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[
Tsurugi Kyousuke. Di queste ne prendo dieci. ]
Yuuichi sorrise
aprendo la porta della camera del fratello.
Kyousuke si era appisolato teneramente poche ore prima sul divano, e
per salvarlo da un sicuro mal di schiena l'altro lo aveva svegliato,
consigliandogli di andare a dormire sul letto. Poi, non si era nemmeno
più svegliato per cena. Il maggiore aveva tentato di entrare
e
richiamarlo per cenare, ma quando si era seduto sul bordo del letto
toccandogli la spalla, lui aveva risposto stancamente che sarebbe
arrivato dopo poco. Yuuichi lo conosceva, e sapeva anche che quando
diceva così era molto più probabile che non
sarebbe
venuto.
Infatti,
Yuuichi e Taiyou cenarono da soli, parlando di svariati
argomenti. Ogni tanto, cenare da solo con Ame gli faceva piacere. Era
come ritornare a quando erano entrambi al liceo, e spesso uscivano
insieme per cenare o passeggiare. Menre lavava i piatti e li passava a
lei in modo che li asciugasse, ripensava a quante cose fossero
cambiate.
Prima
di tutto, si era sposato. Si era sposato con l'unica donna che
avrebbe mai potuto amare. Yuuichi sapeva che, sebbene Kyousuke l'avesse
mal sopportata fin dall'inizio, non avrebbe mai avuto ripensamenti sul
loro matrimonio. Ame era la donna perfetta. Sempre sorridente,
disponibile a rischiare e a soffrire per altre persone, un po' testarda
e molto solare.
Strofinò
con più convinzione la spugna sul piatto ormai lindo e
bianco, inarcando le sopracciglia.
Non
riusciva proprio a capacitarsi del perché Kyousuke la
odiasse tanto. Eppure, gli aveva fatto mancare affetto, da quando si
era sposato? No. A volte il comportamento del minore gli risultava
davvero impossibile da capire. Loro due erano sempre stati molto uniti,
anche da bambini, e Yuuichi non aveva memoria di altri atteggiamenti di
quel tipo da parte di Kyousuke.
Inesplicabile.
Sospirò,
sciacquando con l'acqua calda il piatto. Poi ne prese un altro, e
ricominciò.
Poi,
aveva anche cominciato a lavorare. O meglio, si era laureato,
aveva trovato lavoro, ed aveva sposato Ame. Ma in ordine di importanza,
sua moglie prima di tutto. Lavorava in un ospedale, come
infermiere.
Yuuichi
aveva sempre avuto una propensione verso i malati, aveva sempre
avuto interesse nei loro confronti. Non ne aveva pietà,
perché sapeva benissimo cosa provassero, ma riteneva che la
vita
fosse stata ingiusta nei loro confronti. E allora Yuuichi, che dalla
vita aveva sempre avuto tutto e forse anche troppo, voleva impegnarsi
al massimo per loro, aiutandoli per quanto potesse. Ringraziava Dio
quanto un intervento andava a buon fine, ma si affibbiava la colpa nel
caso contrario.
Forse
uno dei motivi per cui si era innamorato di Ame era anche quello:
aveva scoperto pochi giorni dopo averla conosciuta che era volontaria
in ospedale. Infatti, prima della gravidanza, non era raro incontrarla
per i corridoi, o passare le pause assieme a lei.
Yuuichi
era palesemente sicuro di non aver sbagliato a sposarla, era
per lui la donna perfetta, ma se solo Kyousuke non fosse stato
così restio nei suoi confronti! Forse la sua vita sarebbe
stata
ancora migliore, magari lo avrebbe anche visto sorridere, come
sorrideva da bambino.
Kyousuke
era stato un bambino sempre felice. Inizialmente, aveva anche
reagito "bene" a ciò che di orrendo era capitato a lui e
Yuuichi
quando entrambi erano ancora adolescenti. Poi però doveva
essere
capitato qualcosa di orrendo. Aveva conosciuto Ame da poco, Yuuichi,
quando litigò per la prima volta con Kyousuke. Ricordava il
loro
litigio come orribile.
In
realtà, non si erano nemmeno mai perdonati. Yuuichi non gli
aveva mai chiesto scusa, e così non aveva nemmeno fatto il
fratello. Poi, con il passare dei giorni, il maggiore aveva
semplicemente ricominciato a comportarsi come sempre e nessuno dei due
ci aveva più fatto caso.
«
Sei pensieroso? » la voce di Ame lo distrasse dal
groviglio dei suoi pensieri « Ti sei messo a guardare il
piatto
che hai in mano, nonostante sia pulito. C'è qualche
problema?
