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Autore: LyStyles    05/02/2013    10 recensioni
“Una delle più grandi BoyBand di tutti i tempi ha annunciato la sua divisione, i One Direction, dopo aver passato l'ultimo anno facendo il loro Tour mondiale ha annunciato che in data 13 Luglio 2017 finiva la loro avventura.
Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan e Zayn Malik, Hanno deciso di porre fine al fenomeno che per 7 anni ha appassionati e coinvolto adolescenti di tutto il mondo.
I cinque ragazzi non hanno però intenzione di lasciar il mondo della musica, come annunciato dai loro account Twitter, tranne Harry Styles che ha deciso di ritirarsi a vita privata.”
Così recitava un piccolo articolo del “The times” il giorno 14 Luglio 2017.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO


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~ Harry ~


Gambe intrecciate le une con le altre, petti che si scontrano, baci a bocche aperte, mani che sfiorano il corpo dell’altro, ormai conosciuto a memoria.
Ogni singola rughetta, ogni piega della pelle, ogni tratto di pelle era stato già toccato, leccato, baciato, amato in quegli anni precedenti.
Le mani di Louis erano affondate nei miei capelli, e il mio corpo premeva sul suo, le mie mani gli carezzavano il viso dolcemente.
-Sei bellissimo.- Sussurrai baciandogli le labbra dolcemente, ispirando il suo odore che riempiva la mia vita, sentendo il suo sapore che avrei saputo riconoscere fra mille.
-Anche tu lo sei.- Le mani sul mio collo mi fecero rabbrividire, non mi sarei mai abituato all’effetto che produceva sul mio corpo.
Ci lasciammo sfuggire un bacio dolce, col suo naso incastrato nella mia guancia, con le mie mani a tenere il suo viso e le gambe strette, unite insieme.
Le lenzuola d’intralcio che si incastravano ai nostri ginocchi, la sua testa profondata nel cuscino, accarezzata dalle mie mani.
Gli accarezzai le guance coi pollici scostando qualche capello davanti agli occhi, lo fissai in quegli occhi perfetti, di un azzurro glaciale, illuminati dalla flebile luce della abat-jour.
-Sposami, Louis.- Bisbigliai accennando un sorriso.
Gli occhi di Louis, da prima allarmati, poi sorridenti a dolci mi fissavano ancora.
Si avvicinò al mio viso baciandomi dolcemente le fossette, poi stampò un bacio sulle mie labbra e annuì.
-Ti sposo, Harry.-


***

La sala principale del comune era  piena di gente, per quanto volessimo fare una cerimonia intima i parenti e gli amici di invitare erano comunque molti.
Entrando insieme a Louis sfiorai la sua mano e gli sorrisi.
Era bellissimo, con lo smocking che lo calzava a pennello, coi capelli laccati, e tenuti in ordine e quel sorriso splendente sul volto.
Camminando verso l’altare, col silenzio della gente intorno a noi, con solo il rumore dei nostri passi e la musica di sottofondo ripensai alla mia vita passata con lui.
Gli abbracci e gli sguardi quando ancora non potevamo mostrarci al pubblico, i baci e l’amore fatto silenziosamente nel letto di un albergo, i baci nei camerini sotto lo sguardo dei ragazzi.
La litigata, i tre mesi più brutti della mia vita, il bacio in aeroporto, l’amore sul nostro letto, la paura quando Eleanor riapparse, finalmente il coming out, il bacio in diretta mondiale, i nostri sorrisi complici.
Nella folla riconobbi Gemma in tutta la sua bellezza, accanto al sindaco, che mi sorrideva, vidi Liam e Danielle, Zayn e Niall con le loro ragazze, Ed vicino a Gemma, coi capelli rossi e la barba rasata, gli occhi azzurri che ci fissavano dolcemente, Lottie e Stan, i testimoni di Louis erano emozionati.
Mia madre e Jay, si erano girate per sorriderci, mentre il fotografo immortalava la nostra camminata all’altare.

Il sindaco parlò per un po’ ma i miei occhi erano fissi nei suoi, quando arrivò il momento decisivo presi un bel respiro profondo prima di dire quelle parole.

-Io, Harry Styles accolgo te Louis William Tomlinson come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita.-

Il cuore batteva fortissimo nel mio petto, mentre pronunciavo quelle parole vidi Louis tremare un po’, i suoi occhi che mi fissavano, le labbra incurvate nel sorriso più bello che avessi mai visto.

