Autore:
Suicidal_love - Edian
Titolo: Drunk
Paring:
Thorin/Bilbo
Note: Ciao!
Qui è Sui e Edian che parlano! La storia è stata
scritta a due mani ed è nata da una passeggiata in cui le
suddette bestie -noi- cianciavano di un possibile Bilbo ubriaco! La
one-shot è a sfondo comico e non ha nessuna pretesa, quindi
spero che leggiate con serenità e leggerezza ridendo un
poco! Un bacione!
DRUNK
Mio caro Frodo ... un
giorno mi hai chiesto se ti avevo raccontato tutto quanto c'era da
sapere sulle mie avventure, perché per quanto ti abbia
raccontato la verità magari non era tutta tutta! Sono
vecchio ormai Frodo, non sono lo stesso hobbit di una volta e credo che
per te sia ormai ora di sapere quello che realmente è
accaduto ...
La Contea. In essa vivevano gli hobbit, creature sedentarie e
pacifiche, ignare al mondo esterno. Uno hobbit rispettabile possedeva
un'accogliente casa e viveva la sua vita districandosi fra passeggiate,
erba pipa, buon cibo ed una birra alla locanda del Drago Verde.
Mai uno Hobbit riceveva visite inaspettate e per questo Bilbo quella
sera -dopo un pomeriggio del tutto fuori dall'ordinario- si sorprese
nel sentire il campanello di casa Baggins suonare.
Il mezz'uomo come di consueto si era già messo la vestaglia
ed aveva preparato una buona cena a base di patate ed un pesce cotto in
una piccola padella in rame e poi spruzzato di qualche spezia per
insaporirlo. La silenziosa casa era calda e l'aroma del pesce invadeva
la piccola cucina in cui si trovava lo Hobbit e fu allora, quando stava
per addentare la deliziosa cena che udì lo scampanellio che
annunciava la visita di qualcuno e Bilbo sarebbe stato anche contento
se non fosse stato che quella sera non aveva in programma nessuna
compagnia. Lo hobbit inarcò un sopracciglio e si
alzò tossicchiando un po' nervoso pensando che forse era
ancora Gandalf. Quel pomeriggio, difatti, lo stregone grigio -famoso
per i suoi fuochi d'artificio nella Contea- lo aveva invitato a far
parte di un'avventura, ma Bilbo gli aveva fatto capire subito la sua
posizione ritirando educatamente la posta e asserendo che le avventure
erano cose e brutte e fastidiose e soprattutto facevano far tardi a
cena! Lo stregone grigio quando si era chiuso in casa se n'era andato e
fino al calar del sole non aveva sentito più nulla ma quello
scampanellio era reale e Bilbo quando aprì la porta non
credette quasi ai suoi occhi. Davanti a lui, dritto e con il viso serio
vi stava non Gandalf ma un nano!
"Dwalin, al vostro servizio" disse questi continuando ad osservare lo
Hobbit che emise un verso strozzato prima di chiudersi la vestaglia
"a-h B" allungò la B "Bilbo Baggins ... a-al vostro" il nano
entrò dentro casa e Bilbo sgranò un attimo gli
occhi scostandosi dalla via di questo Dwalin "ci ci conosciamo?" chiese
incuriosito ed un attimo confuso da quella visita "no" rispose il nano
cianciando poi sul cibo e sul fatto che LUI -il mezz'uomo doveva ancora
capire chi diavolaccio era lui- avesse detto che ce n'era in
abbondanza; fu per questo che lo hobbit passò circa una
ventina di minuti ad osservare Dwalin mangiare la sua gustosa cena.
Bilbo, comunque, nel suo silenzio aveva già pensato ad un
bel discorsetto da fare al nano quando di nuovo il campanello
suonò. Entrambi alzarono gli occhi e il nano girò
il viso "sarebbe la porta" lo apostrofò facendo allargare le
pupille dello hobbit che si alzò dalla panca su cui era
seduto percorrendo il corridoio.
Ovviamente alla porta vi era un altro nano, e Bilbo ancora non si
capacitava di come all'improvviso casa sua fosse diventata tanto
famosa, neanche a dire che lui avesse mai ricevuto tante visite in una
giornata sola, al contrario era sempre stato uno Hobbit senza arte
né parte, anzi, era famoso per rintanarsi nella sua casa a
scrivere e a leggere, piuttosto che andare a bighellonare al torrente.
