8.
SHOPPING
«Questi!
Questi cuscini sono bellissimi! Che bel celeste!»
Matt
si appoggia al carrello, la corta matita dell'Ikea bloccata sopra il
broncio tra le narici ed il labbro, lo sguardo tra l'esasperato ed il
perplesso rivolto alla schiena del suo uomo.
«Ehm...
Tino?»
Il
finlandese prende in braccio quattro cuscini di media grandezza,
sollevandoli dalla grande cesta metallica. «Troppo
vistoso... oh, le righe sono carine... quadrati no... zig zag,
bleah?», confabula tra sé, non
dando segno di aver udito il richiamo.
Gli
si avvicina quasi timidamente, allora, il carrello affiancato alla
cesta. Afferra al volo un cuscino che gli viene lanciato e se lo
rigira tra le mani, inarcando le sopracciglia e prendendo una boccata
d'aria. «Tino, ascolta...»
«Sai
cosa? Candele. Non le ho scritte nella lista, ma ci servono
tantissime candele di ogni profumo mai prodotto. Amo la vaniglia.
Dici che le troviamo alla cannella? Spero non siano finite!»
Il
faccino tondo e serio conquista la sua visuale e il danese non può
fare a meno di trovarlo carino e dolcissimo quando è così
preso dalle compere. Non ha mai visto qualcuno applicarsi con tanto
entusiasmo a scegliere cose così banali. Non sono ancora
arrivati ai mobili, insomma, che importanza possono avere lenzuola ed
asciugamani? Figurarsi gli accessori.
Gli
sbatte il soffice cuscino da divano sopra la testa, lo colpisce un
paio di volte e glielo lascia lì in bilico, finché il
ragazzo non lo afferra e se lo tiene contro il petto.
«Candele
ovunque», sussurra, felice come un
bambino al reparto giocattoli.
«E
tutte queste candele a cosa servirebbero, a parte farmi starnutire?»,
si informa con interesse.
«Le
metterò ovunque, ma soprattutto dentro gli armadi. Uh, e nei
cassetti. Senza contare quanto siano romantiche tutte accese attorno
alla vasca da bagno mentre-» Si ferma
di botto come se avesse preso la scossa e si nasconde la faccia con
il cuscino, sbirciando oltre soltanto per verificare che nessuno lo
stesse ascoltando.
Matt
soffoca una risata e gli scompiglia i capelli.
«Tutto
quello che vuoi, Tino, ma quando hai detto che volevi uscire a fare
shopping credevo che ti avrei dovuto seguire mentre compravi vestiti
o scarpe. Non pensavo a questo tipo di shopping.»
Finlandia
lascia ricadere il cuscino dentro la cesta e ne prende uno che
incontra anche il favore dell'altro. Si scambiano un cenno d'intesa
quasi invisibile e Tino lo lancia nel carrello, quindi gli si mette
vicino dandogli un colpo d'anca e si dividono la sbarra blu.
Prendono
a camminare insieme e a spingere avanti le rotelline, gomito a
gomito. La sua espressione è serena e piena di buonumore.
«Voglio che la nostra casa sia
perfetta e che rispecchi il mio ed il tuo gusto. A casa mia è
tutto mio, a casa tua è tutto tuo, per questo dovremmo
comprare diverse cose nuove e metterne un po' qui e un po' lì,
per quando ci spostiamo da un'abitazione all'altra. Voglio che tutto
sia nostro e che sia scelto... insieme.»
Matt
annuisce sorpreso, ripetendosi per la millesima volta che quell'uomo
è davvero troppo dolce e forse non se lo merita, ma ha scelto
lui e non può che ritenersi immensamente fortunato.
Gli
cerca la mano e gliela stringe da sopra la sbarra, catturando la sua
attenzione.
Sei
sempre stato così meraviglioso?
Lo
vede diventare piacevolmente rosa attorno agli zigomi, segno che lo
sta fissando in quel modo troppo intenso che gli rimprovera sempre,
ma apprezza che non dica niente e che la sua mano resti nella
propria, fregandosene se le altre persone li notano. Non hanno niente
da nascondere.
«Non
è una cosa stupida, vero?», gli
chiede cautamente.
Danimarca
gli prende la mano e la bacia, tenero come sempre.
«Assolutamente
no, Tino.»
Riflette
un momento spaziando con lo sguardo tra i faretti appesi al soffitto,
poi torna a guardarlo con un sorriso convinto. «Andiamo
a comprare anche le tazze. Ognuno sceglie quelle che userà
l'altro... ci stai?»
Tino
annuisce con entusiasmo e riprende a guardare la corsia del negozio,
raggiante.
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