IT NEVER ENDS
CAPITOLO 10: CIAO, JACK!
All
I wanted were the simple things
A simple
kind of life
And all
I needed was a simple man
So I
could be a wife
A Simple Kind Of Life, No Doubt
***************
Ron tossì e si fece spazio fra la povere per vedere l’enorme
solco che si era creato nel muro davanti a lui; era una grossa voragine, la
maggior parte delle pietre erano crollate di sotto, e si poteva vedere ben poco
nell’ombra, visto che fuori il cielo era completamente annuvolato e
attraversato da fulmini poco rassicuranti. Ron si sporse leggermente per
guardare giù, nello strapiombo di rocce in cui un secondo prima era precipitata
Corinne; ma si tirò indietro un attimo dopo e chiuse gli occhi: ciò che era
rimasto di lei in quel burrone non era esattamente piacevole a vedersi.
Lui e Harry si guardarono un momento, e tirarono un sospiro
di sollievo; poi Ron lo raggiunse in fretta, balzando a sedere sull’altare
nero.
“Hermione?” Harry provò a scuoterla piano. “Hermione, riesci
a sentirmi? Hermione?”
Ron, più che teso, le sentì la fronte col dorso della mano:
era fredda, e lo erano anche i suoi polsi e le sue mani. Con la mano che gli
tremava le tastò il collo, e un attimo dopo guardò Harry con gli occhi
sbarrati. “Respira a malapena! Che diavolo succede?” agitatissimo, l’attirò fra
le sue braccia e prese a scuoterla più vigorosamente. “Hermione? Hermione?
Avanti, apri gli occhi! Mi senti, amore? Svegliati, dai!”
Harry le sollevò una palpebra: la sua pupilla da castana era
diventata tutta nera.
“Ma cosa…” mormorò inorridito Ron.
Harry riflettè per qualche istante, poi sembrò essere
illuminato da un’idea. “Ho capito che incantesimo è.” Un momento dopo appoggiò
una mano sugli occhi di Hermione e chiuse anche i suoi.
Ron avrebbe voluto chiedergli cosa stava facendo, cosa stava
succedendo a Hermione, ma Harry aveva sul viso l’espressione terribilmente
concentrata che assumeva ogni volta che utilizzava la sua magia senza
bacchetta, per cui preferì lasciarlo fare. Passarono degli interminabili
minuti, durante i quali Harry sembrò nel pieno di uno sforzo non indifferente,
e Ron non potè fare altro che trattenere il fiato, continuando a stringere fra
le braccia la sua Hermione. A un certo punto Harry aprì gli occhi e ritirò la
mano, con un po’ di fiatone.
Un secondo dopo anche Hermione aprì gli occhi e si guardò
confusamente intorno.
Ron le rivolse un sorrisone. “Ehi, dormigliona! Adesso ti
addormenti anche sul lavoro?”
Nel vederlo, Hermione spalancò gli occhi e si mise seduta di
scatto. “Ron, dobbiamo fermare quella donna! Conosco il suo piano, lei vuole…”
Ron la interruppe, appoggiandole le mani sulle spalle. “E’
tutto finito adesso, e lei non farà più male a nessuno.” Hermione rimase per un
istante ferma, poi gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte, e lui
fece altrettanto.
“Bene! E io, allora? Lui te lo abbracci, e io non ho diritto
nemmeno a un sorriso?”
Il suono di quella voce fece voltare Hermione di scatto.
Davanti a lei stava Harry, sorridente più che mai. Istintivamente si coprì la
bocca con una mano e si voltò verso Ron che, altrettanto sorridente, le fece un
occhiolino per tranquillizzarla. Commossa, Hermione si lanciò fra le braccia di
Harry e scoppiò a piangere, stringendolo forte mentre anche lui ricambiava il
suo affetto con la stessa intensità.
“Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei mancato, Harry!”
gli disse lei, quando riuscì a staccarsi da lui e ad asciugarsi le lacrime con
il dorso delle mani.
