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Autore: kogarashi    31/05/2007    4 recensioni
Cassidy...che legame può avere una bambina con il campione di pokèmon Ash? e che cosa sta nascondendo con tanta paura e gelosia da non riuscire nemmeno a capire se i suoi sentimenti sono di odio o di affetto?
Genere: Triste, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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***ALLE PORTE DEL PARADISO***

***ALLE PORTE DEL PARADISO***

 

Cap. 15

 

 

 

 

 

Da quanto tempo l’amava così tanto?

 

Ash si stupì di aver formulato un pensiero così profondo, si era finalmente reso conto di ciò che provava, dopo anni in cui si era così intestardito sui pokèmon da perdere di vista ciò che realmente voleva: Misty.

 

“Andiamo! Non c’è tempo da perdere!” disse chiamando gli altri e facendogli cenno di seguirlo.

 

“Ehi aspetta! Hai un piano?” gli chiese Jessie, conoscendo gia la risposta prima di sentirla uscire dalla bocca del ragazzo.

 

“No, ma non sarà certo il me stesso del futuro a fermarmi!”

 

Jessie lo guardò stupita quando il ragazzo si voltò per guardarla negli occhi. I suoi occhi erano diversi dal solito, una strana luce li avvolgeva, una fiamma che ardeva piena di convinzione per ciò che si apprestava a fare.

 

Jessie tornò in se e annuì compiaciuta, portandosi le mani sui fianchi ed ergendosi in tutto il suo orgoglio.

 

“Bene moccioso! Io sono con te!”

 

James, Meowth e il resto del gruppo guardarono la ragazza esterrefatti, vedere Jessie dare ragione ad Ash, anzi, appoggiarlo nelle sue idee era troppo per loro.

 

“Quindi dovremmo allearci con loro Jessie?” chiese Meowth, sperando con tutto se stesso che la risposta della ragazza fosse negativa.

 

Jessie squadrò il pokèmon gatto e disse: “Ovviamente, voglio che ci siano tutti quando cattureremo Pikachu, e visto che alla squadra manca una spettatrice, ce la andiamo a riprendere!”

 

La ragazza si girò verso Ash che gli sorrise con gratitudine.

 

“Andiamo! Vi faccio strada!” disse Kenji, motivato dalle parole degli altri e mettendosi in cammino davanti a tutti.

 

“Non preoccuparti Misty, sto venendo a prenderti” disse Ash con un sussurro.

 

 

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“Bene, manca poco, tra meno di 45 minuti il portale per l’altra dimensione si aprirà, e finalmente tutto tornerà come prima” disse l’Ash del futuro avvicinandosi a Misty, che dormiva ancora e facendole una piccola carezza sulla guancia.

 

“Non temere, dimenticherai in fretta ciò che è successo, ricominceremo da zero”

 

“Sicuro di volerlo fare davvero? Che ne sarà della “vera” Misty?” chiese una donna con le braccia conserte apparendo dal buio, era molto bella, con un fisico slanciato, anche se celava il viso nell’oscurità.

 

L’Ash del futuro non la degnò neanche di uno sguardo.

 

“Non sono affari che ti riguardano”

 

“Non riesco a capire perché ti sei così intestardito a portarla nel futuro, così non farai altro che cambiare radicalmente il nostro mondo!”

 

“M’interessa solo di lei, il resto è superfluo!”

 

“E i tuoi figli? Kenji e Cassidy che fine faranno se porti via la loro futura madre?” chiese una nuova voce, ed un uomo alto apparve al fianco della donna.

 

L’Ash del futuro lo guardò serio, dopodiché sbuffò divertito e continuò a fare i preparativi per l’imminente partenza.

 

“Cosa credi che me ne importi di loro? Kenji sa cavarsela da solo, mentre Cassidy…bhe quella ragazzina mi odia, quindi è inutile per me, come tutti gli altri”

 

L’uomo batté violentemente un pugno contro il muro.

 

“Non immischiare nella vostra faida famigliare anche gli altri! Tieni lontano da questo mia figlia, Ash!”

 

“E’ lei che si sta immischiando troppo…se non la punirai a dovere dovrò farlo io stesso”

 

Lo sguardo che si posò sull’uomo fu glaciale, incurante dei sentimenti altrui e insensibile a tutto, quasi malvagio mentre sul suo viso si delineava un ghigno beffardo.

