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11. The Loss Of Perception.[1]
Volpe: Se tu vuoi un amico,
addomesticami!
Piccolo Principe: Che bisogna fare?
Volpe:
Bisogna essere molto pazienti. In principio, tu ti sederai un po’
lontano da me, così, nell’erba.
Io ti guarderò con la coda
dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di
malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino.
Poi il giorno dopo ancora più vicino .. finché mi potrai
toccare ..
Saremo diventati amici, non avremo più paura uno
dell’altro … saremo felici di stare insieme ..
[...]
Piccolo Principe: E quando non ci
potremo più vedere? Quando me ne dovrò andare?
Volpe:
Ah, piangerò!
Piccolo Principe: Ma io non vorrei farti del
male!
Volpe: È vero, ma è inevitabile.
Piccolo
Principe: Ma allora che ci guadagni?
Volpe: Ci guadagno
il colore del grano.
[Il Piccolo
Principe – Antoine de Saint-Exupery]
Sono le nove e mezzo che si spalanca la porta, stavolta Dan sorride
delle abitudini di quel tornado in miniatura, che probabilmente non
cambieranno mai – Dì
quello che hai da dire. Sono ancora arrabbiata con te. Non hai idea
quanto.
Dan smette
di fissare l'orologio, non avendo più ragione di farlo, e la scruta
con attenzione: l'abbigliamento, la pettinatura, un piccolo tic
nervoso, ogni piccolo particolare che possa rivelargli con che
intenzioni la sua ospite abbia accettato l'invito. Ma niente. Blair è
una sfinge, quando vuole esserlo. – Quello che ho da dire? Tecnicamente ho detto di
doverti mostrare una cosa. Come sempre sei in ritardo, ma dovremmo essere ancora
in tempo...parleremo lì.
– Lì dove? – chiede Blair, sospettosa: – Humphrey, lì dove?
***
– Non mi piacciono le
sorprese e non mi piace non poter vedere dove mi stai portando.
Humphrey sono seria: giuro che se non mi togli subito questa benda mi
metto ad urlare! Dan! Se questo è un tentativo di
riappacificazione, non stai partendo bene, credimi! [2]
– Vuoi stare
zitta un attimo? Dammi la mano, che ti aiuto a salire le
scale...
– Ma certo! Ora mi è chiaro...vuoi uccidermi! Chi sei?
Qualche adepto di una setta di svitati fanatici dei maya, che
ha deciso di ritardare la fine del mondo a suon di sacrifici umani?
–
Prima di tutto – osserva il ragazzo – in generale i sacrifici
prevedono l'offerta di una vergine, quindi credo che tu possa
considerarti tranquillamente fuori pericolo, vero Waldorf? – Dan ha
l'impressione di percepire un'occhiata astiosa anche attraverso la
benda – Secondo, hai frequentato Chuck per anni, e hai paura di
me? ...E poi quelli erano gli aztechi, non i maya...la
pratica si chiama ciclo di 52 anni...
– Ovvio che uno
come te non è mentalmente programmato per fare una cosa del genere –
il ragazzo si chiede perché debba dirlo in modo da farlo sembrare
quasi un insulto – Ma il fatto che tu sia a conoscenza di queste
informazioni non è comunque tranquillizzante...
Dan alza gli
occhi al cielo – Beh, ti tranquillizzerai tra poco...
Blair sente aprirsi una
porta davanti a sé, il ragazzo la conduce in quella che le sembra una
stanza luminosa, una volta che il ragazzo si è allontanato per aprire una finestra. Lei dice –
Ti ho già accennato al fatto che Serena sa che sono qui con te,
vero?
Poi sente i suoi passi
sempre più vicini, è alle sue spalle. Le passa una mano sulla
guancia, e lei sente scivolare via la tensione. Piega il collo
all'indietro aspettando un bacio, un prosieguo. Ma guarda tu,
forse è veramente un pervertito... –
si dice con soddisfazione. Mentre quello, con impercettibile disappunto
di lei, le sfila delicatamente la benda. Certo, la delusione della
ragazza dura poco, quando capisce dove si trova.
