what are you fighting for?
Si
sentì mancare quando Agron gli toccò il labbro
inferiore, ancora sanguinante.
Nasir si scostò per quel contatto appena accennato, ma
doloroso. Incontrò gli
occhi del germano e, specchiandosi in essi, fu sorpreso dalla gioia che
proiettavano.
Al contrario, lui non era sicuro di quello che stavano facendo. Era
dubbioso,
incerto per quanto riguardava la loro vittoria sui Romani.
«Cosa
c’è, siriano?»
Agron sorrise,
rendendosi conto del fatto che non l’aveva mai chiamato in
quel modo. Nonostante
potesse sembrare offensivo, il tono di voce del germano
arrivò alle orecchie di
Nasir come una coperta calda in una serata gelida d’inverno.
Lo avvolsero, lo
strinsero dolcemente e lo riscaldarono con quella punta di
preoccupazione che
Agron aveva percepito nel fare una domanda del genere.
«E’
che a volte mi chiedo come possiamo sconfiggere l’esercito di
quel romano.»
Nasir abbassò gli occhi, rendendosi conto del fatto che le
sue parole potevano
sembrare un pianto disperato e l’unica cosa che non voleva
era sembrare debole
ed indifeso, soprattutto agli occhi di Agron.
«Sai
cosa ci rende più forti?» Chiese il germano,
sedendosi accanto a lui,
aspettando che Nasir rispondesse con un cenno del capo. Il ragazzo
scosse la
testa. «Noi crediamo in quello che stiamo facendo, i soldati
delle legioni
romane non sono altro che dei semplici burattini che combattono per
ricavare
qualche appezzamento di terreno, donne e vino.» Agron riprese
la mascella di
Nasir tra le mani, facendo compiere al volto del siriano un giro a
novanta
gradi. «Noi siamo qui perché vogliamo essere
liberi, abbiamo un obiettivo e
combattiamo per vivere la nostra vita a pieno, con le persone che
amiamo.»
Nasir
sorrise a quelle parole, non poteva far altro. Sentì che i
suoi occhi si stavano
inumidendo, visto che le parole di Agron gli erano arrivate fino al
cuore,
dritte, facendogli avvertire un fremito lungo la schiena.
«E
tu per chi che combatti?» Chiese, fissando dritto negli occhi
il germano.
«Per
noi due.» Il cuore di Nasir gli salì dritto in
gola. Vedeva quelle labbra
sottili avvicinarsi al suo viso, bramava il contatto con la sua bocca,
così
tanto da spingersi verso di esse.
Una
carica famelica percorse il viso di entrambi, facendo diventare quel
minimo
contatto qualcosa di più. Il buio della notte era complice
dei due amanti,
desiderosi di un altro bacio, e poi ancora un altro.
Le
mani di Nasir si poggiarono delicatamente sul volto di Agron,
trattenendolo in
una stretta neanche troppo forte, avevano l’unico compito di
avvicinare ancor
di più il viso del germano a quello del siriano, in modo che
l’aria tra le loro
bocche diminuisse sempre più. Fu un bacio pieno di passione,
che spinse
entrambi sulla strada della fiducia reciproca.
Quando
le loro labbra si staccarono, i due di fissarono negli occhi.
«Sei
più convinto ora?» Chiese Agron, consapevole di
aver inflitto la dose giusta di
sicurezza al suo adorato Nasir.
«E’
tutto merito tuo» Il siriano si alzò lentamente
dal gradino sul quale erano
seduti, poi si voltò verso Agron con un sorriso stampato in
volto. «Semmai
morirò, almeno lo farò con la consapevolezza di
aver amato qualcuno.»
angolo dell’autrice
Salve
nuovo fandom *sventola manina*.
Diciamo che ho sentito l’esigenza di scrivere questa flash
fic perché, essendo
oggi la festa della donna, volevo fare un regalo alla mia pupattola, e
visto
che siamo due pazze e i nostri OTP coincidono e siamo fatte per stare
insieme,
mi sono buttata a scrivere questa Nagron che ho partorito in tipo un
quarto d’ora.
Ti adoro Fede <3
Spero
non vi faccia troppo schifo.
Auguri
a tutte le donne e a presto,
spero <3
- strifylover
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