-Io, Louis Tomlinson accolgo te Harry Edward Styles come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre.- La sua voce tremò un po’ abbassò lo sguardo per un attimo per poi fissarmi. -Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita.-

Stan tirò fuori i due anelli, le due fedi d’oro e prima io, poi Louis le infilammo negli anulari dell’altro.
Le mie mani tremarono un po’ al contatto con le sue un po’ fredde, e sorridendoci il sindaco pronunciò le parole.

-Con i diritti da me acquisiti, vi dichiaro ufficialmente sposi.- Disse mentre delle lacrime cadevano dagli occhi delle nostre madri. –Vi potete baciare.- Disse subito dopo.
Così mi avvicinai a Louis che mise le mani sul mio collo, si alzò in punta di piedi e si sporse su di me facendo toccare le nostre labbra dolcemente e appassionatamente.
Ci baciammo per qualche istante, con le farfalle nello stomaco, e quando ci staccammo tutti ci stavano applaudendo felicemente.

***

-Il primo ballo degli sposi!- Disse Danielle spingendomi in pista.
Fissai Louis stringendogli la mano nella mia e lui mi annuì sicuro, insieme ci dirigemmo al centro della pista, sotto gli occhi di tutti, mentre  cominciavano a suonare un lento.
Le sue mani si incastrarono dietro il mio collo toccando ancora un po’ i miei capelli un po’ lunghi.
Il suo naso nell’incavo del mio collo, le sue labbra sulla pelle un po’ scoperta dalla camicia sbottonata fino a metà petto.
-Hai ancora del riso nei capelli.- Sorrise Louis togliendo qualche granello rimasto incastrato nei ricci.
Si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò le sue labbra con le mie.
Le mie mani serrate sui suoi fianchi magri, le labbra unite in un dolce e lento bacio,  fianchi che continuavano ad ondeggiare al ritmo di musica, la pace nei nostri cuori.
-Ti amo Harry.- Bisbigliò sorridendo un po’ con la fronte ancora contro la mia.
-Io di più.- E gli mordicchiai il labbro inferiore in risposta.
Quando la musica finì ci sedemmo in un luogo appartato con i pochi parenti ed amici che non si stavano scatenando col ballo.

***

-Firmate questi documenti, e questi.- Disse la signora gentilmente. –Poi abbiamo bisogno dei vostri dati e fra un po’ vi verrà detto se sarete ritenuti idonei.- Continuò.
La mano si strinse contro la sua e una volta firmato tutto mi abbracciò.
Sentii il dolce odore del suo profumo, dello shampoo e il profumo che emanava la sua pelle.
-Davvero vuoi avere una famiglia con me?-  mi chiese fissandomi negli occhi.
-Io voglio passare tutta la mia vita con te, e avere dei figli con te, Louis.-
Si stamparono un bacio sulle labbra e mano per mano uscirono dalla sala.

***

La donna indicò un piccolo batuffolo con la pelle scura e i capelli ricci e neri come la pece.
Le sue mani strinte in un pugno e un pollice chiuso fra le labbra, gli occhi socchiusi e le gambe al petto.
Il rigonfiamento del pannolino la faceva sembrare più grande di quello che non fosse in realtà.
La tutina rosa che copriva i suoi piedini così piccoli.
Mi avvicinai alla culla e con le mani grosse e nodose gli carezzai il visino, e poi fissai la donna come a chiedergli il permesso di prenderla in collo.
La signora annuì e mi sorrise, così la afferrai e la stinsi al mio petto, mentre la piccola apriva un po’ gli occhi per poi richiuderli e continuare a ciucciarsi il dito.
Riuscii a sentire le costole con le mie mani, sentivo il suo corpo scheletrico, la faccia scavata dalla fame, la pancetta inestinte e le lacrime corsero lungo il mio viso, potevo solo immaginare la sua sofferenza, ora avrei fatto di tutto perché stesse bene.
-Jamila.- Sussurrò Louis con un braccio lungo la mia vita e l’altra mano affusolata a sfiorare la bimba.
-E’ così bella.- Sussurrai con gli occhi illuminati da una strana luce, era davvero la cosa più bella che avessi mai visto.
-E’ tutta nostra, Harry.- Sussurrò Louis stampandomi un breve bacio sulle labbra.