–
Dan, come...
– Ho chiesto in giro. A quanto pare stanno vendendo
questa casa per debiti [3], ho detto di essere interessato all'acquisto e
ho chiesto se fosse possibile avere un appuntamento per visionare la
casa senza agente...non possiamo rimanerci molto, ma sarà
sufficiente a farti capire – a mostrarti – quello che devo
dirti...Tu delle volte non ascolti, quindi ho pensato di cambiare tattica, e fartelo vedere...
Blair
si guarda intorno, estasiata – No...non è possibile. Nessuna
intenzione di sembrarti ingrata, ma non lascerebbero mai la chiave di
questo posto a un signor nessuno...
Dan sorride – Per questo mi sono spacciato per il tuo consulente edilizio.
La ragazza spalanca la bocca, facendo finta di essere arrabbiata.
Raggiunge lo
stesso davanzale dove Audrey Hepburn suonava distrattamente con un
turbante in testa, vi si siede come aveva fatto l'attrice e chiede –
Pensi che possa reggere il confronto?
– domanda titubante, con un'incertezza ed una solennità che causano al ragazzo un sorriso involontario.
Blair pensa che ci sia qualcosa di nuovo nel
suo sorriso.
Qualsiasi cosa sia quel nuovo, Dan glielo attacca non appena si fa spazio accantio a lei: – Il mio
discorso è semplice – dice – tu mi piaci. E se non
sai dove
cercare la tua felicità, perché non qui con me? Dici che
ognuno ha bisogno di sperimentare il suo lieto fine perché ci
sono
finali così diversi
tra loro, ma tu non fai che rivivere sempre lo stesso. Metti alla
prova qualcosa di diverso, metti alla prova noi.
–
Dan – risponde titubante la ragazza – tutto questo è
molto dolce, ma...sai che solo il tempo potrà convincermi della
stabilità dei miei sentimenti.
– Fortuna che ne abbiamo, allora.
Lei inarca il sopracciglio, espira forte: –
Solo poche ore fa, pensavo che sarei partita per una vacanza di
meditazione. E che l'oggetto della meditazione sarebbe stato come far
diventare la tua vita un inferno vivente. E so che sarebbe stata
un'impresa difficile perfino per me, considerando le tue condizioni
standard di vita. Il fatto è... sebbene non avessi nessun
diritto di farmi sentire in colpa per i miei ragionevoli propositi, con
i tuoi discorsi da ruffiano...questa...rimane la cosa più bella
che
qualcuno abbia mai fatto per me. E mai, mai, mai all'inizio di questa giornata avrei sospettato che ti avrei baciato, giuro.
– Ma tu non mi hai baciato, Waldorf. – la punzecchia
lui, mentre la brunetta gli regge il gioco, speranzosa: – No?
– No, io l'ho fatto.
L'espressione della ragazza lascia posto a un sospiro di sollievo, e un risolino.–
Santi numi o qualsiasi cosa abbia preso il loro posto in questo momento, credevo
che non sarebbe mai successo! Hai idea di quanto poco basti ad una
donna per sentirsi una ninfomane-maniaca-indesiderata?
– Oh, ma tu non sei una ninfomane, per mia sfortuna, e di certo non sei indesiderata.
Si avvicina a realizzare l'annunciato proposito, ma quella, pur
mantenendo la vicinanza, protesta vivacemente: – Non hai detto
che non sono una maniaca!
Lui si stringe nelle spalle: – Non volevo rischiare di rovinare il
momento mentendoti... –
Acida, mette fine alle sue insinuazioni – Humphrey, stai temporeggiando e il momento sta passando.
Dan avverte un'ondata di
vento dilaniare le sue narici del suo profumo e un istantaneo bisogno
di avere la sua pelle tra le dita e le sue labbra sulle proprie.
E improvvisamente il momento si congela, il tempo si blocca, e nessuno dei due sa per quanto.
