Ormai i giorni si alternavano lenti,
avevo perso il conto di quanto tempo fosse passato dall’inizio di
questa stupida guerra.
La pioggia cadeva incessante a momenti
alterni con il sole battente, trasformando la trincea in un cazzo di
fossato con il fondo pieno di un miscuglio di fango, sangue e sudore.
Di fianco a me Hitch, Hammer, Leather e
Hipo giocavano a carte sotto un poncho alla luce di una vecchia
lampada.
“Hitch! Figlio di un cane!” esclamò
Hipo.
“La prossima volta col cazzo che ti
ricucio il culo!”
“Guarda e piangi, infermierino mio “
sghignazzò Hitch gettando le carte sul tavolo “ho vinto ancora!”
disse allungando la mano sul mucchietto di monete sulla cassa usata
come tavolo.
“Credo che tu sia troppo fortunato
oggi” rise Hammer.
“Aspetta a dirlo fratellino” lo
interruppe Leather.
“Molla i soldi!” disse mostrando le
carte.
Risi fra me e me: un cecchino, due
fratelli ed un medico che riuscivano a ridere e scherzare in quella
merda!
Tirai fuori la fiasca dalla bisaccia
assieme a sei bicchieri.
“Signori!” dissi “alla fortuna
persa di Hitch e a quella ritrovata da Leather.” Insieme bevemmo
quel whiskey che ormai mi accompagnava da mesi (e di cui mi facevo
rifornire periodicamente).
“La pausa è finita gente! Hitch,
torna in postazione” dissi indicando la torre della casa diroccata
“Visone notturna e contatto radio ogni 10 minuti, Leather e Hammer
alla buca 7, Hipo dagli una mano per le munizioni, Hound?” dissi
girandomi verso la seconda trincea dietro la nostra “ Hound! Razza
di cagnaccio!” borbottai mentre mi arrampicavo per raggiungerlo.
“ Hound!” urlai accovacciandomi sul
bordo della trincea.
“Cosa? Cosa diavolo succede??”
esclamò scattando in piedi.
“Buongiorno pazzo di un mortaista! Ha
fatto in tempo a smetter di piovere prima che ti svegliassi! “
scherzai guardando il cielo ( effettivamente aveva smesso di piovere)
“ ora che tutto è bello asciutto raccatta il mortaio e quella
specie di aiutante e mettiti sulla collinetta a nord “
“ Riririri… “ si fermò un attimo
appoggiando la testa fra le mani “Ricevuto! “ disse infine in
tono deciso.
Con un salto tornai nella trincea
davanti e dissi ad Hipo di tornare da me una volta fatto.
Detto questo tutta la squadra prese
congedo lasciandomi solo con il fucile e le mie sigarette.
“E cosi ci incontriamo ancora…
nicotina…” dissi fissando le sigarette e scoppiai a ridere senza
apparente motivo. “Sto impazzendo…” sospirai.
Ormai era quasi l’alba e le nuvole
erano sparite del tutto, quando radio, l’addetto alle comunicazioni
a lungo raggio, mi raggiunse saltando nella trincea.
“Capitano, una richiesta di aiuto
dalla White Rabbit “ disse
“Mettimi in contatto con loro”
dissi gettando via la sigaretta e prendendo il microfono.
“Qui unità Jubberwock, White Rabbit,
mi ricevete?” dissi nel ricevitore.
“Ti ricevo Jubberwock, attualmente
siamo nella merda completa, siete pregati di richiamare più tardi”
ricevetti come risposta.
“Ahah! “ risi sarcastico “
divertente Tatsuo! Comunicate la vostra posizione “
“Siamo a… merda investilo Bench!
Dicevo siamo a circa… 2 km da voi, abbiamo tutta una cazzo di muta
di quei cosi che ci insegue! “
“Una muta? Al massimo una mandria…
oppure un divisione visto l’ambito…”
“Simpatico John, sai? “ replicò
Tatsuo “ arriviamo! Scaldate la brace, chiudo!”
Diedi le cuffie al marconista che
subito tornò nelle retrovie, e presi la trasmittente.
“Allora cari e i miei pazzoidi… la
White Rabbit sta arrivando. Hitch, Hound, fuoco appena lo ordino,
Hammer e Leather, appena sono a tiro fuoco di soppressione, Hipo, tu
occupati dei feriti.”
Detto questo tirai fuori le sigarette e
me ne accesi una, poi presi il fucile e mi misi in posizione.
Il silenzio era talmente pesante che
saturava le orecchie… passò quanto? 5 minuti? 5 secondi? 5 ore?
Cazzo, era impossibile contare il tempo: a giudicare dalle sigarette
direi però che erano passati 8 minuti, quando un mezzo da trasporto
Alpha apparve in lontananza.
PCV ALPHA: rapido e agile mezzo da trasporto usato per le
ricognizioni, non possiede armamenti a bordo se non quelli dei 20
passeggeri che può trasportare.
