23. Coppia
Orco
boia, quanto era che non aggiornavo? Non vado esattamente fiera di
questo mio ritardo e vi chiedo di scusarmi per esso.
Grazie
a quelli che hanno letto i capitolo precedente e grazie a quelli che
leggeranno questo.
Anna
Coppia
“Avrei
dovuto dirlo?” si chiese Anna
dopo essersi infilata la tracolla del basso, contemplando le facce
stralunate dei Jonas.
-
Tu... Tu suoni il basso? - domandò Joe, balbettando.
La
ragazza concentrò lo sguardo sul mezzano e lentamente rispose –
Già. -
-
E perché non ci hai detto niente? -
Inutile
dire che la domanda sorse spontanea, infatti Anna non se ne sorprese
affatto.
-
Immagino perché non c'era la possibilità di portarlo oltreoceano. -
rispose cautamente lei, pesando le parole.
In
realtà la scelta di tacere l'aveva ponderata attentamente, e aveva
poi deciso di concentrarsi sulla lingua, almeno per i primi mesi.
Sapeva
che vivere con dei musicisti avrebbe sicuramente giovato alla sua
abilità di bassista, ma aveva considerato di raccontare tutto verso
gennaio o febbraio.
-
Embé? Noi siamo tutti musicisti, famosi tra l'altro, un basso da
qualche parte l'avremmo pure trovato! Ma è gran dura che a noi possa
venire in mente una cosa del genere, senza che tu ci dica niente! -
s'infervorò Joe, drizzando la schiena.
Decisamente
non capiva la riottosità della ragazza a fornire spiegazioni.
“Tsk,
musicisti” pensò Anna,
facendo ben attenzione a tenersi questa considerazione per sé.
Non
che Joseph avesse tutti i torti, questo Anna lo capiva, ma non
sopportava che qualcuno mettesse in discussione le sue decisioni, che
tra l'altro non riguardavano altro che lei.
“Sai
che non è così, a loro avrebbe fatto piacere sapere che suoni.”
si insinuò nella sua mente la fastidiosa voce della sua coscienza.
Scosse
la testa per cacciarla.
-
E grazie al cavolo, che ne sapevo io che i Jonas affidatari erano
anche i Jonas Brothers? Evidentemente non c'era bisogno che voi
sapeste questo particolare, no? E poi, io non intendo suonare un
basso trovato da qualche parte,
io suono il mio basso.
- rispose lei, ripiegando sulla difensiva per evitare di sommergerlo
di delicate e fini parole.
-
Ti sei accorta di chi eravamo dalla prima volta che ci hai visti!
Cos'è, avevi bisogno di quattro mesi per riconoscerci e deciderti a
parlare? Che poi quel coso mi sembra antiquato, sei sicura che riesca
anche solo ad accendersi?- esclamò Joe con scherno, saltando in
piedi e allargando le braccia, indicando lo strumento.
-
Mah, fa' un po' tu, se tutti quelli che lo hanno visto e provato mi
hanno fatto i complimenti per il suono corposo un motivo ci sarà. E
se lo uso per esercitarmi, si deve accendere per forza, non è che ho
comprato un amplificatore perché facesse da soprammobile, sai? -
ribatté acida la cinerea, sentendosi ferita nell'orgoglio. - Che poi
tu il basso nemmeno lo suoni, come puoi pretendere... - s'interruppe
prima di andare troppo oltre con le parole.
-
Eddai Joe, non è mica la fine del mondo. - intervenne Kevin cercando
di riappacificare gli animi – Ora che lo sappiamo possiamo
improvvisare qualcosa anche a casa, no? Dopotutto le prime rock band
erano composte da batteria, chitarra, voce e basso. Chissà che ci
vengano delle idee per un nuovo album... -
-
Nuove idee un corno! - lo interruppe Anna, alzando una mano e
incenerendo Joe con lo sguardo. - C'è un altro motivo per cui non vi
ho detto niente. - aggiunse tentando di riacquistare la calma – Ho
fatto solo un anno di corso, non sono esattamente esperta. Come puoi
pensare che riuscirei ad improvvisare qualcosa quando nemmeno sono in
grado di leggere le note sul pentagramma? - chiese quasi
retoricamente, alzando il famigerato sopracciglio.
