EPILOGO
~ Harry ~
Gambe intrecciate le une con le altre, petti che si scontrano, baci a
bocche aperte, mani che sfiorano il corpo dell’altro, ormai
conosciuto a memoria.
Ogni singola rughetta, ogni piega della pelle, ogni tratto di pelle era
stato già toccato, leccato, baciato, amato in quegli anni
precedenti.
Le mani di Louis erano affondate nei miei capelli, e il mio corpo
premeva sul suo, le mie mani gli carezzavano il viso dolcemente.
-Sei bellissimo.- Sussurrai baciandogli le labbra dolcemente, ispirando
il suo odore che riempiva la mia vita, sentendo il suo sapore che avrei
saputo riconoscere fra mille.
-Anche tu lo sei.- Le mani sul mio collo mi fecero rabbrividire, non mi
sarei mai abituato all’effetto che produceva sul mio corpo.
Ci lasciammo sfuggire un bacio dolce, col suo naso incastrato nella mia
guancia, con le mie mani a tenere il suo viso e le gambe strette, unite
insieme.
Le lenzuola d’intralcio che si incastravano ai nostri
ginocchi, la sua testa profondata nel cuscino, accarezzata dalle mie
mani.
Gli accarezzai le guance coi pollici scostando qualche capello davanti
agli occhi, lo fissai in quegli occhi perfetti, di un azzurro glaciale,
illuminati dalla flebile luce della abat-jour.
-Sposami, Louis.- Bisbigliai accennando un sorriso.
Gli occhi di Louis, da prima allarmati, poi sorridenti a dolci mi
fissavano ancora.
Si avvicinò al mio viso baciandomi dolcemente le fossette,
poi stampò un bacio sulle mie labbra e annuì.
-Ti sposo, Harry.-
***
La sala principale del comune era piena di gente, per quanto
volessimo fare una cerimonia intima i parenti e gli amici di invitare
erano comunque molti.
Entrando insieme a Louis sfiorai la sua mano e gli sorrisi.
Era bellissimo, con lo smocking che lo calzava a pennello, coi capelli
laccati, e tenuti in ordine e quel sorriso splendente sul volto.
Camminando verso l’altare, col silenzio della gente intorno a
noi, con solo il rumore dei nostri passi e la musica di sottofondo
ripensai alla mia vita passata con lui.
Gli abbracci e gli sguardi quando ancora non potevamo mostrarci al
pubblico, i baci e l’amore fatto silenziosamente nel letto di
un albergo, i baci nei camerini sotto lo sguardo dei ragazzi.
La litigata, i tre mesi più brutti della mia vita, il bacio
in aeroporto, l’amore sul nostro letto, la paura quando
Eleanor riapparse, finalmente il coming out, il bacio in diretta
mondiale, i nostri sorrisi complici.
Nella folla riconobbi Gemma in tutta la sua bellezza, accanto al
sindaco, che mi sorrideva, vidi Liam e Danielle, Zayn e Niall con le
loro ragazze, Ed vicino a Gemma, coi capelli rossi e la barba rasata,
gli occhi azzurri che ci fissavano dolcemente, Lottie e Stan, i
testimoni di Louis erano emozionati.
Mia madre e Jay, si erano girate per sorriderci, mentre il fotografo
immortalava la nostra camminata all’altare.
Il sindaco parlò per un po’ ma i miei occhi erano
fissi nei suoi, quando arrivò il momento decisivo presi un
bel respiro profondo prima di dire quelle parole.
-Io, Harry Styles accolgo te Louis William Tomlinson come mio sposo e
prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella
salute e nella malattia e di amarti e onorarti ogni giorno della mia
vita.-
Il cuore batteva fortissimo nel mio petto, mentre pronunciavo quelle
parole vidi Louis tremare un po’, i suoi occhi che mi
fissavano, le labbra incurvate nel sorriso più bello che
avessi mai visto.