“Mi dispiace da morire di avervi fatto passare un periodaccio.”
Le rispose lui, facendole una carezza.
Lei scosse la testa, poi sembrò rendersi finalmente conto
dello stato in cui erano sia Harry che Ron. “Ma chi vi ha conciati così?”
Harry e Ron si guardarono in faccia, poi ridacchiarono e si
indicarono contemporaneamente a vicenda. “Lui.” Dissero insieme.
Hermione scosse la testa. “Sempre i soliti.” Borbottò,
scendendo dall’altare su cui stavano seduti tutti e tre. “Sarà meglio cercare
un modo per andarcene via da questo posto.”
Harry la trattenne per un braccio. “Aspetta un po’.”
“Mh?”
Lui fece un sorrisone felice e leggermente incredulo. “E lui
da dove sbuca?” disse allegramente.
Hermione seguì la traiettoria del suo sguardo e sorrise
anche lei, appoggiandosi una mano sul pancione.
Harry rivolse a tutti e due i suoi amici un sorriso enorme e
li abbracciò entrambi con grandissimo affetto, poi appoggiò una mano sulla
pancia rotonda di Hermione. “E’ un giovanotto o una signorina?”
“Lo sapremo quando sguscerà fuori, fra tre mesi più o meno.”
Disse orgoglioso Ron.
“Non ci posso credere.” Fece Harry vispo. “Guarda un po’, uno sta via qualche mese e…”
Hermione, con un sorrisetto, gli mostrò la sua mano sinistra. Harry la guardò
un attimo, poi si voltò verso Ron con un sorriso furbo e allegro. “Noo….non ci credo!”
Ron rise. “Ebbene si.”
“Scommetto che ci saranno stati molti cuori infranti in giro
per il mondo.” Ridacchiò Harry. “E quando?”
Hermione scosse la testa. “Abbiamo aspettato te.”
Ron annuì. “Ti fanno troppe difficoltà se vuoi sposarti
senza testimone.”
Harry gli diede una pacca sulle spalle. “Nel tuo caso
avrebbero anche potuto fare un’eccezione, visto che si aspetta questo giorno
praticamente da quando avevamo tredici anni.”
“Si, ma poi chi me l’organizzava la festa di addio al
celibato con le spogliarelliste?”
Harry e Ron risero maliziosamente, quello era il loro solito
botta e risposta per cui Hermione li definiva quotidianamente sedicenni
immaturi, ma non si aspettavano certamente che lei gettasse le braccia al collo
di entrambi e li abbracciasse forte.
“Mi mancava così tanto tutto questo!” esclamò, commossa.
Harry le strapazzò i capelli e Ron le diede un bacio sulla
guancia. “Che ne dite, ce ne torniamo a casa?”
“Direi di si, ci sono giusto un paio di personcine che avrei
voglia di vedere.” Sorrise Harry.
***************
Aki, in ginocchio vicino al marito, finì di fasciargli la
spalla. “Te la senti troppo stretta?”
“No, va bene.” La rassicurò lui.
Lei gli rivolse un piccolo e veloce sorriso prima di
dedicarsi agli altri feriti. Ce n’erano davvero tanti, perché finalmente erano
di ritorno i gruppi di War Mage spediti al Big Ben. Ne arrivavano di nuovi in
continuazione, perché dovevano portare con loro anche i nemici sconfitti e
catturati.
Tennessee si passò una mano fra i capelli, stanca e ancora
molto tesa, mentre finiva di applicare una fasciatura alla gamba di un soldato.
Sentendosi appoggiare una mano sulla spalla, si voltò di scatto: era Charlie.
Aveva un sopracciglio, una tempia e un braccio sanguinante, ma era vivo e
vegeto. E sorridente, per di più.
Lei gli balzò subito in collo, e anche lui l’abbracciò. “Io
ho mantenuto la mia parola, ora tu devi mantenere la tua.” Le mormorò
all’orecchio.