Lei pensa a Mont Matre, a Dionyseau, le gondole di Venezia, i camini
accesi e... alla benda, che dev'essere ancora lì da qualche parte.
Lui pensa a Blair Waldorf: era sempre stato il meno contorto della coppia, anche quando non erano una coppia.
Lei sta già scannerizzando mentalmente quale gusto di lucidalabbra si accosti meglio al sapore delle sue labbra. Con la menta e un leggero retrogusto di caffé, ci sta bene il cioccolato.
Non
andartene così lontano con il pensiero, niente è
cambiato: un bacio non risolverà i vostri problemi! E, per
inciso, il problema non è il suo quartiere o qualsiasi mezzo
serva per raggiungerlo.
– Pensi che finiremo con il cercare di
plagiarci a vicenda?
– Sì, nella peggiore delle ipotesi.
Oppure, finiremmo con l'addomesticarci
a vicenda...
– Che differenza c'è?
– Non hai letto il
Piccolo Principe? Che infanzia hai avuto?! Ora si spiegano
molte...okay. Quando il piccolo principe lo chiede alla volpe, quella
risponde che addomesticare
vuol dire creare legami.
Finché non ci si addomestica non si è che estranei: per la volpe il
ragazzino è uno tra i tanti, non ha bisogno di lui...e viceversa. Ma
una volta addomesticati avrebbero
avuto bisogno l'uno dell'altra...tu sarai per me unico al
mondo, io sarò per te unica al mondo.
Dice la volpe.
Solitamente la ragazza odia il suo tono saccente e le sue spiegazioni
pazienti, come se avesse a che fare con una bambina delle elementari. I
tratti del viso si irrigidiscono, irritate, ma la curiosità, il
bisogno, di sapere come vada a finire prevale: – E il piccolo
principe cosa risponde?
– Che
comincia a capire...dal momento che sul suo pianeta c'è una rosa che
deve averlo addomesticato.
Per un attimo, le passa per la
testa Chuck. La sua rosa,
ma è solo un istante. Per quanto breve fosse, ha reso
malinconici i suoi pensieri: – Ho un aereo tra qualche ora.
Ha bisogno di riflettere, da sola, e la certezza che lui l'abbia capito dallo sguardo rammaricato del ragazzo. Dan
annuisce mordendosi teso il labbro inferiore. Almeno ci aveva
provato.
Tanto valeva essere onesti e dire tutto in quel momento, pensa Blair: – Sai qual è la cosa che mi fa più paura?
– Le vendette trasverali di Chuck?
La ragazza scuote la testa.
– Poter perdere l'amicizia di Serena?
Di nuovo, fa cenno di no, anche se con meno convinzione.
– Passare le tue giornate a Brooklyn? Non lo so, mi arrendo.
Blair ce l'ha sulla punta della lingua, ma non riesce a dirlo. Poi
toglie il tappo, ed esce fuori tutto d'un botto:– Ho sempre avuto
una sottospecie di cotta indesiderata per te. E tu non l'hai mai capito.
Il ragazzo la guarda in totale confusione, facendola pentire
all'istante della rivelazione. Lo stava spaventando, ne era certa.
Promise a sé stessa che non avrebbe più parlato in vita
sua.
Eppure,
mia cara, se c'è una cosa che dovresti aver imparato è
che tutto va bene finché hai in mano tu le redini. Dì
qualcosa, dì qualcosa. Tu o lui, qualcuno dica qualcosa.
Sbatte le ciglia e il
ragazzo riconosce il segnale che sta per dire qualcosa di sgradevole,
così dice la prima cosa che gli passa per la testa: –
Da...da quando ci siamo presentati?
– No – sbuffa lei – da quando hai iniziato a
parlarmi, anche se
lo facevi solo quando sembravo particolarmente a pezzi. Per quanto
provassi a farti sparire, iniziavi a parlarmi, e non la smettevi
più, e non avevi paura che, parlando anche di te, potessi usare
quelle informazioni contro di te in futuro, tu parlavi e dicevi un
sacco di stupidaggini a macchinetta,
finché, assolutamente per caso, non ti usciva fuori una frase
meno insensata delle altre, e quella mi faceva stare meglio.
