Primo capitolo
PRIMO CAPITOLO
«La famiglia è dove
il cuore trova sempre una casa»
Ginny
Weasley stava preparando la colazione; aveva i capelli rossi raccolti
in un disordinato chignon fatto in fretta.
In casa Potter si respirava ormai da parecchi giorni un'atmosfera di
palpabile emozione per l'imminente arrivo dei G.U.F.O. e dei M.A.G.O.
Era il 25 di Agosto e la scuola sarebbe cominciata nel giro di pochi
giorni. Era questione di poco tempo e le lettere sarebbero arrivate.
Lily aveva appena passato il primo esame, mentre Albus aspettava i voti
del suo diploma. Voleva diventare un Medimago.
James, invece, si era diplomato l'anno precedente e aveva cominciato i
corsi per Auror, così da poter lavorare accanto a suo padre
e
apprendere i segreti del mestiere.
Ginny fece un incantesimo al fornello, in modo che il fuoco si
spegnesse da solo non appena la frittata fosse stata pronta.
Cominciò ad apparecchiare e proprio in quel momento i suoi
figli maggiori scesero le scale.
Avevano i capelli di Harry: sempre in disordine e indomabili.
«Buongiorno
mamma» disse James, mentre suo fratello si esibiva in un
sonoro sbadiglio.
«Buongiorno, caro!
Albus, copriti la bocca, riesco a vederti i calzini da qui!»
«Ma io non ho i
calzini».
Ginny guardò i piedi nudi del figlio e sbuffò, e
quando
il ragazzo si mise a ridere lo minacciò con un mestolo.
Poco dopo anche Harry Potter, il Bambino sopravvissuto di
quarantaquattro anni, fece il suo ingesso in cucina. Salutò
allegramente i propri figli e diede un affettuoso bacio sulla fronte
della moglie.
«Harry»
cominciò questa, «potresti andare a
svegliare Lily? Sono quasi le nove».
«Agli
ordini!» Rispose lui con un sorriso.
Durante la sua assenza, Ginny finì di apparecchiare e
servì la colazione. Iniziò un'animata discussione
con
James e Albus sulla vittoria dei Tornados contro i Cannoni di Chudley.
I ragazzi si divertivano sempre molto a parlare di Quidditch con i loro
genitori, visto che entrambi erano degli appassionati. Ginny aveva
anche giocato nelle Holyhead Harpies per qualche anno e adesso era
giornalista sportiva per la Gazzetta del Profeta.
«Prima
o poi i Cannoni vinceranno, me lo sento!» Disse Albus
Severus. Il
fratello, per tutta risposta, si esibì in una perfetta
espressione schifata. «Illuso!»
Gli disse.
«Diamine,
Al, non avrei dovuto lasciarti così tanto con tuo zio Ron
quando
eri piccolo. Ha avuto una brutta influenza su di te!» Rispose
Ginny.
«Non è
vero! Zio Ron è l'unico che mi capisce!»
Ginny ridacchiò e scompigliò i capelli del figlio
con una carezza affettuosa.
Harry tornò in cucina con una Lily Potter dall'aria
stanchissima.
La ragazza si mise a sedere al suo solito posto senza salutare, poi
appoggiò la testa sul tavolo, come se non volesse far altro
che
tornarsene a dormire.
«Si può
sapere fino a che ora sei rimasta in piedi stanotte?» Chiese
il più grande dei suoi fratelli.
«Stavo leggendo! Tu
non puoi ca...» Lily venne interrotta
da un'esclamazione di sorpresa della madre, che stava guardando fuori
dalla finestra.
Tutti i membri della famiglia si voltarono nella sua stessa direzione e
videro che due gufi si stavano avvicinando alla casetta.
«OH, MIO
DIO!» Gridò Lily, improvvisamente
vigile.
Lei e Albus furono i primi ad alzarsi e a correre verso la finestra.
Alla fine i gufi si fermarono sul davanzale e porsero le zampe. I
ragazzi presero le buste con il loro nome e cominciarono ad aprirle.
Lily si fermò a metà, guardò James con
gli occhi sbarrati e gli porse la lettera. «Fallo tu. Io non ne
ho il coraggio!»
Lui alzò un sopracciglio. «Fai
sul serio?» Chiese. Quando la sorella annuì, lui
prese la
lettera e tirò fuori il foglio con i voti. Dette una rapida
lettura e sorrise.
Accarezzò i capelli di Lily con poca grazia. «Sei stata bravissima,
sorellina!»
«Leggi!»
Lo incitò lei. Ma prima che James potesse prendere fiato, un
sonoro "Sì, DIAMINE!" fece
sobbalzare tutti i membri della
famiglia e per poco non fece venire un infarto al Bambino sopravvissuto.
«Cos'è
successo?» Chiesero Ginny ed Harry all'unisono ad Albus.