Ad ogni modo, il secondo nano si presentò con il nome di
Balin e senza batter ciglio – allo stesso modo del primo,
anche se sembrava un poco più cortese nei modi –
entrò nella sua abitazione come se vi fosse abituato da
tempo immemore e raggiunse quel tale Dwalin, iniziando a parlare di
faccende del tutto sconosciute al mezz'uomo, che cominciò ad
adirarsi.
Difatti, quasi perse l'abituale calma, cominciando a redarguire i due
nani, ancora in modo piuttosto cortese, anche se con tono leggermente
adirato, ma essi non lo ascoltavano, continuando a badare alle loro
faccende e a discutere del formaggio custodito in una dispensa non
loro. Bilbo si chiese se poteva esserci una soglia più alta
della maleducazione, quando alla porta bussarono di nuovo.
Inutile dire che nonostante le proteste e la crescente indignazione di
uno degli Hobbit più rispettabili di tutta la Contea, in
breve casa Baggins fu piena di nani, per la precisione di dodici nani e
uno stregone, uno stregone che evidentemente avrebbe dovuto spiegare
molte cose a Mastro Baggins, cominciando dal perché la sua
dispensa era stata svuotata e praticamente tirata a lucido da degli
sconosciuti che non erano neanche Hobbit, per l'amor del cielo!
Infatti, dopo aver scansato un piatto volante e un nano che decisamente
ingombrava il corridoio, il mezz'uomo stava proprio per andare a
reclamare quantomeno delle scuse, quando i piatti volanti cominciarono
a diventare un po' troppi e lui sgranò gli occhi.
“No, questo q-questo non va bene!” disse alzando
l'indice e marciando verso la sala, senza parlare a nessuno, prima di
riempire i polmoni d'aria e di cominciare a redarguire quegli incivili
e -sissignore – maleducati, che stavano rischiando di
sbeccare un servizio che era appartenuto alla sua famiglia da
più di duecento anni.
E non si limitavano mica soltanto ai piatti, tsk! Avevano cominciato a
sbattere insieme i coltelli! Fu lì che si udì
chiaramente la prostesta di Bilbo: “Così
spunterete le lame!” disse, deciso, ma quegli non gli diedero
retta. Come se si fossero messi d'accordo molto prima, cominciarono a
cantare una canzone per deridere le sue preoccupazioni, in casa sua e
dopo aver mangiato il suo cibo!
Era possibile una cosa del genere? I piatti volavano di mano in mano,
le posate seguivano percorsi alternati e solo a cercare di controllare
tutto, allo Hobbit veniva mal di testa, e quella canzone continuava,
come se casa sua fosse diventata una specie di osteria malfamata
– non che lui ne avesse mai frequentata una, sia chiaro!
“M-Maleducazione, si tratta di maleducazione!”
cercava di dire, le sue parole a malapena udibili nel chiasso generale,
e lo stregone se la rideva! “S-siete veramente – e
questo non l'ho mai detto a nessuno, badate bene –
i-incivili! Sì, inc...” ma dovette fermarsi,
poiché la canzonaccia era terminata e i suoi ospiti avevano
mostrato le stoviglie perfettamente pulite senza la minima traccia di
sbeccatura.
Gandalf sorrise.
“Hai visto, Bilbo?” disse, con le mani sui fianchi,
sicuro della sua vittoria. Bilbo tossicchiò arrossendo, non
gli piaceva offendere la gente, tanto meno se nel frattempo quelli
stavano facendo qualcosa per ricambiarlo dell'accoglienza, avendo
capito che il povero Hobbit non era stato propriamente avvisato.
“I-io non avevo...” cercò di scusarsi,
ma delle braccia lo trascinarono al tavolo e da sotto ai mantelli
uscirono parecchie borracce e il mezz'uomo sospettò che non
vi fosse acqua lì dentro.
“Massì, lo sappiamo che Mastro Baggins non
intendeva offenderci!” disse una voce alle sue spalle, una
voce di un ragazzo (doveva essere uno dei due nani più
giovani che avevano bussato alla sua porta) “Vero
Bofur?”
Un nano con il colbacco e con i baffi dalla strana forma
annuì, stappando la sua borraccia e versandone il contenuto
in un boccale. “Assolutamente! Ed ecco qui un ringraziamento
per l'averci accolto in casa sua!”
Bilbo si vide piantare sotto il naso un boccale con un liquido che
aveva già visto nella sua gioventù.
