capitolooooo
Buonanotte.
Spero che capiate l'intreccio della storia. Però lo spiego
lo stesso, tanto per non essere preso per analfabeta. :c
In tutta questa storia Manuele era a questo punto.
Lui è sempre stato qui. Tutto ciò che
è prima di questo capitolo è un flashback, in
poche parole.
Per cui il tempo di questo, ahimè, ultimo
capitolo, sarà il presente.
Il
telefono suona, di nuovo. Mi sporgo per riattaccare senza leggere il
nome sul display e mi sdraio. Ho gli occhi secchi. Oh no, non
è colpa sua. Non solo, perlomeno. Sono tante piccole cose.
È la pioggia che ingrossa il fiume. I sassi che formano una
diga. Tante piccole cose, per le quali non voglio più andare
avanti. Non sono mai stato coraggioso, o sicuro di me, ma forsa questo
è il passo decisivo. È la fine.
Mi
alzo dal divano e mi siedo davanti al grande tavolo in cucina, da
solo. No, non sarà una morte tragica. Non per me, comunque
sia. Qualunque cosa possa esserci dopo non sarà peggio di
quello che c'è qui.
Oh no, ma il suicidio
è peccato vero?
Bugie. Se Dio non volesse questo probabilmente non lo starei facendo.
Anzi, probabilmente non sarei nemmeno nato. Perchè se sono
qui, ora, vuol dire che è questo il mio destino.
La mia morte sarà come la vita nei miei sogni. Senza dolore.
Solo un sonno profondo, e poi più niente.
Riesco in qualche modo a farmi forza. Mi alzo piano e mi dirigo
lentamente verso lo scomparto dei medicinali. Prendo tutte le cose che
mi saltano all'occhio, poi riempio un bicchiere d'acqua e vado a
risedermi davanti il tavolo. È l'inizio della mia esecuzione.
Forse, prima di ciò, dovrei ringraziare tutto ciò
che è il mio corpo. Un'ultima cena anche per il mio
cervello. So che gli piacerà.
Afferro il telefono dimenticato.
Per Elisa. Beethoven.
Strappo l'estremita della prima bustina e verso la polvere nell'acqua.
Finisco tutto ciò che c'è in polvere. Verso
pasticche, antibiotici e medicinali a caso nel bicchiere, e mescolo la
sostanza creatasi. Passo un po' di pasticche sulla lingua, poi afferro
il liquame denso e malsano e lo appoggio lentamente alle labbra. Non
lascerò nulla ai miei. Chiudo gli occhi quasi come un
automa, poi con una volontà che non ho mai avuto addosso
butto giù il bicchiere. Il sapore è da subito
insopportabile, ma continuo inesorabile.
5
minuti dopo.
Mi
gira la testa. Non so se restare seduto o sdraiarmi. Magari sta
funzionando.
10
minuti dopo.
Inizio
a sentirmi male. Ho dei dolori lancinanti allo stomaco e alla
testa, in più ho troppo caldo. Troppo.
20
minuti dopo.
Le
palpebre iniziano a farsi pesanti. Non so se mi sveglierò
più. Sento i muscoli che si rilassano nonostante il mio
corpo continui a protestare la sua tortura. Decido che il mio ultimo
pensiero...niente di particolare, nessuno saprà mai cosa ho
pensato.
Credo
ci siano mia madre e mio padre davanti a me. Forse anche qualcun
altro, ma chi? Non avrebbe importanza. Non ci sono stati fino ad ora,
che differenza farebbe? Magari c'è anche Fabio
lì in mezzo. Non voglio pensarci. Non piango, è
inutile. Io non piango mai. Non sento niente.
Fabio.
Buonanotte.
Haeresis_
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