Tennesse non se lo lasciò ripetere due volte: gli fece un
sorriso malizioso e lo baciò follemente, mentre Josh, Bill e gli altri auror li
incoraggiavano con fischi e applausi.
Ginny stava aiutando due medimaghi alle prese con una ferita
piuttosto seria, ma non potè fare a meno di guardare dove Homer, Sirius, Remus
e Liam stavano parlando animatamente. E quando capì che stavano parlando di
Harry, Ron e Hermione, dimenticò i suoi doveri di infermiera e li raggiunse di
corsa.
“Ma non sappiamo quale dannata passaporta abbiano usato!”
esclamò nervoso Sirius.
“Che fosse quel mantello che…” provò Remus, ma intervenne
Ginny.
“Che cosa fate ancora qui, perché non andate a cercarli?!?”
gridò.
“Non sappiamo ancora dove cercarli!” rispose teso Liam.
“Come sarebbe a dire che non sapete?!?” strillò disperata
Ginny. “Voi dovete trovarli!!!”
“Ginny!!”
Tutti si voltarono di scatto nella direzione della voce fin
troppo familiare. Ginny, con gli occhi sbarrati, fu l’ultima a girarsi, proprio
perché aveva riconosciuto quella voce. E quando voltatasi vide suo marito in
piedi sulla soglia della porta, malridotto ma sorridente, non potè trattenere
le lacrime. E piangendo gli corse incontro.
Harry corse a sua volta verso di lei, e appena furono vicini
Ginny gli balzò in collo e lo strinse forte a sé, piangendo di gioia nel suo
collo. Harry l’abbracciò più forte che potè, accarezzandole i capelli e la
schiena e sussurrandole all’orecchio parole dolci e rassicuranti, mentre tutti
sorridevano soddisfatti e applaudivano allegramente.
Aki vide avvicinarsi Ron e Hermione, e subito li raggiunse.
“State bene voi due?”
“Per favore, Aki, controlla se il bambino sta bene!” fece
Hermione con urgenza.
“Le hanno fatto un incantesimo strano prima, aveva smesso di
respirare.” Incalzò Ron.
Aki appoggiò la bacchetta sulla pancia di Hermione, senza
evitare un piccolo sorriso. “Voi due state diventando dei veri genitori, se la
vostra prima preoccupazione è vostro figlio. Cordem Audeo.”
Un istante dopo si sentì un rumore che riconobbero come il
battito di un cuore – un cuoricino, per la precisione. Hermione fece un sorriso
enorme e abbracciò Ron, che la strinse forte a sé con altrettanta felicità.
Aki rivolse a entrambi un sorriso colmo di tenerezza.
“Coraggio, papà, fatti dare un’occhiata a quei graffi. Dobbiamo tenerti al
massimo della forma per il tuo piccolino.”
***************
You’re the first in my
life
Who has
ever made me feel this way
And I
will not deny
I’m
gonna need you right here by my side
For
All Time, Saluna
***************
3
mesi e mezzo dopo circa….
“Corri, corri!!”
“Muoviti, muoviti, muoviti!!”
Harry e Ron si fecero le scale saltando quattro gradini alla
volta, correndo come pazzi verso l’infermeria. Perché Hermione aveva avuto le
doglie proprio mentre loro erano fuori di pattuglia?! Arrivarono
nell’infermeria – fuori la sala parto – praticamente senza fiato, e subito
tutti i presenti (i signori Weasley, Bill, Charlie e Sirius) balzarono in
piedi.
“Si può sapere dove eravate?!” tuonò mamma Weasley.
“A fare il nostro lavoro!!” sbottò Ron, mentre si toglieva
il giubbotto di dosso nervosamente.
“Tranquillo, figliolo, non è dentro da molto.” Lo rassicurò
il padre.
“Muoviti, non puoi entrare senza questo affare addosso!”
Bill passò a Charlie una specie di camice verde che si allacciava da dietro, a
Harry una mascherina di tela e lui tenne la cuffia verde.
