Serie TV > Roswell
Segui la storia  |       
Autore: VilandraThePrincess    30/05/2007    3 recensioni
Dopo la cerimonia dei diplomi, Max, Michael, Isabel e Liz decidono di partire da soli, lasciando a Roswell Maria, Kyle e Jesse. La storia è ambientata 10 anni dopo "Roswell Ultimo Atto".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non ci poteva credere. Tutto ciò che stava succedendo era incredibilmente assurdo. Ormai pensava, anzi era convinta, che non sarebbero tornati. E invece, quando meno se l’aspettava, se li era trovati davanti. Ed era nata una lite. Era inevitabile, avevano molte cose da dirsi, dovevano sfogare la propria rabbia. Maria era persa nei suoi pensieri, seduta nel comodo divano del soggiorno, con lo sguardo perso nel vuoto, quando bussarono alla porta.

Fece un leggero balzo sul divano, poi si trascinò verso l’ingresso. Aprì la porta e rimase immobile.

-“M-maria?? Questa è la casa dello sceriffo! Non pensavo di trovarti qui.” Isabel era piuttosto sorpresa. Aveva deciso di andare a fare visita allo sceriffo, era stato come un padre per lei.

-“Mi dispiace deluderti ma ora ci vivo io qui. Assieme a Kyle. Jim ci ha regalato la casa quando è andato a vivere con Stephany.”

-“Con chi, scusa?”

-“Stephany. Lei e Jim si sono sposati un paio d’anni fa. Se vuoi ti posso dare l’indirizzo della loro abitazione.” Maria era piuttosto nervosa. Ma cercava di mascherarlo il più possibile.

-“Ehm, d’accordo, grazie.” Anche Isabel aveva i nervi tesi. Soprattutto dopo ciò che era successo poche ore prima, dopo essersi ri-incontrati dopo tanti anni. Quella lite era davvero l’ultima cosa che lei, Max, Liz e Michael avrebbe voluto appena tornati a Roswell.

-“Bene, entra” Maria si fece da parte e lasciò entrare Isabel. Poi prese un bigliettino, una penna e scrisse l’indirizzo.

-“Ecco, tieni. A quest’ora non penso Jim sia a casa, però troverai di sicuro Stephany. E’ simpatica.”

-“Grazie” Isabel prese il bigliettino e sorrise alla sua vecchia amica.

-“Pensavo che lo sceriffo e tua madre alla fine si sarebbero sposati.”

-“Già, lo pensavo anch’io, ma non hanno resistito per molto. Sono anche andati a convivere, ma non ha funzionato, perciò le loro strade si sono divise.” Maria era ancora molto tesa, ma voleva cercare di sembrare a suo agio, anche se non lo era minimamente.

-“Capisco. Allora. Ci vediamo”

-“Forse.” Rispose freddamente a Isabel.

-“D’accordo. Ciao” Isabel imitò il tono della ragazza e in quattro e quattrotto uscì dalla casa. Maria si sedette nuovamente sul divano. Aveva avuto una conversazione abbastanza tranquilla con un cecoslovacco dopo tutti quegli anni. Quasi non le sembrava vero. Infondo le erano mancati. Le erano mancati da morire. Scosse la testa per levarsi quel pensiero dalla testa, si alzo e si diresse verso la camera da letto. Prese la sua vecchia chitarra e torno in soggiorno. A dir la verità, era la chitarra di Alex. In qualche modo, suonarla le faceva sentire Alex accanto a sé. Una parte di lui non l’aveva lasciata, in realtà. Attraverso la musica, lui era sempre rimasto accanto a Maria. Quante canzoni aveva scritto negli ultimi anni. Moltissime su Alex, ma molte altre su Michael. Era velato il riferimento a lui, ma ben comprensibile. La porta d’ingresso si spalancò ed entrò Kyle.

-“Hey, tesoro! Sono tornato prima, ti volevo fare una sorpresa.”

Maria si fermò di colpo, e si girò verso il suo ragazzo.

-“Hey. Mi fa piacere” La ragazza si sforzò di fare un sorriso, per mascherare la malinconia che le aveva colmato il cuore.

-“Allora, che stavi suonando??” Le chiese Kyle mentre si toglieva la tuta da meccanico.

-“Nulla di che, sto scrivendo una nuova canzone.”

-“Ah si? La posso sentire?” Il ragazzo si sedette accanto a Maria.

-“D’accordo. S’intitola ‘I’ve missed you every day and every night’” Maria iniziò a suonare e cantare la canzone. Era davvero bellissima. Era evidente parlasse di Michael e di quanto le fosse mancato in questi dieci anni.