 

 

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“Quanto manca ancora?” chiese Vera stremata dalla veloce camminata e dallo sforzo non indifferente delle gambe, visto che gran parte della strada si estendeva in salita.

 

“Siamo all’incirca a metà strada” le rispose Cassidy con il fiatone.

 

Era preoccupata, e al tempo stesso provava un senso di serenità, i rapporti che aveva instaurato con il resto del gruppo l’avevano cambiata, rendendola più forte e sicura di se, per questo si sentiva pronta ad aiutare gli altri ad affrontare suo padre, per salvare sua madre, l’unica persona a cui realmente, lei e Kenji tenevano profondamente.

 

“Ho uno strano presentimento” disse d’un tratto Chris fermandosi di colpo.

 

“Che intendi dire?” le chiese Mega affiancandosi all’amica.

 

“Non lo so, è come se arrivando alla villa oltre all’Ash del futuro dovessimo trovare anche qualcos’altro…di peggiore” rispose la ragazza portandosi le mani sul petto e sentendo i battiti accelerati del suo cuore.

 

“Non preoccuparti, sarà solo la tensione” disse tranquillo Gary.

 

“Lo spero…” disse senza convinzione la ragazza.

 

 

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Misty aprì piano gli occhi, chiedendosi per quanto avesse dormito. Si alzò a fatica, trovandosi di fronte ad una stanza vuota e molto impolverata.

 

“Ma dove sono?”

 

Si alzò, e si dovette appoggiare al muro, si sentiva ancora intontita ed ebbe paura di cadere a terra.

 

“Devo…trovare Ash e gli altri…devo andarmene di qui”

 

Si avviò verso la porta, e aprendola si ritrovò di fronte ad un lungo corridoio, con una decina di porte su entrambi i lati.

 

“E adesso da che parte vado?”

 

“Stai cercando l’uscita?” chiese una voce alle sue spalle, Misty si girò di scatto, ritrovandosi di fronte alla donna che poco tempo prima aveva parlato con l’Ash del futuro.

 

“E tu chi sei?”

 

“Ti ho fatto una domanda, stai cercando l’uscita?”

 

Misty si trattenne dal prenderla a schiaffi, aveva un modo di fare davvero troppo sofisticato per lei, ma capendo la gravità della situazione si limitò a soffocare un “Si”.

 

“Molto bene, seguimi allora” disse la donna incamminandosi per il corridoio deserto.

 

Misty fu indecisa se fidarsi o no, ma alla fin fine decise di darle una possibilità, per quanto non si fidasse della donna, era pur sempre l’unica sua speranza per ritrovare gli altri.

 

“Posso sapere perché mi stai aiutando?”

 

La donna non le rispose subito, come se volesse monitorare le parole prima di esprimerle.

 

“Diciamo che sono un’amica che non vuole vedere rovinato ciò che ha creato” disse e poi si fermò.

 

“Se dovesse succederti qualcosa non solo il presente, ma anche il futuro avrà delle conseguenze terrificanti”

 

“Cosa stai dicendo?” chiese Misty avanzando verso di lei confusa.

 

“Questa è la porta che ti condurrà all’uscita, seguila fino in fondo, ti ritroverai di fronte ad una porta bianca, aprila e corri il più velocemente possibile, lui non ci metterà tanto a scoprire che sei fuggita” disse la donna indicando una porta chiusa.

 

Misty si avviò titubante verso la porta, afferrando la maniglia e constatando con sollievo che era aperta, si voltò verso la donna e la ringraziò, dopodiché si richiuse la porta alle spalle.

 

 

*

 

Corse velocemente attraverso la stanza, arrivando quasi subito alla porta bianca che la donna le aveva indicato, la aprì con cautela, scoprendo con estremo orrore che era chiusa, si guardò intorno alla ricerca di qualcosa per aprirla, e i suoi occhi indugiarono su una spranga di ferro. La prese e la mise tra gli stipiti della porta, facendo forza per scardinarla, con grande sforzo riuscì ad aprirla, facendola sbattere a terra.