~ Louis ~


Quando si è tanto piccoli da non distinguere il male dal bene, quando ancora si ha bisogno del ciuccio per addormentarsi e del pupazzo sotto il braccio, si aspetta il giorno di Natale con gli occhi che luccicano d'emozione e il sorriso pieno: di gioia, d'emozione, di meraviglia.
Si aspetta il Natale stringendo il pupazzo, masticando nervosamente il ciuccio di plastica, con l'ansia del regalo da scartare, la speranza di intravedere la Slitta del vecchio con la barba bianca, sfrecciare nel cielo e lasciare una scia indelebile di stelle, dietro.
Si aspetta il natale per sorridere sotto le luci colorate dell'albero, tra le braccia del proprio papà, che ti aiuta con la sua forza a sollevare l'immenso pacco che, il vecchio, aveva lasciato la sera prima, dopo aver assaggiato i tuoi biscotti e bevuto il latte che gli avevi lasciato come ringraziamento.
Si aspetta Natale cercando di fare i buoni, nella speranza che ogni desiderio venga esaudito, perchè in fondo è quello il ricatto che usano i genitori.
'Fa' il bravo, altrimenti Babbo Natale torna in Lapponia e non ti porta il regalo.'
Non è giusto? Beh, è una tradizione. Non tutte le tradizioni godano di buoni principi.

Ho sempre sognato un Natale simile a quello che ti mostrano nelle migliore scene dei cine-panettoni più famosi: l'aria calda che trasmettano le pareti di casa, il colore rosso che predomina nelle decorazioni, le luci dell'albero che creano ombre offuscate e rilassanti, il profumo dei biscotti la mattina di Natale, il pupazzo nel giardino davanti casa, l'albero gigantesco, i regali tutti a terra e una famiglia felice: con i bambini che corrono per casa, urlando di gioia e i genitori che scattane foto che mostreranno poi ai nipotini, orgogliosi del loro passato.
Ho sempre pensato che il 25 Dicembre fosse la giornata mondiale del sorriso.
Il sorriso sulla bocca del bambino che scarta il regalo a casa, quello sorriso del bambino più bisognoso che riceve un pasto in più, e il sorriso di quella creatura in ospedale che riceve la visita di un generoso uomo che, appositamente per lui, si è travestito dal vecchio con la barba bianca per regalargli qualche minuto di felicità.
Il sorriso sulla bocca dei genitori che vedono il proprio figlio felice, saltellare davanti ai loro occhi.
Il sorriso che decora i baci di due innamorati che si augurano un felice Natale, scambiandosi i regali alla luce di una candela quasi consunta del tutto.
Il sorriso migliore nella bocca di una qualsiasi persona che vede un po' di luce in fondo ad un tunnel, perchè, anche se per una giornata sola, ogni problema sembra dissolversi con il 'cin cin' dell'ennesimo brindisi.

***

La tavola era imbandita di piatti decorati accuratamente, pieni di cibo che, forse neppure mia madre, avrebbe mai cucinato.
I genitori di Harry, Gemma e suo marito sarebbero arrivati di lì a poco, mentre i miei avrebbero ritardato un po': "Dobbiamo occuparci di una cosa." Si giustificarono.
"Non pensi di aver preparato troppo?" Domandai, osservando l'interminabile fila di portato sul bancone della cucina.
"Louis!" Mi riprese Harold, con fare maturo e ovvio e dio, se era bello quando faceva la maestrina. "E' natale!" Spiegò, poi, sorridendomi e lasciandomi un lieve bacio a stampo prima di portare l'ultimo antipasto in tavola.
"Prenderò tutti i kilogrammi persi con la dieta.." Mi lamentai, sollevando un tramezzino, per morderlo golosamente.
"Ti amerò ugualmente anche sommerso dalla tua pancina, Tomlinson." Mi rassicurò, pizzicandomi la pelle appena sotto l'ombelico e baciandomi, mentre, con la mano destra mi toglieva il tramezzino dalle mani per divorarlo in un boccone.
"Riordina quel caos, tra poco arriveranno i miei." Ordinò Harold.
Probabilmente era lui la donna di casa, forse lo era sempre stato, fin quando ai tempi di X-Factor amava lamentarsi della confusione in camera, proprio come una mamma noiosa deve saper fare.
"Sissignore!" Scherzò Louis, iniziando a riporre ogni oggetto fuori posto, per concedere nuovamente alla casa quella perfezione tipicamente natalizia.

