Cammino su un filo, sotto c'è un buco di Laffa (/viewuser.php?uid=21500)
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Eccomi qua! Con un
pò di ritardo (come sempre è stato e come, temo,
sempre sarà) però alla fine cel' ho fatta!
Lascio ai vostri
occhietti divoratori (come vorrei lo fossero con questa storia!) il
prodotto del mio cervellino in avaria.
BUONA LETTURA!
<< Minchia! Già le nove! >>
Si infila le scarpe e corre fuori velocemente;
<< Ciao! >>
esclama gioiosamente, spettinando la chioma dell' amico che si trova
alla guida della vettura, poi, prima di salire fa un breve riepilogo
mentale delle cose che gli servono: " Dunque... Sigarette le ho,
cellulare pure, soldi e profilattici sono nel marsupio... Tutto ok !"
<< Colera! Ti muovi a salire o no?! >>
E' la voce di Bianca con i suoi riccioli castani e la maglietta bianca
attillata; lo sta guardando.
" Perdonami amico mio, ma io la tua tipa prima la ammazzerei e poi me
la farei " pensa Colera mentre sussurra semplicemente
<< Arrivo >>.
Il viaggio dura mezz' ora nella quale Colera parla poco, rispondendo a
monosillabi alle domande degli amici. Pensa alla scopata che di
lì a poco si farà. Nella sua menta tutto
è già pronto, già fatto. Lui sa che
lei non rifiuterà. E' il suo istinto di cacciatore a
dirglielo. Un' equazione matematica. Una certezza. Un modo per passare
la serata, il sentimento che se diluito potrebbe durare una vita, allo
stato puro divampa, incendia e distrugge per una sera, lasciando all'
alba solo cenere e fili di fumo che pian piano si dissolvono nell'
aria. Sapori forti, come piatti cucinati con molte spezie e
peperoncino. Di questi, brevi ed intensi, unicamente lui si nutre.
Effimeri, non durevoli, facilmente mutevoli. Instabili. Così
sogna e anche l' attesa si fa godimento.
Simone sa, Colera spesso gli ha parlato di tali sensazioni e piaceri;
ma non condivide, essendo, per natura, un' animo più
costante e razionale.
<< Giocando con il fuoco va a finire che ci si scotta
!>> pronuncia Simone ad alta voce per cercare di deviare
o di incanalare i pensieri dell' amico in una conversazione
<< Tutte minchiate! >> ribatte Colera e poi
<< Sono una fottuta merda di cane sul marciapiede, lo so
>>
<< Ma chi ti dice che lei ci sta! Magari ti da uno
schiaffo e ti da il benservito! Te lo meriteresti! >>
dice la voce di Bianca in un misto di irritazione e stizza
<< In questo caso me ne torno al centro presto e faccio
la felicità di Lisa e Jessica... Così magari per
una volta la finiscono di rompere... >> risponde Colera
con voce calma; il tono di Bianca lo irrita ma non vuole litigare con
la fidanzata del suo migliore amico...
<< Maiale >> commenta lei
" Ma che ha sempre da rompere i coglioni! Manco facessi un torto a lei
illudendo le altre! " pensa lui sempre in silenzio;
Simone non fa caso ai loro battibecchi, ci è abituato; si
concentra sulla guida e schiaccia l' accelleratore in
prossimità delle curve... gli piace rischiare un
pò.
La pioggia che sembrava cessare ricomincia, il cielo, finalmente
leggermente rischiarato dopo giorni di grigiore si riabbuia... L'
ambiente non gli è familiare, i suoi amici se ne sono appena
andati e lei tarda ad arrivare:
" Scusa ma farò un pò tardi " gli ha scritto
nell' ultimo sms, circa quindici minuti fà.
Colera, rannicchiato sotto la tettoia all' entrata del bar dove hanno
deciso di incontrarsi comincia ad esser nervoso.
