***ALLE PORTE DEL PARADISO***
Cap. 15
Da quanto tempo l’amava così tanto?
Ash si stupì di aver formulato un pensiero così profondo, si
era finalmente reso conto di ciò che provava, dopo anni in cui si era così
intestardito sui pokèmon da perdere di vista ciò che realmente voleva: Misty.
“Andiamo! Non c’è tempo da perdere!” disse chiamando gli
altri e facendogli cenno di seguirlo.
“Ehi aspetta! Hai un piano?” gli chiese Jessie, conoscendo
gia la risposta prima di sentirla uscire dalla bocca del ragazzo.
“No, ma non sarà certo il me stesso del futuro a fermarmi!”
Jessie lo guardò stupita quando il
ragazzo si voltò per guardarla negli occhi. I suoi occhi erano diversi dal
solito, una strana luce li avvolgeva, una fiamma che ardeva piena di convinzione
per ciò che si apprestava a fare.
Jessie tornò in se e annuì compiaciuta, portandosi le mani
sui fianchi ed ergendosi in tutto il suo orgoglio.
“Bene moccioso! Io sono con te!”
James, Meowth e il resto del gruppo guardarono la ragazza esterrefatti, vedere Jessie dare ragione ad Ash,
anzi, appoggiarlo nelle sue idee era troppo per loro.
“Quindi dovremmo allearci con loro Jessie?” chiese Meowth,
sperando con tutto se stesso che la risposta della ragazza fosse negativa.
Jessie squadrò il pokèmon gatto e disse: “Ovviamente, voglio
che ci siano tutti quando cattureremo Pikachu, e visto
che alla squadra manca una spettatrice, ce la andiamo a riprendere!”
La ragazza si girò verso Ash che gli
sorrise con gratitudine.
“Andiamo! Vi faccio strada!” disse Kenji, motivato dalle
parole degli altri e mettendosi in cammino davanti a tutti.
“Non preoccuparti Misty, sto venendo a prenderti” disse Ash
con un sussurro.
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“Bene, manca poco, tra meno di 45 minuti il portale per
l’altra dimensione si aprirà, e finalmente tutto tornerà come prima” disse
l’Ash del futuro avvicinandosi a Misty, che dormiva ancora e facendole una
piccola carezza sulla guancia.
“Non temere, dimenticherai in fretta ciò che è successo,
ricominceremo da zero”
“Sicuro di volerlo fare davvero? Che ne sarà
della “vera” Misty?” chiese una donna con le braccia conserte apparendo dal
buio, era molto bella, con un fisico slanciato, anche se celava il viso nell’oscurità.
L’Ash del futuro non la degnò neanche di uno sguardo.
“Non sono affari che ti riguardano”
“Non riesco a capire perché ti sei così intestardito a
portarla nel futuro, così non farai altro che cambiare radicalmente il nostro
mondo!”
“M’interessa solo di lei, il resto è superfluo!”
“E i tuoi figli? Kenji e Cassidy che fine faranno
se porti via la loro futura madre?” chiese una nuova voce, ed un uomo alto
apparve al fianco della donna.
L’Ash del futuro lo guardò serio, dopodiché sbuffò divertito
e continuò a fare i preparativi per l’imminente partenza.
“Cosa credi che me ne importi di loro? Kenji sa cavarsela da
solo, mentre Cassidy…bhe quella ragazzina mi odia, quindi è inutile per me,
come tutti gli altri”
L’uomo batté violentemente un pugno contro il muro.
“Non immischiare nella vostra faida famigliare anche gli
altri! Tieni lontano da questo mia figlia, Ash!”
“E’ lei che si sta immischiando troppo…se non la punirai a
dovere dovrò farlo io stesso”
Lo sguardo che si posò sull’uomo fu glaciale, incurante dei
sentimenti altrui e insensibile a tutto, quasi malvagio mentre sul suo viso si
delineava un ghigno beffardo.
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“Quanto manca ancora?” chiese Vera stremata dalla veloce
camminata e dallo sforzo non indifferente delle gambe, visto che gran parte
della strada si estendeva in salita.
