria furente, mentre a fatica gli altri
cercavano di separarli, “Non ha visto i suoi occhi! Erano spaventati! Continuava
a urlare che doveva allontanare qualcuno da qualcun altro, sembrava terrorizzato
a morte! Eppure, quando ha sussurrato quel nome-”
“ORA
SMETTILA, DANNY!”
McGarrett afferrò
il detective per le spalle e lo tirò via da Ellison, spingendolo poco
gentilmente seduto al suo posto: “Che cazzo ti salta in testa, eh?! E poi sono
io quello impulsivo che non pensa quando agisce?!”
Williams non
rispose, si limitò a osservare con astio il cinquantenne dall'altra parte del
tavolo.
“Propongo
che sia meglio darsi una calmata tutti e riparlarne quando saremo più
tranquilli...” riprese poi il comandante, guardando Chin: “Prendi Danny e andate
a recuperare gli effetti personali di Sandburg all'hotel, Lori verrà con voi per
aiutarvi a catalogarli. Kono, che ora pensi che sia sul continente?”
“A
Cascade è l'una del mattino, non so se troverete qualcuno...”
“Tentar
non nuoce.”
§§§
Nell'uscire dal
proprio ufficio, malgrado l'ora talmente tarda che poteva benissimo essere
prestissimo, Simon Banks si concesse qualche minuto per osservare le schiene
chine dei suoi uomini, impegnati al telefono, al computer, con rapporti cartacei
di varia natura.
Nessuno di loro
ancora sapeva della partenza di Jim per le Hawaii, aveva pensato che sarebbe
stato meglio aspettare, avere maggiori informazioni prima di dare loro una
speranza che poteva infrangersi in ogni momento.
Però, la chiamata
che Ellison aveva appena fatto, e la conversazione che aveva avuto con il
presunto, ancora non si fidava troppo di questa fantomatica Five-0, comandante
della squadra che aveva in mano le indagini, l'aveva convinto del fatto che
qualcosa doveva essere vero in tutta quella storia.
“In
che razza di pasticcio ti sei cacciato stavolta, ragazzino?” borbottò tra sé e
sé prima di schiarirsi la voce e attirare l'attenzione di tutti.
Erano stanchi, non
staccavano da almeno diciotto ore, eppure nessuno di loro voleva darsi per
vinto.
Non lo voleva
Megan, la quale aveva saccheggiato da sola tutti i profili dei più recenti casi
in cui Sandburg si era trovato coinvolto.
Non lo voleva Joel,
il quale, affezionato com'era a Blair, aveva pazientemente sentito tutti i suoi
amici e conoscenti, andando perfino a scomodare Eli Stoddard, il vecchio mentore
di Blair dei tempi dell'Università, sperduto in qualche landa desolata
dell'Estremo Oriente, impegnato nell'ennesimo viaggio di studio.
Non lo voleva
Henri, che aveva esaminato palmo a palmo il loft, la scrivania, perfino il
computer del loro fin troppo giovane collega senza però cavarne un ragno dal
buco.
E infine, non lo
voleva Rafe che, mezzo addormentato contro lo schienale della propria sedia,
cercava di riprendersi dai tre, lunghi giorni che aveva passato dietro il
volante della sua macchina vagabondando per tutto lo Stato, sulle tracce di un
Sandburg che pareva essersi volatilizzato nel nulla.
“Novità?”
chiese il capitano, avvicinandosi alla scrivania di Megan.
“Solo
che qualcuno ha visto Sandy con una borsa alla stazione degli autobus per
Seattle il presunto mattino della sua scomparsa, o meglio, la mattina in cui Jim
ha detto di averlo salutato prima di venire qui, dato che era il suo giorno
libero. Questo quindi quattro giorni fa ormai. Ho controllato nei registri del
SeaTac ma il suo nome non figura in nessuno dei registri e nessuno che
corrisponda alla descrizione di Sandy è partito da lì. Neppure il noleggio auto
ha dato risultati...” ammise con tono sconfitto.
“Ci
siamo mossi troppo tardi... Se ha preso un altro autobus da Seattle, chissà dove
sarà ora...” borbottò Henri dalla sua postazione.
“Non
c'erano motivi per far partire prima le indagini... Abbiamo semplicemente
seguito il regolamento che impone l'attesa di 24 ore dalla scomparsa.” replicò
stancamente la donna.