" Sbrigati, sbrigati! Non resisterò ancora a lungo! "
Comincia a morsicarsi la pelle del pollice destro, ne strappa un pezzo
e succhia il sangue che esce dalla ferita che da solo si è
creato.
<< Ciao >>
sente ad un tratto; alza gli occhi e si trova davanti una graziosa
figura femminile,
<< Ciao >> risponde;
è lei, Ambra. Nome che le si addice, difatti, incastonati
nei bulbi spiccano occhi gialli, color della pietra di cui porta il
nome. Li guarda, profondamente, ininterrottamente, mentre parlano
bevendo qualcosa di fortemente alcolico, mentre la mette a suo agio
facendola parlare di sè ed apprezzandola sinceramente per le
particolarità che riesce ad estrapolargli. Scorge in lei
molta timidezza, la qual cosa segretamente lo eccita e lo compiace.
" Un bel fiorellino, proprio un bel fiorellino " pensa, mentre all'
urinatoio si chiude la zip dei pantaloni avendo appeno finito i suoi
bisogni.
" Verrà schiacciato dal tuo stivale " fa eco un' altra voce
dal profondo della sua anima.
Quando torna al tavolo nota il sorriso caldo con cui lei lo accoglie;
<< Allora, stavamo dicendo... >>
<< Stavamo parlando di mio padre, del fatto che
è testardo e spesso ci litigo, ma gli voglio bene...
Però basta parlare di mè, dimmi qualcosa di te,
della tua familia... >> dice lei arrossendo leggermente e
guardandolo solo a tratti negli occhi.
" Come ci sono finito a parlare della famiglia con una che questa sera
mi scoperò e poi non rivedrò più?! Di
solito si parla di stronzate, del tempo, della discoteca... Al massimo
degli animali domestici o dei gusti in fatto di musica... Com'
è che stasera si è arrivati fin qui?!
Vabbè, siamo in pista, che dobbiamo fare... Balliamo! "
<< Dunque... La mia famiglia... La mia famiglia intesa
come legami di sangue... Praticamente non esiste. >>
<< Mi dispiace! >> esclama lei guardandolo,
per la prima volta in quella serata, finalmente, intensamente, negli
occhi
" AH... Eccolo il suo punto sensibile! L' istinto da crocerossina! "
<< No... non dispiacertene, non è una cosa
drammatica, anzi meglio così... Sai poi quando i genitori
invecchiano e muoiono poi saltano fuori casini con l'
eredità e bisogna chiamare avvocati... Ed è un
casino! ... >>
Il ragazzo si gratta il capo, vergognandosi della risposta stupida che
ha appena dato e contemplandone gli effetti sul volto di lei che lo
guarda con un' espressione tra l' incredulo ed il confuso.
" Accidenti non mi aspettavo domande come questa! "
<< Ma una famiglia l' ho avuta anche io per un
pò... Non di sangue... Ma una famiglia VERA! Con la mamma e
le sorelle... Anche un fratello! Però niente
papà. Ora vivo in un' istituto... Ma di persone che mi
vogliono bene ne ho... OOOO! >>
poi abbassa la testa e si gratta la nuca
<< Due o tre >>
La pioggia appena
ricominciata fa ticchettare i vetri della finestra, l'anziana signora
è supina nel suo letto freddo, sotto l'immagine della
madonna col bambino che le da, come le preghiere e tutto il resto,
molto conforto. Quel pomeriggio si è recata per la prima
volta dopo tanto sulla tomba del nipote morto.
Nel colombaio, vicino al
nome Solletico Lancini scritto in caratteri dorati una faccia di
ragazzo sorride soddisfatta sulla fotografia un poco sbiadita. Quella
foto per la lapide l' ha scelta lei: è stata scattata al
nipote il giorno in cui è diventato carabiniere. La testa
tonda, la fronte alta ed i capelli rossi. Adesso Ernesta ha impresso
nella mente quel viso e lo gira e lo rigira nei suoi pensieri,
soffermandosi su ogni particolare e tentando in questo modo di non
andare nella direzione in cui quei pensieri la stanno portando: la
dimensione del ricordo.