“Siamo all’incirca a metà strada” le rispose Cassidy con il
fiatone.
Era preoccupata, e al tempo stesso provava un senso di
serenità, i rapporti che aveva instaurato con il resto del gruppo l’avevano
cambiata, rendendola più forte e sicura di se, per questo si sentiva pronta ad
aiutare gli altri ad affrontare suo padre, per salvare sua madre, l’unica
persona a cui realmente, lei e Kenji tenevano
profondamente.
“Ho uno strano presentimento” disse d’un tratto Chris
fermandosi di colpo.
“Che intendi dire?” le chiese Mega affiancandosi all’amica.
“Non lo so, è come se arrivando alla villa oltre all’Ash del
futuro dovessimo trovare anche qualcos’altro…di peggiore” rispose la ragazza
portandosi le mani sul petto e sentendo i battiti accelerati del suo cuore.
“Non preoccuparti, sarà solo la tensione” disse tranquillo
Gary.
“Lo spero…” disse senza convinzione la ragazza.
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Misty aprì piano gli occhi, chiedendosi per quanto avesse dormito. Si alzò a fatica, trovandosi di fronte ad
una stanza vuota e molto impolverata.
“Ma dove sono?”
Si alzò, e si dovette appoggiare al muro, si sentiva ancora
intontita ed ebbe paura di cadere a terra.
“Devo…trovare Ash e gli altri…devo andarmene di qui”
Si avviò verso la porta, e aprendola si ritrovò di fronte ad
un lungo corridoio, con una decina di porte su entrambi i lati.
“E adesso da che parte vado?”
“Stai cercando l’uscita?” chiese una voce alle sue spalle,
Misty si girò di scatto, ritrovandosi di fronte alla donna
che poco tempo prima aveva parlato con l’Ash del futuro.
“E tu chi sei?”
“Ti ho fatto una domanda, stai cercando l’uscita?”
Misty si trattenne dal prenderla a schiaffi, aveva un modo
di fare davvero troppo sofisticato per lei, ma capendo la gravità della
situazione si limitò a soffocare un “Si”.
“Molto bene, seguimi allora” disse la donna incamminandosi
per il corridoio deserto.
Misty fu indecisa se fidarsi o no, ma alla fin fine decise
di darle una possibilità, per quanto non si fidasse della donna, era pur sempre
l’unica sua speranza per ritrovare gli altri.
“Posso sapere perché mi stai aiutando?”
La donna non le rispose subito, come se volesse monitorare
le parole prima di esprimerle.
“Diciamo che sono un’amica che non vuole vedere rovinato ciò
che ha creato” disse e poi si fermò.
“Se dovesse succederti qualcosa non solo il presente, ma
anche il futuro avrà delle conseguenze terrificanti”
“Cosa stai dicendo?” chiese Misty avanzando verso di lei
confusa.
“Questa è la porta che ti condurrà all’uscita, seguila fino
in fondo, ti ritroverai di fronte ad una porta bianca, aprila e corri il più
velocemente possibile, lui non ci metterà tanto a scoprire che sei fuggita”
disse la donna indicando una porta chiusa.
Misty si avviò titubante verso la porta, afferrando la
maniglia e constatando con sollievo che era aperta, si voltò verso la donna e
la ringraziò, dopodiché si richiuse la porta alle spalle.
*
Corse velocemente attraverso la stanza, arrivando quasi
subito alla porta bianca che la donna le aveva indicato, la aprì con cautela,
scoprendo con estremo orrore che era chiusa, si guardò intorno alla ricerca di
qualcosa per aprirla, e i suoi occhi indugiarono su una spranga di ferro. La
prese e la mise tra gli stipiti della porta, facendo forza per scardinarla, con
grande sforzo riuscì ad aprirla, facendola sbattere a terra.
Mise la testa fuori dalla porta per
controllare che nessuno l’avesse vista o sentita e quando scoprì con immenso
sollievo che la via era libera si mise a correre come mai aveva fatto verso il
sentiero che si infiltrava dalla villa fino al lago.
