Non ci poteva credere. Tutto ciò
che stava succedendo era incredibilmente assurdo. Ormai pensava, anzi era
convinta, che non sarebbero tornati. E invece, quando meno se l’aspettava, se li
era trovati davanti. Ed era nata una lite. Era inevitabile, avevano molte cose
da dirsi, dovevano sfogare la propria rabbia. Maria era persa nei suoi pensieri,
seduta nel comodo divano del soggiorno, con lo sguardo perso nel vuoto, quando
bussarono alla porta.
Fece un leggero balzo sul divano,
poi si trascinò verso l’ingresso. Aprì la porta e rimase immobile.
-“M-maria?? Questa è la casa
dello sceriffo! Non pensavo di trovarti qui.” Isabel era piuttosto sorpresa.
Aveva deciso di andare a fare visita allo sceriffo, era stato come un padre per
lei.
-“Mi dispiace deluderti ma ora ci
vivo io qui. Assieme a Kyle. Jim ci ha regalato la casa quando è andato a vivere
con Stephany.”
-“Con chi, scusa?”
-“Stephany. Lei e Jim si sono
sposati un paio d’anni fa. Se vuoi ti posso dare l’indirizzo della loro
abitazione.” Maria era piuttosto nervosa. Ma cercava di mascherarlo il più
possibile.
-“Ehm, d’accordo, grazie.” Anche
Isabel aveva i nervi tesi. Soprattutto dopo ciò che era successo poche ore
prima, dopo essersi ri-incontrati dopo tanti anni. Quella lite era davvero
l’ultima cosa che lei, Max, Liz e Michael avrebbe voluto appena tornati a
Roswell.
-“Bene, entra” Maria si fece da
parte e lasciò entrare Isabel. Poi prese un bigliettino, una penna e scrisse
l’indirizzo.
-“Ecco, tieni. A quest’ora non
penso Jim sia a casa, però troverai di sicuro Stephany. E’ simpatica.”
-“Grazie” Isabel prese il
bigliettino e sorrise alla sua vecchia amica.
-“Pensavo che lo sceriffo e tua
madre alla fine si sarebbero sposati.”
-“Già, lo pensavo anch’io, ma non
hanno resistito per molto. Sono anche andati a convivere, ma non ha funzionato,
perciò le loro strade si sono divise.” Maria era ancora molto tesa, ma voleva
cercare di sembrare a suo agio, anche se non lo era minimamente.
-“Capisco. Allora. Ci
vediamo”
-“Forse.” Rispose freddamente a
Isabel.
-“D’accordo. Ciao” Isabel imitò
il tono della ragazza e in quattro e quattrotto uscì dalla casa. Maria si
sedette nuovamente sul divano. Aveva avuto una conversazione abbastanza
tranquilla con un cecoslovacco dopo tutti quegli anni. Quasi non le sembrava
vero. Infondo le erano mancati. Le erano mancati da morire. Scosse la testa per
levarsi quel pensiero dalla testa, si alzo e si diresse verso la camera da
letto. Prese la sua vecchia chitarra e torno in soggiorno. A dir la verità, era
la chitarra di Alex. In qualche modo, suonarla le faceva sentire Alex accanto a
sé. Una parte di lui non l’aveva lasciata, in realtà. Attraverso la musica, lui
era sempre rimasto accanto a Maria. Quante canzoni aveva scritto negli ultimi
anni. Moltissime su Alex, ma molte altre su Michael. Era velato il riferimento a
lui, ma ben comprensibile. La porta d’ingresso si spalancò ed entrò Kyle.
-“Hey, tesoro! Sono tornato
prima, ti volevo fare una sorpresa.”
Maria si fermò di colpo, e si
girò verso il suo ragazzo.
-“Hey. Mi fa piacere” La ragazza
si sforzò di fare un sorriso, per mascherare la malinconia che le aveva colmato
il cuore.
-“Allora, che stavi suonando??”
Le chiese Kyle mentre si toglieva la tuta da meccanico.
-“Nulla di che, sto scrivendo una
nuova canzone.”
-“Ah si? La posso sentire?” Il
ragazzo si sedette accanto a Maria.
-“D’accordo. S’intitola ‘I’ve
missed you every day and every night’” Maria iniziò a suonare e cantare la
canzone. Era davvero bellissima. Era evidente parlasse di Michael e di quanto le
fosse mancato in questi dieci anni.
-“Bella! Molto bella.
Complimenti.” Kyle si avvicino a lei e la baciò. –“E’ riferita a qualcuno in
particolare?” chiese il ragazzo, anche se era già a conoscenza della risposta.