 

Mise la testa fuori dalla porta per controllare che nessuno l’avesse vista o sentita e quando scoprì con immenso sollievo che la via era libera si mise a correre come mai aveva fatto verso il sentiero che si infiltrava dalla villa fino al lago.

 

“Ti prego, ti prego fa che non mi scopra!”

 

Corse a perdifiato per qualche centinaio di metri, dopodiché fu scagliata a terra da qualcosa che le aveva afferrato la caviglia.

 

Un pokèmon abbastanza grosso, simile ad un dinosauro verde con un fiore non ancora sbocciato intorno al collo l’aveva afferrata con le liane per la caviglia.

 

“Bayleef!”

 

“Bay!” disse il pokèmon adirato.

 

“Ti prego lasciami! Devo andare da Ash, ti prego!”

 

Il pokèmon però la tirò a se con le liane, ignorando le sue parole, Misty cercò un qualche appiglio ma senza risultato. Decise allora di voltarsi per togliersi le liane, ma Bayleef strinse più forte la presa, facendola gridare per il dolore.

 

“Qualcuno mi aiuti…Ash…”

 

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“Ma che succede li?” chiese Max indicando le due ombre che lottavano tra di loro.

 

“Non lo so, ma è meglio se ci nascondiamo!” disse Tracey.

 

Nessuno di loro osò avvicinarsi, ignorando il fatto che le due ombre non erano altro che Bayleef e Misty.

 

A malincuore la ragazza prese un sasso e lo scagliò contro il muso del pokèmon che lasciò andare la presa per il male, Misty si alzò, ricadendo a terra e tenendosi la caviglia.

 

“Accidenti, è riuscito a mettermela fuori uso!”

 

Prese coraggio e si alzò aggrappandosi al tronco di un albero, solo allora gli altri la videro.

 

“Misty!!!” gridò Ash uscendo dal nascondiglio in cui lui e gli altri si erano messi e correndo dalla ragazza che si guardò intorno spaventata.

 

“Mamma!!!” gridarono Kenji e Cassidy ignorando il fatto che quasi nessuno si era ancora abituato a sentirgli dire così.

 

Ash sbucò davanti a Misty facendole prendere un colpo e abbracciandola senza darle il tempo di connettere le due cose.

 

“Ti ho ritrovata…”

 

“Ash” disse lei arrossendo visibilmente.

 

Lui si staccò e le guardò la caviglia.

 

“Come stai? Riesci a camminare?”

 

Misty si ricordò improvvisamente di Bayleef e si guardò indietro.

 

“Ash, c’è Bayleef, devi fare qualcosa!”

 

Il ragazzo guardò alle spalle dell’amica, ma il pokèmon era gia tornato indietro.

 

“Misty, dobbiamo sbrigarci, avanti sali!”

 

Ash si mise in ginocchio facendo segno a Misty di salirgli sulle spalle.

 

“Ma sei impazzito! Non ci penso neanche!”

 

“Non fare storie e sali!” gridò lui.

 

“No!”

 

“Non fare la bambina!”

 

“Senti chi parla!

 

LA VOLETE PIANTARE DI LITIGARE IN UN MOMENTO SIMILE???” la voce di Brock tuonò talmente forte da zittire i due ragazzi ed il resto del gruppo in meno di un secondo.

 

“Brock…”

 

Il ragazzo si avvicinò a loro e prese in braccio Misty mettendosela sulle spalle.

 

“Ma Brock…”

 

“Zitta, sei ferita e dobbiamo portarti via da qui, non preoccuparti, sei così magra che non sento nemmeno di averti sulle spalle.

 

La ragazza sorrise dolcemente ringraziando l’amico.

 

 

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“Dov’è Misty?” tuonò l’Ash del futuro tornando nella stanza e scoprendola vuota.

 

“Sono stata io, a quest’ora se ha avuto fortuna si sarà gia ricongiunta agli altri” disse la donna con un sorriso freddo.

 

“Tu! Come hai osato disobbedire agli ordini!”

 

“Non voglio che tu le faccia del male! Piantala di pensare solo a te stesso!”

 

L’Ash del futuro prese la donna sbattendola contro il muro con una tale ferocia che le mozzò il respiro nei polmoni.

