Belphegor diede un'occhiata
ammirata
alla sua opera e asserì con un cenno della testa che,
sì, era tutto
perfettamente pronto.
“Ushishishi~
Così dovrebbe andare
bene...”.
Ultimamente prendersi cura
del
marmocchio illusionista era diventato il suo passatempo per scacciare
la noia che lo pervadeva quotidianamente, e da una parte era
entusiasta di avere un animaletto -letteralmente, lo considerava
tale- per casa da poter torturare.
Quel pomeriggio non aveva
badato a
risparmiare le energie per poltrire comodamente sulla sua poltrona
preferita che, in mancanza di uno scranno regale, era diventata il
suo trono personale.
Il biondo assassino si era
impegnato
per tessere l'intricata e fitta rete di fili taglienti ed infimi che
solitamente usava per imprigionare le vittime ed immobilizzarle: se
era sua abitudine guardare l'angoscia ed il dolore impresso nelle
loro iridi, quel giorno si sarebbe goduto appieno l'appagante
sensazione di veder sfigurato di paura il volto di Fran.
Se c'era una cosa che
mandava in bestia
Prince the Ripper era proprio il fatto che qualcuno non provasse
terrore nei suoi confronti; con il novellino dei Varia si era
sbizzarrito ed era arrivato addirittura a vegliarlo la notte,
concentrando il suo istinto omicida per provocargli incubi.
In quell'occasione, la
mattina dopo
Fran si era svegliato tranquillamente affermando di aver sognato di
essere partecipe di un film dell'orrore alquanto scadente con
Belphegor come regista e, sempre allora, pure Squalo aveva temuto il
peggio per il talentuoso illusionista, mentre un premuroso Lussuria
tentava di dividere i due “figlioletti pestiferi”.
Quel giorno, invece, Bel
aveva piazzato
la sua ragnatela mortale sul pianerottolo appena sopra le scale
principali della magione, un palcoscenico in grande stile ed a dir
poco vistoso per un assassino dalle manie di egocentrismo. Era una
fortuna che i fili fossero assolutamente invisibili ad occhi
inesperti e nemmeno contro luce li si poteva scorgere scintillare
sinistramente assetati di carne e sangue umani.
“Bel-senpai, cosa
sta combinando?
Perché sta rimirando il nulla davanti all'ingresso
principale?”
esordì la voce della vittima alle sue spalle.
Il tono di voce flemmatico
e privo di
sfumature dell'illusionista sorprese l'assassino più geniale
dei
Varia, il quale fece scomparire il suo solito e smagliante sorriso.
“Nh?”
mugugnò il biondo, fingendo
di non capire a cosa alludesse.
“Sembra
più imbecille del solito,
senpai.” asserì pacato, rivolgendo un'occhiata
curiosa all'altro.
“Ushishishi~ E tu
sembri più
sfrontato del solito, rana! Perché diavolo non sei in camera
tua,
eh?”
Belphegor diede le spalle
alla sua
opera d'arte, cercando di coprirla agli occhi apparentemente
distratti del più giovane; forse sarebbe ancora riuscito a
farlo
cadere in trappola con qualche stupida scusa.
“Ci stavo
andando, ma forse non si
ricorda che è stato proprio lei a mandarmi in cucina a
lavare i
piatti.” sbottò scocciato: quello non era di certo
un lavoro
adatto ad un ufficiale dell'elité di assassini della
famiglia
Vongola.
Il genio dei Varia lo
guardò con
scetticismo, dubbioso se credere o meno alla sua storia.
“Non mi ricordo
di averti mai detto
una cosa simile.” ribadì il più grande,
portando le mani ai
fianchi e fissandolo con cattiveria, occhiata che non venne vista a
causa della lunga frangetta, ma che si poteva ben interpretare grazie
al sadico sorriso.
“Allora
è stupido.” sentenziò
Fran semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del
mondo, ma
l'offesa non venne recepita dal principe che stava già
meditando un
piano “b” per poter far cadere la vittima nel suo
inquietante
gioco scaccia noia.
Proprio in quel momento,
mentre
entrambi erano impegnati a guardare altrove ed a pensare ad un modo
per fregare l'altro, il Boss indiscusso dei Varia uscì dalla
sua
camera per scendere in cucina a fare il suo solito spuntino delle
cinque del pomeriggio -il che comprendeva un intero arrosto di
agnello innaffiato con una generosa quantità di vino-.
Xanxus, con la sua famosa
pigrizia e la
sua grazia pari ad un elefante zoppo, fece sbattere la porta della
sua stanza appena ne uscì, attirando l'attenzione di
Belphegor e
Fran ancora intenti a discutere al pianerottolo inferiore.
“Il suo
egocentrismo la porta a fare
delle cose troppo ovvie e vistose, Bel-senpai. L'irritabile Boss ha
fame e scenderà da quelle scale.”
“Tu, bastardo!
Muoviti a salire quei
gradini e ammazz...ehm...ad andare a riposare.” si corresse,
cambiando addirittura il tono di voce in uno zuccheroso quanto
ansioso sibilo.
Ormai, però, era
troppo tardi.