» e poi la sentì ridere lievemente. Sorrise anche
lui,
dicendosi che forse non si sarebbe dovuto crucciare troppo su tutto
quanto.
«
No, nessun problema. » disse sottovoce, porgendole il
piatto con un sorriso sulle labbra « Riflettevo, solo, un po'
su
tutto. » si tolse i guanti di gomma, non facendo rimanere il
silenzio un po' scomodo che si era appena formato « Era
l'ultimo,
no? Andiamo a letto? »
Ame
sorrise e annuì « In televisione non
c'è nulla, oggi. Andiamo. »
•
• •
Quando
Kyousuke si svegliò, fu per i crampi allo stomaco. Si
maledì, e un po' maledì anche suo fratello per
non averlo
svegliato né per la cena, né per la colazione. Si
alzò dal letto e sbattè la testa contro la porta,
chiusa.
Aveva anche un grande, infinito, mal di testa, forse perché
aveva respirato la stessa aria per più di mezza giornata.
Aprì completamente gli occhi, dando uno sguardo all'orologio
fosforescente sulla scrivania. Dieci e venti. Non aveva poi dormito
tanto. Solo... Quasi
quindici ore. Gli
venne da ridere, circa, mentre ondeggiava verso la cucina.
«
Buongiorno, Kyousuke! » udì Ame dalla sua stanza,
probabilmente lo aveva visto passare davanti alla porta « Tra
pochi minuti dovrebbe arrivare Aoi! Per piacere, non guardarla troppo
in cagnesco, potrebbe spaventarsi. »
«
Lo so come mi devo comportare. » grugnì in
risposta, e probabilmente non aveva nemmeno tutti i torti. Conosceva la
ragazza da quando era nato, praticamente, quindi di certo non si
sarebbe spaventata per una sua visione mattutina.
Si
appoggiò al tavolo, sbadigliando sonoramente e guardandosi
in
giro cercando qualcosa da mangiare. Ma dopotutto avrebbe mangiato tra
un paio d'ore, con ogni probabilità, quindi
perché porsi
il problema? Prese un bicchiere e lo riempì di succo
d'arancia.
Yuuichi aveva sempre sostenuto, fin da piccolo, che bere succo
d'arancia in inverno fosse utile per--
«
Oh, buongiorno Tsurugi! » Kyousuke alzò di scatto
lo sguardo dal bicchiere, portandolo sulla figura minuta che era appena
entrata in casa « Appena svegliato? » aggiunse
ridacchiando
e facendo vagare lo sguardo sulle braccia e sul petto scoperto.
«
Buongiorno. » replicò solo il ragazzo, facendo un
cenno con la testa. Lui e Yuuichi conoscevano Aoi da sempre. La ragazza
aveva la stessa età di Kyousuke, e anche se non avevano
legami
di sangue per loro era come aver vissuto una vita insieme. A dire il
vero, secondo l'ospedale erano effettivamente imparentati: la madre di
Aoi aveva portato entrambi in ospedale per una visita medica, ma era
necessario avere un certo legame di sangue con lui. Quindi nei
documenti aveva affermato di essere sua zia.
In
realtà, Aoi era sempre stata attratta da quel ragazzo un po'
solitario, ma tutto sommato piacevole. La ragazza si perse a guardare
Kyousuke fino a quando questo non appoggiò il bicchiere
vuoto
dentro al lavandino « Sei qui per Ame? » lei
annuì,
cominciando a salire le scale « Io tra poco esco, comunque.
»
«
Dove vai? »
«
Bo', a fare un giro. Se rimango qui dentro ancora per un po'
impazzisco. »
Kyousuke
uscì dal bar con una strana sensazione soddisfatta. Era
riuscito a recuperare sia la cena del giorno prima che la colazione con
un pranzo decisamente sostanzioso. Diede uno sguardo al cellulare,
constatando che fossero appena le quattordici. Cosa avrebbe potuto fare
fino all'inizio del corso? Quello che aveva fatto ogni singolo giorno
per ogni giorno.
Eppure,
cosa aveva fatto fino a quel momento? Si sedette su una
panchina con le mani cacciate in tasca, a pensare. Non aveva fatto
davvero nulla. Erano passati quasi dieci anni dalla fine del liceo.
