Tyrion/Shae, 124
parole. Prompt: lime o angst.
Era
solo una puttana.
Le sue lunghe ciglia e i
suoi occhi da cerbiatta erano addestrati a incantare gli uomini;
aveva imparato come usare la lingua su i loro petti prima ancora di
sapere quando tenerla a freno; le sue mani affusolate si erano
strette a centinaia di colli, le sue dita avevano sfiorato ogni viso
dei Sette Regni...
È solo una puttana,
si ripeteva testardo Tyrion mentre si perdeva nel suo calore. Le
lunghe gambe di Shae si attorcigliavano al suo corpo deforme, le sue
labbra scivolavano sulla pelle, i suoi gemiti rochi sembravano
risalire dalle più oscure bolge infernali, e Tyrion...
È solo una puttana.
Mentiva
di rado, Tyrion, ma quando lo faceva, lo faceva con gran classe.
È solo una puttana.
Brienne/Jamie,
131 parole. Prompt: AU, ambientazione moderna.
Non l'aveva mai sentita
parlare prima che tutto crollasse.
Durante le lezioni sedeva
sempre in fondo all'aula, con le grosse spalle chine sui libri e i
capelli sciatti a coprire la faccia lentigginosa.
Era veramente brutta,
Brienne, e non era nemmeno particolarmente intelligente. Quando la
guardava, Jamie pensava sempre che la natura sapesse essere davvero
stronza.
Poi era crollato tutto.
Una rovinosa caduta in campo, i tendini fratturati e via, tutti i
grandi sogni di suo padre erano stati sbattuti insieme alla divisa da
football nel fondo di un cassetto. Pensava di averci rinchiuso dentro
pure i propri, di sogni, ma poi Brienne gli aveva offerto un
caffè
senza zucchero.
Non era compassione.
Era stato solo un caffè molto lungo.
Eddard e Jon, 150
parole. Prompt: battaglia perduta.
Ned li guardava spesso
addestrarsi l'uno con l'altro sotto lo sguardo attento di ser
Rodrick. Fra le loro mani, quelle spade non sembravano che
scintillanti giocattoli.
Gli occhi azzurri di Robb brillavano divertiti mentre si
passava una mano fra i capelli
rossi e gettava indietro il capo per ridere di ogni errore di Jon. E
l'altro, Jon, con quello sguardo grigio e fiero da lupo – da
Stark, per gli dèi –
incassava silenzioso ogni stoccata. Si rialzava con orgoglio,
impugnava di nuovo la spada e riprendeva le redini di quella
battaglia già perduta.
Robb
era sempre stato uno spadaccino più abile di Jon –
ma un tempo
anche Brandon Stark era stato più abile di Ned.
L'eccessiva
sicurezza di Robb lo fece inciampare. Jon fu lesto ad avvicinare la
punta della propria spada alla sua gola.
Un
sinistro presentimento corse improvvisamente lungo la schiena del
Lord di Grande Inverno.
Sansa/Joffrey, 175
parole, What-If.
Joffrey
gli era apparso nella sua interezza solo quando aveva cessato di
rappresentare i suoi sogni. Era un ragazzino debole, viziato,
inutile. Ed ora era
lì, ai suoi piedi, con il volto pallido e smunto, gli occhi
da
principe terrorizzati incatenati alla smorfia nauseata di Sansa.
«Ti
prego... c'è la legge...».
Aveva
perfino il muco al naso.
«Questo
è il Nord, Joffrey» esordì con fierezza
la giovane donna, mentre
Robb le porgeva con religioso silenzio l'ascia. «La legge del
Nord è
diversa dalla vostra. Ma tu questo non l'hai mai voluto
capire».
«Io
ti amo...».
Sansa
scoppiò in un'amara risata.
Gli
occhi degli uomini del Nord erano puntati su di lei – forte
era il
timore che Approdo del Re avesse reso folle la loro giovane
principessa, eppure nessuno osava fiatare.
L'ascia
si sollevò.
Si
era allenata a lungo, per quello. Aveva frantumato centinaia di
tronchi di legno.
«Colui
che emette la sentenza deve essere colui che la esegue».
Il
collo di Joffrey non mostrò nemmeno la metà della
resistenza degli
alberi del Nord.
Robert
Baratheon, 150 parole.
Il
viso scolpito nella fredda pietra di Grande Inverno non conservava
nemmeno un briciolo della bellezza di Lyanna. Quelle orbite vuote non
brillavano quanto i suoi occhi, non si mordicchiava il labbro
inferiore quando era imbarazzata, le sue gote non erano arrossate per
le lunghe cavalcate nella brughiera, i lunghi capelli scuri non era
sciolti al vento del Nord.
Eppure
Re Robert non riusciva a distogliere gli occhi da quella statua
–
dalla sola cosa che ancora conservasse i contorni della più
bella
fanciulla che avesse mai conosciuto.
Quando
aveva confessato a Ned di sognare la morte di Rhaegar ogni notte non
aveva mentito, ma aveva taciuto su ognuna delle preghiere che ad ogni
alba rivolgeva allo Sconosciuto.
Prenditi Cersei. Solo
per un mattino, solo per un istante, prendi lei e rendimi Lyanna.
Ma Cersei era sempre lì, e giorno dopo giorno Robert sentiva
il
ricordo di Lyanna farsi freddo quanto la pietra della sua tomba.
Jeyne
Poole, 155 parole.
Jeyne
si era sempre lasciata trascinare dalle ballate cavalleresche di
Sansa, ma non ne aveva mai del tutto condiviso il fanatismo. C'erano
occasioni in cui la sua migliore amica si convinceva davvero di
essere una di quelle meravigliose dame argentate, e il suo principe
non poteva essere che lì, davanti alle superbe porte del suo
castello.
A
Grande Inverno non c'erano principi, ma Sansa continuava a indossare
le pellicce nella finzione che fossero floreali vesti di seta.
A
Jeyne piaceva sentirla viaggiare su quelle fantasticherie, ma la
seguiva solo
quel tanto che bastava per sorridere in sua compagnia.
Solo storie.
Ad
Approdo del Re i principi e i cavalieri d'onore esistevano davvero; i
loro abiti erano sontuosi e raffinati, le acconciature eleganti, le
tavole imbandite dei cibi speziati delle città del Sud.
Storie vere.
«Tua
padre era un brav'uomo».
La
voce di Sansa risuonava ovattata quanto le grida che stava soffocando
nei cuscini.
Solo storie.
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