 

“Ash cosa…”

 

“Non ti permettere più d’intrometterti nelle mie questioni, non permetterti più di allontanarmi ancora da Misty!” sibilò lui

 

“Smettila di colpevolizzarti…”

 

L’Ash del futuro la lasciò andare percorrendo il lungo corridoio, con la rabbia che stava per esplodere da un momento all’altro, uscì nel giardino con tanta ferocia da sferzare l’aria.

 

“PIKACHU!!!”

 

Il piccolo topo elettrico corse dal padrone non appena sentì il richiamo.

 

“Trova Misty e riportamela!”

 

Il pokèmon annuì correndo via.

 

“Non permetterò che accada di nuovo!”

 

 

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“Misty stai bene?” chiese Tracey vedendo la ragazza pallida ed esausta.

 

“Non lo so…mi sento strana…deve essere stato a causa di quello che mi ha dato…”

 

“Di che parli?” chiese allarmata Mega.

 

“Quando mi sono svegliata stavo male…e l’Ash del futuro mi ha detto che era per qualcosa che mi aveva dato…non riuscivo a muovermi…e mi sono addormentata”

 

Brock guardò Mega che stava pensando a cosa avesse potuto causare un effetto collaterale simile in Misty.

 

“Sei sicura di non ricordarti?” chiese Vera.

 

Misty scosse la testa, appoggiandola stancamente sulla schiena di Brock.

 

Improvvisamente sentirono alle loro spalle il rumore di un fulmine e voltandosi scoprirono Pikachu con un aria molto seria e arrabbiata che li guardava.

 

“E’ il Pikachu di papà! Ci ha trovato!”

 

“Pikachu! Dimmi cosa avete fatto a Misty! Sta malissimo!”

 

Il pokèmon sorrise.

 

“Pika, pikachu, pika, piiiika pi chu!!

 

Tutti guardarono Ash, l’unico in grado di capire il linguaggio del pokèmon.

 

“Credo che abbia detto che se vogliamo delle risposte e l’antidoto dobbiamo andare alla villa”

 

Cassidy strinse i pugni e si avviò verso Pikachu.

 

“E sia” disse guardando il pokèmon “Ma che sia chiaro, se succede qualcosa alla mamma ne pagherete le conseguenze”

 

Stranamente il Pikachu abbassò le orecchie tristemente e per un attimo Cassidy pensò che si sentisse in colpa per gli avvenimenti, ma scacciò via quel pensiero.

 

Il gruppo si avviò alla villa, con Misty che ormai si era addormentata e faticava a respirare bene, a volte dava qualche colpo di tosse che faceva preoccupare ulteriormente i suoi amici che affrettavano sempre di più il passo.

 

Arrivarono alla villa circa mezz’ora più tardi, e videro sulla villa un terrificante vortice violaceo che saliva verso il cielo.

 

“Non è possibile! E’ il portale del tempo!” gridò Franny.

 

“Che?” chiese Tracey.

 

“Il portale del tempo! Ecco come ha fatto a giungere qui! E’ riuscito ad aprirlo!”

 

Cassidy impallidì, improvvisamente la follia del padre le fu chiara.

 

“Papà vuole portare la Misty di questo tempo nel futuro!”

 

“Stai scherzando?” disse Jay guardando Cassidy come se avesse detto che Ash era alto 2 metri.

 

“Ha ragione…” disse la voce dell’uomo che prima stava parlando con l’Ash del futuro.

 

“E tu chi…?” disse James ma non riuscì a finire la frase perché Franny parlò sopra di lui.

 

“PAPA’!” disse correndo dall’uomo e abbracciandolo.

 

“Papà???” dissero tutti sorpresi.

 

“Si! Lui è mio padre!”

 

“Mi sembra di averlo gia visto da qualche parte…” disse Jessie guardandolo attentamente, poi i suoi occhi s’illuminarono.

 

“Somiglia al moccioso più grande!”

 

“Eh?” disse Brock guardando la ragazza e poi l’uomo.

 

L’uomo rise stancamente.

 

“Franny, sei proprio una piccola peste lo sai?” disse facendo una carezza sulla testa alla figlia, poi guardò il gruppo e disse:

 

“Jessie ha ragione, sono il Brock che esisterà tra circa 20 anni”

 

Un silenzio sconvolgente cadde sul gruppo.