Come una bambina che si
attarda a raccoglier fiori sulla strada di casa, tentando di arrivare
il più tardi possibile perchè sa che ad
attenderla troverà i compiti da sbrigare, la sessantenne
tenta di deviare il flusso della sua memoria, soffermandosi su ogni
insignificante dettaglio che il suo cervello le rivela, sul tragitto
che la sta portando alla temuta meta. O come una nave che sta andando
incontro ad un mulinello marino, tenta disperatamente di attraccare a
tutti gli scogli, che in questo caso sono costituiti da pensieri e
fatti quotidiani, che sono il suo rifugio, la sua salvezza dal baratro
della solitudine, per continuare a vivere senza lasciarsi inghiottire.
Ma le barche costruite
dall' uomo non possono niente contro le forze della natura, quando esse
si presentano nella loro devastante potenza; così come, la
bambina potrà attardarsi ed estirpare il prato di tutti i
suoi fiori, potrà giocare con le farfalle e persino
intrattenere lunghe ed articolate conversazioni con i sassi, ma prima o
poi arriverà inevitabilmente il momento di tornare a casa;
così Ernesta sospira profondamente e sussurra
<> (Era uguale a suo
nonno!)
S.O.S. la nave sta
affondando, in culo alla balena piccina, perchè oltre ai
compiti ti tocca la ramanzina!
"Madona me quat
tep!" (Madonna mia
quanto
tempo!)
pensa Ernesta, ormai nessuno la può più salvare.
Il ricordo di Giuseppe l'ha assalita come un lupo ad un' agnello.
<< An de
la nostra famea toc i fonne i ga nà maledisiù
>>
(Nella nostra familia tutte le donne hanno una
maledizione)
,questo le raccontava sua nonna da piccola: << I
è sfortunate coi om!
>>
(sono sfortunate con gli uomini! )
Che assurdità
pensava lei guardando i suoi genitori amarsi ed invecchiare insieme.
<< Prope
na stronsada!
>>
(Proprio una scemenza!)
Questo diceva alla fine
di ogni preghiera rivolta a sua nonna, ormai defunta, quando aveva
incontrato Giuseppe.
Un brav' uomo, onesto,
lavoratore! Il loro era stato un colpo di fulmine, una scarica da un
milione di volt direttamente al cuore ed al cervello... Bei tempi
quelli! La domenica sempre al cinema o al bar a bere una limonata ed il
sabato in mezzo ai prati a fare l' amore! Il giorno del loro matrimonio
era stato il più bello della sua vita, naturalmente dopo di
quello della nascita di sua figlia, Sara. Poi erano cominciati i
drammi: suo marito si era ammalato ai polmoni a causa delle polveri
tossiche con cui era costretto a lavorare ed era morto nel giro di
pochi anni; lei si era trovata sola con una figlia piccola ed i
genitori anziani da accudire. I soldi scarseggiavano e si doveva far
economia, ma ci si voleva bene e così si tirava avanti.
Poi c' era stata la
tragedia di suo padre:
<< Nono!
Giochiamo a palla?! >>
<< Nono!
nonnoooo! >> gridava Sara che aveva cinque anni,
<< La
bala! La bala! Mi è caduta di là dalla rete!
>> (lei andava all' asilo dove le avevano
insegnato a parlare bene l' italiano)
<< Te la
ciape me! >> (te
lo prendo
io!)
rispose il nonno settantenne ed ancora arzillo;
così
suonò alla vicina che era sul balcone, nel retro della sua
grande e buia casa di pietra e stava dando da mangiare a Kim, il suo
cane.