-Io, Louis Tomlinson accolgo te Harry Edward Styles come mio sposo e
prometto di esserti fedele sempre.- La sua voce tremò un
po’ abbassò lo sguardo per un attimo per poi
fissarmi. -Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di
amarti e onorarti ogni giorno della mia vita.-
Stan tirò fuori i due anelli, le due fedi d’oro e
prima io, poi Louis le infilammo negli anulari dell’altro.
Le mie mani tremarono un po’ al contatto con le sue un
po’ fredde, e sorridendoci il sindaco pronunciò le
parole.
-Con i diritti da me acquisiti, vi dichiaro ufficialmente sposi.- Disse
mentre delle lacrime cadevano dagli occhi delle nostre madri.
–Vi potete baciare.- Disse subito dopo.
Così mi avvicinai a Louis che mise le mani sul mio collo, si
alzò in punta di piedi e si sporse su di me facendo toccare
le nostre labbra dolcemente e appassionatamente.
Ci baciammo per qualche istante, con le farfalle nello stomaco, e
quando ci staccammo tutti ci stavano applaudendo felicemente.
***
-Il primo ballo degli sposi!- Disse Danielle spingendomi in pista.
Fissai Louis stringendogli la mano nella mia e lui mi annuì
sicuro, insieme ci dirigemmo al centro della pista, sotto gli occhi di
tutti, mentre cominciavano a suonare un lento.
Le sue mani si incastrarono dietro il mio collo toccando ancora un
po’ i miei capelli un po’ lunghi.
Il suo naso nell’incavo del mio collo, le sue labbra sulla
pelle un po’ scoperta dalla camicia sbottonata fino a
metà petto.
-Hai ancora del riso nei capelli.- Sorrise Louis togliendo qualche
granello rimasto incastrato nei ricci.
Si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò le sue
labbra con le mie.
Le mie mani serrate sui suoi fianchi magri, le labbra unite in un dolce
e lento bacio, fianchi che continuavano ad ondeggiare al
ritmo di musica, la pace nei nostri cuori.
-Ti amo Harry.- Bisbigliò sorridendo un po’ con la
fronte ancora contro la mia.
-Io di più.- E gli mordicchiai il labbro inferiore in
risposta.
Quando la musica finì ci sedemmo in un luogo appartato con i
pochi parenti ed amici che non si stavano scatenando col ballo.
***
-Firmate questi documenti, e questi.- Disse la signora gentilmente.
–Poi abbiamo bisogno dei vostri dati e fra un po’
vi verrà detto se sarete ritenuti idonei.-
Continuò.
La mano si strinse contro la sua e una volta firmato tutto mi
abbracciò.
Sentii il dolce odore del suo profumo, dello shampoo e il profumo che
emanava la sua pelle.
-Davvero vuoi avere una famiglia con me?- mi chiese
fissandomi negli occhi.
-Io voglio passare tutta la mia vita con te, e avere dei figli con te,
Louis.-
Si stamparono un bacio sulle labbra e mano per mano uscirono dalla sala.
***
La donna indicò un piccolo batuffolo con la pelle scura e i
capelli ricci e neri come la pece.
Le sue mani strinte in un pugno e un pollice chiuso fra le labbra, gli
occhi socchiusi e le gambe al petto.
Il rigonfiamento del pannolino la faceva sembrare più grande
di quello che non fosse in realtà.
La tutina rosa che copriva i suoi piedini così piccoli.
Mi avvicinai alla culla e con le mani grosse e nodose gli carezzai il
visino, e poi fissai la donna come a chiedergli il permesso di
prenderla in collo.
La signora annuì e mi sorrise, così la afferrai e
la stinsi al mio petto, mentre la piccola apriva un po’ gli
occhi per poi richiuderli e continuare a ciucciarsi il dito.
