Take my hand, I
just wanna have you always near
[Don’t wanna miss you – Catalin Josan]
Dopo
un lungo bagno rilassante, Hinata si chiuse nella sua stanza e si
posizionò davanti al grande specchio dalla cornice di legno
intarsiato, facendo scivolare l’asciugamano per terra. Dopo
quello che era successo aveva bisogno di sapere cos’era
cambiato in lei: il suo primo bacio era coinciso con la sua prima volta
e la cosa più impensabile era il fatto che non era successo
con il ragazzo che aveva sempre amato, ma con il suo migliore amico ed
ex traditore di Konoha.
Non le importava più del passato di Sasuke, non le importava
delle occhiate diffidenti che gli abitanti del villaggio rivolgevano a
lui e degli sguardi sbalorditi che ricadevano su di lei, quando
venivano visti insieme per le strade di Konoha. Non le importava,
perché semplicemente lei era riuscita a penetrare con la sua
purezza in quegli occhi apparentemente freddi e apatici, e a
raggiungere gli angoli più remoti di quel cuore, rimasto
intrappolato nel ghiaccio per troppo tempo.
Lo specchio rifletteva l’immagine di una ragazza formosa e
attraente, ma dallo sguardo ancora ingenuo.
Era sempre stata molto pudica, d’altronde le sue guance si
coloravano al solo pensiero di aver trasgredito alle regole che si era
imposta da bambina: il primo bacio al secondo appuntamento, il primo
“Ti amo” solo dopo mesi di fidanzamento, la prima
volta con un ragazzo che conosceva da anni. Invece Sasuke le aveva
sconvolto completamente i piani, e tutto quello che si era prefissata
era successo in una sola notte.
Sorrise al proprio riflesso, osservando timidamente quelle curve che
l’Uchiha aveva violato con il suo silenzioso permesso solo
qualche giorno prima e scoprendo nuovi particolari che prima di quella
notte non aveva mai notato: era diventata una donna, grazie a lui.
Con il cuore un po’ più leggero, si
preparò per quella sera e poi uscì di casa: non
sapeva che, dietro la porta d’ingresso di villa Hyuuga,
Sasuke si chiedeva se fosse opportuno aspettare o bussare subito per
accompagnarla alla festa. Quando la porta venne aperta, il ninja
abbozzò un sorriso nel ritrovarsi a pochi centimetri di
distanza il corpo di Hinata fasciato da un elegante kimono viola.
«Sasuke-kun, sei in anticipo!», esclamò
lei, arrossendo al ricordo di quelle grandi mani pallide che
percorrevano le sue nivee curve.
«Il fatto è che ho terminato prima del previsto e
allora...», non riuscì a terminare la frase,
perché Hinata gli aveva allacciato le braccia al collo e lo
aveva baciato delicatamente. Sasuke avrebbe voluto approfondire il
contatto, ma la ragazza lo prese per mano e lo trascinò via
verso il centro di Konoha, dove le strade erano in fermento per la
Festa della Primavera.
A Sasuke non erano mai piaciute le feste, eppure si ritrovava a
gironzolare per le strade con un tradizionale kimono nero. Si chiese a
cosa fosse dovuto quel cambiamento, e trovò la risposta
nello sguardo sognante di Hinata che saettava da una bancarella
all’altra. Sembrava tornata bambina, con la luce soffusa
delle lanterne che le illuminavano il viso incorniciato dai capelli
neri perfettamente acconciati. Poi voci familiari attirarono la loro
attenzione, e i due si voltarono incuriositi.
«Sakura-chaaaan, hai visto quella bancarella? Vende
pupazzetti che rappresentano me, ‘ttebayo!».
«Se ti esalti per così poco, allora cosa farai
quando diventerai Hokage?!».
Lo sguardo di Sasuke ricadde nuovamente su Hinata, preoccupato per la
sua reazione. Inaspettatamente, la ragazza sorrise e gli si
avvicinò di più, cercando timidamente la sua
mano. La trovò e la strinse forte, mentre Sasuke voltava lo
sguardo imbarazzato e otteneva la conferma di ciò che aveva
sempre sperato.
Hinata lo aveva curato, ora toccava a lui farle capire che non
l’avrebbe mai lasciata sola.