“Peggio di carnevale.” Borbottò Ron mentre, di fretta e
furia, Charlie gli faceva infilare le braccia nelle maniche del camice.
Contemporaneamente Harry prese a legargli la mascherina dietro alla nuca,
mentre Bill gli schiacciava in testa la cuffia.
“Ora, Ron, devi tenere bene a mente una cosa.” Disse
incalzante Bill, cercando di infilargli i capelli nella cuffia. “Qualunque cosa
succeda, non svenire! Non devi svenire, è chiaro?”
“Ha ragione lui, le donne lo odiano. Come minimo Hermione ti
friggerebbe nell’olio bollente.” Annuì Harry, dandosi da fare per finire il
nodo alla mascherina.
“E perché diavolo dovrei farlo?!” ribbattè istericamente
Ron, cercando di lasciarsi il naso fuori dalla opprimente mascherina.
Sirius e Arthur Weasley non riuscivano a trattenere le
risate, e anche sul viso di Molly comparve un sorriso divertito. “I capelli!
Infilaglieli bene dentro!”
Harry afferrò i lembi della cuffia e gliela tirò giù fino
agli occhi; Ron cercò di posizionarsela meglio, ma quando Charlie gli fece il
nodo all’ultimo laccio del camice più stretto e con più forza degli altri,
spalancò gli occhi e non si lasciò scappare uno strillo per decenza.
“Mi schiacci le palle!!!”
Le risate di Sirius e papà Weasley si moltiplicarono, e
anche a Harry scappò una risata mentre Bill spostava bruscamente Charlie e
slacciava il nodo.
“Coglione, non glielo devi abbottonare tutto fino ai piedi!”
Ron, spazientitosi, si liberò dalle cento mani che gli
stavano addosso. “Adesso basta!! Grazie a tutti dell’aiuto, ma se non entro
adesso tutto questo travestimento sarà stato inutile!”
“Ok! Vai, vai,
vai!” Harry lo spinse verso la porta.
“E ricordati di non svenire!” gli urlò dietro Bill, mentre
si chiudeva la porta alle spalle. E una volta dentro, Ron capì perché suo
fratello gli aveva fatto quella raccomandazione così accoratamente.
Nella stanza, seduta su una specie di poltrona particolare e
circondata da parecchie figure con camici verdi addosso, Hermione, ansimante e
sudata, si lamentava e sembrava parecchio sofferente, mentre Ginny le teneva la
mano e le asciugava il sudore sulla fronte. Proprio per non svenire Ron fu
costretto a distogliere lo sguardo da quello che stavano facendo Aki, Tennessee
e un’altra infermiera fra le sue gambe, coi guanti sporchi di sangue.
“Aaahhh!!” strillò Hermione.
“Coraggio, Hermione!” la incoraggiò Aki. “Ci siamo quasi,
continua così!”
Ginny si voltò e vide il fratello immobile davanti alla
porta. “Ron, vieni!” gli disse con un sorriso dietro la mascherina.
Lui si fece coraggio e le raggiunse; la sorella gli lasciò
il suo posto, ma quando lui fece per darle la mano Hermione lo afferrò con
violenza per il bavero del camice e lo tirò giù.
“Ron Weasley, io t’ammazzo!!!!!” urlò tra gli affanni, con
gli occhi letteralmente in fiamme. “Ecco cos’hai combinato!!! Io ti stacco la
testa!!!!!”
Ginny, alle sue spalle, gli mormorò un ‘è normale’ con le
sole labbra, e Ron scelse di non ribbattere, di certo non con la donna che in
quel momento gli stava urlando contro con un’espressione da squalo inferocito.
“Ok, amore, sono qui adesso!” le disse subito, prendendole
la mano. “Sono qua con te!”
“Questo non cambia molto le cose!!!” urlò di nuovo lei,
isterica, ma un momento dopo s’inarcò tutta. “Aahh!!!”
“Respira, respira come ti hanno insegnato!” incalzò Ron.
“Su, coraggio!”