Riuscii a sentire le costole con le mie mani, sentivo il suo corpo
scheletrico, la faccia scavata dalla fame, la pancetta inestinte e le
lacrime corsero lungo il mio viso, potevo solo immaginare la sua
sofferenza, ora avrei fatto di tutto perché stesse bene.
-Jamila.- Sussurrò Louis con un braccio lungo la mia vita e
l’altra mano affusolata a sfiorare la bimba.
-E’ così bella.- Sussurrai con gli occhi
illuminati da una strana luce, era davvero la cosa più bella
che avessi mai visto.
-E’ tutta nostra, Harry.- Sussurrò Louis
stampandomi un breve bacio sulle labbra.
~ Louis ~
Quando si è tanto piccoli da non distinguere il male dal
bene, quando ancora si ha bisogno del ciuccio per addormentarsi e del
pupazzo sotto il braccio, si aspetta il giorno di Natale con gli occhi
che luccicano d'emozione e il sorriso pieno: di gioia, d'emozione, di
meraviglia.
Si aspetta il Natale stringendo il pupazzo, masticando nervosamente il
ciuccio di plastica, con l'ansia del regalo da scartare, la speranza di
intravedere la Slitta del vecchio con la barba bianca, sfrecciare nel
cielo e lasciare una scia indelebile di stelle, dietro.
Si aspetta il natale per sorridere sotto le luci colorate dell'albero,
tra le braccia del proprio papà, che ti aiuta con la sua
forza a sollevare l'immenso pacco che, il vecchio, aveva lasciato la
sera prima, dopo aver assaggiato i tuoi biscotti e bevuto il latte che
gli avevi lasciato come ringraziamento.
Si aspetta Natale cercando di fare i buoni, nella speranza che ogni
desiderio venga esaudito, perchè in fondo è
quello il ricatto che usano i genitori.
'Fa' il bravo, altrimenti Babbo Natale torna in Lapponia e non ti porta
il regalo.'
Non è giusto? Beh, è una tradizione. Non tutte le
tradizioni godano di buoni principi.
Ho sempre sognato un Natale simile a quello che ti mostrano nelle
migliore scene dei cine-panettoni più famosi: l'aria calda
che trasmettano le pareti di casa, il colore rosso che predomina nelle
decorazioni, le luci dell'albero che creano ombre offuscate e
rilassanti, il profumo dei biscotti la mattina di Natale, il pupazzo
nel giardino davanti casa, l'albero gigantesco, i regali tutti a terra
e una famiglia felice: con i bambini che corrono per casa, urlando di
gioia e i genitori che scattane foto che mostreranno poi ai nipotini,
orgogliosi del loro passato.
Ho sempre pensato che il 25 Dicembre fosse la giornata mondiale del
sorriso.
Il sorriso sulla bocca del bambino che scarta il regalo a casa, quello
sorriso del bambino più bisognoso che riceve un pasto in
più, e il sorriso di quella creatura in ospedale che riceve
la visita di un generoso uomo che, appositamente per lui, si
è travestito dal vecchio con la barba bianca per regalargli
qualche minuto di felicità.
Il sorriso sulla bocca dei genitori che vedono il proprio figlio
felice, saltellare davanti ai loro occhi.
Il sorriso che decora i baci di due innamorati che si augurano un
felice Natale, scambiandosi i regali alla luce di una candela quasi
consunta del tutto.
Il sorriso migliore nella bocca di una qualsiasi persona che vede un
po' di luce in fondo ad un tunnel, perchè, anche se per una
giornata sola, ogni problema sembra dissolversi con il 'cin cin'
dell'ennesimo brindisi.
***
La tavola era imbandita di piatti decorati accuratamente, pieni di cibo
che, forse neppure mia madre, avrebbe mai cucinato.
I genitori di Harry, Gemma e suo marito sarebbero arrivati di
lì a poco, mentre i miei avrebbero ritardato un po':
"Dobbiamo occuparci di una cosa." Si giustificarono.