Sapeva che Maria avrebbe negato, anche se in realtà sapeva che era riferita a
Michael.
-“N-no, non è riferita a nessuno.
Poco fa mi è venuta in testa questa melodia e ho semplicemente buttato giù il
testo.” Maria non era brava a mentire, ma comunque Kyle fece finta di
crederci.
-“Ok. Comunque è davvero molto
bella. Ora vado a farmi una bella doccia, puzzo! Così poi andiamo alla partita
di Adam, ok?”
-“Certo.” Gli sorrise e lo baciò.
Poi riprese a suonare quella canzone, probabilmente era la più bella che avesse
scritto negli ultimi anni. Mentre suonava e cantava, una lacrima silenziosa
percorse la sua guancia, per poi morire sul mento. Non voleva rincominciare,
rincominciare a piangere per Michael. Non ne valeva la pena infondo. O forse si.
Valeva la pena piangere tutte le lacrime di questo mondo per lui, perché lei non
lo aveva dimenticato. Non lo avrebbe mai potuto dimenticare. Mai.
Qualche ora dopo, Kyle e Maria si
recarono nel campo sportivo di Roswell, dove Adam avrebbe disputato la sua prima
partita a baseball, e dove i due ragazzi avevano deciso di dire a Jesse del
ritorno degli alieni a Roswell.
Una volta arrivati sul posto,
cercarono con lo sguardo Jesse e Frances e dopo non molto li videro. Si
avvicinarono con passo incerto, non si erano preparati un discorso per dire
all’amico cosa stava succedendo, e quindi non avevano la minima idea di cosa
dire.
“Hey, siete arrivati finalmente!!
Vi stavamo aspettando!” Frances andò in contro a Maria e Kyle.
“Bè, ora siamo qui! Scusate il
ritardo, ma Kyle sembra si addormenti quando fa la doccia!” I quattro ragazzi
scoppiarono in una sonora risata.
“Ehm. Jesse, Kyle deve parlarti.”
Maria guardò l’amico, e poi il suo ragazzo.
“D’accordo. Nulla di grave spero”
Rispose Jesse.
Kyle lanciò un’occhiata a Maria,
quasi a volerla fulminare con lo sguardo. Di tutta risposta, lei gli sorrise
ironica, poi prese a braccetto Frances e si allontanarono dai rispettivi
uomini.
Jesse guardò le due ragazze
allontanarsi, poi si voltò verso l’amico e gli sorrise “Allora Kyle, dimmi
tutto.”
“Ehm. D’accordo. Allora. Ehm.
Volevo dirti, si insomma, io e Maria volevamo dirti…” Kyle non riusciva a
trovare le parole per spiegare a Jesse cosa stesse accadendo.
“Si?? C’è qualcosa che non va?
Che volevate dirmi?”
“Ecco, beh. Oh guarda, la partita
sta iniziando, rimandiamo la discussione, ok??” chiese Kyle tentando di sfuggire
alla spiacevole situazione.
“Uhm. D’accordo, ne riparliamo in
seguito.” Parecchio confuso, Jesse si avviò verso il campo, seguito da Kyle, che
tirò un sospiro di sollievo e ringraziò il cielo dell’inizio della partita.
Non sapeva dove andare, questa
era la verità, non aveva la più pallida idea di dove andare. Erano passati dieci
anni, e sicuramente l’appartamento nel quale viveva prima, non sarebbe stato più
disponibile. Dove sarebbe andato a vivere?? Questo era il problema più grande.
Ma forse non il più grande. D'altronde lui era Michael, e il problema più grande
di Michael era Maria.
Già, la sua Maria, mano nella
mano con un altro, ma non un altro qualsiasi, uno sconosciuto. No. Kyle Valenti.
Tutta questa situazione gli faceva rodere il fegato e qualunque altro organo che
si trovava nei pressi. Lui l’amava ancora. Lui non aveva mai smesso di amarla.
No, mai. D’altronde, come lui stesso le aveva detto, lui l’avrebbe amata per
sempre. E in questi dieci anni, aveva avuto la conferma che era la verità, la
pura verità.
Avrebbe voluto parlarle, parlarle
ancora una volta, avrebbe voluto avvicinarla a sé e abbracciarla, poter sentire
il suo piccolo corpo stretto tra le sue braccia, e le sottili braccia di lei
avvinghiate alle sue spalle. Poi avrebbe voluto baciarla, baciarla come mai
l’aveva baciata prima, facendole capire cosa lei significasse in realtà per lui.