Kim era l'incubo del
quartiere. Era un grosso pastore bergamasco che, a causa della mancanza
di spazio era stato rinchiuso sul balone; da molti anni ormai, quella
bestia, fatta per correre libera in sconfinate preterie era segregate
in pochi metri, condizione questa che l' aveva resa assai cattiva ed
irritabile. Si diceva che se fosse riuscito a scappare avrebbe fatto
una strage. Difatti odiava le persone ,eccetto la sua padrona che gli
portava da mangiare e lo lavava. Quando vedeva qualcuno o sentiva una
voce cominciava ad abbaiare ed a ringhiare forte, tanto che lo potevi
sentire anche stando sulla strada.
Ma fino a quel momento
non aveva mai fatto male a nessuno, quindi nessuno se ne era lamentato
più di tanto.
<< Sciura!
Sciura! >> (Signiora!
Signiora!)
<< Arie!
>>
(Arrivo!)
rispose la vicina, percependo l' agitazione nascente nel suo grosso e
pericoloso cane.
La vicina era una
vecchia signora con le ossa deboli ed instabili. Bastava un soffio di
vento per farla cadere. Aveva cominciato già da un pezzo a
preoccuparsi della salute del suo scheletro, il suo peggiore incubo era
quello di romperselo ed essere costretta a letto. Cominciava per tali
ragioni ad avere paura del suo stesso cane: temeva che l'avesse potuta,
accidentalmente, far cadere o sbattere e romperle così
qualche osso.
Fù
principalmente per questo motivo che quel lontano giorno, percependone
l'agitazione ,si spaventò e decise di accorrere
immediatamente all'urlo dell'incauto vicino.
Forse per la fretta e
non cura con cui le chiuse, forse perchè le serrature della
portafinestra che dava sul balcone erano vecchie...
L'anziana signora
accorse in giardino a passo svelto, il suo volto era teso e si premeva
forte l'indice sulla bocca
<<
SSSSSSST.......SSSSSST! Sito!
>>
(Silenzio)
Sibilava a mezza voce. Non voleva che Kim si innervosisse troppo.
Il nonno la accolse con
un sorriso cordiale << Salve sciura, al balù
de la me scieta l'è gulat de che, mal ciapa?
>>
(salve signiora, il pallone della mia bambina è volato di
qui, me lo
prende?)
<< Va
ben... >> La vicina non fece in tempo a finire la sua
risposta....
Da quel giorno in poi;
per molti anni a venire, la casa di Ernesta fù abitata
unicamente da donne. Sara divenne taciturna e schiva, persino
arrogante, da quando anche la nonna morì. Poi crebbe senza
finire gli studi e si innamorò giovanissima di un' uomo con
cui ebbe tre figlie; quest'uomo la lasciò e
scappò in brasile con un' aspirante pittrice dopo aver vinto
parecchi soldi al superenalotto.
Così il
numero delle donne in casa crebbe, da due a cinque. Sara decise che se
il suo uomo l'aveva lasciata era perchè le mancava la
cultura, quindi riprese la scuola dove conobbe un'altro uomo; di lui
Ernesta non seppe mai niente, tranne che si chiamava Solletico. Un'anno
dopo Sara lasciò gli studi perchè era incinta. Il
bastardo si dileguò senza neanche dare il cognome al pargolo.
<<
Lancini! >> <> aveva detto Sara all'anagrafe.
<< E di
nome Solletico! ...E' si, quel bastardo di suo padre non gli ha dato il
cognome... ma almeno il nome si! >>
Ma ora basta con i
ricordi, le soffici braccia di Morfeo cullano le membra stanche
dell'anziana signora, che pian piano si addormenta sognando un
pargoletto dai capelli rossi che strilla.
Il tempo delle parole è ormai scaduto, con grande sollievo
di Colera che si era ingarbugliato in penosi discorsi senza senso per
cercare di non farsi compatire dalla giovane ed aveva invece sortito
l'effetto opposto.
" Forse è per questo che ora mi trovo qui " pensa " Tanto
meglio. "
Si trovano, infatti, sotto piccole volte bianche, seduti sui trasudanti
muretti di marmo all'entrata del cimitero di quel paese.
Un posto imboscato.
" Molto imboscato! "
Lì cel' ha portato proprio lei, appena ha capito il suo
desiderio di stare in intimità.