Hermione fece un tentativo per respirare più ritmicamente,
ma qualche istante dopo riprese a lamentarsi. “Che dannatissimo dolore
infernalee!!!”
“Tieni duro, stai andando benissimo!” la rassicurò
Tennessee.
“Ok Hermione, ora voglio che tu spinga forte, più forte che
puoi!” le disse con decisione Aki.
“Dai, amore, spingi!” fece Ron.
Hermione raccolse un po’ di fiato e spinse forte,
fortissimo. “Aaaahh!!!”
“Così, bravissima!” la esortò Tennessee. “Ancora un po’!”
Ginny gettò un’occhiata alla mano di Ron che Hermione stava
stringendo: era praticamente bianca, con molta probabilità il sangue non ci
stava più scorrendo dentro, ma suo fratello sembrava a malapena accorgersene; e
questo non potè non farla sorridere.
“Ecco, ecco!” fece trionfante Aki. “E’ uscita la testa!”
Ron fece un sorriso a 50 denti. “Hai sentito, amore? E’
uscita già la testa!!”
“Non sono diventata sorda!!” replicò lei, abbandonandosi
stancamente, e Ginny le asciugò il sudore. “Ma perché devo farlo io e non lui?”
si lamentò con gli occhi a malapena aperti.
“Scusami, amore mio, al prossimo me la vedo io, prometto!”
le disse lui, pur di metterla tranquilla.
Hermione gli lanciò un’occhiataccia. “Al prossimo?!
Scordati che ti lascerò avvicinare di nuovo a me, brutto maschio inutile e
sfaticato, è tutta colpa tua se siamo arrivati qui!!!! Aahhh!!!” un’altra fitta
di dolore salvò Ron. Le infermiere alle loro spalle cercarono di nascondere le
risatine.
“Bravissima, te la stai cavando alla grande!” le disse tesa
Aki. “Manca solo un’ultima spinta, una bella forte, e il tuo bambino sarà tutto
fuori!”
“No, ti prego…” si lamentò Hermione tra gli affanni. “Non ce
la faccio più…”
“Sì che ce la fai!” la incoraggiò Ron, scansandole i capelli
bagnati dalla fronte. “Dai, Hermione, è solo un’altra spinta, solo una!”
“Pronta?” fece Tennessee.
“Vai, più forte che puoi!” incalzò Ginny.
Hermione raccolse tutte le forse rimastele e spinse
fortissimo, stringendo la mano di Ron così tanto da fargli diventare gli occhi
come due palline da tennis.
“Eccolo che arriva!” disse entusiasta Aki, e un secondo dopo
il pianto di un neonato riempì la stanza.
Hermione si abbandonò debolmente sulla poltrona, ancora
ansimante e visibilmente stanca e dolorante, ma nel sentire quel pianto non
potè fare a meno di sorridere. Ron aveva un’espressione di pura gioia sul viso,
e le baciò la fronte. “Sei stata bravissima, Hermione! Ce l’hai fatta!”
Aki prese il fagottino di asciugamani con un amabile
sorriso. “E’ un bellissimo maschietto.”
“Auguri, ragazzi!” Ginny diede un bacio sulla guancia ad
entrambi i nuovi genitori.
Aki si avvicinò a Ron. “Prendilo, Ron.”
Lui sorrise. “E’ talmente piccolo…non è che si rompe?”
Aki ridacchiò e scosse la testa. “No, è infrangibile.”
Con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro, Ron
prese in braccio suo figlio. Stava lentamente smettendo di piangere, singultava
con dei piccoli sussultini e sbatteva piano gli occhietti, tutto infagottato
nell’asciugamani enorme in cui era avvolto.
Ginny si sporse per vedere il nipotino. “E’ bellissimo!
Congratulazioni, mammina e papino! Vado subito a dirlo agli altri!” e così
dicendo se ne uscì dalla sala parto, e pochi istanti dopo da fuori si sentirono
delle esclamazioni di gioia.
Ron si voltò verso Hermione, che lo guardava con un sorriso
stanco, e le appoggiò il bambino tra le braccia, rimanendo chino su di loro.