"Non pensi di aver preparato troppo?" Domandai, osservando
l'interminabile fila di portato sul bancone della cucina.
"Louis!" Mi riprese Harold, con fare maturo e ovvio e dio, se era bello
quando faceva la maestrina. "E' natale!" Spiegò, poi,
sorridendomi e lasciandomi un lieve bacio a stampo prima di portare
l'ultimo antipasto in tavola.
"Prenderò tutti i kilogrammi persi con la dieta.." Mi
lamentai, sollevando un tramezzino, per morderlo golosamente.
"Ti amerò ugualmente anche sommerso dalla tua pancina,
Tomlinson." Mi rassicurò, pizzicandomi la pelle appena sotto
l'ombelico e baciandomi, mentre, con la mano destra mi toglieva il
tramezzino dalle mani per divorarlo in un boccone.
"Riordina quel caos, tra poco arriveranno i miei." Ordinò
Harold.
Probabilmente era lui la donna di casa, forse lo era sempre stato, fin
quando ai tempi di X-Factor amava lamentarsi della confusione in
camera, proprio come una mamma noiosa deve saper fare.
"Sissignore!" Scherzò Louis, iniziando a riporre ogni
oggetto fuori posto, per concedere nuovamente alla casa quella
perfezione tipicamente natalizia.
Il campanello suonò all'interno delle pareti, Harry si
sfilò il grembiule da cucina. "Eccoli.." Urlò,
sospirando così da eliminare un po' d'ansia.
Si avvicinò alla porta, aprendola lentamente. "Buon Natale!"
Urlarono i due, entrando in casa col sorriso, abbracciando Harold, per
stringerlo forte.
Li salutai calorosamente, ormai li consideravo anche io come una mamma
e un papà, erano la mia famiglia, mi avevano accudito
durante gli anni e perdonato quando avevo fatto soffrire il loro
riccio. Meritavano tutto l'amore possibile.
"Tua mamma?" Domandò Anne, ansiosa di rivederla dopo qualche
mese di confidenze perse, tra le due.
"Dovrebbe arrivare tra poco con le mie sorelle, Anne." Risposi
sorridente. "Intanto sedetevi, volete qualcosa da bere?"
Robin annuì "Uno scotch per me, grazie Lou."
Preparai il drink al patrigno di Harry, porgendoglielo sorridente per
sedermi ed iniziare a parlare con Anne: Harry aveva il suo stesso
sorriso. Quando lei a fine di ogni frase incurvava le labbra per
ridere, il mio stomaco si contorceva e i miei occhi ricadevano
involontariamente su quelli verdi di Harold, seduto vicino a me.
"Mio figlio è proprio bello!" Osservò
orgogliosa la donna stringendo la mano di Robin, come per sentire il
contatto sicuro di qualcuno e non cadere nel suo solito pianto di
commozione che lei odiava.
"Mamma.." Sospirò Harry. Sorrisi. "Harold, lascia che tua
mamma ti ammiri." Lo ripresi, facendo incastrare le sue dita con le
mie. Il suo cuore perse un battito, mi osservò con aria
interrogativa, mi limitai a sorridere.
Il campanello tornò a suonare.
"Vado io.." Sospirai, alzandomi dal divano, appoggiando il calice del
Martini sul tavolino basso del soggiorno e avvicinandomi alla porta.
Aprii la porta e fui sommerso.
Sommerso da sorrisi che mi mancavano da troppo, da abbracci che bramavo
come fossero ossigeno, da un'aurea d'amore di cui avevo bisogno.
"Mamma.." Continuavo a ripetere, stringendola forte a me. "Buon Natale,
amore mio." Mi sospirò con il fiato sul collo,
abbandonandosi tra le mie braccia.
Salutai anche le mie sorelline, odiavo saperle così grandi.
Erano bellissime nei loro abiti eleganti.