Il campanello suonò all'interno delle pareti, Harry si sfilò il grembiule da cucina. "Eccoli.." Urlò, sospirando così da eliminare un po' d'ansia.
Si avvicinò alla porta, aprendola lentamente. "Buon Natale!" Urlarono i due, entrando in casa col sorriso, abbracciando Harold, per stringerlo forte.
Li salutai calorosamente, ormai li consideravo anche io come una mamma e un papà, erano la mia famiglia, mi avevano accudito durante gli anni e perdonato quando avevo fatto soffrire il loro riccio. Meritavano tutto l'amore possibile.
"Tua mamma?" Domandò Anne, ansiosa di rivederla dopo qualche mese di confidenze perse, tra le due.
"Dovrebbe arrivare tra poco con le mie sorelle, Anne." Risposi sorridente. "Intanto sedetevi, volete qualcosa da bere?"
Robin annuì "Uno scotch per me, grazie Lou."
Preparai il drink al patrigno di Harry, porgendoglielo sorridente per sedermi ed iniziare a parlare con Anne: Harry aveva il suo stesso sorriso. Quando lei a fine di ogni frase incurvava le labbra per ridere, il mio stomaco si contorceva e i miei occhi ricadevano involontariamente su quelli verdi di Harold, seduto vicino a me.
"Mio figlio è proprio bello!"  Osservò orgogliosa la donna stringendo la mano di Robin, come per sentire il contatto sicuro di qualcuno e non cadere nel suo solito pianto di commozione che lei odiava.
"Mamma.." Sospirò Harry. Sorrisi. "Harold, lascia che tua mamma ti ammiri." Lo ripresi, facendo incastrare le sue dita con le mie. Il suo cuore perse un battito, mi osservò con aria interrogativa, mi limitai a sorridere.

Il campanello tornò a suonare.
"Vado io.." Sospirai, alzandomi dal divano, appoggiando il calice del Martini sul tavolino basso del soggiorno e avvicinandomi alla porta.
Aprii la porta e fui sommerso.
Sommerso da sorrisi che mi mancavano da troppo, da abbracci che bramavo come fossero ossigeno, da un'aurea d'amore di cui avevo bisogno.
"Mamma.." Continuavo a ripetere, stringendola forte a me. "Buon Natale, amore mio." Mi sospirò con il fiato sul collo, abbandonandosi tra le mie braccia.
Salutai anche le mie sorelline, odiavo saperle così grandi. Erano bellissime nei loro abiti eleganti.
Stavo per socchiudere ancora la porta quando "Lou.." Sentì urlare, aprii istintivamente e "Gemma!" Urlai, precedentemente allo scatto di Harry.
Gemma era con suo marito, mi strinse forte, quasi ignorando la presenza di suo fratello. Era sempre stata legata a me, era sempre stata dalla nostra parte.
"Buon Natale, ragazzi." Augurai, stringendo la mano al marito della mora, mentre lei stava continuando a sorridere come una bambina tra le braccia del suo fratellino.

"Bene. Ci siamo tutti, quindi?" Domandò a voce alta Harold. "Divoriamo i miei due giorni di lavoro!" Rise a voce alta, di quella risata bellissima.
"E la mia bambina?" Sospirò mia madre.
"Vado a vedere se si è svegliata..." Risposi, allontanandomi sotto i loro sorrisi e il rumore delle sedie che si stavano spostando, mentre tutti si stavano accomodando a tavola.

Aveva gli occhietti aperti, sdraiata nel suo lettino. Non aveva pianto, semplicemente si era svegliata tranquillamente, continuava a guardare il soffitto.
Chissà a cosa stava pensando?
"Amore mio.." Sospirai, prendendola in braccio, sistemandole il vestitino. "Pronta per essere stritolata?" Le sorrisi.
Mi guardava con i suoi bellissimo occhi color nocciola. Giurai a me stesso di aver visto cosa più bella dei suoi occhi, cosa più piccola dei suoi piedini, cosa più dolce delle sue labbra che mi stampavano un bacio sulla guancia.
Tornai in salotto, sotto lo sguardo lucente dei miei invitati.
Harry la prese tra le sue braccia, era geloso della sua bambina, geloso marcio, come non lo era stato neppure quando ero solito abbracciare Eleanor.
"Papà, ho fame..." Sbraitò la piccola, iniziando a muoversi tra i muscoli di mio marito.
"Ti avevo detto di non fargli passare troppo tempo con Niall, Harold." Scherzai, con tono fermo, finto offeso. Scoppio una risata generale, mentre Harry faceva accomodare la bimba sulle sue ginocchia e iniziava ad imboccarla.
Mangiammo così: tra una risata, un sorriso e una foto a mia figlia.
Ormai era il centro del mio mondo, la fonte fondamentale del sorriso migliore che avessi mai sfoggiato.