Quando andava a scuola, aveva ancora qualcosa da fare, bene o male. Che
fosse studiare o incontrare i suoi compagni di classe, Kyousuke non si
era mai davvero trovato senza nulla da fare. Invece, dopo gli esami,
per un breve tempo aveva lavorato. Non era certo un lavoro
così
adatto a una persona che finisce di frequentare un liceo, ma non aveva
né la forza né la voglia di continuare gli studi
all'università.
Faceva
il barista. E gli piaceva. Parlare con i clienti, ascoltare la
musica nel locale, preparare caffè o altre bevande per tante
persone diverse. Persone con cui non avrebbe mai avuto a che fare,
persone che avrebbe dimenticato appena uscite dalla porta, persone che
forse avrebbe rivisto ogni mattina. Gli piaceva. Era un contatto
continuo con la vita di ogni giorno, un modo per non dimenticarsi di
essere vivo in un mucchio di gente e cose.
Alla
fine, se n'era andato. Si era licenziato, perché Yuuichi
aveva cominciato a lavorare e guadagnava quasi il doppio rispetto a
lui. Poi era arrivata Ame. Kyousuke avrebbe voluto tanto ricominciare a
lavorare, pur di non vederla ogni giorno in casa sua, o comunque
intorno a suo fratello.
Il
ragazzo sbuffò. Lasciando cadere indietro la testa, chiuse
gli occhi.
Ma
il bar dove lavorava prima non c'era più. "È
stato
abbattuto perché era poco stabile", gli aveva detto
l'edicolaio
che aveva il negozio direttamente davanti al locale "È un
peccato, vero? Ma il vecchio proprietario sta cercando qualcuno a cui
vendere il terreno. Magari verrà su un altro bar, anche se
il
caffè di quello vecchio è inimitabile."
Kyousuke
poteva ricordare benissimo ogni angolo del luogo dove lavorava
prima. Era un bar semplice, forse anche leggermente raffinato. Si
entrava da una porta a vetri con gli infissi in legno, mentre lo
sguardo era attirato all'interno a causa dei dolci e dei pasticcini
esposti sugli scaffali vicino alle vetrine. Subito, si veniva colpiti
dall'ordine presente nonostante lo spazio minuto in cui si era
costretti a stare: due piccoli tavolini, ciascuno con due sedie, uno a
destra e uno a sinistra, e un largo bancone dietro ai cui vetri erano
poste decine di pasticcini diversi.
Kyousuke
amava le cosiddette spaccate
con la panna. Quando
finiva il suo turno, infatti, non perdeva mai l'occasione di farsene
dare una dal suo collega.
Poi
c'erano tutti i biscotti: biscotti con dentro marmellata, biscotti
al cioccolato, biscotti immersi nel cioccolato, biscotti con la
granella. E il profumo di caffè onnipresente assieme a
quello dolciastro.
Stava
quasi pensando di fermarsi in una pasticceria per abbuffarsi, ma
udì una voce che lo fece sobbalzare.
«
Ehi! Ma tu...! » Kyousuke aprì entrambi gli occhi
per la sorpresa, meravigliandosi trovando il viso di una certa
ragazzina che solo meno di ventiquattro ore prima gli aveva bellamente
riso in faccia « Sei quello che ieri ho quasi investito!
»
«
Eh già. » replicò seccato, alzandosi in
piedi « E anche il tuo nuovo compagno di banco, nel caso non
te
ne fossi accorta. »
Quella
rise con semplicità « Ma certo che me lo ricordo,
non hai spiccicato parola per due ore, quasi! Se non per rimproverarmi
o rispiegarmi gli esercizi, si intende. Che poi eri laconico anche
nell'insultarmi. Nemmeno "che stupida", solo "stupida"! »
Kyousuke
alzò un sopracciglio. Quanto poteva essere irritante e
ingenua? Il suo livello di stupidità, comunque, non
rientrava
certo nei limiti sopportati dal ragazzo.
«
In ogni caso, il corso comincia tra quasi due ore. Quindi ci
vediamo tra un po'. » e fece per andarsene lontano da Kinako.
Ma
no, quella di certo non poteva lasciarlo in pace. Continuò a
seguirlo a meno di un metro dietro di lui, parlando a vanvera su cose
stupide. Le diede uno sguardo con la coda dell'occhio: portava quattro
borse, due per mano. Una di esse era evidentemente piena di cibo,
mentre le altre tre di vestiti o scarpe. Evidentemente era appena
tornata da un'impegnativa mattinata di shopping accanito, anche se era
fine gennaio, qualche speranza nei saldi era ancora riposta.
«
Stavo pensando, perché non andiamo a farci un giro per i
negozi? » Kinako aveva improvvisamente accelerato, portandosi
direttamente al suo fianco.