Stavo per socchiudere ancora la porta quando "Lou.." Sentì
urlare, aprii istintivamente e "Gemma!" Urlai, precedentemente allo
scatto di Harry.
Gemma era con suo marito, mi strinse forte, quasi ignorando la presenza
di suo fratello. Era sempre stata legata a me, era sempre stata dalla
nostra parte.
"Buon Natale, ragazzi." Augurai, stringendo la mano al marito della
mora, mentre lei stava continuando a sorridere come una bambina tra le
braccia del suo fratellino.
"Bene. Ci siamo tutti, quindi?" Domandò a voce alta Harold.
"Divoriamo i miei due giorni di lavoro!" Rise a voce alta, di quella
risata bellissima.
"E la mia bambina?" Sospirò mia madre.
"Vado a vedere se si è svegliata..." Risposi, allontanandomi
sotto i loro sorrisi e il rumore delle sedie che si stavano spostando,
mentre tutti si stavano accomodando a tavola.
Aveva gli occhietti aperti, sdraiata nel suo lettino. Non aveva pianto,
semplicemente si era svegliata tranquillamente, continuava a guardare
il soffitto.
Chissà a cosa stava pensando?
"Amore mio.." Sospirai, prendendola in braccio, sistemandole il
vestitino. "Pronta per essere stritolata?" Le sorrisi.
Mi guardava con i suoi bellissimo occhi color nocciola. Giurai a me
stesso di aver visto cosa più bella dei suoi occhi, cosa
più piccola dei suoi piedini, cosa più dolce
delle sue labbra che mi stampavano un bacio sulla guancia.
Tornai in salotto, sotto lo sguardo lucente dei miei invitati.
Harry la prese tra le sue braccia, era geloso della sua bambina, geloso
marcio, come non lo era stato neppure quando ero solito abbracciare
Eleanor.
"Papà, ho fame..." Sbraitò la piccola, iniziando
a muoversi tra i muscoli di mio marito.
"Ti avevo detto di non fargli passare troppo tempo con Niall, Harold."
Scherzai, con tono fermo, finto offeso. Scoppio una risata generale,
mentre Harry faceva accomodare la bimba sulle sue ginocchia e iniziava
ad imboccarla.
Mangiammo così: tra una risata, un sorriso e una foto a mia
figlia.
Ormai era il centro del mio mondo, la fonte fondamentale del sorriso
migliore che avessi mai sfoggiato.
***
Dopo cena ci riunimmo vicino all'albero, per aprire i regali che, la
piccola, aveva tentato di scartare più volte prima di quella
sera.
"Iniziammo da quello che ti hanno fatto i papà?" Le chiesi.
Sorrise felice ed emozionata, stringendo i suoi pugni piccoli e
iniziando a muoverli dalla gioia. Annuì orgogliosa.
Le passammo un pacco ricoperto di una carta rosa. Iniziò a
romperla e strapparla.
Era una bambola, una bambola di pezza cucita dai bambini Africani.
Aveva bisogno di sentirsi vicino alle sue origini, di sentire che non
era lontana da tutto ciò che aveva vissuto per i primi suoi
3 anni di vita. Era il suo primo Natale in famiglia e doveva sentirsi a
casa. Probabilmente, avevamo pensato io ed Harry, che quando la bambina
sarebbe stata più grande gliel'avremmo mostrata iniziando a
raccontarle la sua storia, di come l'avevamo desiderata, amata dal
primo momento ed allontanata da una realtà decisamente
troppo scomoda per qualsiasi creatura.
"Ti piace?" Le domandò dolce Harry, spostandole un riccio da
davanti gli occhi. Sorrise dolcemente, mia figlia, stringendo la
bambola a sè e iniziando ad odorarla.
Capii che le diverse storie sul fatto che i bambini capiscono tutti,
beh, erano decisamente fondate.
Aprì ogni regalo che mia mamma, Anne, le mie sorelle e Gemma
le avevano fatto.
