Capitolo 4
Confessioni
Erano cinque giorni che il signor *** cercava inutilmente di
contattare Tateno, il suo assistente – segretario –
portaborse – factotum, era talmente disperato che si era
addirittura ridotto a cucinare da solo. Un uomo della sua stazza, del suo genio, insomma ma siamo matti?
Preso da un raptus di disperazione cominciò a frugare nel
cestino della carta sperando di trovare qualche indizio. Fruga che ti fruga
trovò questa annotazione: ingaggio per due settimane
per catalogo di THE BEST BOYS, partenza domani ore 7.30 x treno. Non ne
sapeva nulla di questo catalogo, che fosse stato
annullato? In fondo era tornato inaspettatamente prima dalla sua vacanza e
giustamente Tateno aveva rifiutato, però, però, c’era
qualcosa che non quadrava molto, no, no. Perché quell’appunto sulla partenza? THE BEST
BOYS poi era un’importante rivista di bei maschioni, proprio il genere che
sarebbe piaciuto al suo assistente. Colto da un dubbio fece una telefonata,
diventò paonazzo e l’indomani partì col primo treno.
Eichi s’era ormai rassegnato al
fatto che Suzuna avesse dimenticato il cellulare a
casa e per non essere da meno (o forse per evitare di pensare a cosa lei stesse
facendo con Ikeuchi) si era trovato un lavoretto come
magazziniere e sfacchinava notte e giorno nella ditta di import-export
di un’anziana coppia.
Una sera in cui sentiva più forte l’assenza della sua cara vicinali arrivò un messaggio di Yuki:
“Sai che Suzu dorme qui accanto me?
Però ti avverto che
russa”
Eichi, ignaro che con quel
“accanto” volutamente ambiguo Yuki intendesse la
stanza a fianco, per poco non si strozzò con la birra. Aveva fatto di tutto per
non pensarci e adesso quello scarafaggio glielo sbandierava allegramente!
“Peggio per te…”
gli ripose.
“Puoi dirlo
forte! Era un’incapace totale a fare i massaggi, mi ha massacrato tutta la
schiena, ma con la pratica è migliorata.”
Immaginando la faccia del suo concorrente in amore che si
rodeva il fegato, Yuki si rotolò sul letto soffocando
le risate nel cuscino, rifiutò la telefonata di Uozumi e spense il cellulare. Se Suzuna
era troppo tonta per cedere alle sue avances doveva pur sfogare la sua frustrazione su qualcuno.
Il giorno dopo, verso mezzogiorno la troupe
era riunita nella sala convegni dell’albergo per fare il punto della situazione
e valutare l’esito delle foto. Oltre a quelli per il catalogo Tagashi aveva preso l’iniziativa di riprendere l’equipe in
scatti fuori programma, così, se si vedeva Suzuna
farsi piccola, piccola, mentre il grande capo la
sgridava, si poteva vedere il medesimo mentre rincorreva le assistenti in acqua
in una improbabile imitazione di uno squalo. Un paio di modelli erano invidiosi perché a Ikeuchi
erano state fatte un maggior numero di foto e per sfogarsi si divertivano a
malignare sul loro collega. Il proiettore adesso mostrava un primo piano di Suzuna truccata e con i capelli acconciati. Eichi, che, non visto, era entrato in quel momento nella
sala, alle spalle di tutti, rimase stupefatto; non
l’aveva mai vista così…così bella…e desiderabile. Quello sguardo ingenuo e il
velo di rossetto gli facevano venir una gran voglia di saggiare quanto potessero essere dolci e calde le sue labbra. In quel
momento il ragazzo sentì due sopraccitati modelli che dicevano:
- Sì deve essere
proprio così, se no perché avrebbe insistito per stare in camera con lui? –
A sentir ciò Eichi parve esplodere
di gelosia.
- Accidenti a Ikeuchi, come posso competere? Lui è così bello e per di
più famoso.. è normale che lei abbia scelto lui, ma
proprio non mi va giù! –
Contemporaneamente dalla prima fila il grande
capo stava elogiando Tagashi descrivendolo come un
vero genio, ma il signor *** che aveva fatto la medesima strada di Eichi, esclamò:
- Sì, lo sono, ma
quelle foto hanno più di un difetto e sicuramente non le ho scattate io. –
- Ma lei chi è? -
- Io sono il signor
Shuichiro Tagashi, di
professione fotografo, ma a quanto pare durante la mia vacanza sono stato
deposto. Tu che mi dici? –
- Padrooone posso spiegaree… –
frignò Tateno, il finto Tagashi.
- Lo
spero bene e adesso dritto a casa prima che perda le
staffe! –
-
Yuki, prima che io parta devo
dirti una cosa, l’acqua che ti ho lanciato era pulita
e profumata con violetta, la mia essenza preferita. E’ stato bellissimo
dividere la colazione con te anche se quello yogurt ha
proprio un saporaccio. Ricordati di me. Ti farò avere le foto il prima possibile. Adieu mon amour, smack. Conoscerti è stata
l’esperienza più bella della mia vita –
In tutto quel trambusto Eichi era
rimasto basito al suo posto. Aveva una gran confusione in testa perciò, quando
qualcuno gli gettò le braccia al collo quasi non si accorse che si trattava di Ashihara.
- Che bella
sorpresa, ma che ci fai qui? -
- Io…io ero venuto
a trovarti, ma evidentemente sono di troppo. – rispose sciogliendosi dal suo
abbraccio.
- Ma Eichi che stai dicendo? -
- Credevo che ti servisse un lavoro,
e invece… Guarda che potevi dirmelo che volevi farti una vacanza con Ikeuchi. Non me ne importa nulla se ve la spassate assieme
–
- Io e Yukky?!?