Il ragazzo si voltò trionfante con gli occhi lucidi e la
lettera
in mano. La porse al padre, il quale cominciò a leggere i
suoi
voti:
Difesa contro le Arti Oscure: O
Erbologia: E
Pozioni: E
Trasfigurazione: E
Rune Antiche: A
Astronomia: O
Storia della Magia: A
Delle esclamazioni di meraviglia e felicità si levarono dal
piccolo gruppetto di persone. Harry e Ginny abbracciarono a turno il
figlio, stringendolo in un abbraccio soffocante.
«E'
meraviglioso!» Disse Albus. «Con
tutti questi Eccellente sarà un gioco da ragazzi farsi
ammettere
ai corsi per Medimaghi!» Aveva le lacrime agli occhi mentre
lo
diceva.
Diventare un Medimago era sempre stato il suo sogno e ora avrebbe
potuto realizzarlo. Era felice. Davvero molto felice.
Adesso era il turno di Lily di sapere i suoi voti. Incitò i
parenti al silenzio e poi disse, con aria solenne: «Leggi,
James.» Il fratello si schiarì la voce e lesse:
Difesa contro le Arti Oscure: O
Erbologia: O
Pozioni: E
Trasfigurazione: E
Divinazione: S
Aritmanzia: E
Astronomia: O
Storia della Magia: O
Lily si coprì la bocca con la mano. Non si
aspettava tutte
quelle O ed era stata bocciata solo in Divinazione. Non che gliene
importasse tanto.
C'era ancora la Cooman a insegnare quella materia, spesso sostituita
dal centauro Fiorenzo, e ogni volta che vedeva i Potter non faceva
altro che predire quanto il loro futuro sarebbe stato felice e
tranquillo. Un grande cambiamento, a sentire suo padre.
«Complimenti,
tesoro!» Le disse Ginny. «Avete preso entrambi
dei voti fantastici! Sono fiera di voi! Certo, Lily,
è un peccato che tu abbia perso Divinazione...»
Lily
non diede segno di aver sentito quest'ultima frase e sorrise insieme ad
Albus, felicissima. Dopo qualche minuto di festa, la minore
dei fratelli fece notare alla madre che avrebbero dovuto andare a
comprare i nuovi libri a Diagon Alley.
«Giusto»,
intervenne Harry, «Vado
a sentire se sono arrivate le lettere anche a Hugo e Rose,
così
potremo andare a fare compere insieme, come tutti gli anni».
Senza nemmeno finire la sua colazione, Harry si congedò e
andò nel salotto ad accendere il camino. Avrebbe potuto
usare un
telefono, ma dopo tutti quegli anni, Ron continuava a non capire che
non aveva bisogno di gridare come un ossesso per farsi sentire e aveva
passato questa strana abitudine anche ai suoi figli.
Intanto, in cucina, il resto della famiglia si rimise a tavola per
finire la propria colazione e per discutere delle lettere appena
arrivate o fare ipotesi su quelle dei cugini.
«Io sono curiosa di
sapere chi saranno i nuovi Prefetti» disse Lily.
Albus era stato sia Prefetto che Caposcuola di Grifondoro.
L'unico in famiglia.
James non aveva mai aspirato a tanto. Anzi, non aveva proprio mai
voluto diventare Prefetto, era una cosa che non gli piaceva. A parere
suo, solo gli stupidi venivano nominati Prefetti o Capiscuola; idea che
lo zio George condivideva con lui. James aveva ripetuto la frase
migliaia di volte dopo la nomina di Albus, tanto che il fratello fu
costretto a lanciargli un Silencio
per farlo tacere. Nonostante i vari e frequenti battibecchi,
però, i fratelli si volevano un gran bene.
«Tienimi aggiornato,
mi raccomando!» Le disse Albus. Lei
annuì e continuò a parlare.
«Secondo voi come
saranno i G.U.F.O. di Hugo? Era abbastanza sicuro che l'avrebbero
bocciato a Storia della Magia»
«Be',
da quanto ci ha detto, il suo esame non è andato
granché
bene. Se avesse studiato fin dall'inizio, probabilmente un'Accettabile
avrebbe potuto averlo» disse Ginny.
«Diamine! Anche io
avevo paura di bocciare, ricordate?»
«Sì, James.
Ce lo ricordiamo» risposero Lily e Albus in coro, facendo
sorridere la loro madre.
«Fortuna
che riuscii a prendere Accettabile, altrimenti non avrei mai potuto
seguire il corso di Auror. Le lezioni del professor Rüf
erano davvero noiose! Mi chiedo se deciderà mai di
andarsene,
quel fantasma.»
«Non credo. Sono
passati decenni dalla sua morte, ed è ancora convinto di
essere vivo!» Disse Albus.