Hermione non potè evitare di commuoversi nel vedere il suo piccolino finalmente
fuori, lì con loro, e gli sfiorò una manina con un dito. “Allora sei stato tu a
darmi tutto questo da fare.” Gli sussurrò dolcemente, con un sorriso felice.
“E’ stato lui.” Annuì sorridente Ron. Hermione lo guardò con
un’espressione di felicità completa e lui le diede un bacio sulla fronte, poi
tornò a guardare il piccolino, sfiorandogli una piccola guanciotta morbida e
paffuta. “Benvenuto fra noi, Jack.”
Tennessee si avvicinò con un sorriso. “Vi dispiace se mi
porto via il pupetto per qualche minuto? Lo facciamo bello e ve lo riportiamo
presto presto.”
Hermione lasciò che la dottoressa le prendesse il piccolo
dalle braccia con un po’ di riluttanza, ma si abbandonò stancamente alla
poltrona appena un istante dopo.
“Ehi, bada dove porti mio figlio, tu.” Fece Ron a Tennessee,
che rise e si allontanò col bambino in braccio.
Aki si avvicinò a Hermione con un sorriso amorevole e le
asciugò la fronte e il viso. “Come ti senti, mammina?”
“…un po’ stanca…” Hermione ricambiò il sorriso, mentre Ron
tornava ad accarezzarle la fronte e darle piccoli baci.
“Tranquilla, ormai abbiamo finito.” La rassicurò Aki,
infilandosi un altro paio di guanti. “Adesso ti rimetto in ordine e poi potrai
riposarti in santa pace.” E così dicendo prese in mano un paio di forbici un
po’ sporche di sangue.
Ron spalancò gli occhi. “Co-cosa devi farci con quelle?…”
Aki sorrise, mentre alle sue spalle due infermiere
ridacchiarono. “Devo solo metterle un paio di punti, Ron. E’ la procedura
normale, è andato tutto perfettamente.”
Ron sbiancò e guardò Hermione. “I p-punti…lì?!…ma…non
le farà male?…”
Hermione fece un sorriso stanco e scosse la testa, chiudendo
gli occhi e rilassandosi. Aki trattenne una risatina. “Dopo tutto quello che ha
passato? Sono solo un paio di punti, nemmeno se ne accorgerà. Non dirmi che
questo ti manda in tilt, Ron Weasley.” Fece ironicamente, inarcando un
sopracciglio.
“A me? N-no…”
“Buon per te. Passatemi ago e filo.”
TUMP.
Hermione socchiuse gli occhi molto tranquillamente, e nel
vedere Ron lungo disteso per terra inarcò entrambe le sopracciglia, con
un’espressione divertita. “Mi pareva strano.”
Aki scosse la testa, mantenendo il suo sorriso sarcastico.
“Uomini.”
***************
If I had to live my life without
you near me
The days would be all empty, the nights would seems so
long
I tried to be in love before, but it never felt this
strong
I don’t want to live without you, and
Nothing’s gonna change my love for you
One thing you can be sure of,
That nothing’s gonna change my love for you
Nothing’s Gonna Change My Love
For You, Glenn Meridien
***************
circa 5 mesi dopo…..
Ron
uscì dal bagno col suo accappatoio blu, mentre ancora si asciugava i capelli
con l’asciugamani. Tornò nella sua camera da letto facendo bene attenzione a
non fare rumore, visto che non erano neanche le nove di mattina e di sabato si
poteva finalmente dormire e rilassarsi a tempo pieno. Sulla soglia della porta
non potè fare a meno di sorridere.
Hermione
dormiva profondamente nel lettone con un’aria serena e tranquilla, e teneva un
braccio sul pancino del bimbetto dall’aria allegra e vispa sdraiato accanto a
lei, che invece era perfettamente sveglio e occupato a mettersi in bocca la
scatolina porta-succhietto. Era davvero un bambino bellissimo: aveva due grandi
occhi blu e i capelli rossi, e sul nasino e sulle guanciotte erano sparse qua e
là piccole lentiggini.