“Ti prego, ti prego fa che non mi scopra!”
Corse a perdifiato per qualche centinaio di metri, dopodiché
fu scagliata a terra da qualcosa che le aveva afferrato la caviglia.
Un pokèmon abbastanza grosso, simile ad un dinosauro verde
con un fiore non ancora sbocciato intorno al collo l’aveva afferrata con le
liane per la caviglia.
“Bayleef!”
“Bay!” disse il pokèmon adirato.
“Ti prego lasciami! Devo andare da Ash, ti prego!”
Il pokèmon però la tirò a se con le liane, ignorando le sue
parole, Misty cercò un qualche appiglio ma senza
risultato. Decise allora di voltarsi per togliersi le liane,
ma Bayleef strinse più forte la presa, facendola gridare per il dolore.
“Qualcuno mi aiuti…Ash…”
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“Ma che succede li?” chiese Max indicando le due ombre che
lottavano tra di loro.
“Non lo so, ma è meglio se ci nascondiamo!” disse Tracey.
Nessuno di loro osò avvicinarsi, ignorando il fatto che le
due ombre non erano altro che Bayleef e Misty.
A malincuore la ragazza prese un sasso e lo scagliò contro
il muso del pokèmon che lasciò andare la presa per il male, Misty si alzò,
ricadendo a terra e tenendosi la caviglia.
“Accidenti, è riuscito a mettermela fuori uso!”
Prese coraggio e si alzò aggrappandosi al tronco di un
albero, solo allora gli altri la videro.
“Misty!!!” gridò Ash uscendo dal
nascondiglio in cui lui e gli altri si erano messi e correndo dalla ragazza che
si guardò intorno spaventata.
“Mamma!!!” gridarono Kenji e
Cassidy ignorando il fatto che quasi nessuno si era ancora abituato a sentirgli
dire così.
Ash sbucò davanti a Misty facendole prendere un colpo e
abbracciandola senza darle il tempo di connettere le due cose.
“Ti ho ritrovata…”
“Ash” disse lei arrossendo visibilmente.
Lui si staccò e le guardò la caviglia.
“Come stai? Riesci a camminare?”
Misty si ricordò improvvisamente di Bayleef e si guardò
indietro.
“Ash, c’è Bayleef, devi fare qualcosa!”
Il ragazzo guardò alle spalle dell’amica, ma il pokèmon era
gia tornato indietro.
“Misty, dobbiamo sbrigarci, avanti sali!”
Ash si mise in ginocchio facendo segno a Misty di salirgli
sulle spalle.
“Ma sei impazzito! Non ci penso neanche!”
“Non fare storie e sali!” gridò lui.
“No!”
“Non fare la bambina!”
“Senti chi parla!
“LA VOLETE PIANTARE
DI LITIGARE IN UN MOMENTO SIMILE???” la voce di Brock
tuonò talmente forte da zittire i due ragazzi ed il resto del gruppo in meno di
un secondo.
“Brock…”
Il ragazzo si avvicinò a loro e prese in braccio Misty
mettendosela sulle spalle.
“Ma Brock…”
“Zitta, sei ferita e dobbiamo portarti via da qui, non
preoccuparti, sei così magra che non sento nemmeno di averti sulle spalle.
La ragazza sorrise dolcemente ringraziando l’amico.
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“Dov’è Misty?” tuonò l’Ash del futuro tornando nella stanza
e scoprendola vuota.
“Sono stata io, a quest’ora se ha avuto fortuna si sarà gia
ricongiunta agli altri” disse la donna con un sorriso freddo.
“Tu! Come hai osato disobbedire agli ordini!”
“Non voglio che tu le faccia del
male! Piantala di pensare solo a te stesso!”
L’Ash del futuro prese la donna
sbattendola contro il muro con una tale ferocia che le mozzò il respiro nei
polmoni.