Che scemotto che sei Eichi! Sono qui solo per lavorare perché volevo comprare
una cosa. –
- E questo include
dormirci assieme, vero? –
Suzuna trasalì, perché era così
arrabbiato? Non aveva fatto nulla di male e la storia di dormire assieme poi,
che razza di assurdità! Prima che potesse
dire qualcosa lui si stava già dirigendo verso la stazione.
- Eichi, Eichi aspetta! -
Non riuscendo a fermarlo Suzuna
gli cinse la vita con le braccia.
- Eichi ti
prego dimmi cosa succede. Fra me e Yukki non c’è
niente e Tagashi o come si chiama ,
è stato lui a dormire con Ikeuchi, abbiamo fatto
cambio quando siamo arrivati. Io dormivo nella stanza a fianco. –
- Ma Yuki e
Hinako avevano detto… -
- Fra me e Yuki non c’è nulla. Ti prego credimi – poi abbassando la
voce e affondando il viso nella sua schiena aggiunse –
A me piaci tu. –
Eichi rimase di sale. Era la prima
volta che Suzuna esprimeva chiaramente i suoi
sentimenti. Gli piaceva lui e non Mister “Quanto-Son-Figo-Con-Gli-Occhi-Azzurri” Ikeuchi.
Era al settimo cielo, ma girarsi, abbracciarla e baciarla appassionatamente sarebbe stato troppo da shojo
manga; Eichi decise di farle pagare l’averlo fatto
stare in pensiero per tutti quei giorni.
-
Quando finisci di lavorare? –
le domandò con voce più calma.
-
Non so con precisione, dovevamo averne ancora per
qualche giorno, ma non avendo più il fotografo…forse già stasera o domani – il
gran capo stava chiamando a raccolta le assistenti –
io… mi spiace, ma devo andare –
-
Ok e…Suzu?
Quando torni se ti va ceniamo assieme? – le domandò
arrossendo.
-
Tiiiii evviva, finalmente un
pasto decente…e per di
più a sbafo ^-^ Ci vediamo a casa allora. Ciao – e scappò via.
-
Prima di andare però devo ancora chiarire una cosuccia
– così dicendo andò a prendere per le orecchie Ikeuchi e senza tanti complimenti lo mise alle strette in
un angolo – mi hai raccontato un sacco di palle. Perché
l’hai fatto? -
-
E’ ovvio che l’ho fatto per
lei…anche se
inutilmente –
Eichi tirò indietro il braccio per
sferrare un pugno a Yuki, che chiuse gli occhi e si
raggomitolò a terra, ma…non successe nulla. Quando guardò
di nuovo la mano che avrebbe dovuto colpirlo si era tramutata in un’offerta di
aiuto ad alzarsi.
-
Te lo saresti meritato, bada bene, ma spero tu abbia capito chi ha vinto. –
-
Ok, ok.
Ho capito l’antifona e mi ritiro in buon ordine. –
-
Un’ultima cosa…tu sai cos’è
questa cosa che voleva comprare a tutti i costi? –
-
Mmmh, vabbè
ormai è inutile tenertelo nascosto. Ha visto un oggetto orrendo dal rigattiere.
E’ un vecchio orso tutto polveroso e spelacchiato, vestito da archeologo. –
La troupe fece ritorno il giorno
seguente, in tempo per la vigilia di Natale. Suzuna fece la strada di corsa fino al rigattiere per poter
acquistare il tanto agognato orso e ci rimase davvero male quando il negoziante
le disse che l’aveva venduto proprio il giorno prima. Tutta mogia si diresse
verso casa.
Cosa dirò a Eichi?
Si domandava. Lo so che a Natale ciò che più conta sono
i sentimenti non i regali, ma dopo quella discussione mi sembrava ancor più
azzeccato. Accidenti non ne combino mai una giusta. Che
c’è davanti alla porta? Non avrò dimenticato lì la spazzatura, vero?
Suzuna rimase senza parole.
Davanti alla sua porta c’era lui: l’orso per cui aveva
lavorato tanto. Nonostante la temperatura si accasciò a terra.
Com’era possibile tutto ciò? Il peluche reggeva fra le
zampe un cartello con su scritto: “Ho bisogno di te. Non andartene più via in
quel modo”. Senza che se ne accorgesse il suo vicino
di casa sgattaiolò fuori dal proprio appartamento e l’abbracciò da dietro,
sussurrandole bentornata e buon Natale.
-
Sei uno stupido, Eichi! –
esclamò piangendo
-
Ma, ma che ho fatto? Era
questo che volevi, no? Non dirmi che è un altro
scherzo di Yuki perché questa volta lo…-
-
Doveva essere per te!!! –
gridò gettandosi contro il suo petto e piangendo.
-
Come per me?!?! Suzu? Dai calmati va tutto bene. Su, su… –
Poco alla volta l’intera faccenda venne fuori, così come le
incomprensioni, il piano di abbordaggio di Yuki, i patemi d’animo che avevano scosso il povero Eichi, la dichiarazione, poi ricambiata, di Suzuna. Alla fine erano così svuotati che stettero
abbracciati lì a terra davanti a quel vecchio orso per diversi minuti, ognuno
confortato dalla presenza dell’altro, sapendo che se anche c’erano stati molti
malintesi alla fine il regalo più bello era proprio quello: erano l’uno per
l’altra.
Eccomi qui!!! Spedita a Erika appena in tempo per il concorso ve la
ripropongo qui sperando che vi piaccia. Aspetto le vostre recensioni, ma
d’altronde chi non le aspetta su questo sito ^^ ?
Domani parto per le ferie finalmente così io e The squad potremo dedicarci anche agli
altri cap di “Le dodici fatiche di Harry”.
Ci rivediamo a settembre e buone vacanze a tutti!!