***

Dopo cena ci riunimmo vicino all'albero, per aprire i regali che, la piccola, aveva tentato di scartare più volte prima di quella sera.
"Iniziammo da quello che ti hanno fatto i papà?" Le chiesi. Sorrise felice ed emozionata, stringendo i suoi pugni piccoli e iniziando a muoverli dalla gioia. Annuì orgogliosa.
Le passammo un pacco ricoperto di una carta rosa. Iniziò a romperla e strapparla.
Era una bambola, una bambola di pezza cucita dai bambini Africani. Aveva bisogno di sentirsi vicino alle sue origini, di sentire che non era lontana da tutto ciò che aveva vissuto per i primi suoi 3 anni di vita. Era il suo primo Natale in famiglia e doveva sentirsi a casa. Probabilmente, avevamo pensato io ed Harry, che quando la bambina sarebbe stata più grande gliel'avremmo mostrata iniziando a raccontarle la sua storia, di come l'avevamo desiderata, amata dal primo momento ed allontanata da una realtà decisamente troppo scomoda per qualsiasi creatura.
"Ti piace?" Le domandò dolce Harry, spostandole un riccio da davanti gli occhi. Sorrise dolcemente, mia figlia, stringendo la bambola a sè e iniziando ad odorarla.
Capii che le diverse storie sul fatto che i bambini capiscono tutti, beh, erano decisamente fondate.

Aprì ogni regalo che mia mamma, Anne, le mie sorelle e Gemma le avevano fatto.
Sembrava eccitata all'idea di scartare ogni pacchetto. Per i primi tre anni della sua vita, per Natale le veniva offerto un piatto di cibo in più, oppure se era fortunata un vestito di seconda mano col quale si sarebbe coperta per il periodo invernale.
Più guardavamo quella bambina dal carnato scuro, i riccioli ribelli e gli occhi grandi, più pensavamo di aver fatto la scelta migliore della nostra vita.
Ogni volta che la stringevo al mio petto sentivo i suoi battiti dettare un ritmo che avrei ascoltato per la vita.
Era un amore puro quello mio e di Harry nei suoi confronti, un amore che non avrebbe mai trovato nessun tipo d'ostacolo.