“Ash cosa…”
“Non ti permettere più d’intrometterti nelle mie questioni,
non permetterti più di allontanarmi ancora da Misty!” sibilò lui
“Smettila di colpevolizzarti…”
L’Ash del futuro la lasciò andare percorrendo il lungo
corridoio, con la rabbia che stava per esplodere da un momento all’altro, uscì
nel giardino con tanta ferocia da sferzare l’aria.
“PIKACHU!!!”
Il piccolo topo elettrico corse dal padrone non appena sentì
il richiamo.
“Trova Misty e riportamela!”
Il pokèmon annuì correndo via.
“Non permetterò che accada di nuovo!”
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“Misty stai bene?” chiese Tracey vedendo la ragazza pallida
ed esausta.
“Non lo so…mi sento strana…deve essere stato a causa di
quello che mi ha dato…”
“Di che parli?” chiese allarmata
Mega.
“Quando mi sono svegliata stavo male…e l’Ash del futuro mi
ha detto che era per qualcosa che mi aveva dato…non riuscivo a muovermi…e mi
sono addormentata”
Brock guardò Mega che stava pensando a cosa avesse potuto
causare un effetto collaterale simile in Misty.
“Sei sicura di non ricordarti?” chiese Vera.
Misty scosse la testa, appoggiandola stancamente sulla
schiena di Brock.
Improvvisamente sentirono alle loro spalle il rumore di un
fulmine e voltandosi scoprirono Pikachu con un aria molto
seria e arrabbiata che li guardava.
“E’ il Pikachu di papà! Ci ha trovato!”
“Pikachu! Dimmi cosa avete fatto a Misty! Sta malissimo!”
Il pokèmon sorrise.
“Pika, pikachu, pika, piiiika pi chu!!”
Tutti guardarono Ash, l’unico in grado di capire il
linguaggio del pokèmon.
“Credo che abbia detto che se vogliamo delle risposte e
l’antidoto dobbiamo andare alla villa”
Cassidy strinse i pugni e si avviò verso Pikachu.
“E sia” disse guardando il pokèmon “Ma che sia chiaro, se
succede qualcosa alla mamma ne pagherete le conseguenze”
Stranamente il Pikachu abbassò le orecchie tristemente e per
un attimo Cassidy pensò che si sentisse in colpa per gli avvenimenti, ma
scacciò via quel pensiero.
Il gruppo si avviò alla villa, con Misty che ormai si era
addormentata e faticava a respirare bene, a volte dava qualche colpo di tosse
che faceva preoccupare ulteriormente i suoi amici che affrettavano sempre di
più il passo.
Arrivarono alla villa circa mezz’ora più tardi, e videro
sulla villa un terrificante vortice violaceo che saliva verso il cielo.
“Non è possibile! E’ il portale del tempo!” gridò Franny.
“Che?” chiese Tracey.
“Il portale del tempo! Ecco come ha fatto a giungere qui! E’ riuscito ad aprirlo!”
Cassidy impallidì, improvvisamente la follia del padre le fu
chiara.
“Papà vuole portare la Misty di questo tempo nel futuro!”
“Stai scherzando?” disse Jay guardando Cassidy come se
avesse detto che Ash era alto 2
metri.
“Ha ragione…” disse la voce dell’uomo che prima stava
parlando con l’Ash del futuro.
“E tu chi…?” disse James ma non
riuscì a finire la frase perché Franny parlò sopra di lui.
“PAPA’!” disse correndo dall’uomo e abbracciandolo.
“Papà???” dissero tutti sorpresi.
“Si! Lui è mio padre!”
“Mi sembra di averlo gia visto da qualche parte…” disse
Jessie guardandolo attentamente, poi i suoi occhi s’illuminarono.
“Somiglia al moccioso più grande!”
“Eh?” disse Brock guardando la ragazza e poi l’uomo.
L’uomo rise stancamente.
“Franny, sei proprio una piccola peste lo sai?” disse
facendo una carezza sulla testa alla figlia, poi guardò il gruppo e disse:
“Jessie ha ragione, sono il Brock che esisterà tra circa 20
anni”
Un silenzio sconvolgente cadde sul gruppo.
“Quindi, tu saresti il nostro Brock???”
chiese Ash ricevendo un si con la testa in risposta.
