We are never ever getting back together

di Renegade_
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Ero seduta sul letto col cellulare in mano aspettando che Louis rispondesse.
”Idiota, rispondi.” Biascicai, mordendomi il labbro inferiore.
Aspettai ancora un po’, poi lasciai perdere e mi gettai a peso morto sul materasso.
”Sarà occupato con Elizabeth.” Mi dissi, passandomi una mano sul viso.
Quella di sicuro era stata una delle settimane peggiori della mia vita.
Non parlavo con Liam da quando avevamo avuto quella specie di discussione, Louis era sempre più preso da questa Elizabeth, Harry e Rachel non trascorrevano un momento separati, Zayn passava tutto il suo tempo libero con Evelinne e Niall era quasi completamente sparito dalla circolazione, così io non avevo fatto altro che ciondolare per le strade della città, recuperare i voti scolastici e starmene chiusa in casa come una suora, sola soletta.
”Basta, adesso mi vesto e vado a farmi un giro, e sono fortunata un’auto potrebbe anche investirmi.” Mormorai alzandomi, e posizionandomi davanti all’armadio e tirandone fuori i primi vestiti che mi capitarono sottomano.
”Mamma, io esco!” esclamai dall’ingresso, e senza ricevere risposta aprii la porta e la lasciai sbattere alle mie spalle.
Camminavo a testa bassa calciando un malcapitato sasso, quando andai a sbattere contro qualcuno.
”Oddio, scusa, scusa!” esclamai imbarazzata, ma poi alzai lo sguardo, e il rossore sulle mia guance sparì. “Oh, Liam..”
Liam, Harry, Niall, Louis e Zayn erano allineati di fronte a me, le mani nelle tasche dei jeans e un sorrisino in viso.
”Claire.” Disse lui con un cenno, poi mi voltai verso gli altri che ammiccavano a destra e a manca, e con uno spintone mi feci spazio tra di loro e proseguii la mia camminata verso il parco giochi.
”Chissà che ci facevano tutti insieme..” mi chiesi sedendomi su una panchina e iniziando a smanettare col cellulare, inviando messaggi a Rachel, dicendole di raggiungermi, cosa che fece solo mezz’ora dopo.
”Scusa, scusa, scusa, scusa per il ritardo.” Mi disse piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
”Ma no, figurati.” La rassicurai sorridendo.
”Oh mio Dio, stai sorridendo, non è possibile!” esclamò puntandomi un dito contro.
”Oddio, è vero!” esclamai a mia volta per poi portarmi la mano destra alla bocca, e scuotendo il capo.
”Dai, Claire, andiamo a fare un giro?” mi chiese, porgendomi una mano, che afferrai.
Iniziammo a camminare e tra una chiacchiera e l’altra, arrivammo allo starbucks, entrammo, ordinammo due caffé, e restammo lì per circa mezz’ora, per poi ritornare a casa mia.
”Claire!” esclamò Rachel, riponendo il cellulare in tasca, mi voltai e lei mi fece cenno di avvicinarmi. “Prendiamo l’altra strada.” Mi disse.
”Ma no, Rachel, ci impiegheremo mezz’ora in più!” esclamai scocciata.
”Ti prego, ti prego, ti prego.” Insisté lei.
”Va bene, ma solo per stavolta, intese?” le risposi, lei annuii, mi prese sottobraccio, e cominciando a cantare a squarciagola si incamminò verso l’altra strada.
”Come va con Harry?” le chiesi, interrompendo il suo maledetto canto stridulo, mi voltai verso di lei che di colpo si era zittita, e mi resi conto che stava andando a fuoco, così scoppiai a ridere e con uno strattone ripresi a camminare, seguita da lei che non aveva più aperto bocca.
”Va bene, adesso ti lascio, ti chiamo dopo.” Mi disse Rachel, non appena scorse casa mia, e prima che io potessi replicare, lei era già sparita, così mi avvicinai alla porta, e mi accorsi che era socchiusa.
