16.
DURING THEIR MORNING RITUAL(S)
Si
avvicina al lavandino con gli occhi chiusi, le mani protese per non
incontrare qualcosa e finirci dolorosamente addosso. Conosce la casa
abbastanza bene, ma è diverso dall'essere nella propria, dove
ogni angolo è ben stampato nella mente e ci si può
muovere anche di notte senza accendere la luce.
È
la casa di Matt, quella, e sì, la conosce bene perché
ci passa tante notti abitualmente, ormai, però è sempre
meglio essere cauti.
La
mano gli finisce contro qualcosa di non proprio cedevole. Apre le
dita e comincia a palpare, seguendo una curva soda che sembra
familiare. Affonda meglio i polpastrelli, indeciso su quale mobile
potrebbe essere sia marmoreo che...
«Oh,
cominciamo bene. Buongiorno anche a te, Tino.»
Il
danese ridacchia e si volta a fissarlo da sopra la spalla,
sogghignante. Tino apre meglio gli occhi e si accorge di aver trovato
il suo fondoschiena, avvolto dal sottile strato di tessuto dei
pantaloncini da notte. Fatta la sua scoperta, lo palpa con maggior
intenzione, ben concentrato, ed in un secondo si ritrova premuto
contro il lavandino stretto in un abbraccio soffocante.
«Ti
sembra saggio provocarmi così, appena sveglio?»
Sorride
affondando nella sua spalla, lo stringe di rimando e gli fa
scricchiolare le vertebre della schiena, come sempre, perché
stringe con troppa forza. Matt lo lascia andare con un verso, ma gli
si porta subito alle spalle e si vendica pizzicandogli i fianchi, la
pancia sotto alla maglietta del pigiama ed i pettorali, percorrendo
la sua pelle con tutte le dita.
Tino
lo lascia fare, sorridendo in maniera svagata mentre si spruzza in
faccia una generosa quantità di acqua gelida. Lo sente premere
dietro di sé, nel chinarsi in avanti, e prevedibilmente
partire con una serie di battute sconce sulla posizione che ha
assunto, facendolo comunque soffocare sotto il getto del lavandino.
È
tutto normale come ogni mattina. L'abbraccio, le coccole delle sue
mani, i baci dietro il collo appena sotto l'attaccatura dei capelli.
Dopo
quel rituale si mettono finalmente fianco a fianco ed afferrano a
tempo lo spazzolino da denti, dosandosi il dentifricio a vicenda;
quando fanno così sembrano quelle coppie che brindano
incrociando le braccia e poi bevono dal calice dell'altro.
Si
spazzolano i denti, sputano insieme, si schizzano d'acqua
picchiandosi fianco contro fianco per guadagnarsi più spazio
nel lavandino. Potrebbero fare a turno, oppure potrebbero andare
ognuno in un bagno, dato che la casa di Matt ne conta due, uno per
piano. Ma non sarebbe lo stesso, perché ormai è un
rituale anche quello e nessuno dei due ne vorrebbe fare a meno.
Danimarca
è contento quando Finlandia resta a dormire tutta la notte. Il
suo sorriso diventa enorme e splendente quando apre la porta e trova
la nazione lì, sulla soglia, con una piccola borsa a tracolla
che contiene poche cose necessarie per fermarsi fuori casa. Ama
quelle sorprese, anche se sono diventate così frequenti che
non può dire più di non aspettarsele.
«Ti
ho liberato un'anta dell'armadio, Tino»,
mormora dopo un po' di riflessione, intento a passarsi le dita tra i
capelli, speculare alle azioni dell'altro. Si muovono in sincrono
come buffe scimmiette, nel tentativo di dare un senso alle rispettive
capigliature. (Cosa molto più complessa, per Matt.)
«Le
giornate sono migliori quando le inizio insieme a te e pensavo...
ecco... per non fare troppo avanti e indietro, non sarebbe meglio
se-»
Si
perde, guardandolo attraverso lo specchio, esitante.
Il
finlandese ha assunto un'espressione strana, ma si allunga in avanti,
appanna il vetro col fiato e ci disegna sopra un cuoricino come
risposta. Un cuore fatto bene, anche se il tratto è
leggermente tremante.
Il
rossore lo nasconde lavandosi di nuovo la faccia, frenetico, mentre
Matt fissa quelle linee curve sullo specchio e si chiede se sia mai
stato più felice.
Non
riesce a trovare un pensiero più bello di quello: iniziare
ogni giornata con lui, lavandosi i denti insieme e lottando per il
lavandino.
È
davvero possibile, Tino ha detto sì.
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