“G-grazie, ma non credo che...” all'improvviso un
coro di voci naniche si alzò, determinato a farlo bere, e
lui si vide costretto a trangugiare il primo sorso, con grande sollievo
dei dodici. Poi non seppe come tutto andò avanti, seppe solo
che ad un certo punto si sentiva caldo in tutto il corpo e leggero come
non lo era mai stato da tanti anni.. e allegro, spensierato, insomma...
felice, anche se non si ricordava chi fosse chi gli stava parlando e
non riusciva a capire cosa diamine gli stesse dicendo!
Cercava di focalizzarsi quantomeno sulle labbra.. ma era normale per i
nani avere quattro labbra? Bilbo strizzò gli occhi e poi fu
richiamato da qualcosa. Si guardò attorno con la fronte
corrugata cercando di capire cosa fosse che lo aveva distratto, quando
sentì diverse voci – oppure era una sola, chi
poteva saperlo?! - che gridavano qualcosa che assomigliava a
“La porta!” e qualche paia di mani lo spinsero in
quella direzione, quindi doveva presumere di aver indovinato.
I pochi passi che lo separavano dalla tonda porta di ciliegio
sembrarono quasi impossibili da completare, ma alla fine ce la fece e
prima di aprire si schiarì la voce, era pur sempre un
Baggins, no? Gli sfuggì una risata leggera comunque, senza
alcuna ragione, e lui cercò di affondarla più
volte, ma questa tornò a galla, fino a che la porta non
rivelò un nano che... per la mamma di tutti i Goblin!
Per essere un nano era alto, e aveva una barba ed una chioma nera come
le ali di un corvo, entrambe folte e lunghe e solo da come appariva era
chiaro che doveva essere qualcuno d'importante. Per un attimo si perse
in quegli occhi neri cercando di ripescare nel cervello qualcosa da
dire, ma a quanto pare fu l'ospite misterioso a parlare per primo. Ah,
quindi parlava anche?
“Buonasera Mastro Baggins, sono Thorin, figlio di Thrain, e
sto cercando i miei compagni, avendo ragione di sospettare che sono
qui. Potete farmi entrare?”
Bilbo non aveva capito più di due o tre parole sparse per la
frase, ma va detto che non ci si era impegnato più di tanto
quando aveva sentito quella voce così calda e solenne,
diversa dalle voci chiassose che avevano gli altri nani. Rimase a
battere gli occhi per un momento, e forse fu un momento di troppo,
visto che l'affascinante sconosciuto parlò di nuovo, con un
tono incerto.
“Siete lo Hobbit chiamato Baggins?” forse
cominciava anche ad innervosirsi.
“Anche se non lo fossi, direi di sì solo per farvi
entrare in casa mia!” disse, con i freni inibitori che ormai
dovevano aver raggiunto e sorpassato le Terre Selvagge senza alcuna
apparente intenzione di tornare indietro.
Il nano alla porta inarcò un sopracciglio.
“Scusatemi?”
Dietro le spalle di Bilbo, gli altri dodici si stavano godendo lo
spettacolo, soffocando qualche risata.
“Dico... hic... siete molto...affascinante!” si
lasciò scappare una risatina e si spostò di lato.
“La mia casa è la.. hic.. vostra!”
continuò, con voce strascicata, osservando punti che di
certo non assomigliavano al viso mentre quello – aveva detto
di chiamarsi T qualcosa, giusto? - entrava in casa sua. Si
buttò letteralmente sulla porta chiudendola con la sola
spinta esercitata dal suo peso. “Fate di me ciò
che volete!”
Thorin si girò di nuovo verso lo Hobbit visibilmente
perplesso, ma fu distratto da delle voci che lo richiamarono,
specialmente dalla voce di due nani che conosceva molto bene, due
guastafeste.
“Zio!” gridarono all'unisono andando ai suoi due
lati e da dietro la voce del padrone di casa si sentì
esclamare qualcosa come “Ah ma allora li producono in
serie!”
Thorin sospirò. “Fili, Kili.. che diamine avete
combinato con quello Hobbit?” chiese, severo ma rassegnato. I
due giovani fratelli misero le mani avanti.
“Non siamo stati noi, è stato Bofur a dargli il
primo sorso, vero Fili?” disse Kili cercando il sostegno
– che di certo non sarebbe mancato – del fratello.
“Sissignore, non gli abbiamo neanche suggerito l'idea, te lo
giuriamo zio!” rispose infatti il maggiore, e per sua fortuna
le scuse vennero messe da parte poiché tutti i compagni
salutarono il loro re e lo invitarono ad unirsi alla tavolata.