-
Beh, se ce ne avessi parlato prima ti avremmo presentato il bassista
della band e ti avrebbe insegnato qualcosina... - riprese Joe,
suonando fastidiosamente ironico.
-
E quando avrei chiesto il tuo parere, Joseph? - lo fulminò Anna,
stringendo le dita attorno al manico dello strumento.
-
Da quando mi serve il tuo permesso per parlare? - rispose quello con
tono di sfida.
-
Ti avverto: questo basso pesa molto di più di un tamburello e
l'effetto che ha su un cranio è assai diverso... - lo minacciò lei,
accarezzando la forma di legno compatto del corpo del basso.
-
Ok, ok, che ne dite se ci beviamo una bella tisana alla camomilla? -
propose Denise, guardando il resto della famiglia, sperando di
coinvolgerli in una conversazione più rilassata e allegra.
-
Trovo che sia una magnifica idea! - rispose Rosanna, la zia di Anna.
***
- Annalisa, tira su quei piedi,
altrimenti ti giuro che te li strappo via a morsi! - urlò Anna
piegandosi di lato e tirando il freno del bob.
- Ma non so dove altro metterli! -
le sbraitò l'altra, tentando invano di issare gli arti doloranti
sullo slittino.
- Non è un mio problema, ma ti
assicuro che se qualcuno di quei disperati ci supera perché le tue
gambine mi fanno da freno, allora ti conviene usarle per correre
molto veloce e anche molto lontano da qui, perché se ti prendo è
bene che si prenoti una sedia a rotelle. - minacciò la prima,
sterzando e aggrappandosi al bordo per evitare di ribaltarsi.
- E per favore piegati quando ci
sono le curve! - aggiunse, piegandosi a sua volta e sterzando.
Dimenticata la piccola discussione
della sera prima con Joe, Anna aveva proposto alla compagnia di
sfidarsi in una gara di slitte, tenuta sull'apposita pista in cima
alla collina dietro casa.
I Jonas avevano accettato la
proposta con gli animi ardenti di competizione ed erano andati
berciando di rispetto delle regole e sportività degli atteggiamenti.
Le due ragazze li avevano guardati
con aria indifferente, augurando loro buona fortuna.
Con la scusa di non avere abbastanza
slitte, i ragazzi avevano deciso di andare a coppie; in realtà
speravano di aumentare la loro velocità con il peso complessivo.
Immaginavano che Anna e Annalisa non sarebbero mai arrivate a pesare
quanto Joe e Nick. Questa loro supposizione si rivelò corretta, ma
vedersele partite a razzo lo stesso li aveva a dir poco scioccati.
- Accidenti Nick! Piantala di tirare
quel freno, altrimenti non riusciremo mai a raggiungerle! - sbraitò
Joe in preda all'esasperazione. Quelle due pazze li avevano superati
da un po' e non le riuscivano neanche più a sentire.
- Ma vuoi che ci spalmiamo come due
gelatine contro il guardrail? Bisogna essere prudenti quando c'è
ghiaccio sulla pista! - rispose a tono il fratello, sterzando
lentamente.
- Ma quale prudenza e prudenza, hai
visto come sfreccia quella ragazza? Ti pare che si faccia intimorire
da quattro gocce d'acqua raffreddate? - replicò il maggiore,
allungando le mani oltre il bordo del bob e spingendosi con esse.
- Che stai facendo Joe?! -
- Compenso le tue frenate con una
propulsione a braccia! -
- Aspetta! Fermati! AHH! - urlò
Nick perdendo il controllo del volante a facendo un frontale contro
la balaustra di legno.
Joe si rialzò da terra spazzandosi
via la neve dal fondoschiena.