-“Bella! Molto bella. Complimenti.” Kyle si avvicino a lei e la baciò. –“E’ riferita a qualcuno in particolare?” chiese il ragazzo, anche se era già a conoscenza della risposta. Sapeva che Maria avrebbe negato, anche se in realtà sapeva che era riferita a Michael.

-“N-no, non è riferita a nessuno. Poco fa mi è venuta in testa questa melodia e ho semplicemente buttato giù il testo.” Maria non era brava a mentire, ma comunque Kyle fece finta di crederci.

-“Ok. Comunque è davvero molto bella. Ora vado a farmi una bella doccia, puzzo! Così poi andiamo alla partita di Adam, ok?”

-“Certo.” Gli sorrise e lo baciò. Poi riprese a suonare quella canzone, probabilmente era la più bella che avesse scritto negli ultimi anni. Mentre suonava e cantava, una lacrima silenziosa percorse la sua guancia, per poi morire sul mento. Non voleva rincominciare, rincominciare a piangere per Michael. Non ne valeva la pena infondo. O forse si. Valeva la pena piangere tutte le lacrime di questo mondo per lui, perché lei non lo aveva dimenticato. Non lo avrebbe mai potuto dimenticare. Mai.

Qualche ora dopo, Kyle e Maria si recarono nel campo sportivo di Roswell, dove Adam avrebbe disputato la sua prima partita a baseball, e dove i due ragazzi avevano deciso di dire a Jesse del ritorno degli alieni a Roswell.

Una volta arrivati sul posto, cercarono con lo sguardo Jesse e Frances e dopo non molto li videro. Si avvicinarono con passo incerto, non si erano preparati un discorso per dire all’amico cosa stava succedendo, e quindi non avevano la minima idea di cosa dire.

“Hey, siete arrivati finalmente!! Vi stavamo aspettando!” Frances andò in contro a Maria e Kyle.

“Bè, ora siamo qui! Scusate il ritardo, ma Kyle sembra si addormenti quando fa la doccia!” I quattro ragazzi scoppiarono in una sonora risata.

“Ehm. Jesse, Kyle deve parlarti.” Maria guardò l’amico, e poi il suo ragazzo.

“D’accordo. Nulla di grave spero” Rispose Jesse.

Kyle lanciò un’occhiata a Maria, quasi a volerla fulminare con lo sguardo. Di tutta risposta, lei gli sorrise ironica, poi prese a braccetto Frances e si allontanarono dai rispettivi uomini.

Jesse guardò le due ragazze allontanarsi, poi si voltò verso l’amico e gli sorrise “Allora Kyle, dimmi tutto.”

“Ehm. D’accordo. Allora. Ehm. Volevo dirti, si insomma, io e Maria volevamo dirti…” Kyle non riusciva a trovare le parole per spiegare a Jesse cosa stesse accadendo.

“Si?? C’è qualcosa che non va? Che volevate dirmi?”

“Ecco, beh. Oh guarda, la partita sta iniziando, rimandiamo la discussione, ok??” chiese Kyle tentando di sfuggire alla spiacevole situazione.

“Uhm. D’accordo, ne riparliamo in seguito.” Parecchio confuso, Jesse si avviò verso il campo, seguito da Kyle, che tirò un sospiro di sollievo e ringraziò il cielo dell’inizio della partita.

 

 

 

Non sapeva dove andare, questa era la verità, non aveva la più pallida idea di dove andare. Erano passati dieci anni, e sicuramente l’appartamento nel quale viveva prima, non sarebbe stato più disponibile. Dove sarebbe andato a vivere?? Questo era il problema più grande. Ma forse non il più grande. D'altronde lui era Michael, e il problema più grande di Michael era Maria.

Già, la sua Maria, mano nella mano con un altro, ma non un altro qualsiasi, uno sconosciuto. No. Kyle Valenti. Tutta questa situazione gli faceva rodere il fegato e qualunque altro organo che si trovava nei pressi. Lui l’amava ancora. Lui non aveva mai smesso di amarla. No, mai. D’altronde, come lui stesso le aveva detto, lui l’avrebbe amata per sempre. E in questi dieci anni, aveva avuto la conferma che era la verità, la pura verità.

Avrebbe voluto parlarle, parlarle ancora una volta, avrebbe voluto avvicinarla a sé e abbracciarla, poter sentire il suo piccolo corpo stretto tra le sue braccia, e le sottili braccia di lei avvinghiate alle sue spalle. Poi avrebbe voluto baciarla, baciarla come mai l’aveva baciata prima, facendole capire cosa lei significasse in realtà per lui. Facendole capire che lei era l’universo intero per lui.