Sembrava eccitata all'idea di scartare ogni pacchetto. Per i primi tre
anni della sua vita, per Natale le veniva offerto un piatto di cibo in
più, oppure se era fortunata un vestito di seconda mano col
quale si sarebbe coperta per il periodo invernale.
Più guardavamo quella bambina dal carnato scuro, i riccioli
ribelli e gli occhi grandi, più pensavamo di aver fatto la
scelta migliore della nostra vita.
Ogni volta che la stringevo al mio petto sentivo i suoi battiti dettare
un ritmo che avrei ascoltato per la vita.
Era un amore puro quello mio e di Harry nei suoi confronti, un amore
che non avrebbe mai trovato nessun tipo d'ostacolo.
***
"Louis, hanno suonato!" Urlò Harry dalla cucina.
"Aspettami qua, tesoro, vado ad aprire." lasciai l'orsetto che Robin ed
Anne le avevano comprato e mi alzai, aprendo la porta.
Sicuramente sarebbe stato qualcuno che si era dimenticato qualcosa.
Decisero tutti di andare via molto presto, avevano tutti un viaggio
d'affrontare e beh, avevano fotografato la mia piccola anche troppo per
quella sera.
Aprii lentamente.
Niall.
Zayn.
Liam.
Erano lì, in fila, con un immenso pacco in mano, sorridenti
e belli come mai lo erano stati.
Restai un secondo immobile, con gli occhi pieni di bagliore, a
guardarli e chiedermi se davvero fossero lì davanti a me.
Era un sogno?
Non ci vedevamo da un po' di mesi, loro erano tornati nelle loro
città, approfittando delle lunghe vacanze pre-natalizie.
"Intendi farci morire di freddo, Lou?" Mi riportò alla
realtà Zayn.
"Dovrei vedere la mia ragazza." Sospirò Niall impaziente.
"E torno a ripetere: fa molto freddo, Louis."
Risi e "Entrante pure, ragazzi. Buon Natale!" Dissi, facendo loro
strada, per poi chiudere la porta.
"Lou, chi era?" Domadò urlante Harry dalla cucina, non
sentendo nessuna risposta si trasferì in salotto.
Restò fermo, allibito, sorridente e quasi commosso.
"Ragazzi.." Sospirò, con tono disconnesso e assolutamente
incredulo.
"Buon Natale, frocetto!" Urlò Malik, aprendo le braccia per
poi andare a stringerlo forte a sè.
"Zay, la bambina.." Fece notare Louis, invitando il moro a moderare i
termini. Zayn sorrise, stringendosi nelle spalle e intimando un "Oddio,
non sono ancora abituato!"
Intanto Niall e Liam erano già stesi sul tappeto, e avevano
iniziato a fare il solletico alla piccola, a giocare con loro e tornare
bambini, anche solo per qualche minuto.
"Beh, ragazzi.. volete...volete qualcosa da bere? Avete mangiato?
Perchè non avete avvisato?"
"Tranquillo Haz, eravamo a cena a casa di Niall, siamo passati per
augurare un buon Natale a questa meraviglia.." Sorrise Liam,
stropicciando i ricci della bambina.
"Pensi che qualcuno tornerà a considerarci o saranno troppo
presi da nostra figlia, Harold?" Scherzò Louis, appoggiando
un braccio intorno alla spalla di suo marito.
"Non è colpa mia se è perfetta.." Rispose Harry,
baciando velocemente il castano.
Zay si avvicinò a Niall. "Vuoi darlo te, alla tua ragazza?"
Rise.
"Grazie Malik, sei un ottimo amico." Fece finta di commuoversi il
biondo, afferrando il pacco. "Amore mio, è arrivato il
momento. Tieni, questo è per te."
Horan appoggiò il regalo al tappeto, la bambina
iniziò ad aprirlo.
"Non dovevate.." Sospirò Harry, non appena la cucina di
plastica fu fuori. Aveva i fornelli, il forno, la luce, il rubinetto:
era bellissima.