“E
nessuno degli amici di Blair l'ha sentito nell'ultima settimana.” confermò
torvamente Joel, sfregandosi gli occhi.
“Io
invece ho scoperto qualcosa. Forse l'abbiamo trovato, e ho un'idea piuttosto
precisa di come ci sia arrivato.”
Le parole del
capitano contribuirono a gettare poco gentilmente giù dalla sedia perfino Rafe,
che le chiacchiere avevano già in parte svegliato.
“Davvero?!”
biascicò lui sgranando gli occhi e balzando in piedi per raggiungere i colleghi
che già si erano riuniti a capannello attorno a Banks: “Cioè, è davvero lui?”
chiese cautamente, spiando le espressioni ugualmente speranzose degli altri.
Simon annuì,
sorridendo malinconicamente nel vedere la gioia sui loro volti alla conferma
della notizia.
“A
meno che non abbia un gemello, sì, è proprio lui. Jim è partito poche ore fa per
Oahu, a quanto pare, ha aggredito un poliziotto mentre si trovava laggiù.”
“Mai
lasciare da solo Sandburg.” rise nervosamente H: “Non ne verrà mai fuori nulla
di buono, dico sul serio!” esclamò con convinzione, guadagnandosi l'assenso di
Brian.
“Sta
bene?” s'informò subito Joel, osservando il capitano con preoccupazione.
“Questo
non lo so. Tutto ciò che so è che ha aggredito un detective appartenente ad una
qualche task-force locale ed è scappato con la sua macchina come se avesse il
Diavolo alle calcagna.” replicò con tono neutro lui.
“Sta
parlando della Five-0?” chiese Megan con tono sorpreso.
Tutti si voltarono
verso di lei, desiderosi di ulteriori informazioni: “La conosci?” anche Simon
pareva sinceramente stupefatto della cosa.
“Sta
scherzando, vero?! Il loro comandante è un SEAL temporaneamente fuori dal
servizio attivo e hanno ripulito l'arcipelago dalla peggior feccia possibile.
Mafia cinese, anche alcuni membri della yakuza giapponese. Sono un piccolo
gruppo ma dipendono direttamente dal Governatore. Se le indagini sono in mano
loro, Sandy si è cacciato in un brutto guaio, e dato il suo comportamento...”
“Avrà
avuto i suoi motivi. Ed Ellison farà l'impossibile per riportarlo a casa.”
tagliò corto Taggert.
“Questo
è ovvio.” fece notare Brown: “Senza Hairboy, questo posto è un mortorio!”
esclamò convinto.
“Grazie
per la considerazione....” borbottò Rafe piccato.
“Ma
è vero, lavorare senza le sue chiacchiere a macchinetta nelle orecchie è stato
snervante... Sembra che a questo posto manchi qualcosa quando lui non c'è.”
replicò Henri a voce bassa.
Nessuno osò
contraddirlo, era la pura e semplice verità.
“E
quindi come ci è arrivato laggiù, se il suo nome non figura su alcun elenco del
SeaTac?” domandò Conner impaziente.
“Ha
preso un volo da Vancouver, hanno trovato il suo nome sull'elenco passeggeri del
volo che ha toccato le Hawaii quattro giorni fa e ciò significa che a Seattle è
davvero saltato su un altro pullman e ha superato il confine, cosa che non
avevamo previsto.” rivelò Simon, domandandosi cosa lo avesse spinto a fare tutto
quello e perchè non ne avesse parlato a nessuno.
“Quando
rimetterà piede qui, parola mia, gli raserò tutti i suoi ricciolini...”
bofonchiò Henri.
“Signori,
torniamo al lavoro.” tagliò corto il capitano, voltandosi per tornare nel
proprio ufficio: “Appena saprò qualcos'altro, vi riferirò senz'altro.”
“Sarà
meglio...” mugolò Rafe, seguendo Megan verso le scrivanie.
NOTE DEL LEMURE:
Secondo
aggiornamento! E già cominciano i guai... E la tempesta tra Danny e Jim, che non
finirà tanto presto (ma finirà, non preoccupatevi), ha cominciato a far danni.
Anche la gang di
Cascade si è fatta vedere, alcuni segreti sono stati rivelati, benchè non tutti,
e dal prossimo sarà più chiaro anche il ruolo di Blair in tutta la faccenda e le
sue motivazioni.
Quindi, grazie
della lettura e a presto.
Charlie
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