Every you, every me
Prompt #23:
Arguing
Discutere,
farlo
per davvero -e non
per le solite
stronzate-, era distruttivo.
Kagami
si ritrovava solo al centro della cucina, dopo che Aomine andava via
sbattendo la porta alle proprie spalle.
Quindi,
ricadeva seduto su di una sedia e, portandosi una mano alle tempie
dolenti, lasciava che dalla sua bocca scivolassero tutte le maledizioni
che lo
avevano consumato dentro.
Invece,
Daiki si limitava a fare lunghe passeggiate e che piovesse, o si
gelasse o facesse caldo, non tornava a casa propria fino a quando non
avesse
cancellato ogni traccia della frustrazione e, sì, della vaga
sofferenza
che gli sfigurava il volto.
Allora,
facendo slalom tra le domande della madre, si chiudeva in camera e non
ne usciva se non la mattina seguente, mentre per tutta la notte
risuonava il
rumore di un pallone lanciato contro la parete.
Tali
litigi non erano dovuti ad un'incomprensione; anzi, forse sarebbero
stati
disposti ad ammazzarsi proprio perché si capivano fin troppo: Kagami
odiava
nascondersi dietro la maschera del "giochiamo
nel week-end per continuare a confrontarci", Aomine
temeva -al di là
della sua apparente strafottenza- che provare a dare una definizione a
ciò che
si stava lentamente instaurando tra di loro avrebbe potuto distruggerlo.
Perché
catalogarsi? Perché conformarsi
agli schemi?
Ma
Taiga rispondeva che lì non si trattava di mettere a segno una
strategia di
gioco vincente, né di provare uno stile differente: ponevano in sospeso
le loro
esistenze e non poteva sopportarlo.
Se
Aomine avesse detto "È solo sesso. Ci limitiamo a rispondere ai nostri
ormoni e ai nostri desideri.", Kagami l'avrebbe accettato, in quanto
sarebbe stato messo in chiaro un rapporto fondato sul semplice bisogno
fisico.
Ma
Daiki non osava pronunciare una simile definizione, perché non era del
tutto
esatta.
La
prima volta l'avevano fatto per semplice voglia, completamente
offuscati
dall'eccitazione.
La
seconda per ripetere l'esperienza con lucidità e cavarne ulteriore
piacere.
La
terza non riusciva ad inquadrarla: aveva voluto Kagami, bramandolo, e
l'aveva ottenuto, mentre anche l'anima dell'altro scalciava per gustare
la sua
essenza ed erano rimasti assuefatti l'uno al sapore dell'altro.
E
venirne fuori non era più tanto
semplice.
Quindi,
spaventati, per un attimo preferivano fuggire, senza intuire o
sospettare quanto era divenuta ingombrante la necessità della pelle,
del
sapore, del cuore del compagno accanto al proprio.
Ma,
da illusi quali erano, credevano davvero di riuscire a scappare e a
correre
lontano, senza voltarsi indietro.
Idioti.
[395 parole]
Eccomi qua!
Dunque, questa flash
sembra un po' sospesa in quanto il prossimo prompt è
direttamente collegato a questo. =)
Infatti, domani
avremo...
#24: Making up afterwards.
"Riappacificarsi".
Speriam bene, allora!
XD
Un bacio, grazie -come
sempre!- per le letture!
Iria.
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