Titolo: A Noah can't love
Serie: D.Gray-Man
Rating: Angst, Nc-14, Death
Pairing: RoadxTiki
Note: Ero alla ricerca di qualche immagine sulla TikixRabi quando per
caso sono capitata in un sito pieno di fanart su Road-sama e Tiki-pon, lero X3!
Tra quelle ce n'era una in particolare che mi ha ispirato questa breve fic.
Ormai è chiaro, Road e Tiki sono probabilmente la coppia etero che più adoro
visto che gli ho dedicato addirittura due fic XD! E non è da me metter da parte
lo yaoi, nonono v_v!
Come al
solito ci ho messo un po' per trovare la fine perchè non riuscivo mai a
decidermi come cavolo rivelare definitivamente... ehm... beh, insomma, una cosa che
dopo un po' comincia a diventare piuttosto chiara>.>! Mah, spero solo di aver
fatto un lavoro decente^^"
p.s.
Daisuki desu = Mi piaci tanto oppure Ti amo.
†A
Noah can't love†
Pelle diafana che piano andava colorandosi di
bronzo, come il colore che viene passato su una tela vuota.
Era il bronzo il suo colore.
Scuro.
Oscuro.
Su di un volto accarezzato da capelli neri e morbidi che colavano in una cascata
di petrolio ad inondare la fronte, coprendo in parte un piccolo cimitero di
croci tatuate.
Il suo marchio.
Il loro marchio.
Anche lei aveva quelle croci sulla fronte.
Tante piccole tombe marchiate nella mente.
Ogni volta che le aveva viste aveva riso di quel paragone così calzante, dei
morti che non avrebbe mai seppellito e degli occhi vitrei delle sue vittime che
ora la guardavano da un Inferno o da un Paradiso, se mai questi ci fossero
stati.
Tese la mano verso di lui sorridendo dolcemente. Come una Bambina.
Perchè questo era.
Una Bambina.
Crudele forse, di quelle che strappan le ali alle farfalle, bruciano le formiche
e calpestano la coda delle lucertole.
Viziata. Ogni suo desiderio doveva essere trattato come un ordine ed ogni cosa
le piacesse doveva essere sua.
Lui le piaceva.
Ma lui era una persona.
Più o meno.
Se lo avessero chiesto a quel Bambino esorcista dai capelli bianchi e gli occhi
azzurro cielo, lui avrebbe risposto che non potevano essere persone. Le persone
non uccidono per il solo gusto di farlo, non godono della sofferenza altrui...
non fanno l'amore con la Morte.
I Noah sì.
Ed erano persone.
E quello era solo un Bambino molto, molto ingenuo. Anche un po' stupido
probabilmente.
Il punto è che lui non era mai stato suo.
I Noah non appartengono a nessuno, soltanto al Conte del Millennio, al loro
Lord, ma per il resto non è altro che un mero legame di parentela che li tiene
uniti. Troppo fragile. Troppo inutile.
Non era abbastanza.
- Tyki... - mormorò la sua vocetta; era così deliziosa e alle volte così sadica.
Come il canto di un usignolo nato morto.
E, come esso, lei era qualcosa che non sarebbe dovuta esistere.
- Tyki... - cantilentò ancora, piano, sottovoce - Tyki-pon... -
Tese ancora di più la mano sfiorando la pelle scura del ragazzo che a sua volta
la fissava.
Era così bello Tyki.
Così gentile anche. Così simpatico. Così divertente.
Non poteva non desiderarlo tutto per sè.
Doveva essere la sua Bambola. Il suo Giocattolo.
Il suo Amore.
- Daisuki desu, Tyki-pon. - chiocciò con un sorriso allegro sulle labbra rosse.
Infantile.
Perverso.
Mentre occhi d'oro fuso la fissavano spalancati, increduli quasi e labbra di
cannella e cianuro erano schiuse in una frase che non pronunciò mai.
Non ci era riuscito.
Non aveva fatto in tempo.
Lei era stata più veloce.
- Ti amo tanto, tanto, tanto così, Tyki-pon! - pigolò, aprendo le braccia per
mostrargli quanto fosse il suo "così".