«
No. Perché? »
«
Bo', » replicò « Non so cosa fare prima
delle quattro, mi annoierei da sola. E poi anche tu sei da solo. Quindi
a meno che tu non ti debba vedere con qualcuno, possiamo farci un giro
insieme! »
«
No. »
«
Ma perché no? »
«
Non ho voglia. E ho altro da fare. »
«
Ma se prima sembrava ti stessi annoiando a morte. »
«
Eppure stavo per alzarmi e dirigermi in una pasticceria a mangiare
qualcosa. »
«
E allora andiamoci assieme! Quale sarebbe il problema? »
Nanobana rise, una risata sincera e serena, ma che a Kyousuke faceva
ugualmente accapponare la pelle. Perché provava quella
sensazione? Come se fosse restio a partecipare a quella
felicità. Come se la rinunciasse e la respingesse, come se
non
volesse fare altro che tenersi la gioia lontano. Ma non ebbe tempo di
pensare ad altro, Kinako lo stava già trascinando tirandolo
per
un braccio verso un qualunque bar.
«
Buongiorno Hakuryuu! » il campanellino appeso alla porta
suonò brevemente, come faceva ogni volta che un cliente
entrava.
Hakuryuu piegò il suo giornale e si alzò in
piedi,
sforzandosi di sorridere alla donna
«
Buongiorno, Kinako. » e poi fece vagare lo sguardò
da lei alle sue borse al ragazzo che, piuttosto spaesato, stava al suo
fianco « Mi porti nuovi clienti? » e poi rise
leggermente,
rivelando leggermente i denti bianchi e lucidi.
«
Sì e no, aveva solo voglia di mangiare pasticcini. Se gli
dai i migliori, poi torna sicuro. »
«
Tutti i dolci qui dentro sono i migliori. Non incontrerai
pasticceria migliore in tutto il resto del Giappone. » disse
il
ragazzo con fierezza, alzando il mento e avvicinandosi alle vetrine
contenenti decine di dolcetti vari « Soprattutto quelli con
la
panna. La panna che trovi qui non la trovi da nessuna parte. La panna
qui è la migliore. »
Tiriamocela
poco, insomma,
pensò Kyousuke mentre lasciava scorrere gli occhi su tutte
le
delizie della pasticceria. Effettivamente, tutto lì dentro
pareva avere un ottimo aspetto. Dai bignè ai biscotti, dalle
spaccate ai tiramisù. Kinako lasciò il braccio al
ragazzo, che cominciò a girare per il locale: era
decisamente
spazioso e confortevole, e il profumo dolciastro gli ricordava un po'
quello del suo caro bar.
«
Lavori qui da solo? » chiese, mentre con le dita sfiorava la
vetrina dietro la quale stavano le sue divine
spaccate alla panna.
«
Sì. Prima eravamo in due, ma ora non più.
»
udì solo un lieve tono malinconico nella sua voce, ma era
troppo
concentrato su quelle delizie per farci davvero attenzione.
«
Di queste ne prendo dieci. Anzi no. Facciamo dodici.
»
«
Wow. »
«
Wow cosa? »
«
A prima vista, non sembri proprio una di quelle persone che mangia
tanto. Sembri uno di quei ragazzi fissati con la palestra e il peso
peggio delle ragazze... O qualcosa del genere. »
«
E invece no. Mangio come un maiale e ne sono orgoglioso. E poi ieri
sera non ho mangiato e nemmeno oggi a colazione. Mi sono rifatto con il
pranzo, ma non era abbastanza comunque. »
«
Oh. »
Kinako
spostò lo sguardo da Kyousuke alla pasticceria dalla quale
erano usciti da una ventina di minuti. Riusciva a intravedere la buffa
capigliatura di Hakuryuu muoversi ancora al suo interno, probabilmente
puliva il bancone. Hakuryuu aveva sempre avuto una strana fissazione
per la pulizia.
Poi
la ragazza guardò ancora Kyousuke: aveva ancora quattro
pasticcini da mangiare, e ne teneva uno in mano divorandolo serenamente.
«
Mangia piano. »
«
Eh? »
«
Se poi muori strozzato mi starai sulla coscienza! »
Il
ragazzo alzò un sopracciglio, concentrandosi di nuovo sui
dolcetti « Sono fottutamente buoni. Dirmi di mangiare piano
è come piantarmi un coltello in una gamba e dirmi di non
toglierlo perché prima devo dissanguare. » e
ingoiò un'altra pasta, questa volta intera. Kinako stette
zitta. Continuò a fissarlo insistentemente, quasi si
aspettasse qualcosa. In realtà, nemmeno lei sapeva cosa stesse
aspettando.