 

“Quindi, tu saresti il nostro Brock???” chiese Ash ricevendo un si con la testa in risposta.

 

Tutti si voltarono verso il Brock del presente, che però sembrava entusiasta della cosa, i suoi occhi brillavano e tremava come se fosse sul punto di scoppiare a urlare.

 

“Quindi…io sono te…sono…il padre di Franny…”

 

Il Brock del futuro lo guardò confuso.

 

“E Franny…è la cugina di Cassidy…che a sua volta è la figlia di Misty”

 

Improvvisamente a tutti fu chiaro dove volesse andare a parare Brock.

 

“Oh no!” disse Max dandosi una pacca sulla fronte esasperato mentre gli occhi di Brock diventavano maniacali. Si avvicinò quasi saltellando al suo “alter ego” e facendo mosse non tanto virili gli chiese:

 

“Con quale delle splendide sorelle di Misty mi sono sposato??? Insomma, Franny ha i capelli rosa come Lily, ma ha il carattere di Daisy e gli occhi di Violet…no! Ho capito! Non ci credo!!! Sono sposato con tutte e tre!!! Finalmente si sono rese conto di amarmi pazzamente!!!Oh mie dee, oh mie…”

 

Misty si svegliò e lo zittì all’istante con un colpo preciso in testa che lo fece tornare in se.

 

“Chi ti dice che invece non sia stato uno dei tuoi fratelli ad essersi messo con una delle sorelle di Misty?” gli chiese Max.

 

“NOOOOOOO!!!!!” gridò Brock con le lacrime che uscivano a fiotti mentre Max lo trascinava .

 

“Ero davvero un invasato da giovane!” disse sconvolto e scioccato il Brock del futuro.

 

“Insomma adesso basta!!! Dobbiamo andare a trovare una cura per Misty!!!” disse spazientito Ash.

 

“Hai ragione! Seguitemi!” disse il Brock del futuro facendo strada.

 

 

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“Ma quanto ci mette Pikachu a ritrovare Misty?” disse l’Ash del futuro spazientito camminando avanti e indietro.

 

Si fermò per controllare che il portale continuasse a rimanere aperto, non poteva perdere l’unica occasione per riuscire ad esaudire il suo folle desiderio.

 

“Ash, sono arrivati” disse la donna comparendo dal nulla al suo fianco.

 

“Molto bene, andiamo!”

 

 

************************************************************************************************

 

 

“Come sta la ragazza?” chiese il Brock del futuro voltandosi verso il Brock del presente.

 

“Non lo so, mi sembra così debole”

 

Il Brock del futuro sospirò.

 

“Ash è diventato davvero incontenibile, da quando è successo quel fatto è completamente cambiato, non è più lui”

 

“Di che parli?” gli chiese Gary.

 

Franny guardò suo padre, che aveva assunto un’espressione triste e al tempo stesso preoccupata.

 

“Papà…”

 

“Vedete, molto tempo fa, quando ancora Kenji e Cassidy erano poco più che bambini successe una tragedia”

 

Cassidy si fermò di colpo sentendo quelle parole.

 

“NO! Non farlo ti prego!”

 

L’uomo la guardò tristemente.

 

“Cassidy, prima o poi dovrai accettare la cosa, non puoi continuare a fuggire”

 

“No! Non voglio! Non voglio ricordare!” disse istericamente premendosi con forza le mani sulle orecchie, così forte che iniziò a tremare e Kenji fu costretto a correre da lei per obbligarla a smettere.

 

“Se gli raccontiamo tutto, magari il futuro cambierà, anche se questo non riporterà indietro Misty”

 

“No!!!” gridò Cassidy scoppiando a piangere e cadendo a terra in ginocchio raggomitolandosi su se stessa.

 

“Cassidy…”

 

“No! No!”

 

 

*

 

 

I ricordi iniziarono ad affollare la mente di Cassidy che cercò in ogni modo di cacciarli via, ma senza risultato…

 

“Mamma, sai che giorno è oggi?” chiese una bambina con i degli splendidi capelli rosa legati a dei graziosi bon bon.

