La bocca semiaperta lasciava entrare ed uscire quell'aria che non riusciva a trovare. Derek si alzò passandosi una mano fra i capelli per poi colpire il comodino con il piede rompendolo mentre da fuori Talia restava abbandonata contro le mattonelle del muro. Restava in silenzio mentre ascoltava la furia del figlio incapace di placare quella sofferenza.

Era la seconda volta che Tiberius si ritrovava a poca distanza dal viso di quella bestia. La seconda volta in cui poteva osservare da troppo vicino quelle labbra che si incurvavano in un ghigno animalesco non appena i loro occhi si incrociavano per più di un soffio di vento. Tiberius non comprendeva come mai il padre tenesse tanto a quell’animale. Lui parlava di un LUPO, parlava di abilità e ricchezze, ma non riusciva a scorgere quello che il giovane vedeva nella figura di Caio Giulio Cesare.

Bilbo si vide piantare sotto il naso un boccale con un liquido che aveva già visto nella sua gioventù. “G-grazie, ma non credo che...” all'improvviso un coro di voci naniche si alzò, determinato a farlo bere, e lui si vide costretto a trangugiare il primo sorso, con grande sollievo dei dodici. Poi non seppe come tutto andò avanti, seppe solo che ad un certo punto si sentiva caldo in tutto il corpo e leggero come non lo era mai stato da tanti anni.. e allegro, spensierato, insomma... felice, anche se non si ricordava chi fosse chi gli stava parlando e non riusciva a capire cosa diamine gli stesse dicendo!

Quando il mezz'uomo arrivò al piccolo lago, comunque, la sua mente si era focalizzata sul Re e nonostante l'acqua davanti ai suoi occhi fosse uno spettacolo celestiale, lo Hobbit stranamente non riusciva a concentrarsi totalmente sulla bellezza del paesaggio. Non vi era nulla nella sua testa se non Thorin e il suo disprezzo. Bilbo non amava essere preso in antipatia e la cosa lo feriva da una parte, ma maturamente pensava anche che non tutti potessero piacersi.

Lo Hobbit non aveva mai espresso molto interesse nella compagnia di una giovane fanciulla della sua razza, benché molte si fossero dimostrate più che piacenti nei suoi confronti -ed alcune di loro erano anche graziose- ma MAI avrebbe immaginato di pensare così di un uomo, di un nano. (Thorin/Bilbo)

E' un eterno ritorno al dolore quello che mi conduce oggi in questo posto, dove tutto è finito. Pensieri che non passano mai, pensieri ricorrenti, pensieri ubriachi di quel silenzio che da secoli ha avvolto il mio cuore. (SPOILER 5x13 FINALE)

Tre giorni dopo, Remus Lupin tornò al Ministero. Aveva deciso di non tornarci per un po’ in quel luogo ma l’immagine di Sirius che cadeva oltre al velo aveva tormentato il suo sonno fino a farlo impazzire lentamente. [Sirius/Remus]

Era l’anno di Elvis, il 1958 quando Anthony o meglio Tony entrò nella mia vita per mai più uscirne. (WARNING: SLASH)

Albus Severus Potter aveva cambiato nome quando aveva sei anni, il primo giorno in cui il padre lo portò in un parco giochi babbano, lontano dalla loro casa a Godric’s Hollow.

Si lasciò cadere su quel materasso e deglutì a vuoto ripensando che quel giorno era giusto che il cielo piangesse. Era giusto che fosse una giornata grigia … una giornata in cui era morto il suo unico amore … Lily Evans.

Era il mese di Gennaio e il vento sferzava le strade con violenza. L’Impala si fermò davanti all’obitorio e Dean scese chiedendosi nuovamente cosa lo avesse spinto a venire da solo, in una notte così orribile, per incontrarsi con il capo dei Leviatani, il quale, gli aveva caldamente raccomandato di farsi vedere. (Lev!CassxDean)

"Fino a quel momento non v`era altro nelle mie vene se non la corsa, la velocita`, il senso del pericolo che ti ubriacava i sensi, lasciando da parte ogni pensiero. L`odore della benzina, della pelle dei sedili e le gomme che stridevano al suolo. Vincere, vincere, questo importava ... o almeno finche` sei arrivato tu baby"

Con una mano me le asciugai distrattamente, maledicendomi per non aver portato una birra o una qualsiasi bottiglia ad alto contenuto alcolico che avrebbe corroso il mio fegato prima che in un istinto suicida avrei consegnato la mia anima a Lucifero in persona esclamando un sentito ‘fanne ciò che vuoi, è tua ora’. (Castiel/Dean)

Il valletto si mosse immediatamente anche se controvoglia e nel mentre si slacciò la sua amata sciarpa scoprendo un collo candido.
Davanti al biondo torturò la stoffa con le mani sentendo distintamente il Re legargli al collo il piccolo campanellino non troppo strettamente. Solo quando ebbe finito fece tintinnare l’oggetto lasciando che sul suo volto si dipingesse un sorriso soddisfatto. “Perfetto” esclamò allegramente portandosi entrambe le mani ai fianchi.

Dovette fare uno sforzo enorme per riprendere il controllo di sé e domare quel turbinio improvviso che, come una tempesta, si stavano abbattendo sul suo autocontrollo, rispecchiandosi in pieno nelle sue iridi celesti che ora s’erano dipinte dell’ebano più oscuro.