Harry interruppe il discorso dei suoi figli. «Sono
arrivate proprio adesso le lettere di Hugo e Rose. Andremo a casa
Weasley alle quattro in punto e da lì partiremo per Diagon
Alley; ci saranno anche gli altri zii e cugini con Percy e Lucy. Bill e
Fleur con rispettivi figli e Teddy sono ancora in Italia.»
Sorrise ai suoi figli.
Lily, Albus e James erano sempre andati d'accordo con i cugini e
l'occasione delle compere per Hogwarts li metteva sempre tutti di
buonumore; erano dispiaciuti per l'assenza di Teddy e gli altri, ma per
fortuna ci sarebbe stata la piccola Lucy, che aveva ricevuto la sua
lettera di ammissione ad Hogwarts a Luglio.
Alle quattro in punto, i ragazzi Potter avevano già
indossato i
loro mantelli ed erano pronti a viaggiare con la Polvere Volante.
Uno per uno, entrarono nel camino gridando il nome di casa
Weasley-Granger.
I ragazzi erano felici di vedersi e non appena i Potter misero piede
nel bel salotto di Hermione e Ron, quasi assalirono Hugo e Rose per
farsi dire i loro voti.
Lily confrontò i suoi G.U.F.O. con quelli del cugino, mentre
Albus faceva lo stesso con i M.A.G.O. di Rose.
Ci furono un sacco di complimenti e risate, anche se zia Hermione
mostrava il suo risentimento per la bocciatura in Storia della Magia di
Hugo a intervalli regolari di un minuto, mentre zio Percy le dava piena
ragione.
Dopo circa mezz'ora di confusi discorsi e risate, tutti erano pronti a
partire per Diagon Alley.
I ragazzi parlarono, spettegolarono e risero per quasi tutto il tempo,
alternando il divertimento a discorsi più o meni seri. La
piccola Lucy, timida anche davanti ai propri familiari, si nascondeva
dietro il padre e sorrideva imbarazzata di tanto in tanto.
«Molly
ha l'influenza e Audrey è rimasta a casa con lei»
disse
zio Percy in risposta a una domanda di Angelina.
Hugo,
che era un appassionato del mondo babbano, parlò con
passione dell'ultimo videogioco che Hermione gli aveva comprato. Nonno
Arthur aveva istruito Hugo fin da piccolo sugli oggetti della vita
quotidiana dei Babbani ed era riuscito a trasmettergli la sua
curiosità; tanto che Hugo aveva deciso - nonostante vivesse
nel
mondo non magico tutti i giorni - di seguire Babbanologia a scuola, e
ai
G.U.F.O. aveva anche preso un Eccezionale.
Tra vari discorsi che si accavallavano tra loro, si scoprì
che Rose aveva trovato quello che lei definiva 'un ragazzo abbastanza
intelligente per essere tale'.
«E' un purosangue.
Grifondoro. Simpatico. Meglio della maggior parte dei ragazzi,
comunque».
«Meglio anche di
me?» Chiese James.
«Soprattutto meglio
di te» rispose Rose con un sorriso ironico.
«Wow, Rose, un
purosangue. Nonno Arthur non ne sarà per niente felice!»
Osservò Albus e Lily, Fred e Roxanne annuirono ridacchiando,
mentre Hugo
scuoteva la testa. Conosceva il ragazzo che stava frequentando sua
sorella e non gli stava affatto simpatico: pensava che non fosse
così intelligente come diceva Rose e che quest'ultima si
fosse
presa solo una grandissima sbandata che le impediva di vedere quanto
cretino fosse il suo amico. Decise comunque di lasciare perdere e fu
ben felice quando i suoi cugini ricominciarono a parlare di G.U.F.O.,
M.A.G.O. e vari lavori.
Ad un cero punto, Hugo si illuminò. «Lily!»
Disse con tanta enfasi che i parenti lo guardarono stupiti, «Posso parlarti in
privato?» La prese per un braccio e la costrinse ad
allontanarsi dal resto della famiglia.
«Non vorrai mica farmi
una dichiarazione d'amore?» Chiese Lily sarcastica.
«Sei mia
cugina!»
Lei alzò un sopracciglio e Hugo scosse la testa, come a
scacciare quel pensiero.
«Hai
presente il mantello di Albus e la Mappa del Malandrino?»
«Ovvio
che li ho presenti, i miei fratelli si sono vantati per anni
perché loro possedevano delle cose del genere e io
no!»
«Oh.
Sì, giusto. Comunque sia, adesso che hanno finito la scuola
non
ne avranno più bisogno, no? Fatteli dare!»
«Tu stai
male».
«Cos... e
perché?»
«Credi
davvero che James mi cederebbe la sua adorata Mappa? Lui ci dorme con
quel pezzo di carta, non me la darebbe nemmeno sotto Imperius.
Per non parlare di Albus: è così geloso del
mantello di
papà che si farebbe uccidere piuttosto che
regalarmelo».