Tutti si voltarono verso il Brock del presente, che però sembrava entusiasta della cosa, i suoi occhi
brillavano e tremava come se fosse sul punto di scoppiare a urlare.
“Quindi…io sono te…sono…il padre di Franny…”
Il Brock del futuro lo guardò confuso.
“E Franny…è la cugina di Cassidy…che a sua volta è la figlia
di Misty”
Improvvisamente a tutti fu chiaro dove volesse
andare a parare Brock.
“Oh no!” disse Max dandosi una pacca sulla
fronte esasperato mentre gli occhi di Brock diventavano maniacali. Si
avvicinò quasi saltellando al suo “alter ego” e facendo mosse non tanto virili gli chiese:
“Con quale delle splendide sorelle di Misty mi sono sposato??? Insomma, Franny ha i capelli rosa come Lily, ma ha il
carattere di Daisy e gli occhi di Violet…no! Ho capito! Non ci credo!!! Sono sposato con tutte e tre!!! Finalmente si sono rese
conto di amarmi pazzamente!!!Oh mie dee, oh mie…”
Misty si svegliò e lo zittì all’istante con un colpo preciso
in testa che lo fece tornare in se.
“Chi ti dice che invece non sia stato uno dei tuoi fratelli
ad essersi messo con una delle sorelle di Misty?” gli chiese Max.
“NOOOOOOO!!!!!” gridò Brock con le
lacrime che uscivano a fiotti mentre Max lo trascinava .
“Ero davvero un invasato da giovane!” disse sconvolto e
scioccato il Brock del futuro.
“Insomma adesso basta!!! Dobbiamo
andare a trovare una cura per Misty!!!” disse spazientito Ash.
“Hai ragione! Seguitemi!” disse il Brock del futuro facendo
strada.
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“Ma quanto ci mette Pikachu a ritrovare Misty?” disse l’Ash
del futuro spazientito camminando avanti e indietro.
Si fermò per controllare che il portale continuasse a
rimanere aperto, non poteva perdere l’unica occasione per riuscire ad esaudire
il suo folle desiderio.
“Ash, sono arrivati” disse la donna comparendo dal nulla al
suo fianco.
“Molto bene, andiamo!”
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“Come sta la ragazza?” chiese il Brock del futuro voltandosi
verso il Brock del presente.
“Non lo so, mi sembra così debole”
Il Brock del futuro sospirò.
“Ash è diventato davvero incontenibile, da
quando è successo quel fatto è completamente cambiato, non è più lui”
“Di che parli?” gli chiese Gary.
Franny guardò suo padre, che aveva assunto un’espressione
triste e al tempo stesso preoccupata.
“Papà…”
“Vedete, molto tempo fa, quando ancora Kenji e Cassidy erano
poco più che bambini successe una tragedia”
Cassidy si fermò di colpo sentendo quelle parole.
“NO! Non farlo ti prego!”
L’uomo la guardò tristemente.
“Cassidy, prima o poi dovrai accettare la cosa, non puoi
continuare a fuggire”
“No! Non voglio! Non voglio ricordare!” disse istericamente
premendosi con forza le mani sulle orecchie, così forte che iniziò a tremare e
Kenji fu costretto a correre da lei per obbligarla a smettere.
“Se gli raccontiamo tutto, magari il futuro cambierà, anche
se questo non riporterà indietro Misty”
“No!!!” gridò Cassidy scoppiando a
piangere e cadendo a terra in ginocchio raggomitolandosi su se stessa.
“Cassidy…”
“No! No!”
*
I ricordi iniziarono ad affollare la mente di Cassidy che
cercò in ogni modo di cacciarli via, ma senza risultato…
“Mamma, sai che giorno
è oggi?” chiese una bambina con i degli splendidi capelli rosa legati a dei
graziosi bon bon.
“Certo, oggi è il
compleanno della mia piccola Cassidy!” rispose una donna di schiena, la sua
voce sembrava triste, ma allo stesso tempo serena.
“Pensi che Kenji e
papà torneranno per festeggiare?”