" Lei pensa che insieme avremo un futuro... "
Piccole e trepidanti labbra lo riempiono di bacini sul collo e sulla
bocca.
Intanto, le mani esperte di lui slacciano bottoni e scavalcano mutande
per arrivare finalmente all' agoniata, calda meta.
" Chissà come mai, diverse religioni, da sempre considerano
il corpo nudo e l'atto sessuale, non finalizzato alla procreszione,
peccaminoso"
Così pensa il ragazzo traditore, il Giuda, l'infame, il
bugiardo e spietato Colera.
" A quanti sembrerà inmorale scopare all'entrata del
cimitero. Vivere pienamente nell'atto che potrebbe generare nuove vite,
proprio di fronte alla soglia di chi la vita l'ha persa. "
" E poi non è il sesso, la riproduzione, la continuazione,
il motivo per cui nasciamo e cresciamo? Non è forse per
merito suo che la vita continua? Che male c'è dunque nel
farlo? Io faccio solo ciò che, come essere dotato di vita,
DEVO fare. "
" E poi i morti che cosa ci trovano di male e di strano? Se sono morti
vuol dire che un tempo devono necessariamente, essere stati vivi,
quindi creati mediante l'atto sessuale; "
" Ma cosa penso... Che cos'è in fondo, un morto? Un corpo
esanime, un guscio vuoto, un' ammasso di carne rafferma in procinto di
inputridire... Se non già inputridita; senza pensieri,
sentimenti o anima. Incapaci, quindi, di intendere, capire e
scandalizzarsi! "
" In ogni caso, a parte Simone, nessuno saprà mai
ciò che ho fatto... "
Quella notte gli regala il fresco e sano sonno dei vent' anni.
Verso l' alba, però, un' incubo viene a perseguitarlo. Un
sogno frequente: un' avvolgente e piacevolmente tiepido liquido rosso,
non come sangue, piuttosto come ginger, piano piano lo avvolge
stringendolo dapprima delicatamente, poi sempre più stretto
fino ad opprimerlo, a fargli mancare il respiro.
Nonostante ciò quando si sveglia è rilassato e
senza pensieri.
Sul lavoro scatta e produce.
La pressa della macchina funziona ad intervalli ossessivamente
uguali... Ambra non è altro che un ricordo lontano, forse un
sogno. Forse starà piangendo, rendendosi conto della
realtà. Forse non sen' è ancora accorta e sorride
teneramente mentre lo ricorda... in ogni caso, lui se ne lava le mani.
<<
Continuano le pioggie su tutto il nord-Italia. Quest' anno abbiamo
ormai superato il record degli ultimi dieci anni. >>
Il notiziario delle sei
del mattino, con i suoi presentatori sbiaditi e svogliati.
<< Diamo
ora la linea alla nostra esperta che ci informerà sugli
sconvolgimenti del clima... >>
Ernesta sospira
intingendo stancamente l'infuso di tè nell'acqua bollente.
Fuori piove.
Per Mezza e mezza:
STO MALE! (Dalla
felicità) un commento non era sperato! Anche se è
MOLTO gradito, sia per la prolissità che per la precisione.
Stento a credere sia
positivo! (MAMMA MIA! E' POSITIVO!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
Comunque: ho passato
più di mezz'ora guardando lo schermo, pensando INTENSAMENTE
ad una risposta intelligente o costruttiva da darti... e non l'ho
trovata!!!!! (AIUTO!)
(Hai ragione, ho
tentato di descrivere personaggi veri, anche attraverso l'uso del
dialetto. )
Non posso fare altro
che ringraziarti:
* primo per aver
recensito perchè, com'è noto, le recensioni fanno
piacere e danno motivazione a chi scrive
* secondo per avermi
fatto notare quella cosa che succede con <<
>> ed il codice htm.
Per quanto riguarda
gli errori di battitura ed ortografia STARO' PIU' ATTENTA!
Alla prossima.
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