 

“Certo, oggi è il compleanno della mia piccola Cassidy!” rispose una donna di schiena, la sua voce sembrava triste, ma allo stesso tempo serena.

 

“Pensi che Kenji e papà torneranno per festeggiare?”

 

“Mmmmh, non lo so piccola, si stanno allenando molto duramente sai?”

 

La bambina assunse uno sguardo triste, ma scrollò la testa illuminandosi.

 

“Anche io da grande voglio viaggiare con il papà! E con te e con Kenji!”

 

“Vuoi diventare un’allenatrice di pokèmon allora?”

 

“Si! E quando lo diventerò ti aiuterò con la palestra mammina!”

 

La donna rise, con la sua dolcissima risata argentina che mise di buon umore la bambina che corse ad abbracciare la madre che ricambiò teneramente la dimostrazione di affetto della figlia.

 

“Cassidy! Cassidy che hai?” urlò Chris prendendo l’amica per le spalle e scrollandola con forza, ma senza risultato.

 

Un altro ricordo sepolto riapparve nella memoria della ragazza.

 

“Mamma! Non riesco più a trovare Togepi” disse la bambina, sembrava che fossero passati alcuni anni dal precedente ricordo.

 

La donna si voltò verso di lei e la prese per mano.

 

“Andiamo a cercarlo”

 

Uscirono in strada e si guardarono intorno, fecero alcuni passi, quando la bambina indicò qualcosa in mezzo alla strada.

 

“Guarda mamma!!! E’ li!”

 

Incurante del fatto che il piccolo pokèmon si trovasse in mezzo alla strada, la bambina corse da lui, prendendolo in braccio e ridendo felice. Non si accorse però della macchina che procedeva a tutta velocità.

 

“CASSIDY ATTENTA!!!” gridò la donna.

 

Fu un attimo, la bambina si voltò giusto in tempo per vedere la macchina andarle addosso, chiuse gli occhi, aspettando il colpo, che però non arrivò, qualcuno o qualcosa la spinse con violenza sul ciglio della strada.

 

Aprì gli occhi ritrovandosi sul marciapiede, era ferita, anche se leggermente, le sterpaglie che si trovavano vicino a dov’era caduta avevano attutito il colpo, alzò lo sguardo in cerca della madre, ed improvvisamente la vide, stesa a terra davanti alla macchina.

 

“MAMMA!!!” gridò correndo dalla donna riversa sull’asfalto.

 

Si inginocchiò vicino a lei, scuotendola lentamente, mentre l’uomo che guidava la vettura stava armeggiando con il cellulare pallido in volto.

 

“Mamma! Mamma!” sentì qualcosa di freddo ed umido sulle mani, se le portò davanti agli occhi soffocando un grido di terrore, era sangue.

 

 

*

 

 

Le luci dell’ospedale e la puzza di farmaci, fu questo che vide quando riprese i sensi.

 

“Come sta?” chiese un uomo insieme ad un bambino poco più grande di lei.

 

“La bambina ha solo una piccola contusione alla testa, sua moglie invece…”

 

Cassidy non riuscì a sentire cosa avesse aggiunto il medico, le doleva la testa e aveva la nausea.

 

L’uomo entrò nella stanza, seguito dal bambino.

 

“Come stai piccola?” le chiese.

 

“Papà…scusa, volevo prendere Togepi e non mi sono accorta della macchina…dov’è la mamma?”

 

L’uomo non rispose, si limitò a fare un cenno al bambino che si sedette sopra al letto ed incominciò a parlare con lei.

 

Il medico tornò poco dopo, dicendo che la donna aveva desiderio di vedere lei.

 

Il padre strinse i pugni, accompagnando la figlia nella stanza affianco, dove era stata ricoverata la madre.

 

La bambina entrò nella stanza da sola, e si avvicinò al letto della madre, notando che era attaccata ad una macchina che faceva degli strani rumori.

 

“Ciao Cassidy…” disse la donna aprendo gli occhi con estrema fatica.

 

“Come stai mamma? Scusa per prima…io…”

 

“Ssssh…non ha importanza, ciò che conta è che tu stia bene”

 

“Cos’è quella macchina?” chiese la bambina indicando la strana macchina che aveva notato entrando.