Avrebbe voluto dirle ancora una volta quelle due parole, Ti Amo, quelle due splendide parole che, messe insieme, erano capaci di far nascere un sorriso anche nel dolore e nella disperazione più totale.

Ma lei ormai aveva Valenti, e lui certamente non si sarebbe mostrato debole ai suoi occhi, non sarebbe andato da lei a dirle ciò che provava, no, non l’avrebbe fatto. Aveva paura. Una grande e insopportabile paura. Paura di essere rifiutato. Già. Aveva paura che Maria gli dicesse semplicemente che lei l’aveva dimenticato e che ora amava Kyle. Che lui non era più il suo Spaceboy, ma che Kyle era il suo… beh, il suo Earthboy.

Con questi pensieri per la testa, senza nemmeno farlo apposta, arrivò a casa De Luca. Casa De Luca. Quante volte ci sarà stato! Ma ora era diverso. Sentiva quasi di essere a casa, dopo tanto, tanto tempo. Non sapeva cosa fare. Se bussare, se andarsene. Il buio dominava nella sua mente. Così semplicemente rimase di fronte alla porta, aspettando forse che qualcuno uscisse, che la sua Maria uscisse. La porta si spalancò e Michael rimase immobile. Dalla casa però non uscì Maria, bensì Amy. Rimase anche lei per qualche secondo immobile di fronte al ragazzo, poi gli corse incontro e lo abbraccio.

“Oh, Michael quanto tempo è passato!! Non ci posso credere!” La donna aveva quasi le lacrime agli occhi.

“S-signora De Luca.” Riuscì solo a sussurrare queste parole. Infondo tutto questo le ricordava maledettamente Maria. Dopo poco l’abbraccio si sciolse.

“Oh mio Dio, Michael! Come stai?? Stai bene, si?? Ma guarda, sono passati quanto, dieci anni?? Oh mio Dio, non riesco a crederci. Hai già incontrato Maria??”

Ecco. E ora che rispondere? Oh, si, l’ho incontrata, ma c’è stata una lite generale e poi stavo per morire quando mi sono resoconto che sta con Kyle! No.

“S-si, diciamo che ci siamo incontrati stamattina. Ma eravamo entrambi di fretta, quindi non ci siamo trattenuti.” Bravo Michael. Cerca di mantenere il controllo.

“Ah, capisco. Allora una di queste sere sarai mio ospite a cena, e naturalmente inviterò anche mia figlia!” Amy era davvero entusiasta.

“La inviterà? Lei non vive più qui?” Non aveva nemmeno il coraggio di pronunciare il nome di Maria ad alta voce.

“No, ormai sono un paio d’anni che si è trasferita a casa di Kyle”

Michael si ghiacciò. Addirittura convivevano? No, no, questo è davvero troppo.

“Ah, capisco.” Michael era rimasto di sasso. Era come se l’intero mondo glie fosse crollato addosso.

“Già. Beh, visto che hai detto che quando vi siete incontrati non vi siete trattenuti a parlare, ne potresti approfittare stasera. Sai, canta in un locale che hanno aperto di recente. Se hai intenzione di andarci, si trova non lontano dal Crashdown. Lo spettacolo inizierà alle nove!” Amy era davvero orgogliosa di sua figlia.

“Ehm. Forse ci farò un salto, se farò in tempo. Beh. Io devo andare ora. Ci vediamo, signora De Luca, è stato un piacere rivederla.”

“Oh, d’accordo. Ci vediamo presto Michael, il piacere è stato mio!”

Fantastico, ora anche l’ultima speranza era svanita. Anche se forse non c’era mai stata una speranza di ritornare con lei, non nelle ultime ventiquattro ore, non da quando l’aveva vista con Kyle.

Ora si sentiva davvero vuoto, come se anche l’ultimo brandello di cuore fosse stata risucchiato da una forza superiore che aveva il pieno controllo su di lui.

Ma lei stasera si sarebbe esibita. Già. Doveva andare a sentirla cantare oppure no? Lui amava la sua voce, amava sentirla cantare. Gli era mancato anche questo di lei negli ultimi anni. Doveva prendere questa dura decisione. Qualunque cosa avesse fatto, prima o poi se ne sarebbe pentito, questo si ripeteva nella testa mentre si allontanava da casa De Luca.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Roswell / Vai alla pagina dell'autore: VilandraThePrincess