«
Non guardarmi così. Non te ne do nemmeno una. Sono mie. Mie.
Mie. » proferì il ragazzo, tenendo lo sguardo
fisso sui dolci. Kinako rise e scosse la testa.
«
Dai, raccontami qualcosa su di te! » disse forse con voce
troppo alta « Com'è tua moglie? Perché
sei sposato, no? Di quanti mesi è incinta? »
«
Non sono sposato e non mi piacciono i bambini. »
«
...E come vorrai chiamare tuo figlio, o forse sono due gemel-Cosa?
»
«
Ho detto che non sono sposato e non mi piacciono i bambini. Sono
appiccicosi, e non si soffiano il naso. »
Kinako
lo guardò con aria interrogativa, mordendosi un po' il
labbro inferiore. Non capiva, ovviamente. Se non era sposato e non
aveva o avrebbe avuto alcun figlio, per quale motivo frequentava un
corso per neo-genitori?
«
Ma allora perché frequenti il corso? » gli chiese
con voce bassa e un po' curiosa. Kyousuke stette per rispondere, ma la
ragazza continuò « Wow! Devi essere proprio una
persona curiosa! Sono proprio davvero davvero davvero felicissima di
averti quasi preso sotto! Non trovi? »
«
Onestamente, no. » ma Kinako non lo ascoltava più.
Saltò in piedi e si piazzò davanti a lui,
sorridendo.
«
Dai! Andiamo a farci un giro! Abbiamo ancora un'ora prima dell'inizio
del corso! E poi io sono in macchina, quindi ti posso accompagnare!
Sempre meglio che andare a piedi, no? »
Kyousuke
avrebbe voluto rispondere che no, andare a piedi sarebbe stato davvero
meglio. Eppure qualcosa lo spinse a dire di no alla sua naturale voglia
di solitudine. Sbuffò, si alzò in piedi e
gettò nel cestino accanto alla panchina il contenitore di
quelli che una ventina di minuti fa erano stati dei pasticcini. Vide il
viso di Kinako illuminarsi, e scosse la testa « Andiamo, ma
dove? »
«
Ah, non lo so! Dove ci porta il cuore, tipo! »
A
quel punto, Kyousuke seppe che avrebbe perso in chiacchiere un'intera
ora di libertà.
Happy
Ossy's Corner (dafuq)
Buonasera a
tutti! I miei angolini sono destinati a cominciare così (?)
Non ho molto tempo, quindi mi tocca essere veloce nel dire quello che
devo dire, ovvero: non lo so. Sono molto molto soddisfatta sia delle
visite (più di 120, cioè, mi sento potente) che
delle recensioni. Mi hanno fatto tanto piacere, davvero, vi ringrazio
molto! Ringrazio ovviamente anche tutti quelli che hanno semplicemente
letto e lasciato un parere random da qualche parte, o che mi hanno
fatto capire che questa fanfiction è piaciuta in qualche
modo :'D Bene, poi, cosa devo dire.
Ammetto che non sapevo come chiudere, sì. Miriam, la
sacrosanta Miriam che oggi ha la febbre e delirava allegramente (?) mi
ha suggerito come chiudere, ovvero con il meraviglioso "ah non lo so
dove ci porta il cuore tipo" da parte di Kinako.
Poi, Hakuryuu. Me l'ha suggerito ancora Miriam. Quella ragazza
è santa tipo (?), anche perché così
sono riuscita anche a sistemare una cosa che prima non quadrava vv Ora
come ora non pare avere un vero e proprio "ruolo", ma più
avanti stringerà amicizia con Kyousuke e servirà
a qualcosa di concreto, credo. Tipo ubriacarsi allegramente--o cose
simili.
Penso che gli dedicherò anche un capitolo, più
avanti. Chi mi conosce bene sa che io amo la HakuShuu almeno quanto amo
la SaruFei, e che amo la SaruFei quasi quanto amo la Taiichi, quindi
capitemi, insomma. (?) Ricordate comunque che io amo l'angst.
È un avvertimento, tipo :'D
Dico troppe volte tipo? Sì. Comunque ora devo andare. Mi
lavo velocemente perché QUALCUNO mi ripete da sempre che
puzzo, e allora mi lavo così almeno sta un po' zittino,
santo cielo. E poi devo vedere l'episodio 40 di Chrono Stone che ho
appena scaricato ♥
A presto con il prossimo aggiornamento!
- Caty ♥
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