Un urlo iracondo ed
agghiacciante
squarciò l'aria nella magione dei Varia, seguito da un
ruggito
furibondo proveniente dal Boss.
“Chi di voi fecce
ha combinato questo
casino?!” tuonò rimanendo incastrato nelle prime
ragnatele,
proprio sui primi gradini dell'imperiosa scala.
Xanxus, incapace di
mantenere la calma,
perse il suo già scarso autocontrollo e sbottò
con varie
imprecazioni riguardo a “prendere a calci il culo di un
principe di
sua conoscenza”, il quale si trovava fortuitamente di fianco
alla
scalinata, nascosto dal corrimano in marmo.
Era impossibile per il Boss
non
distinguere le tecniche di omicidio dei suoi sottoposti, men che meno
quella del più geniale e pazzoide di tutti i Varia, e fu
lì che
Belphegor si rese conto che l'unica soluzione era nascondersi.
Almeno finché le cicatrici sul corpo di Xanxus non
tornassero alla
loro normale dimensione, dacché stavano aumentando
drasticamente a
causa della sua Ira.
“Fran, fa sparire
quei fili con le
tue illusioni. E' un ordine!” disse il biondo premurandosi di
abbassare la voce.
L'illusionista, d'altro
canto, fissò
con sguardo vacuo l'assassino, inclinando la testa con fare innocente
e svogliato, fingendo di non capire dove stesse il problema.
Il tempo stringeva. Xanxus
non avrebbe
impiegato molto a bruciare con le sue fiamme dell'attributo Cielo i
taglienti fili che lo tenevano prigioniero, in cui si stava
intricando sempre più a causa dell'impeto della rabbia che
lo
muoveva.
“Uhm?”
mugugnò come se il caso non
fosse suo e, in effetti, Fran non aveva alcuna colpa di ciò
che
stava succedendo, ma vedere il suo superiore in difficoltà
stava
risultando più divertente del previsto.
“Se non lo fai ti
ammazzo con le mie
mani...” aggiunse minaccioso Belphegor, puntandogli un
coltello
argentato alla gola.
“Come
farà ad uccidermi se il Boss
la manderà all'altro mondo prima, Bel-senpai?”
chiese atono,
parlando lentamente di proposito per incrementare l'ansia del Varia.
“Sono un principe
e non posso morire.
Male che vada resusciterò e ti ucciderò in
seguito.” affermò
sorridendo malignamente.
“Il suo discorso
non ha senso. Lei è
proprio un idiota!”
Un boato simile ad un
secondo ruggito
fece vibrare le finestre della maestosa villa. Xanxus doveva aver
finalmente liberato le fiamme ed incenerito la trappola mortale di
cui era caduto accidentalmente vittima.
“Mi correggo, lei
è un idiota
morto.” mormorò Fran alzando un
dito con fare saccente e
socchiudendo gli occhioni verde smeraldo.
Far sparire i fili era
ormai inutile,
però poteva sempre ricorrere ad uno stratagemma per
nascondere
Belphegor.
“Ma dato che non
voglio dover pulire
il vostro sangue per punizione, senpai, la salverò
io.” asserì
eroicamente, rimanendo impassibile ed imperscrutabile.
Fran sbatté le
palpebre e schioccò la
lingua in un suono irritante e rumoroso che sapeva da presa in giro,
e fece come gli era stato ordinato dal suo superiore.
Afferrò
Belphegor per la giacca di pelle firmata Varia e lo trascinò
all'interno della prima stanza vuota accessibile nel corridoio, il
tutto coperti da una nube di fumo color indaco che li rendeva
invisibili agli occhi già di per sé distratti di
Xanxus.
L'illusionista
coprì con una mano la
bocca del genio per evitare di fargli scappare un'inevitabile
risatina in degno stile del principe, ma il timore -per non dire
terrore- che il Boss li scoprisse aveva ammutolito Bel, il quale se
ne stava con la schiena piantata contro il muro della stanza
semi-buia e deserta.
“Bel-senpai, la
prego, faccia più
attenzione la prossima volta che tenta di uccidere qualcuno.”
lo
rimproverò con una punta di soddisfazione nella voce, la
quale venne
colta all'istante del più grande, irritandolo maggiormente.
“Ushishishi~
Detto dalla vittima
stessa sembra una barzelletta.” replicò
sadicamente divertito.
“Si ricordi che
le ho salvato il suo
principesco fondo-schiena, dovrebbe come minimo essermi grato a
vita.”
“Ushishishi~...”
il tono della
risata si abbassò drasticamente “...e che diavolo
vuoi, rana? Che
ti ringrazi e ti applauda?” mormorò stizzito,
sperando di poter
fuggire via da quella situazione il prima possibile.
“Ora che me lo fa
presente, senpai,
potrebbe anche ricompensarmi con qualcosa.”
Belphegor vi
rifletté mentre vide la
mano dell'illusionista scivolare rapida sul pomello della porta,
minacciandolo così di farlo scoprire.
“Cosa desideri?
Un bacio per
trasformarti in un essere degno della mia presenza, forse?”
buttò
lì con tono talmente sarcastico da non credere nemmeno in
tali
parole.