“Mmmmh, non lo so
piccola, si stanno allenando molto duramente sai?”
La bambina assunse uno
sguardo triste, ma scrollò la testa illuminandosi.
“Anche io da grande
voglio viaggiare con il papà! E con te e con Kenji!”
“Vuoi diventare
un’allenatrice di pokèmon allora?”
“Si! E quando lo
diventerò ti aiuterò con la palestra mammina!”
La donna rise, con la
sua dolcissima risata argentina che mise di buon umore la bambina che corse ad
abbracciare la madre che ricambiò teneramente la dimostrazione di affetto della
figlia.
“Cassidy! Cassidy che hai?” urlò
Chris prendendo l’amica per le spalle e scrollandola con forza, ma senza risultato.
Un altro ricordo sepolto riapparve nella memoria della
ragazza.
“Mamma! Non riesco più
a trovare Togepi” disse la bambina, sembrava che fossero passati alcuni anni
dal precedente ricordo.
La donna si voltò
verso di lei e la prese per mano.
“Andiamo a cercarlo”
Uscirono in strada e
si guardarono intorno, fecero alcuni passi, quando la bambina indicò qualcosa
in mezzo alla strada.
“Guarda mamma!!! E’ li!”
Incurante del fatto
che il piccolo pokèmon si trovasse in mezzo alla strada, la bambina corse da
lui, prendendolo in braccio e ridendo felice. Non si accorse
però della macchina che procedeva a tutta velocità.
“CASSIDY ATTENTA!!!” gridò la donna.
Fu un attimo, la
bambina si voltò giusto in tempo per vedere la macchina andarle addosso, chiuse
gli occhi, aspettando il colpo, che però non arrivò,
qualcuno o qualcosa la spinse con violenza sul ciglio della strada.
Aprì gli occhi
ritrovandosi sul marciapiede, era ferita, anche se leggermente, le sterpaglie
che si trovavano vicino a dov’era caduta avevano attutito il colpo, alzò lo
sguardo in cerca della madre, ed improvvisamente la vide, stesa a terra davanti
alla macchina.
“MAMMA!!!” gridò correndo dalla donna riversa sull’asfalto.
Si inginocchiò vicino
a lei, scuotendola lentamente, mentre l’uomo che guidava la vettura stava
armeggiando con il cellulare pallido in volto.
“Mamma! Mamma!” sentì
qualcosa di freddo ed umido sulle mani, se le portò davanti agli occhi
soffocando un grido di terrore, era sangue.
*
Le luci dell’ospedale
e la puzza di farmaci, fu questo che vide quando
riprese i sensi.
“Come sta?” chiese un
uomo insieme ad un bambino poco più grande di lei.
“La bambina ha solo
una piccola contusione alla testa, sua moglie invece…”
Cassidy non riuscì a
sentire cosa avesse aggiunto il medico, le doleva la
testa e aveva la nausea.
L’uomo entrò nella
stanza, seguito dal bambino.
“Come stai piccola?”
le chiese.
“Papà…scusa, volevo
prendere Togepi e non mi sono accorta della macchina…dov’è la mamma?”
L’uomo non rispose, si
limitò a fare un cenno al bambino che si sedette sopra al letto ed incominciò a
parlare con lei.
Il medico tornò poco
dopo, dicendo che la donna aveva desiderio di vedere lei.
Il padre strinse i
pugni, accompagnando la figlia nella stanza affianco, dove era stata ricoverata
la madre.
La bambina entrò nella
stanza da sola, e si avvicinò al letto della madre, notando che era attaccata
ad una macchina che faceva degli strani rumori.
“Ciao Cassidy…” disse
la donna aprendo gli occhi con estrema fatica.
“Come stai mamma?
Scusa per prima…io…”
“Ssssh…non ha
importanza, ciò che conta è che tu stia bene”
“Cos’è quella
macchina?” chiese la bambina indicando la strana macchina che aveva notato
entrando.
“Questa? La vedi la
linea verde? Quelli sono i battiti del mio cuore”
La bambina la guardò
preoccupata.