Ed era tanto.
Talmente tanto da essere troppo.
L'amore non è fatto per gente come loro.
Per niente.
- Anche tu, vero? -
Non ebbe risposta.
Soltanto uno sguardo dorato che non brillava più come prima. Ma rimanevano
ugualmente belli gli occhi di Tyki-pon, splendidi e preziosi.
Erano il suo tesoro più grande!
Si abbassò per sfiorare con le mani quelle piccole gemme d'ambra, osservando
come la pupilla andava restringendosi e come l'iride sbiancasse lentamente.
No! Così non sarebbero più stati belli come prima!
No, no, non era giusto così!
Imbronciò il viso acqua e sapone, scivolando con la carezza alla guancia del
ragazzo e graffiandola.
- Smettila Tyki-pon, i tuoi occhi sono miei, non hai il permesso di portarli via
con te! - ordinò stizzita mentre liquido amaranto scivolava dalle ferite inferte
al volto di lui, sporcando di rosso la sua pelle liscia.
Il portoghese non rispose.
Continuo a guardarla.
Sempre, sempre, sempre.
La bocca schiusa, la voce muta, il capo reclinato di lato.
Il bel corpo slanciato immobile.
Freddo.
Le labbra rosso fragola di lei si incurvarono all'ingiù mentre si appendeva con
entrambe le mani alla camicia sbottonata del ragazzo.
- Eddai Tyki-pon, ti chiedo scusa, va bene? Però lasciami i tuoi occhi, hai
promesso che sarebbero stati miei. Per favore... - bisbigliò tendendo il visino
verso quello di lui.
Così simili da sembrare fratelli.
Così belli da sembrare amanti.
Così folli da esser Noah.
- Non lo farò più, te lo prometto... - soffiò piano e gentile sulle sue labbra,
poggiandovi le proprie in un bacio lieve.
Freddo.
Come la bocca di Tyki.
Gelido.
Come il suo corpo, i suoi arti immobili, i suoi occhi resi opachi, le sue dita
affusolate macchiate di liquido amaranto. Insanguinate.
Sbuffò la più piccola, infantile come solo lei sapeva essere ed annoiata come
una Bambina che non ha più il suo giocattolo e non sa in che altro modo riempire
il suo tempo.
- Perchè sei così cattivo, Tyki-pon? -
Appoggiò il capo alla spalla di lui, socchiudendo gli occhi e fissando il bel
viso perfetto del ragazzo.
- Io, non volevo farti così male... -
Strofinò delicatamente la guancia contro la spalla di lui mentre il lembo della
camicia bianca scivolava giù e lei poté deliziarsi della morbidezza di quella
pelle, del buon profumo di Tyki che ora si mischiava ad un odore ferruginoso.
Sangue.
- Dai, facciamo pace. -
Si aggrappò più forte all'altro, lasciando l'impronta di un bacio al collo
liscio del ragazzo, insieme ad una macchia cremisi.
Altro sangue.
- Torniamo a giocare insieme, questa volta farò la brava. -
Ridacchiò anche.
Allegra.
Spontanea.
Anche i Demoni ridono a quel modo.
Inginocchiata al suo fianco raccolse il viso di lui tra le mani e lo tirò un
poco a sè.
Iridi opalescenti di un oro spento la fissavano vacue. Inespressive.
Morte...
Lei accentuò il sorriso.
- Daisuki desu, Tyki-pon. -
E rubò un bacio da quella Bambola immobile che la guardava senza più vederla.
Invadendo il palato della più piccola del sapore ferroso del sangue mischiato a
quello più dolce della bocca del portoghese.
Mentre la punta di una roccia accuminata squarciava l'addome del ragazzo
inondando il suo corpo di altro sangue.
Gettandolo nel baratro della morte.
Inevitabilmente.
In un luogo da cui più avrebbe fatto ritorno.
Non avrebbe più giocato con lei.
Mai più.
- Daisuki desu, Tyki-pon. -
Road Kamelot aveva ucciso Tyki Mikk.
- Daisuki desu, Tyki-pon. -
Menzogne.
Un Noah non può amare.
†THE
END† |