”Oh cavolo..Mamma, sei tu?” urlai dall’ingresso, senza però ricevere risposta. Iniziai a preoccuparmi, feci un passo indietro, ma due mani mi si poggiarono sulle spalle, impallidii e deglutii a vuoto, cercando di riprendere fiato e coraggio.
”Ho fatto Karate!” esclamai all’improvviso.
”No, non hai mai fatto Karate, o qualsiasi altro sport.” Esclamò…Harry! Mi voltai velocemente e mi ritrovai di fronte ad un Harry sorridente.
”Va’ a quel paese, Harold.” Mugugnai, rientrando in casa, ma quando mi voltai, Harry era sparito.
”Ma che hanno tutti oggi?” mi chiesi, gettando la giacca sul divano, dal quale qualcuno si lamentò.
”Cavolo, Claire, mi hai fatto male!” esclamò Zayn, mettendosi seduto.
”Che ci fai qui, Zayn?” gli chiesi stanca.
”Oh, ehm, nulla…vado, ci si vede, eh.” Detto ciò si rialzò e se ne andò.
Restai esterrefatta al centro del salone, poi sospirai e mi chiesi come aveva fatto Zayn ad entrare, dato che mia madre non era in casa, poi ricordai che Louis aveva una copia delle chiavi di casa datagli da mia madre per venirmi a svegliare il mattino per andare a scuola..peccato che di Louis non c’era traccia.
Mi sedetti sul divano e afferrai il telecomando, decisa ad accendere il televisore e giocare con la playstation, e fortuna volle, che la playstation era praticamente sparita.
”Ridatemi la playstation, o vi castro!” urlai, stringendo i pugni, poi sentii dei passi lungo le scale, mi affacciai e vidi Louis scendere tutto sorridente e con la playstation sottobraccio, mi baciò la fronte e poi andò via.
”Ma casa mia l’hanno scambiata per un albergo?” urlai esasperata, per poi dirigermi in cucina, dove vi trovai Niall che addentava un panino; lui mi guardò, lasciò il panino sul tavolo, e se ne andò per la porta di servizio senza dirmi nulla.
”Va bene, questo è solo un incubo, Claire. Solo un incubo.” Mi ripetevo massaggiandomi le tempie mentre salivo in camera mia.
”Liam!” esclamai sorpresa, il ragazzo, seduto sul mio letto, si alzò, e poi mi abbracciò, allontanandosi velocemente per via dei pizzicotti che gli lasciavo sul braccio.
”Scusami, Claire, non avrei dovuto chiamarti ‘bambina’, perché non lo sei, cioè, a volte sì, ti comporti da bambinetta viziata, non dai retta a nessuno e fai di testa tua, ma questa volta non c’entra, e avrei dovuto capirlo. Avrei dovuto capire quanto male ti abbia fatto la separazione da tuo padre, il sapere che aveva un’altra famiglia. Avrei dovuto capire quanto male ti faccia vedere Evelinne, ma purtroppo non l’ho fatto, non l’ho capito, e mi dispiace tanto. Mi sono comportato da idiota, avrei dovuto solo far silenzio, e magari aspettare che tu ti confidassi con me, che tu mi dicessi tutte le tua angosce..e invece no, ti ho aggredita, ho difeso un’estranea per me, una fonte di loro per te. Io non so che altro dire…” disse Liam tutto d’un fiato, per poi fissarmi con aria interrogativa, mentre le lacrime mi riempivano gli occhi.
“Io..tu..non dire nulla, Liam. Non devi scusarti, non hai fatto nulla di grave, tutti hanno i propri scatti d’ira, ed io ti ho già perdonato..” mormorai, asciugandomi una lacrima, poi Liam mi avvolse tra le sue braccia, ed io iniziai a piangere.
”Claire, non preoccuparti..” sussurrò lui, poi mi lasciò andare e mi sistemò i capelli dietro l’orecchio, lasciandomi un bacio sulle labbra.