Ron
sorrise e si sedette sul letto, evitando movimenti bruschi, e con una mano
accarezzò il pancino del figlio. “Che fai di bello, Jack?” il piccolo si cacciò
la scatolina dalla bocca. “Ah, ecco. Meglio quella del tuo ciuccio.” Ridacchiò
il padre.
Il
piccolo Jack si voltò leggermente verso Hermione, e con una manina e dei
piccoli suoni poco chiari cercò di chiamarla. Ron lo prese in braccio e si alzò
dal letto. “Sshh, mammina sta ancora dormendo. Andiamo un po’ a vedere fuori
che giornata è.”
Dal
balcone si poteva vedere il loro piccolo giardino illuminato dal sole, e questa
fu una vista che eccitò all’inverosimile il piccolo Jack, che prese a
sgambettare allegramente e a emettere piccoli “uh” pieni di entusiasmo.
Ron
rise. “Che c’è, piccola peste? Ti piace il sole?” il bimbo lanciò uno strillino
felice, tendendo la manina verso le foglie dell’albero che si muovevano col
venticello, e riprese ad emettere piccoli versi tranquilli. Il padre gli
accarezzò la guanciotta. “Che vi state dicendo di bello tu e l’alberello, mh?”
Jack
tornò a voltarsi verso il suo papà e con un ditino gli toccò il naso, cercando
di infilarglielo nella narice. Ron ridacchiò e gli prese la manina nella sua.
“Si, questo è il naso. Ma non infilarci il ditino dentro, perché potresti
trovarci qualche sgradevole sorpresina.” Il bimbo sgambettò impaziente e Ron
gli diede il suo succhietto, che subito il piccolo si mise in bocca. “A posto,
ora?” gli disse, baciandogli la guanciotta morbida.
Girandosi,
Ron vide Hermione sulla soglia del balcone, con la sua vestaglia bianca
addosso, le braccia conserte e un sorriso sereno e assonnato.
“Ti
abbiamo svegliato?” le disse con un sorriso lui.
Lei
scosse la testa e si avvicinò. “Mi stavo giusto chiedendo dove fossero i miei
due uomini preferiti.” Diede un bacio sulle labbra al marito e tese le braccia
verso il figlio. “Buongiorno, amore!”
Il
bimbetto sgambettò felicemente, lanciando piccoli strillini gioiosi e
spingendosi verso la mamma. Ron glielo passò, e Hermione gli diede un bacio
enorme. “Come siamo allegri stamattina! Ti piace il cielo azzurro? O il sole?”
“Lui
e l’alberello stavano scambiando quattro chiacchiere amichevoli.” Disse con un
sorrisetto Ron.
“Ah,
capisco.” Hermione pizzicò il naso del figlio, che chiuse gli occhietti e poi
rise. “Ops, ti ho rubato il nasino! E adesso come si fa?” il piccolo la guardò
con gli occhietti vispi. “Mh…va bene, te lo restituisco…ma in cambio di un
bacione grande grande!” e così gli baciò di nuovo la guancia con uno schiocco
di labbra che fece ridere il figlio.
Ron
sorrise e le passò un braccio attorno alla vita, attirandola a sé. “Adesso io
ho preso te…ma ti lascio andare per lo stesso prezzo.”
Lei
rise e lo baciò. Dimenticarono entrambi di essere in presenza del piccolo Jack,
che, vedendo i genitori incollati in quel modo, cominciò a sgambettare e ad
agitarsi furiosamente, tanto che Hermione fu costretta a rompere il bacio per
assicurare la sua presa sul bimbo.
“Bene,
cominciamo alla grande.” Fece ironico Ron, scuotendo la testa.
Hermione
rise. “Beh…a questo punto Jack e io andiamo a farci un bel bagno rilassante,
con le bolle che ci piacciono tanto.”
“Ehi,
e io?” Ron si finse offeso.