***

"Louis, hanno suonato!" Urlò Harry dalla cucina.
"Aspettami qua, tesoro, vado ad aprire." lasciai l'orsetto che Robin ed Anne le avevano comprato e mi alzai, aprendo la porta.
Sicuramente sarebbe stato qualcuno che si era dimenticato qualcosa. Decisero tutti di andare via molto presto, avevano tutti un viaggio d'affrontare e beh, avevano fotografato la mia piccola anche troppo per quella sera.
Aprii lentamente.
Niall.
Zayn.
Liam.
Erano lì, in fila, con un immenso pacco in mano, sorridenti e belli come mai lo erano stati.
Restai un secondo immobile, con gli occhi pieni di bagliore, a guardarli e chiedermi se davvero fossero lì davanti a me. Era un sogno?
Non ci vedevamo da un po' di mesi, loro erano tornati nelle loro città, approfittando delle lunghe vacanze pre-natalizie.
"Intendi farci morire di freddo, Lou?" Mi riportò alla realtà Zayn.
"Dovrei vedere la mia ragazza." Sospirò Niall impaziente.
"E torno a ripetere: fa molto freddo, Louis."
Risi e "Entrante pure, ragazzi. Buon Natale!" Dissi, facendo loro strada, per poi chiudere la porta.
"Lou, chi era?" Domadò urlante Harry dalla cucina, non sentendo nessuna risposta si trasferì in salotto.
Restò fermo, allibito, sorridente e quasi commosso.
"Ragazzi.." Sospirò, con tono disconnesso e assolutamente incredulo.
"Buon Natale, frocetto!" Urlò Malik, aprendo le braccia per poi andare a stringerlo forte a sè.
"Zay, la bambina.." Fece notare Louis, invitando il moro a moderare i termini. Zayn sorrise, stringendosi nelle spalle e intimando un "Oddio, non sono ancora abituato!"
Intanto Niall e Liam erano già stesi sul tappeto, e avevano iniziato a fare il solletico alla piccola, a giocare con loro e tornare bambini, anche solo per qualche minuto.
"Beh, ragazzi.. volete...volete qualcosa da bere? Avete mangiato? Perchè non avete avvisato?"
"Tranquillo Haz, eravamo a cena a casa di Niall, siamo passati per augurare un buon Natale a questa meraviglia.." Sorrise Liam, stropicciando i ricci della bambina.
"Pensi che qualcuno tornerà a considerarci o saranno troppo presi da nostra figlia, Harold?" Scherzò Louis, appoggiando un braccio intorno alla spalla di suo marito.
"Non è colpa mia se è perfetta.." Rispose Harry, baciando velocemente il castano.
Zay si avvicinò a Niall. "Vuoi darlo te, alla tua ragazza?" Rise.
"Grazie Malik, sei un ottimo amico." Fece finta di commuoversi il biondo, afferrando il pacco. "Amore mio, è arrivato il momento. Tieni, questo è per te."
Horan appoggiò il regalo al tappeto, la bambina iniziò ad aprirlo.
"Non dovevate.." Sospirò Harry, non appena la cucina di plastica fu fuori. Aveva i fornelli, il forno, la luce, il rubinetto: era bellissima.
"Non deve mancare a nessuna bambina." Osservò giustamente Liam, accarezzando la ricciolina mentre iniziava a toccare ogni pulsante nella speranza di farla partire.
"Grazie." Aggiunse Louis, iniziando a fare delle foto a sorpresa ai ragazzi, mentre baciavano sua figlia, mentre lei continuava indisturbata a giocare.
"Grazie a voi di averci fatto diventare zii." Commentò Zayn, lasciando che il cuore di Harry e Louis si sciogliesse come un cioccolatino al sole.
Avrebbe mostrato quelle foto a sua figlia, quando sarebbe stata più grande, raccontandogli la storia della loro fantastica amicizia, dicendogli che beh, erano una band molto conosciuta, che si sono incontrati per caso e che beh, anche lei dovrà avere il piacere di avere amiche alle quali si vuole bene come sorelle.
Mostrerà le foto aggiungendo: "Eri invidiata da milioni di ragazze, amore mio." Lei non avrebbe capito, ma Harry, che sarebbe stato vicino a lui, avrebbe riso e a Louis questo sarebbe bastato, perchè la risata di Harry era sempre sufficiente a Tomlinson.

"Harold, è quasi mezzanotte." Constatò Louis.
"E' un modo carino per dirci che ci dobbiamo togliere dai coglioni?" Scherzò Zay, iniziando a ridere da solo, come una volta.
"Zay.. i termini!" Lo riprese ancora Louis. "E comunque no, è per un'altra cosa." Concluse poi.
Harold si alzò da terra, prendendo in collo la bambina e "Vieni amore mio.." le sussurrò nell'orecchio. "E' tempo di iniziare la nostra tradizione.." La portò sulle spalle e la fece sedere lì, poi si fece allungare la punta blu da Niall e la posò nella mano piccola della ricciola. "Mettila all'albero, su amore.."
Harry si alzò un po' sulle punte, dal tappeto i ragazzi sorridevano, guardando la bambina impegnarsi nel posare la punta sulla cima dell'abete.
"Dai, tesoro, ce la fai.." la rassicurava la mia voce sussurrata, calda, piena d'amore.
Afferai l'iphone di Harry ed iniziai a fare un video. I loro ricci sembravano esser stati clonati, le loro pelli si fondevano creando un contrasto a dir poco perfetto, i loro occhi erano di tonalità opposte e ugualmente bellissime.
Mia figlia e mio marito, l'una sulle spalle dell'altro, con i loro sorrisi pieni, quelli tipici del 25 Dicembre.
Lì, perfetti come mai, stavano facendo del mio primo Natale di famiglia, di quella famiglia, il natale migliore del mondo.

Avrei mostrato il video alla mia bambina, una volta che lei era così grande da capire la mia situazione, gli avrei detto col sorriso migliore tra le labbra:
"Eccolo il tuo primo Natale in questa casa, guarda come eri piccola. Papà stava cercando di farti mettere la punta all'albero, solo che era troppo alto e tu non ci riuscivi. Senti queste risate? Sono quelle degli zii. Dio, quel Natale piombarono in casa perchè volevano darti il benvenuto. Ricordi la cucina in plastica? Te la regalarono loro. Dissero che dovevano instaurare una tradizione, e infatti ancora oggi, passiamo ogni Natale con loro e le loro famiglie, ma non è bellissimo?
Abbiamo sempre cercato di fare il possibile per renderti felice, amore mio."