Blair non sentiva che stesse facendo questo gran bel lavoro nel cercare di non esporsi ulteriormente.
– Beh
– sospira lui, ancora stranito, - a mia discolpa, posso assicurarti che non l'aveva capito nessuno.
– Tu non mi guardavi neanche.
– Oh.
– Già. Lo facevi per Serena.
– Questo non è vero.
– Allora cos'è vero?
...
– Beh, parla no?
...
– Humphrey?
...
– La vuoi piantare?
...
– La smetti di fissarmi?
Dan inclina la testa come a dire prima ti dà fastidio che non ti guardi, ora che ti guardi....
–
Cercavo di recuperare gli arretrati, ma mi sono accorto che non riesco
veramente a smettere. Credo di essere ipnotizzato, anche se non so bene
se dal rossetto che si intona perfettamente al colore delle tue
guance, – dice sfiorandole – dai tuoi boccoli che sanno così di buono anche a questa distanza...o...
– O? – lo incalza lei.
– O – ridacchia quello, cambiando improvvisamente tono –
quella stupida collana che ti porti sempre dietro ogni volta che
usciamo insieme. Voglio conoscere la sua storia, perché non
esiste che Blair Waldorf indossi uno scempio del genere senza un motivo
più che valido.
– Bene – scherza lei, e non esita a colpirgli il braccio con poca clemenza – e se te ne rendi conto perfino tu....
– Seriamente, – sussurra lui dolce, rigirando il ciondolo tra le dita e prendendole la mano – raccontami quella storia, voglio conoscere tutte le storie che mi aiutino a conoscere te.
–
Un giorno, un giorno te la racconterò. Ma, per la cronaca, tu mi
conosci già, Daniel Humphrey, non importa quello che hai detto
in passato.
Uhm – sospira – ed eccocci qui, continuando a rimandare e inconcludenti come al solito.
– Vuoi una ragione per chiedermi un vero appuntamento, al mio ritorno?
Il ragazzo se ne risente: – Stai ancora sprecando il tuo tempo a rinnegare l'acquario, per caso?
Gli
prende la mano e lo conduce nella camera da letto – Hai visto per
caso dov'è finita la benda? – civetta ad un millimetro dal
suo viso,
mentre lo spinge delicatamente dentro. Lui le tocca i capelli. Chiude
a fatica la porta, più un gesto d'istinto che una reale
necessità, mentre lei gli sta sfilando la maglietta cercando
di non perdere il contatto tra i loro occhi, se non per pochi
istanti.
***
Vorreste
sapere come sapere come è andata, vero? Quello che so, è
che dopo aver fatto l'amore, lei ha poggiato la testa su di lui –
Sarebbe un lieto-fine perfetto – ha detto – se non fosse...
– ...se non fosse che è un inizio. – ha precisato lui.
Annuisce. – Odio doverlo dire –, prosegue il ragazzo, – ma dobbiamo andare.
Mentre la riaccompagna a casa, lei decide di esternare il suo dubbio – Dan?
– Sì, Blair?
– Il piccolo principe alla fine addomestica la volpe?
– Ehm, per un po'. Poi decide di tornare sul suo pianeta, dalla sua rosa.
– Oh. – dice la ragazza. – Humphrey, non è incoraggiante...
–
Non lo so, dipende. È romantica l'idea di arricchirsi anche da
quello che è destinato a finire...e poi... non deve andare per
forza così, lo sai.
– Che farai mentre sarò via?
–
Scriverò, sistemerò il loft, preparerò qualche
esame...magari potrei trovarmi qualche lavoretto, potrei fare un sacco
di cose, sai, un sacco di cose aiutano a non far capire a nessuno che
nel frattempo sto solo aspettando te – dice.