“Tu
cosa?”
“Niente
bagno io?”
“Ti
faccio notare che hai appena fatto una doccia.”
Ron
sfoderò il suo sorriso più vispo e furbo. “Ma sono ancora molto sporco, sai.”
Hermione
gli fece un occhiolino. “Io e Jack ti lasciamo partecipare al nostro bagno…se
tu dopo ci prepari la colazione.”
“Affare
fatto.” Disse soddisfatto lui. “Latte e caffè?”
“Coi
biscotti al cioccolato.”
“E
pane e burro.”
“E
marmellata.”
“Tu,
giovanotto, cosa gradisci?” Ron si avvicinò al figlio, che lo guardava coi suoi
grandi occhi blu, e gli sfilò il ciuccio dalla bocca. “Non ho capito bene, puoi
ripetere?” Jack si riprese il succhietto con la manina e se lo rimise in bocca
con decisione, facendo sorridere i genitori. “Biberon?” disse alla fine Ron.
“Biberon.”
Annuì Hermione, dandogli un veloce bacio sulle labbra. “E adesso noi andiamo a
preparare la vasca…e la riempiamo di bolle, come piace al mio amore.” Il bimbo
emise uno strillino felice quando la mamma se lo portò in braccio fuori dalla
stanza.
Ron
rimase a guardare con un gran sorriso sua moglie e suo figlio mentre uscivano.
Li amava più della sua stessa vita, e ogni giorno con loro era come vivere un
bel sogno sempre diverso. Con un sospiro soddisfatto si stiracchiò i muscoli,
godendosi il sole e il venticello mattutino fino in fondo: e finalmente, dopo
tanti anni, sentì la tigre dentro di sé rilassarsi e rinfoderare gli artigli.
Era bello sentirsi finalmente felici e completi.
The
End
…per il momento…
***********************************
Devo
ammettere che mi stavo affezionando sul serio a questa storia! Peccato, è
finita….ma non vi preoccupate, niente è mai definitivo… ^^ Beh, spero solo che
vi sia piaciuta….
Prima
di andare avanti, c’è mia sorella che vuole dare un bacio a tutti…devo dire che
si è molto gasata quando ha visto che tutti l’avete ringraziata così tanto, e
vi manda a dire che vi adora! ^^ Qualche volta è perfino adorabile quando è
contenta, perciò…grazie davvero, una sorella maggiore di buon umore rende
allegri tutti in casa! ^^
Allora:
un super grazie a Ginny, Giuggy, Keijei, Kiak (la musichetta della Coca Cola è
fantastica ^^), Ameliè, Strekon (il mio 100° recensitore!^^), Scayla, Arianna,
Mony-chan (che è sempre dolcissima), Concy…ho dimenticato qualcuno? Non
credo…vabbè, comunque… E adesso che fine fa la svitata della Sunny? Tranquilli,
non vi abbandono: io adoro scrivere! L’altra volta vi avevo chiesto di farmi
sapere con cosa volete che vada avanti; la Nenè è contentissima perché, per 14
a 12, ha vinto il gruppo che la pensava come lei: vogliono espressamente un
seguito prima a questa parte della storia, e poi magari anche la parte
precedente, anche per non incasinare le cose facendo troppi balzi avanti e
indietro nel tempo, come giustamente diceva Keijei. Ma sono d’accordo con
quelli che hanno votato per la storia precedente al primo Being A War Mage:
quella sarà molto interessante da scrivere….comunque, c’è tempo. Accontentiamo
prima la Nenè, così la smette di asfissiarmi.
Beh,
adesso devo proprio lasciarvi…non ci sentiremo per un paio di settimane: la
prossima parto per il viaggio con la scuola, e dopo ho la bellezza di quattro
interrogazioni da farmi tutte nella stessa settimana! Ohi ohi…povera Sunny!
Vabbè, tanto c’è Strekon: continuate a seguire la sua storia, siete in buone
mani! ^^
Ciao
ciao, baci a tutti!
Sunny