Dietro seguiva un Bilbo che non era decisamente nella sua forma
migliore, sebbene in quel momento avrebbe risposto che stava
meravigliosamente a chiunque glielo avesse chiesto.
Dori e Dwalin lo fecero sedere in mezzo a loro, più che
altro per evitare che cascasse e Bombur, nel suo tono gioviale
andò avanti con quella che era solo una burla.
“Allora, Hobbit, che ne pensi del nostro Re?”
Bilbo ovviamente non poteva realizzare che la parola 're' era nel vero
senso di 're', nel momento pensava più a un qualche tipo di
soprannome che si davano i nani tra di loro. “Oh presterei
volentieri il mio giardino al suo seme, a quello
là!” disse senza troppi riguardi, ma senza
scendere nel volgare. Insomma, era pur sempre rispettabile!
I nani, come prevedibile, risero di cuore, dando ancora da bere al
povero mezz'uomo che ormai era trascinato dentro la baldoria senza via
di fuga. Qualcuno urlò un “Avete sentito? Abbiamo
una regina fra noi!” e seguirono piedi che battevano, posate
che venivano fatte scontrare le une con le altre e canzoni che uscivano
da più bocche, formando un coro anche piuttosto intonato.
In tutto quel trambusto Thorin bevve solo un sorso di birra (giusto per
ristorarsi dal viaggio) e dopo essersi passato un braccio sulla barba
per pulirsi, senza preoccuparsi del gozzoviglio dei suoi sudditi, si
rivolse allo stregone.
“E' lui lo Scassinatore?” chiese serio.
Gandalf il Grigio annuì, fumando dalla sua lunga pipa.
“Come avrai capito non è solito bere e i ragazzi
avevano voglia di festeggiare, ma chi può dargli torto? Da
domani ci saranno ben poche occasioni per poter ridere e
chissà se avremo mai abbastanza da mangiare!”
sospirò.
Il Re non potè certo dargli torto e addentò una
coscia di agnello arrosto con lo sguardo fisso allo Hobbit.
“Vorrei poter dubitare delle tue scelte, ma occasioni passate
mi dicono che non ne ho motivo. Però devo chiedertelo: sei
certo che sia una scelta sensata?” il tono era sempre
distaccato e solenne, come se nessuno gli avesse mai insegnato a
conversare con un amico.
Il Grigio lo guardò. “La tua esperienza ti ha
insegnato bene, Thorin figlio di Thrain. Non avrai modo di pentirti
della mia decisione.. non in futuro, almeno!” anch'egli
tornò a guardare il mezz'uomo, che in quel preciso momento
si stava esibendo in una strana danza che Kili gli stava insegnando, e
quella danza aveva talmente tanti colpi di bacino che ci si sarebbe
aspettato da un momento all'altro che quella parte del corpo si
staccasse e andasse per i fatti suoi a ordinare un idromele alla
locanda.
“Avete già discusso a proposito della
missione?” chiese il nobile, mentre cercava di distrarre la
mente dal fatto che in effetti Mastro Baggins aveva un sedere
più che degno di nota, ma questo non lo avrebbe ammesso
neanche sotto tortura.
“Non mi sembrava il caso. E' un compito arduo, quello dello
scassinatore, e vorrei che lo Hobbit ci pensasse a mente
lucida!” una nuvola di fumo uscì dalla bocca dello
stregone mentre parlava e prese una strana forma prima di svanire.
“O forse sarebbe stato meglio parlargliene ora, almeno
avrebbe firmato senza tante storie e ci saremmo tolti un problema dalla
testa!” grugnì prima di essere interrotto da
qualcuno che gli cadde addosso e gli fece versare tutta la birra sui
vestiti.
“Oops, mi sa che qualcuno dovrà
spogliarsi!” disse Nori.
“E cosa si fa in questi casi, signor Bilbo?” chiese
Bofur.
“Te lo abbiamo detto poco fa!” esclamarono Fili e
Kili
Gli occhi dello Hobbit mostravano una mente ancora più
annebbiata di prima quando si posarono su quelli del Re nano e ci mise
un po' a trovare le parole.
“Eh? Ah, sì.. tu” indicò
Thorin “ti spogli, e io ti lecco via tuuuuuutto... quello che
hai addosso!” disse ridendo e cercò di baciare
quello che a quanto pare aveva ormai suscitato in lui un'attrazione,
forse nata dall'alcool o forse no.