"Non deve mancare a nessuna bambina." Osservò giustamente
Liam, accarezzando la ricciolina mentre iniziava a toccare ogni
pulsante nella speranza di farla partire.
"Grazie." Aggiunse Louis, iniziando a fare delle foto a sorpresa ai
ragazzi, mentre baciavano sua figlia, mentre lei continuava
indisturbata a giocare.
"Grazie a voi di averci fatto diventare zii." Commentò Zayn,
lasciando che il cuore di Harry e Louis si sciogliesse come un
cioccolatino al sole.
Avrebbe mostrato quelle foto a sua figlia, quando sarebbe stata
più grande, raccontandogli la storia della loro fantastica
amicizia, dicendogli che beh, erano una band molto conosciuta, che si
sono incontrati per caso e che beh, anche lei dovrà avere il
piacere di avere amiche alle quali si vuole bene come sorelle.
Mostrerà le foto aggiungendo: "Eri invidiata da milioni di
ragazze, amore mio." Lei non avrebbe capito, ma Harry, che sarebbe
stato vicino a lui, avrebbe riso e a Louis questo sarebbe bastato,
perchè la risata di Harry era sempre sufficiente a Tomlinson.
"Harold, è quasi mezzanotte." Constatò Louis.
"E' un modo carino per dirci che ci dobbiamo togliere dai coglioni?"
Scherzò Zay, iniziando a ridere da solo, come una volta.
"Zay.. i termini!" Lo riprese ancora Louis. "E comunque no,
è per un'altra cosa." Concluse poi.
Harold si alzò da terra, prendendo in collo la bambina e
"Vieni amore mio.." le sussurrò nell'orecchio. "E' tempo di
iniziare la nostra tradizione.." La portò sulle spalle e la
fece sedere lì, poi si fece allungare la punta blu da Niall
e la posò nella mano piccola della ricciola. "Mettila
all'albero, su amore.."
Harry si alzò un po' sulle punte, dal tappeto i ragazzi
sorridevano, guardando la bambina impegnarsi nel posare la punta sulla
cima dell'abete.
"Dai, tesoro, ce la fai.." la rassicurava la mia voce sussurrata,
calda, piena d'amore.
Afferai l'iphone di Harry ed iniziai a fare un video. I loro ricci
sembravano esser stati clonati, le loro pelli si fondevano creando un
contrasto a dir poco perfetto, i loro occhi erano di
tonalità opposte e ugualmente bellissime.
Mia figlia e mio marito, l'una sulle spalle dell'altro, con i loro
sorrisi pieni, quelli tipici del 25 Dicembre.
Lì, perfetti come mai, stavano facendo del mio primo Natale
di famiglia, di quella famiglia, il natale migliore del mondo.
Avrei mostrato il video alla mia bambina, una volta che lei era
così grande da capire la mia situazione, gli avrei detto col
sorriso migliore tra le labbra:
"Eccolo il tuo primo Natale in questa casa, guarda come eri piccola.
Papà stava cercando di farti mettere la punta all'albero,
solo che era troppo alto e tu non ci riuscivi. Senti queste risate?
Sono quelle degli zii. Dio, quel Natale piombarono in casa
perchè volevano darti il benvenuto. Ricordi la cucina in
plastica? Te la regalarono loro. Dissero che dovevano instaurare una
tradizione, e infatti ancora oggi, passiamo ogni Natale con loro e le
loro famiglie, ma non è bellissimo?
Abbiamo sempre cercato di fare il possibile per renderti felice, amore
mio."
Il video finì.
"Ho una ragazza meravigliosa.." Sospirò Niall.
"Ti ricordo che stai parlando di mia figlia, irlandese." Lo riprese
Harry col tono di voce estremamente pieno di protezione.
"Al cuor non si comanda Styles, dovresti saperlo!" Rispose pronto il
biondo.