 

“Questa? La vedi la linea verde? Quelli sono i battiti del mio cuore”

 

La bambina la guardò preoccupata.

 

“Stai bene, vero mamma?”

 

La donna le sorrise dolcemente e le prese la mano facendola appoggiare al suo petto per poterla abbracciare.

 

“Cassidy…ti voglio bene, ricordalo sempre…ovunque andrai, qualunque cosa farai, io sarò con te, sempre”

 

Cassidy sentì i singhiozzi della madre e alzò il viso, vedendo le lacrime solcarle il volto.

 

“Mamma, perché stai piangendo?”

 

La donna l’abbracciò più forte.

 

“Non dimenticarlo, ti prego…non perdere la tua gioia di vivere…vivi anche per me…”

 

L’abbraccio su Cassidy si affievolì e la macchina iniziò a fischiare, facendo male alle orecchie di Cassidy che si alzò chiamando la madre e scuotendola sempre più forte.

 

“Mamma! Mamma!”

 

Nessuna risposta, i medici entrarono correndo nella stanza, allontanando la bambina con forza, mentre lei continuava a chiamare la madre, piangendo, mentre la madre sembrava dormire felicemente, con un piccolo sorriso sulle labbra.

 

Pochi giorni dopo la morte della madre Cassidy venne dimessa e portata a casa delle zie, quando scese dalla macchina si avvicinò al padre per salutarlo, ma lui per tutta risposta l’allontanò con rabbia sussurrandole una frase che frantumò il suo piccolo e gia provato cuore.

 

“L’hai uccisa…”

 

 

*

 

“Cassidy! Insomma Cassidy vuoi rispondere?” disse Chris ormai esasperata.

 

La ragazzina tornò in se e guardò l’amica, improvvisamente ricordò tutto, e i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre abbracciava l’amica sussurrando disperata: “L’ho uccisa…”

 

 

CONTINUA…

Vov! Mi meraviglio di me stessa! Questo cappy è stralungo!!! Bhe per forza…deve pur finire questa storia…e così finalmente il passato di Cassidy è venuto a galla…in questo cappy odio l’Ash del futuro…e mi sono ritrovata ad avere il magone x aver “ucciso” Misty sigh sigh…il prossimo cappy sarà l’ultimo…purtroppo…eeeeh che dire…mi ci sono affezionata a questa ficcy…si si…gli ci voglio tanto bene…

 

 

FEDINA:

Spero che tu non ci sia rimasta troppo male…in realtà all’inizio Misty non doveva morire…ma purtroppo…bhe…la storia ha iniziato a procedere senza di me…e mi sono ritrovata a scrivere cose che nella trama originaria non si toccavano minimamente…o meglio…doveva succede qualcosa…ma non di così grave…bhe…spero che non mi ucciderai…x il resto dei misteri nel prossimo cappy tutta la trama si srotolerà, facendo capire tutti i risvolti…ciao e alla prossima!

 

 

SHUN:

X la questione uova dovrai attendere ancora un cappy…ovvero l’ultimo…eh gia…ti tengo sulle spine fino all’ultimo…eheh sorry…per il resto grazie!

 

 

ILA:

Grazie infinite! Non sai quanto mi faccia piacere leggere i commenti dei my “fans“…bhe comunque che dire…hai ragione…anche io penso che l’Ash del cartone si sarebbe comportato così…si sa…è impulsivo, soprattutto quando si tratta delle persone a cui tiene maggiormente…in questo cappy mi sono divertita troppo a scrivere di Brock…la sua “mania” delle donne mi ha fatto morire dal ridere…nonostante l’abbia scritta io!!! Anche nel cartone lo adoro x questo!ciao

 

KOWALSKI:

Ok…mi hai fatto mooooolta paura e ti ho accontentata…ho sudato 9 camicie x scrivere 1 cappy lungo…pensando: “La Kowa mi uccide…la Kowa mi uccide!!!” eheh scherzo! Sono felice che hai deciso di seguire anche questa my ficcy oltre alla my adorata “UN FRAMMENTO DI ANIMA”…sono commossa…sigh sigh…grazie infinite…vi ci voglio bene…vaaaa bhe ora vado a vedere se aggiornare l’altra oppure no!!!ohohoh (crudele)

 

 

  
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