Ad ogni modo il capo della compagnia lo spinse via gentilmente senza
dir nulla, non era tipo di assecondare simili scemenze; non che non
avesse la sua parte di bassi istinti, solo che non era tipo
da approfittare di situazioni in cui il possibile partner era
incosciente e istigato da nani festaioli. Sì, ecco, forse se
il mezz'uomo fosse stato sobrio avrebbe anche potuto prendere in
considerazione l'idea di passare una notte di piacere, ma di sicuro non
in quelle condizioni.
“Ah che peccato, non ti vuole!” disse Ori seguito
da altri versi di lamento da parte degli altri.
Thorin li guardò con aria di sufficienza.
“Mettete a letto Mastro Baggins, abbiamo cose più
importanti a cui pensare!”
Fili e Kili sbuffarono. “Sei sempre lì a pensare
al dovere.. ma non vedi com'è carino?” Fili prese
il viso dello Hobbit e lo alzò fino a farlo finire pari con
quello di suo zio.
Bilbo in quel momento finì la parte migliore della sua prima
sbronza e cercò di staccarsi dalla presa del giovane nano,
perché sentiva contrazioni lancinanti all'altezza dello
stomaco.
Il Re lo mise giù, tenendo una mano sulla sua testa che
lasciò sopra al lavabo, consapevole delle conseguenze che
sarebbero avvenute. “Avete scherzato fin troppo, ora
è il momento di finirla. Penserò io al mezz'uomo,
voi andate a riposarvi nell'ultimo giaciglio comodo che vedrete per
tanto tempo!” seguirono sbuffi impazienti, ma nessuno osava
mai contraddire l'ordine del loro Re che intanto si era ridotto a
badare ad un ubriaco.
Bilbo, dal canto suo, aveva appena cominciato a dare di stomaco, e
quando il primo conato finì, rantolò un
“G-Grazie signore” a quel qualcuno che lo teneva in
piedi, visto che le gambe stavano cedendo di brutto.
“Non c'è di che!” sbuffò il
Re, piuttosto contrariato da quella situazione.
“V-Volevo precisare che io s-sono uno Hobbit rispettabile...
ma che voi siete davvero bello. Sapete che io sono verg...?”
le confessioni di Bilbo rimasero spezzate da un secondo conato, e poi
ve ne fu un terzo. Nell'intervallo il mezz'uomo aveva continuato a
parlare, ma il Re aveva cercato di non ascoltarlo, non aveva interesse
nelle chiacchiere di un ubriaco.
Quando poi anche i sintomi spiacevoli finirono, dopo che l'intera
compagnia si era coricata nei giacigli sparsi per la casa –
alcuni dei quali improvvisati – Thorin si mise a letto con lo
scassinatore decidendo che sarebbe stata una precauzione necessaria, e
poi almeno così aveva la sua parte di un letto comodo, cosa
che non era da sottovalutare. Ovviamente, prima che lo Hobbit
crollasse, provò più volte a leccargli il petto,
ma lui riuscì a staccarlo ogni volta.
Quando il sole sorse sulla contea Bilbo sentì un russare al
suo fianco ed uno strano peso alla testa. Aveva come la sensazione che
il suo stomaco fosse completamente non al suo posto e l'orribile
credenza che ieri avesse commesso qualche sciocchezza. Lo Hobbit
difatti -dopo qualche mormorio e qualche colorita imprecazione sui
Sackville Baggins- spostò la sua mano verso destra
incontrando prima un morbido tessuto, ma poi la sua mano
risalì sentendo sotto i suoi polpastrelli della stoffa.
Bilbo si volse con il viso e ... "OH PER TUTTI I TROLL DI MONTAGNA"
urlò a pieni polmoni saltando giù dal letto
finendo con il sedere a terra. La sua reazione fece svegliare lo
straniero che corrucciò il viso prima di aprire gli occhi ed
alzarsi con il busto osservandolo "mezz'uomo" disse solamente prima che
Bilbo perdesse i sensi.
"Z-Zio!" esclamò Kili entrando seguito da un Gandalf che
sorrise sornione al Re nanico. Thorin si alzò dal letto ed
ignorò il nipote "sei sicuro che è lui
ciò che ci serve?" domandò al grigio che
tornò a guardare lo Hobbit steso "ne sono certo Thorin
Oakenshield, è il migliore".
THE
END
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