Harry mi guardò. "Già.." Sussurrò,
posando la bambina sul tappeto e stampandomi uno di quei baci per cui
vale la pena fermarsi e perdere qualche respiro.
"Buon Natale, amore mio." Sussurrò contro le mie labbra.
"Buon Natale, cucciolo." Risposi, sorridendo del mio sorriso migliore.
Ho sempre pensato che il 25 Dicembre fosse la giornata mondiale del
sorriso.
Il sorriso sulla bocca del bambino che scarta il regalo a casa, quello
sorriso del bambino più bisognoso che riceve un pasto in
più, e il sorriso di quella creatura in ospedale che riceve
la visita di un generoso uomo che, appositamente per lui, si
è travestito dal vecchio con la barba bianca per regalargli
qualche minuto di felicità.
Il sorriso sulla bocca dei genitori che vedono il proprio figlio
felice, saltellare davanti ai loro occhi.
Il sorriso che decora i baci di due innamorati che si augurano un
felice Natale, scambiandosi i regali alla luce di una candela quasi
consunta del tutto.
Il sorriso migliore nella bocca di una qualsiasi persona che vede un
po' di luce in fondo ad un tunnel, perchè, anche se per una
giornata sola, ogni problema sembra dissolversi con il 'cin cin'
dell'ennesimo brindisi.
Il mio sorriso era lì: bello, vero e maturo, mentre guardava
la foto di Harry e Jamila abbracciati.
'Jamila'. Jamila era il nome del mio grande amore.
Della bambina occhi color caramello.
'Jamila' era il nome che io Harry avevamo tatuato nel cuore.
'Jamila' era tutto ciò che avevo sempre sognato.
'Jamila' era solo la coronazione di un amore nato per caso e durato
fino alla fine.
Jamila Styles Tomlinson.
THE END.
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Non potete nemmeno capire che male mi fa vedere quel
“completa” accanto al titolo.
Si, eccoci qua, questa storia è finita, finita bene, diversa
da come era iniziata, e spero che voi lettori ne siate contenti,
meritano un po’ di felicità i nostri due ragazzi
dopo tutto ciò che hanno passato.
Sto scrivendo una missing moments su questa storia, precisamente
verrà spiegato il perché verrà
adottata una bambina di colore, quindi tenete sotto controllo il mio
profilo.
Questa è la mia priva vera Long Larry che ho scritto e non
ce l’avrei mai fatta senza l’aiuto di Fra, la prima
persona che ringrazio infatti è lei.
Vorrei anche ringraziare anche ogni singolo lettore che è
arrivato infondo a questa storia, un “grazie”
enorme a tutte le persone che hanno recensito e messo fra le preferite,
ricordate o seguite la nostra storia.
Abbiamo in cantiere altre due long Larry, speriamo che anche le altre
vi appassionino, spero di ritrovarvi tutti lì.
Un bacione a tutti.
-Ly.
Eccoci qua, arrivati alla fine. L'epilogo tanto atteso. Sinceramente
è il capitolo migliore per quanto mi riguarda. Mi ha
emozionato scriverlo, davvero tanto.
Mi sembra ieri che io e la mia migliore amica iniziammo a scrivere gli
appunti per questa storia, buttando in qua e là qualche idea
priva di fondamento e adesso eccoci: abbiamo concluso. La fine.
Ci siamo promesse di scriverne altre perchè è
stata un'esperienza a dir poco unica.
Vorremmo ringraziare ognuna di voi per il supporto, grazie, grazie
davvero.
Spero vi sia piaciuta, spero non sia stata una di quelle Fan-Fiction
banali e poco originali.
Ci abbiamo messo l'anima, il cuore, passione e tempo e speriamo col
cuore d'aver ottenuto un buon risultato.
Speriamo di vedervi presto ad un altro del nostro lavoro.
Grazie ancora, bellezze.
-Fra.
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