Considerazioni.
“Tu non mi parli. Ma io lo so.
Perché la mia magia è anche questa: saper leggere nel volto degli Esseri. Anche
se a volte non ne vado fiera”.
Aggiunse vedendo un velo rabbia che
si stendeva sul viso del suo interlocutore.
“Tu odi il buio. Perché lo vedi
come una maschera e non ti permette di vedere gli altri. Ma nel buio c’è molto
di più. Ci sono suoni che mai coglieresti di giorno. Una musica dolce che ti
riempie l’animo, accarezza le stelle...”.
Sorrise, ma scorgendo la smorfia
sul suo volto, la Creatura Alata tornò seria.
“Oh, Poeta Alato. Rinuncia alla tua
maschera e sii te stesso. Mostrati a me per quel che sei. Oppure portala e
soffri. Ma non rovinare le tue ali a quel modo. Tutto ciò è un crimine
orrendo.”
“Lo era già da prima. Tutto lo era,
e forse anche io. Ora ne ho preso coscienza. Mi sono alzato e mi sono adeguato
al mondo.”. Rispose lui.
“Questo lo leggevo già di
mio.”. Replicò lei.
Chinò un momento la testa per il
leggero imbarazzo, ma subito la rialzò e riprese.
“Ma le nostre ali sono uguali, e io
soffro moltissimo a vederti così perché so che anche le mie potrebbero
rovinarsi. Ma io non lo voglio. E neanche tu lo vuoi. Non soffrire per qualcosa
che non puoi controllare! Soffri invece perché non sai controllare te
stesso!!!”
L’espressione dura sul volto del
Poeta Alato si rabbuiò a quelle parole. Cadde in ginocchio e continuò a
guardare a terra in silenzio.
“Non tutto è ancora perduto. Apri
gli occhi Poeta Alato... ascoltami! E parlami! Non sono capace di aiutarti, ma
ricorda, le nostre ali sono uguali. Riprendi il potere, la forza che ti
apparteneva un tempo. Allora, se tenderai la mano verso di me, io la prenderò e
insieme decideremo cosa fare delle nostre ali: perderle o volare via con esse.”
Tutto tacque.
Poi la Creatura Alata rifletté tra
sè.
“Se solo sapessi cosa ho letto
nelle tue poesie. Tu esci, vai, torni, voli, come se nulla fosse accaduto. Ma
forse ora lo so che cosa ti tormenta, forse ho capito la causa della tua scelta
di colorare le tue bianche ali. Ma non comprendo le tue azioni, il tuo
comportamento così tanto diverso. Sono stata cieca a non accorgermene prima. O
forse l’ho sempre saputo e nel profondo di me speravo che tu reagissi, con la
forza che tanto amavo e stimavo in te. Ti ho preso a modello per tanti anni. E
siamo stati uniti in tante situazioni difficili. Infatti, solo con te mi
sentivo al sicuro. Se qualcuno era amico tuo, ero certa che poteva
esserlo anche per me.”
Sorrise richiamando alla mente qualcosa
tra se e sé.
“Perché tutt’ad un tratto sei
diventato come tutti gli altri?! Forse proprio come quelli che un tempo io e te
fuggivamo. Abbiamo le stesse ali e lo stesso destino. Perché a me non è
successo, allora? Perché io non ho permesso alle mie ali di macchiarsi? Se lui
si è perso... mi perderò anche io??”
Tutto tacque.
E tacquero anche i suoi pensieri.