Come se il colore del grano – o sarebbe meglio dire del caffè – fosse già tra i suoi averi.
Blair scende dalla macchina, afferra una ciocca dei suoi capelli scuri, e la rigira tra le dita, prima di non voltarsi
indietro, con una consapevolezza in testa: non è tesa, non
è preoccupata...l'unica parola in grado di descrivere il suo
umore è fiduciosa.
*TBC
***
Angolo dell'autore (o così dicono):
Okay, questo potrebbe non essere
proprio il posto adatto, dal momento che, nel bene o nel male, la mia
storia non c'entra niente con la piega che ha preso il telefilm,
maaaa....
**** MOMENTO SPOILER 6a STAGIONE ****
Chi diavolo potrebbe ritenere di
buon gusto quello che sta succedendo tra i personaggi? Voglio dire, non
è nemmeno provocazione, è proprio...solo cattivo gusto.
Dan che si dovrebbe accontentare
della seconda scelta? Serena che dovrebbe accettare di essere la
seconda scelta? Blair che, okay, volete vendermi l'idea che non sia e
non sia mai stata presa da Dan, è plausibile (purtroppo) che la
ragazza rifiuti il ragazzo perfetto sulla carta perché non prova
niente, ma questo non giustifica la sua relazione con Chuck...Santo
Dio, donna, non è che dev'essere obbligatoriamente qualcuno tra
Chuck, Nate e Dan il tuo futuro marito, e a dirla tutta, non è
detto nemmeno che debba avere un (secondo) marito entro i venticinque.
"Grazie per non aver fatto sesso
con Serena." "È stato un piacere" Ora. Intendeva dire che il
calcio nelle palle tiratogli da Serena mentre provava a farsela
è stato piacevole? Perché è l'unico modo in cui
questa risposta possa essere vagamente sincera. (Senza contare che Dan
era con Serena ben prima che con Blair, che Blair stessa ha provato in
tutti i modi a farli tornare insieme e che, suppongo, se un ragazzo ti
chiede fino all'inverosimile se c'è qualcosa che non va tra di
voi e tu non fai che tranquillizzarlo solo per svignartela con il suo
ex trasformando in realtà la sua più grande paranoia, hai
ben poco da urlargli contro qualsiasi cosa lui abbia fatto dopo.)
E ancora Dan che butta merda
gratuitamente su Nate che, poveraccio, non ha fatto niente, e osanna
Chuck; Chuck con quell'atteggiamento da tutto-mi-è-dovuto che si
è misteriosamente convinto che dirigere una compagnia immensa
costruita da suo padre, a ventidue anni e senza nemmeno una laurea, sia
suo diritto sacrosanto. Blair che non voleva essere come sua madre, che
non voleva fare la designer, che ora punta spilli ogni due scene
comportandosi come se fosse sempre stato il sogno della sua vita.
Serena che due secondi prima voleva sposare Steven e quando Steven se
ne va fa spallucce e flirta con Dan. Cosa- diavolo - è?
L'unico
modo in cui i personaggi femminili sarebbero minimamente riscattabili,
a questo punto, è con un finale Blair e Serena che vanno via da
tutto e tutti, ma ovviamente non succederà. A questo punto mi
aspetto anche che usino i voti scritti da Dan per Louis (che,
tecnicamente, non sono mai stati mostrati al pubblico, che quindi
dovrebbe esserne ignaro) come quelli tra Dan e Serena, visto che il
personaggio in Inside di Serena è Sabrina e che Serena dice a
Dan "Eri l'amore della mia vita, credevo di essere il tuo anche io."
*** FINE MOMENTO SPOILER ***
1. La Perdita Della Percezione - titolo estrapolato da The Doors of Perception, ossia Le porte della Percezione, libro di Aldous Huxley.
2. No, non la sta portando da Chuck, niente paura. :)
3. È successo davvero, e
proprio nel 2010 (il primo anno di college di Dan e Blair, quando
è ambientata questa storia), mi pare...
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