11.
WEARING KIGURUMIS
L'idea
gli viene mentre stanno guardando un episodio dei Moomin. A Tino
piacciono tantissimo ed è orgoglioso ogni volta che li segue
ed apprezza insieme a lui, nemmeno fossero opera delle sue stesse
mani.
Come
nazioni sono tutti molto attaccati alla cultura del paese che
rappresentano, perché anche se come esseri umani possono non
essere d'accordo su alcuni provvedimenti o leggi, ciò che
immediatamente li identifica, ora come nel passato, è
patrimonio di inestimabile valore.
Passa
il braccio attorno alle sue spalle e lo guarda ridacchiare, facendo i
soliti commenti su quanto siano tondi e carini i personaggi, su
quanto gli piacerebbe mordicchiare e stringere tra le mani quei
pancini morbidi e quelle orecchie appuntite. A Matt scappa da ridere
solo ad immaginare di fare una cosa del genere, specialmente col
Moomin che sembra la versione cartoon del suo fratellino svedese:
saranno gli occhiali?
Ci
mette diverse settimane di lavoro segreto, ore notturne rubate al
sonno e momenti in cui il finlandese è impegnato, per riuscire
a raccogliere il materiale e poi realizzare la sua idea.
Quando
osserva il lavoro finito, Matt non può fare a meno di esserne
soddisfatto e di pattarsi la spalla da solo, perché è
stato in grado di fare qualcosa che può rendere felice Tino
grazie ad un suo hobby. Cucire non è semplice, ma negli anni
si è perfezionato; da piccoli rammendi a creazioni di veri e
propri peluches (Lukas ormai è pieno dei suoi coniglietti
fatti a mano), è fiero di essersi lanciato in un'impresa come
quella e di avercela fatta, soddisfacendo le aspettative iniziali.
Il
problema ora è se Tino lo vorrà indossare.
Stende
il costume dentro un grande pacco, lo piega, richiude la scatola e lo
lascia lì sul letto, mettendosi a gambe incrociate sulla
poltrona nell'angolo. Lo chiama, nervoso, torcendosi un po' le dita
ed aspettando il suo arrivo con un'espressione tra il colpevole e
l'esaltato.
«Un
regalo? Perché?», sorride il
finlandese indicando la scatola colorata ed aprendola non appena
riceve un convinto cenno d'assenso dal compagno. «Q-questo
è... dove l'hai trovato?»,
esala, estraendo il costume e rigirandoselo tra le mani,
assolutamente incantato.
Matt
scatta in piedi e gli saltella vicino come un grillo iperattivo. «Ti
piace? Eh? Ti piace? L'ho fatto per... te.»
Si
perde un pochino sulla fine, perché Tino comincia
immediatamente ad infilare le gambe dentro la pelle bianca del Moomin
gigante, facendosi aiutare con i bottoncini che corrono dalla pancia
sin sotto il mento, bianchissimi per non essere troppo vistosi.
Quando
Tino è completamente racchiuso dentro il bozzolo, non può
fare a meno di trovarlo incredibilmente carino, così conciato,
mentre si tocca la pancia allo specchio e spunta con l'ovale del viso
dall'interno della grande testa d'ippopotamo.
«Matt,
è la cosa più bella e morbida del mondo! Ci posso
dormire dentro qualche volta?!»
Il
danese si avvicina e lo abbraccia da dietro, dondolandolo con il
mento posato sulla spalla. Fa un po' fatica a posizionarsi
correttamente, con quel costume ad intralciarlo, ma alla fine riesce
a guardarlo nello specchio e ad annuire con convinzione. «Te
l'ho cucito per farci quello che vuoi, Tino. Puoi metterlo anche
quando vuoi sedurmi», ammicca, pronto
a fare battute, spensierato grazie alla sua reazione piena di
entusiasmo.
Tino
ride e si gira goffamente nel suo abbraccio, gli getta le braccia al
collo e lo butta sopra al materasso con una panciata moominica.
«Grazie.
Davvero, è fantastico. Posso chiederti... un favore?»,
sussurra, appoggiandosi con la punta del naso al suo, mentre Matt
cerca di avvolgerlo tra le braccia e annaspa un po' nei tentativi.
«Tutto
quello che vuoi.»
Il
ragazzo gli mordicchia una guancia, facendogli qualche carezza ai
lati della testa.
«Fanne
uno anche per te e poi, quando fuori fa freddissimo, dormiamo
indossandoli. Non sarebbe dolcissimo?»
Matt
solleva il mento per farsi mordicchiare meglio, fissando il soffitto
con un sorrisino storto. «Hai davvero
dei fetish incredibili, Tino»,
commenta. «Ma sarebbe dolcissimo.»
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