Una copia delle parole vergate
da Albert Theodore Rosenberg prima di uccidersi.
La conoscenza è il male.
Desidero compiacermi nella più beata
ignoranza, dimenticando ciò che ho imparato. Dolce è il sapore della
vita quando la mente è libera dalle costrizioni della ragione. L’uomo
non è nato per decriptare certi misteri, non ne abbiamo
diritto. Siamo convinti di vivere in
un’oasi paradisiaca perché i nostri limitati strumenti non ci
permettono di relazionarci con l’incommensurabile orrore che ci
circonda.
Razionalizzare concetti,
analizzare fatti ed estrapolare conclusioni sono doni maligni.
Maledico la mia curiosità e i miei
istinti indagatori: mai avrei dovuto leggere quei libri. Mettere in
evidenza certi legami non mi ha procurato nulla, bensì mi ha tolto il
sonno e la pace interiore. Non potrò più pensare alla Natura senza
ricordare quale scherzo osceno ci attende. L’umanità è solo una tragica
burletta, un minuscolo effetto secondario di progetti che non siamo in
grado di comprendere.
L’intelligenza è una maledizione.
Perché concederci tale strumento se i
suoi intrinseci limiti ci permettono di concepire solo la frontiera del
reame caotico e primevo da cui siamo scaturiti?
Siamo polvere, solo polvere, nient’altro
che polvere. Non c’è nessuna differenza fra me e quelli che mi hanno
rinchiuso in questa stanza; i medici non capiscono che non c’è un senso
in tutto ciò. Siamo polvere e come essa ci muoviamo secondo leggi che
non conosciamo, leggi di cui nemmeno ipotizziamo l’esistenza.
Sono forse matto solo perché ho superato
i limiti imposti alla nostra futile specie?
È un pazzo colui che ha visto il nucleo
caotico delle realtà?
Odio me stesso per il brutale sacrilegio
che ho compiuto. Non avevo nessun diritto di discernere certi misteri a
noi preclusi, ma ormai è successo e non posso tornare indietro.
Non posso tirarmi indietro. È mia
responsabilità avvertire l’umanità della sua vana esistenza. Non c’è
nessuna possibilità, nessun ripensamento, nessuna speranza. Quando la
nostra esistenza giungerà al termine nessuno se ne accorgerà, perché
nessuno ci reputa importanti. Che importanza può avere uno stelo d’erba
nell’economia di una foresta?
Vi credete tutti più intelligenti di me,
mi avete chiamato pazzo, bugiardo e ciarlatano, eppure le vostre
flebili capacità non sono che un infinitesimo se paragonate alle mie.
Quale diritto vi investe del potere di dichiararmi malato?
Ho perso ogni speranza quando ho capito
cosa significa quel risultato. Vorrei aver sbagliato tutto, ma non è
così. Non ci sono errori. Noi uomini siamo l’unico errore. Forse la
ragione mi ha abbandonato quando ho scoperto quale orrido e conturbante
conglomerato di caos ci circonda e languidamente avvolge, ma questo non
significa che ciò che dico sia falso!
Siamo solo un sogno nella mente del
sommo Azathoth, il Sultano Demone che dorme al centro degli universi.
Quando gli Antichi Dei smetteranno di cantare e ballare al Suo
cospetto, Egli si sveglierà e la nostra triste esistenza si concluderà.
Non c’è nessun piano, nessuno disegno,
nessuna certezza.
Nessun futuro.
Io non sopporto più la convivenza con
questa terribile consapevolezza. La ragione è inutile, l’esperienza è
inutile.
Vivere è inutile.
Lode ad Azathoth, Dio Cieco e Idiota,
sommo creatore e distruttore della realtà!
Inchinatevi a Lui e pregate che il Suo
sonno continui per l’eternità.
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