“L'ha detto lei,
Bel-senpai.”
rispose atono il più giovane, voltandosi quel tanto per
avere una
minima distanza dal volto spigoloso del Varia “...ed io che
volevo
mi prestasse per un giorno la sua coroncina.” concluse
apatico.
Belphegor, attonito per il
meschino
giochetto di furbizia in cui era caduto a causa dell'allievo, parve
riflettere seriamente sulla proposta del giovane illusionista,
portandosi entrambe le mani ai lati del viso spigoloso e dai tratti
crudeli. Quel rospo era riuscito ad incastrarlo senza aprire bocca...
Il sorriso smagliante era
stato
sostituito da una smorfia di indifferenza; arricciò il naso
con fare
pensieroso, mugugnando di tanto in tanto contemplando i pro ed i
contro delle due opzioni.
Fran attese paziente, non
aveva fretta
di uscire e dover spiegare al Boss lunatico ed al capitano capellone
come il colpevole fosse scomparso grazie ad un miracolo,
giacché ne
sarebbe andato di mezzo pure lui alla ramanzina e di certo non aveva
voglia di ascoltare le urla spacca-timpani del comandante Squalo.
Infine Belphegor decise.
Sorrise sghembo,
accompagnando i suoi
gesti con una risatina diabolica e raccapricciante, ma non
tirò
fuori una serie di coltelli come era solito fare in quelle occasioni,
semplicemente afferrò saldamente le spalle di Fran e lo
tirò verso
di sé, accostando le sue labbra a quelle del giovane.
Il cappello a forma di rana
cadde e
rotolò a pochi metri di distanza, poiché impediva
all'assassino dei
Varia di continuare le sue trattative.
Il guardiano della Nebbia,
dal canto
suo, non mutò l'espressione vaga che abitualmente manteneva,
ma
socchiuse gli occhioni verdi concentrandosi sulla sensazione umida e
calda della sottile bocca del suo superiore, il quale morse
debolmente il suo labbro inferiore facendogli intendere che il bacio
era definitivamente concluso.
“Ushishishi~
Ricordati sempre, Fran,
che io sono un principe e la mia corona non si tocca.”
soffiò il
biondo, prendendo il viso dell'allievo tra le mani e avvicinandolo al
suo ancora una volta, senza però toccarlo.
“Bel-senpai, ma
se lei è un principe
ed io sono il rospo...come mai non mi sono trasformato? Forse
è
perché lei è davvero un principe fasullo,
eh?” domandò un
apatico Fran, il quale non sembrava minimamente scosso dall'accaduto.
“Tu, maledetto
bastardo!” ringhiò
sdegnato, afferrando un coltello e notando solo in un secondo momento
la mancanza di un ingombrante particolare.
“Ushishishi~ Non
mi pare di averti
dato il permesso di toglierti il cappello, moccioso.”
affermò
stizzito.
“Se non si
ricorda è stato lei a
farlo cadere, senpai, ma era così preso dal baciarmi che non
ho
voluto interromperla.” rispose, ancora seduto accucciato
davanti le
ginocchia dell'altro.
Fran si riteneva
decisamente
soddisfatto, avrebbe lasciato dire qualunque cosa a Belphegor per
evitare l'imbarazzante argomento del bacio, ma il guardiano della
Nebbia era conscio che la coroncina se la sarebbe potuta fabbricare
con una mera illusione con un semplice schiocco di dita. Il
divertimento sarebbe stato assicurato poiché Prince the
Ripper non
avrebbe mai permesso che un altro membro dei Varia indossasse un
diadema come il suo e gli avrebbe dato la caccia per il resto della
giornata.
Una semplice apparizione e
tutto si
sarebbe risolto senza alcunché di imbarazzante, e Fran
scommetteva
che lo sapeva anche il suo diabolico e sanguinario senpai.
Angolo
dell'autrice
Chiedo umilmente scusa per
il ritardo
ç_ç
Ho avuto dei problemi,
tanti problemi
(?) e ovviamente io scrivo solo quando sono in fase di studio matto
pre-esame universitario, ma è del tutto normale.
Più o meno...
Bene, dunque, mi dispiace
per questo
capitolo che non è venuto comico come lo desideravo. Ha
piuttosto
preso una piega molto provocatoria, ma mai totalmente sentimentale
perché, quando si parla di Belphegor e Fran, è
inevitabile che ci
sia un'ombra di gag comica xD Se poi comprendiamo anche Xanxus il
gioco è fatto u.u
Perdono. Chiedo umilmente
perdono
ancora ç.ç
Ah, dimenticavo di ringraziare tutte le persone che
hanno aggiunto la fanfiction tra le seguite e le preferite. Siete
tanti e mi piacerebbe avere una vostra opinione in merito ai capitoli
finora pubblicati ^-^ Non mordo a morte nessuno, promesso
>-<
Alla prossima allora u.u E
chi sarà
mai l'ospite d'onore tra i Varia? A VOOOOOOIIIII l'ardua sentenza uwu
Vostra, Nena Hyuga <3