- Ora guido io. -
-
Decisamente non avevate speranza
di vincere. - commentò Annalisa, alzandosi dal bob e sistemandosi
una ciocca di capelli quando li vide arrivare.
-
Beh, almeno abbiamo raggiunto Kevin e Frankie. - si difese Joe
scrollando le spalle.
L'unico
commento della mora fu un “sisi” mugugnato.
Nick
si stupì che Anna non avesse fatto commenti sulla sua schiacciante
vittoria e che non li avesse ancora guardati dall'alto della sua
superiorità con il solito ed irritante sorrisino.
La
vide che se ne stava in silenzio seduta su un cumulo di neve con gli
occhi vitrei, come se stesse pensando a qualcosa di importante.
Prima
che se ne fosse accorto i suoi muscoli si erano mossi e le si era
avvicinato con la bocca già aperta, pronto per parlare.
-
Sto considerando di cambiare le squadre – lo anticipò lei – se
continuiamo a rimanere così accoppiati va a finire che voi perdete
sempre. - “Ed io non voglio vincere così
clamorosamente.” aggiunse
nella sua testa. Aveva promesso che li avrebbe trattati bene, no?
“Si
sta davvero preoccupando della nostra autostima?”
si domandò il ragazzo incredulo, non centrando le vere intenzioni di
lei.
- A-allora cosa proponi di fare? -
chiese Nick, cercando di non arrossire al pensiero di loro due sulla
stessa slitta. Quello sarebbe stato meraviglioso.
Lei lo guardò con le sopracciglia
aggrottate. Non glielo aveva appena detto, cosa voleva fare?
Senza rispondere a Nick scese dal
suo cumulo e chiamò a raccolta tutti quanti.
- Signori, credo che sia opportuno
cambiare le squadre, che ne dite? -
-
Sì per favore, io con Nick non ci sto più! - sbottò Joe, memore
del volo che aveva fatto a causa della prudenza
di suo fratello.
Il
minore non lo fulminò solo perché c'era un barlume di speranza che
lui potesse davvero
stare sulla slitta con la ragazza se Joe si fosse rifiutato di
gareggiare con lui.
- Bene allora. Io vado con Kevin. -
annunciò la cinerea, avviandosi verso il bob.
Le speranze di Nick si frantumarono
immediatamente risuonando nella sua testa come un'immensa vetrata
colpita da un sasso e sarebbe rimasto a fissare il vuoto con
espressione addolorata se Frankie non lo avesse tirato per una manica
e gli avesse sorriso incoraggiante.
- Dai Nick, questa volta vinciamo! -
disse allegro – Però guido io. - aggiunse poi, serio.
Nicholas gli sorrise a fatica –
Come vuoi, Bonus. -
Avevano fatto diverse discese e Nick
si sentì graziato dalla sorte, quando Anna decise di gareggiare con
lui.
Cercò disperatamente di
concentrarsi sulla sfida, distogliendo la mente dai pensieri confusi
che gli occupavano la testa per via della presenza della cinerea
davanti a sé.
Joseph aveva gareggiato due volte
con Annalisa ed entrambe le volte erano arrivati secondi, dopo Anna e
chi stava con lei. Il fatto che la ragazza avesse vinto tutte le
volte aveva rafforzato la già ferrea volontà del mezzano di
arrivare primo almeno una discesa.
- Ormai è tardi Joe, faremo domani.
- lo convinse Annalisa, guardando attentamente la figura del ragazzo.
In quel momento stava cercando di trattenere una risata; vedere Joe
insalamato in una tuta da sci verde pisello, affaticato e nonostante
questo agguerrito era uno spettacolo decisamente comico.
- Comunque siamo una bella squadra,
tu ed io. - disse lei, tirando le somme delle sfide.
Il ragazzo voltò la testa per
guardarla. Aveva un'espressione pacata e contenta.
- Già. Ti va se domani facciamo
coppia ancora? - chiese, sorridendo.
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