Facendole capire che lei era l’universo intero per lui.
Avrebbe voluto dirle ancora una
volta quelle due parole, Ti Amo, quelle due splendide parole che, messe insieme,
erano capaci di far nascere un sorriso anche nel dolore e nella disperazione più
totale.
Ma lei
ormai aveva Valenti, e lui certamente non si sarebbe mostrato debole ai suoi
occhi, non sarebbe andato da lei a dirle ciò che provava, no, non l’avrebbe
fatto. Aveva paura. Una grande e insopportabile paura. Paura di essere
rifiutato. Già. Aveva paura che Maria gli dicesse semplicemente che lei l’aveva
dimenticato e che ora amava Kyle. Che lui non era più il suo Spaceboy, ma che
Kyle era il suo… beh, il suo Earthboy.
Con
questi pensieri per la testa, senza nemmeno farlo apposta, arrivò a casa De
Luca. Casa De Luca. Quante volte ci sarà stato! Ma ora era diverso. Sentiva
quasi di essere a casa, dopo tanto, tanto tempo. Non sapeva cosa fare. Se
bussare, se andarsene. Il buio dominava nella sua mente. Così semplicemente
rimase di fronte alla porta, aspettando forse che qualcuno uscisse, che la sua
Maria uscisse. La porta si spalancò e Michael rimase immobile. Dalla casa però
non uscì Maria, bensì Amy. Rimase anche lei per qualche secondo immobile di
fronte al ragazzo, poi gli corse incontro e lo abbraccio.
“Oh,
Michael quanto tempo è passato!! Non ci posso credere!” La donna aveva quasi le
lacrime agli occhi.
“S-signora De Luca.” Riuscì solo a sussurrare queste
parole. Infondo tutto questo le ricordava maledettamente Maria. Dopo poco
l’abbraccio si sciolse.
“Oh
mio Dio, Michael! Come stai?? Stai bene, si?? Ma guarda, sono passati quanto,
dieci anni?? Oh mio Dio, non riesco a crederci. Hai già incontrato
Maria??”
Ecco.
E ora che rispondere? Oh, si, l’ho incontrata, ma c’è stata una lite generale e
poi stavo per morire quando mi sono resoconto che sta con Kyle!
No.
“S-si,
diciamo che ci siamo incontrati stamattina. Ma eravamo entrambi di fretta,
quindi non ci siamo trattenuti.” Bravo Michael. Cerca di mantenere il
controllo.
“Ah,
capisco. Allora una di queste sere sarai mio ospite a cena, e naturalmente
inviterò anche mia figlia!” Amy era davvero entusiasta.
“La
inviterà? Lei non vive più qui?” Non aveva nemmeno il coraggio di pronunciare il
nome di Maria ad alta voce.
“No,
ormai sono un paio d’anni che si è trasferita a casa di
Kyle”
Michael si ghiacciò. Addirittura convivevano? No, no,
questo è davvero troppo.
“Ah,
capisco.” Michael era rimasto di sasso. Era come se l’intero mondo glie fosse
crollato addosso.
“Già.
Beh, visto che hai detto che quando vi siete incontrati non vi siete trattenuti
a parlare, ne potresti approfittare stasera. Sai, canta in un locale che hanno
aperto di recente. Se hai intenzione di andarci, si trova non lontano dal
Crashdown. Lo spettacolo inizierà alle nove!” Amy era davvero orgogliosa di sua
figlia.
“Ehm.
Forse ci farò un salto, se farò in tempo. Beh. Io devo andare ora. Ci vediamo,
signora De Luca, è stato un piacere rivederla.”
“Oh,
d’accordo. Ci vediamo presto Michael, il piacere è stato
mio!”
Fantastico, ora anche l’ultima speranza era svanita. Anche
se forse non c’era mai stata una speranza di ritornare con lei, non nelle ultime
ventiquattro ore, non da quando l’aveva vista con Kyle.
Ora si
sentiva davvero vuoto, come se anche l’ultimo brandello di cuore fosse stata
risucchiato da una forza superiore che aveva il pieno controllo su di lui.
Ma lei
stasera si sarebbe esibita. Già. Doveva andare a sentirla cantare oppure no? Lui
amava la sua voce, amava sentirla cantare. Gli era mancato anche questo di lei
negli ultimi anni. Doveva prendere questa dura decisione. Qualunque cosa avesse
fatto, prima o poi se ne sarebbe pentito, questo si ripeteva nella testa mentre
si allontanava da casa De Luca.
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