«Oh, provaci! Sono
anni che desidero avere quella roba tra le mani!»
«A
chi lo dici. Non sono mai nemmeno riuscita toccarla, quella Mappa. Be',
nemmeno il mantello. Anche se ho sempre sperato che, una volta finita
la scuola, i miei fratelli mi avrebbero ceduto i loro oggetti magici.
Magari con un'espressione fiera in viso e un tono di voce molto...
pomposo. Simile a quello di zio Percy. No, magari un po' meno...» Lily gesticolava un
sacco mentre parlava, come era solita fare.
«Potrebbero
farlo...» ipotizzò Hugo.
«Quei videogiochi ti
fanno male al cervello!» Disse lei.
Hugo sbuffò e borbottò qualcosa di poco carino, e
insieme raggiunsero il resto della famiglia.
Lily conosceva i suoi fratelli e sapeva che erano innamorati uno della
Mappa e uno del mantello. Non aveva il coraggio di fare loro una
richiesta del genere, anche se ci stava davvero facendo un pensiero.
Il pomeriggio passò in fretta. La parte più bella
arrivò da Madama McClan, quando la povera vecchietta - ormai
mezza cieca - infilzò Hugo, Lily, Roxanne e Fred con gli
spilli almeno una
decina di volte, mentre Rose, James e Albus se la ridevano,
guadagnandosi occhiate di fuoco dai cugini.
Mentre loro si preparavano le divise, Ron, Harry, Ginny, Hermione,
Percy e Lucy erano andati a comprare i loro libri.
Dopo due ore e qualche colpo di bacchetta, le divise erano pronte e
James e Rose pagarono con i soldi che i genitori avevano affidato loro.
Stavano giusto salutando Madama McClan quando un ragazzo alto e dagli
anonimi capelli castani entrò nel negozio. Hugo gli
andò
incontro e i due si salutarono con una pacca sulla spalla. Lily
conosceva il ragazzo di vista, era un Tassorosso del loro anno, ma non
si erano mai parlati.
Non sapeva che fosse amico di Hugo.
I due ragazzi si scambiarono qualche parola e alla fine si salutarono.
«Ci vediamo a scuola,
Skensard!» Disse Hugo sorridendo, e i cugini uscirono tutti
insieme dal negozio.
«Skensard?
Davvero?» Chiese Rose al fratello mentre si dirigevano verso
la
Gelateria Fortebraccio. I nuovi proprietari del negozietto con i tavoli
all'aperto avevano deciso di mantenere il nome del primo possessore,
ucciso dai Mangiamorte durante la seconda guerra magica.
«Sì.
Perché?»
«Diamine»
intervenne James, «se mi chiamassi
Skensard correrei al Ministero e mi farei cambiare nome!»
«Oh, ma quello
è il cognome».
«E il nome quale
sarebbe?»
«Mirfax».
Tutti risero. «Oh, certo. Mirfax
è decisamente meno imbarazzante di Skensard» rispose James
sarcastico.
«Però
è un nome che ispira fiducia, no?» Chiese Lily.
«Se proprio vuoi
saperlo», rispose ridendo Fred, mentre pagava il gelataio, «mi mette
inquietudine».
«Non
è vero. Secondo me gli sta bene: si adatta ai suoi occhioni
da
cucciolo» disse Roxanne. Tutti la guardarono con le
sopracciglia
inarcate e lei rise divertita.
I ragazzi mangiarono felici il loro gelato. Alla fine vennero raggiunti
dai genitori e finirono di comprare il necessario per la scuola.
Alla fine della giornata le varie famiglie erano stanchissime. Si
salutarono affettuosamente e decisero che prima dell'inizio della
scuola avrebbero pranzato tutti insieme. Nonna Molly era sempre felice
di cucinare per
loro, anche se questo avveniva tutti i sabati.
Lily si addormentò quasi subito. Nonostante i compiti, lo
studio
e gli insegnanti, non vedeva l'ora di tornare a scuola. Anche se,
doveva ammetterlo, sarebbe stato strano non vedere Albus tutti giorni.
Ma si sarebbe abituata, come aveva fatto per James.
Albus, nella sua stanza, si sentiva malinconico: la scuola era finita e
così un pezzo della sua vita. Gli sarebbero mancate le
giornate
per i corridoi di Hogwarts.
Rachel*
Benvenuti al
primo capitolo della mia Long. Ancora scorre abbastanza lento, siamo
solo all'inizio. :)
Sarei felice
di sapere cosa ne pensate per adesso, qualunque sia il vostro giudizio.
Insomma... al momento non so cosa dire e mi fanno male le dita per il
troppo battere sulla tastiera. LOL
Ci vediamo al prossimo capitolo, dove conosceremo meglio i nostri
personaggi e capiremo le loro età.
A presto! :3
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