Il video finì.
"Ho una ragazza meravigliosa.." Sospirò Niall.
"Ti ricordo che stai parlando di mia figlia, irlandese." Lo riprese Harry col tono di voce estremamente pieno di protezione.
"Al cuor non si comanda Styles, dovresti saperlo!" Rispose pronto il biondo.
Harry mi guardò. "Già.." Sussurrò, posando la bambina sul tappeto e stampandomi uno di quei baci per cui vale la pena fermarsi e perdere qualche respiro.
"Buon Natale, amore mio." Sussurrò contro le mie labbra.
"Buon Natale, cucciolo." Risposi, sorridendo del mio sorriso migliore.

Ho sempre pensato che il 25 Dicembre fosse la giornata mondiale del sorriso.
Il sorriso sulla bocca del bambino che scarta il regalo a casa, quello sorriso del bambino più bisognoso che riceve un pasto in più, e il sorriso di quella creatura in ospedale che riceve la visita di un generoso uomo che, appositamente per lui, si è travestito dal vecchio con la barba bianca per regalargli qualche minuto di felicità.
Il sorriso sulla bocca dei genitori che vedono il proprio figlio felice, saltellare davanti ai loro occhi.
Il sorriso che decora i baci di due innamorati che si augurano un felice Natale, scambiandosi i regali alla luce di una candela quasi consunta del tutto.
Il sorriso migliore nella bocca di una qualsiasi persona che vede un po' di luce in fondo ad un tunnel, perchè, anche se per una giornata sola, ogni problema sembra dissolversi con il 'cin cin' dell'ennesimo brindisi.

Il mio sorriso era lì: bello, vero e maturo, mentre guardava la foto di Harry e Jamila abbracciati.
'Jamila'. Jamila era il nome del mio grande amore.
Della bambina occhi color caramello.
'Jamila' era il nome che io Harry avevamo tatuato nel cuore.
'Jamila' era tutto ciò che avevo sempre sognato.
'Jamila' era solo la coronazione di un amore nato per caso e durato fino alla fine.
Jamila Styles Tomlinson.




THE END.

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Non potete nemmeno capire che male mi fa vedere quel “completa” accanto al titolo.
Si, eccoci qua, questa storia è finita, finita bene, diversa da come era iniziata, e spero che voi lettori ne siate contenti, meritano un po’ di felicità i nostri due ragazzi dopo tutto ciò che hanno passato.
Sto scrivendo una missing moments su questa storia, precisamente verrà spiegato il perché verrà adottata una bambina di colore, quindi tenete sotto controllo il mio profilo.
Questa è la mia priva vera Long Larry che ho scritto e non ce l’avrei mai fatta senza l’aiuto di Fra, la prima persona che ringrazio infatti è lei.
Vorrei anche ringraziare anche ogni singolo lettore che è arrivato infondo a questa storia, un “grazie” enorme a tutte le persone che hanno recensito e messo fra le preferite, ricordate o seguite la nostra storia.
Abbiamo in cantiere altre due long Larry, speriamo che anche le altre vi appassionino, spero di ritrovarvi tutti lì.
Un bacione a tutti.
-Ly.




Eccoci qua, arrivati alla fine. L'epilogo tanto atteso. Sinceramente è il capitolo migliore per quanto mi riguarda. Mi ha emozionato scriverlo, davvero tanto.
Mi sembra ieri che io e la mia migliore amica iniziammo a scrivere gli appunti per questa storia, buttando in qua e là qualche idea priva di fondamento e adesso eccoci: abbiamo concluso. La fine.
Ci siamo promesse di scriverne altre perchè è stata un'esperienza a dir poco unica.
Vorremmo ringraziare ognuna di voi per il supporto, grazie, grazie davvero.
Spero vi sia piaciuta, spero non sia stata una di quelle Fan-Fiction banali e poco originali.
Ci abbiamo messo l'anima, il cuore, passione e tempo e speriamo col cuore d'aver ottenuto un buon risultato.
Speriamo di vedervi presto ad un altro del nostro lavoro.
Grazie ancora, bellezze.
-Fra.
   
 
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