”Liam..dov’è Evelinne?” gli chiesi, asciugandomi con la manica della felpa le ultime lacrime rimaste sulla guancia.
”Dovrebbero essere tutti al parco..perchè?” mi domandò lui preoccupato.
”Credo di doverle delle scuse…” gli dissi, per poi scendere al piano inferiore, recuperai la giacca, aspettai Liam, e insieme andammo al parco, dove gli altri erano occupati nelle loro faccende, respirai profondamente, e mi accostai ad Evelinne.
”Credo di doverti delle scuse.” Le dissi atona e mantenendo lo sguardo basso, poi alzai il capo, e incrociai i suoi occhi, mi morsi l’interno della guancia per evitare di scoppiare a piangere, lei mi porse la mano in segno di pace, ed io, invece, l’abbracciai. Dopo un momento di esitazione, Evelinne ricambiò l’abbraccio, e sentii gli altri sussurrare e qualcuno battersi il cinque, e qualcun altro esclamare:”Mi devi dieci sterline!”.
Mi allontanai da Evelinne, e le chiesi nuovamente scusa, invitandola a recuperare il tempo perduto e di iniziare a conoscerci meglio come sorelle.
”Senti, Claire, papà..papà vorrebbe parlarti..” mi disse.
”Io..non credo di farcela, non posso adesso, non sono pronta.” Le dissi sedendomi accanto a Liam.
Restammo dieci minuti in silenzio, dopodichè ognuno prese la sua strada, salutai Liam e me ne andai per conto mio a casa.
Ero rimasta delusa dal fatto che Louis non si era fatto per niente vivo quella settimana, insomma, era il mio migliore amico, eppure non c’era quando avevo avuto più bisogno di lui. Non mi aveva chiamata, mandato un messaggio, non era venuto a casa mia. Nulla. Zero. Se da un lato ero felice per la riappacificazione con Liam e per aver chiarito con Evelinne, dall’altro ero triste, sentivo Louis sempre più distante..e iniziai ad odiare Elizabeth con tutta me stessa.
Quando tornai a casa, trovai Louis, che se ne era andato prima di tutti, seduto sul divano che parlava con mia madre.
”Ehm…Buonasera.” Salutai fermandomi vicino lo stipite della porta, loro due si girarono, e mia madre lasciò me e Louis da soli.
”Claire, scusami se non mi son fatto sentire questa settimana, ma ero impegnata con Elizabeth..” mi spiegò lui alzandosi e raggiungendomi.
”Oh, non preoccuparti, Louis…” lo rassicurai, lui sorrise sollevato e poi  mi abbracciò. “Volevi chiedermi qualcosa?” gli chiesi poi.
”Oh, si, ecco..Elizabeth vorrebbe conoscerti.” Mi disse, grattandosi la nuca.
”E perché mai vorrebbe conoscermi?” gli chiesi sconcertata.
”Beh, sai, sei la mia migliore amica, sei la persona più importante della mia vita…e beh..allora?” concluse.
”Va bene, quando potrei incontrarla?” gli chiesi sedendomi sul divano.
”Tra un quarto d’ora.” Mi disse prima di afferrarmi per un polso e trascinarmi fuori casa.
”Questo si chiama sequestro di persona!” urlai.





HERE I AM

Okay, scusati per il ritardo ritardoso (?) col quale aggiorno, ma è stato un periodo incasinatissimo, ho un sacco di problemi, ma non voglio rompervi le scatole, quindi passiamo al capitolo.
Che ve ne pare? Io credo sia una merda, ma okay.
Poi poi poi, volevo dirvi che prometto di aggiornare una volta a settimana, dato che la storia è praticamente finita, mancano quattro capitoli, e poi BOOM! Sarò libera uu
Va bene, mi aspetto delle recensioni, ewe.
Rossella.




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