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Però era strano: sulla parte
posteriore aveva diversi pezzi di lamiera che solitamente non
montava.
Hitch segnalò il contatto con la White
Rabbit e subito dopo con quello che pareva una enorme nuvola di
polvere che seguiva il mezzo, a meno di 50 metri dalla prima trincea
gli strani pezzi di metallo sull’Alpha si staccarono, ed esso prese
velocità.
Raggiunta la prima trincea la superò
passandoci sopra e si fermò in mezzo al campo, e ne scesero una
quindicina di persone
“Tatsuo!” gridai “La brace è
pronta, hai portato la carne?”
“Certo!” rispose l’uomo, un tipo
piuttosto robusto armato di un mitragliatore a barre rotanti “Circa
40 bei pezzi di maiale! E la birra?” urlò.
“Te lo dico dopo” risposi “ora ci
conviene marinare la carne! Hipo i feriti, compagnia Jubberwock…
fuoco su quei bastardi!” gli uomini ringhiarono e il mortaio iniziò
a tuonare quando Hitch, Leather e Hammer cominciarono a fare fuoco.
“Bench vai” disse Tatsuo, e le
lamiere sganciate in precedenza dall’Alpha esplosero uccidendo quei
cosi tanto sfortunati da trovarsi nel raggio dell’esplosione.
I nemici rimanenti ripresero la carica,
mentre la White Rabbit saltava nella trincea con me ed iniziava a
fare fuoco sull’orda in arrivo, tranne Tatsuo che rimase in piedi
dietro di me ed iniziò a fare fuoco con la sua gatling.
Ogni altro suono della battaglia fu
coperto da quella specie di tuono incrociato con il ringhio di un
orso incazzato.
Tatsuo continuava a sparare con un
ringhio stampato in volto quando ad un certo punto il rombo cessò.
“Merda!” esclamò “Inceppata!”
Ormai decimati gli attaccanti si
ricompattarono e attaccarono stranamente corpo a corpo
“Mano alle baionette!” urlai
estraendo la lama a motosega.
“All’assaltooooooooo!!” Io e
altri 5 saltammo fuori dalla trincee attaccando quei cosi tagliando
braccia e teste.
“Kurs! “ urlò qualcuno.
KURS: soldati pesanti armati di mazze ferrate, mitragliatrici o
mannaie ATTENZIONE!
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Un soldato della White venne colpito
alla testa da una di quelle mazze ferrate e cadde a terra col cranio
spaccato: lo stesso Kurs perse la testa, per colpa di Hitch
probabilmente.
Altri due Kurs avanzavano con delle
mazze, ma protetti da degli scudi.
“Get down!” urlò una voce alle mie
spalle, senza pensarci mi gettai a terra e senti un forte calore:
girandomi vidi un tizio con un sigaro in bocca armato di
lanciafiamme.
I due Kurs, nonostante lo scudo, si
ritrovarono in fiamme, ma uno di loro con un ultimo gesto lanciò
verso di me la mazza ferrata e tutto fu buio.
Alcuni dicono che vedono la propria
vita scorrergli davanti, io vedevo solo buio, un fottuto buio.
Poi un tuono ruppe quella solitudine,
ed aprii gli occhi, o per lo meno ci provai… ma l’occhio destro
pareva cieco.
Tatsuo era tornato a sparare, io
rotolai a pancia in giù e mi misi in ginocchio, a quanto pare ero
finito vicino alla carcassa di un di uno di quei cosi, un ringhio e
dei versi soffocati si levarono alle mie spalle, mi misi a sedere e
vidi due Kurs che arrancavano per la salita, a tastoni raggiunsi la
pistola e la puntai verso uno di loro e sparai uno due cinque colpi
che lo fecero cadere e rotolare giù dalla salita, ma quando la
puntai verso l’altro la pistola emise un click a vuoto, disperato
gettai via la pistola e cercai la mia baionetta nella miscela di
sangue e fango.
Quando le mie dita non si strinsero
attorno ad un’ impugnatura, senza pensarci estrassi l’oggetto e
corsi contro il Kurs reggendolo con entrambe le mani.
Il Kurs era probabilmente stordito,
perché quando la lama lo raggiunse gli staccò di netto la testa
senza che avesse il tempo di reagire.
Sfinito caddi a terra, con le mani
tremanti e respirando affannosamente, mentre il mondo si schiariva:
alla fine mi accorsi che stringevo una di quelle mannaie rosse come
il sangue, perciò cavai uno straccio dal giubbotto tattico e lucidai
la lama fino a specchiarmici.
Il mio occhio!
Non avevo più l’occhio destro! Con uno scatto d’ira mi alzai e
raggiunsi il colosso a terra ancora vivo, alzai la mannaia e gli
tagliai la gola, poi raccolsi anche la sua lama con il fodero tornai
a dove mi ero risvegliato, presi dalla tasca le sigarette, ne tirai
fuori una, me la misi in bocca e mentre sentivo delle urla di
vittoria con le mani ancora tremanti me la accesi.
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