“Stai bene, vero mamma?”
La donna le sorrise
dolcemente e le prese la mano facendola appoggiare al suo petto per poterla
abbracciare.
“Cassidy…ti voglio
bene, ricordalo sempre…ovunque andrai, qualunque cosa farai, io sarò con te,
sempre”
Cassidy sentì i
singhiozzi della madre e alzò il viso, vedendo le lacrime solcarle il volto.
“Mamma, perché stai
piangendo?”
La donna l’abbracciò
più forte.
“Non dimenticarlo, ti
prego…non perdere la tua gioia di vivere…vivi anche per me…”
L’abbraccio su Cassidy
si affievolì e la macchina iniziò a fischiare, facendo male alle orecchie di
Cassidy che si alzò chiamando la madre e scuotendola sempre più forte.
“Mamma! Mamma!”
Nessuna risposta, i
medici entrarono correndo nella stanza, allontanando la bambina con forza,
mentre lei continuava a chiamare la madre, piangendo, mentre la madre sembrava
dormire felicemente, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Pochi giorni dopo la
morte della madre Cassidy venne dimessa e portata a
casa delle zie, quando scese dalla macchina si avvicinò al padre per salutarlo,
ma lui per tutta risposta l’allontanò con rabbia sussurrandole una frase che
frantumò il suo piccolo e gia provato cuore.
“L’hai uccisa…”
*
“Cassidy! Insomma Cassidy vuoi rispondere?” disse Chris
ormai esasperata.
La ragazzina tornò in se e guardò l’amica, improvvisamente
ricordò tutto, e i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre
abbracciava l’amica sussurrando disperata: “L’ho uccisa…”
CONTINUA…
Vov! Mi meraviglio di me stessa! Questo cappy è stralungo!!! Bhe per forza…deve pur finire questa storia…e così
finalmente il passato di Cassidy è venuto a galla…in questo cappy odio l’Ash
del futuro…e mi sono ritrovata ad avere il magone x aver “ucciso” Misty sigh
sigh…il prossimo cappy sarà l’ultimo…purtroppo…eeeeh che dire…mi ci sono
affezionata a questa ficcy…si si…gli ci voglio tanto bene…
FEDINA:
Spero che tu non ci sia rimasta troppo male…in realtà
all’inizio Misty non doveva morire…ma purtroppo…bhe…la
storia ha iniziato a procedere senza di me…e mi sono ritrovata a scrivere cose
che nella trama originaria non si toccavano minimamente…o meglio…doveva succede
qualcosa…ma non di così grave…bhe…spero che non mi ucciderai…x il resto dei
misteri nel prossimo cappy tutta la trama si srotolerà, facendo capire tutti i
risvolti…ciao e alla prossima!
SHUN:
X la questione uova dovrai attendere ancora un cappy…ovvero
l’ultimo…eh gia…ti tengo sulle spine fino all’ultimo…eheh sorry…per il resto
grazie!
ILA:
Grazie infinite! Non sai quanto mi faccia
piacere leggere i commenti dei my “fans“…bhe comunque che dire…hai
ragione…anche io penso che l’Ash del cartone si sarebbe comportato così…si sa…è
impulsivo, soprattutto quando si tratta delle persone a cui tiene
maggiormente…in questo cappy mi sono divertita troppo a scrivere di Brock…la
sua “mania” delle donne mi ha fatto morire dal ridere…nonostante l’abbia
scritta io!!! Anche nel cartone lo adoro x questo!ciao
KOWALSKI:
Ok…mi hai fatto mooooolta paura e ti ho accontentata…ho
sudato 9 camicie x scrivere 1 cappy lungo…pensando: “La Kowa mi uccide…la Kowa mi uccide!!!” eheh scherzo! Sono felice che hai deciso di seguire
anche questa my ficcy oltre alla my adorata “UN FRAMMENTO DI ANIMA”…sono
commossa…sigh sigh…grazie infinite…vi ci voglio bene…vaaaa
bhe ora vado a vedere se aggiornare l’altra oppure no!!!ohohoh (crudele)