Unexpected.
2
Erano
passati un paio di giorni dalla festa e la vita procedeva come al
solito. Gary si svegliò da solo come al solito, si
vestì come al solito, e stava per incontrare i ragazzi a
pranzo, come al solito.
Solo
che non
era normale. Lui non
era normale..
Avrebbe
mentito a se stesso se avesse detto che non aveva pensato a quel bacio
più del dovuto, certo, era stato fatto apposta per
divertirsi, ma ciò che si supponeva fosse del divertimento
era diventato troppo
divertente per lui. I jeans gli si sarebbero ristretti al
solo pensiero, da solo a letto. Che significava tutto ciò?
Il
fatto che vivesse da solo gli aveva dato molto tempo per riflettere,
per pensare al passato. Solo che invece di passare gli ultimi giorni
sentendo la mancanza di Amy come se gli fosse mancato un arto che non
sapeva di aver nemmeno avuto, ponderò sulle ragioni per cui
lei lo aveva lasciato per un altro uomo.
Non
riusciva ad andare a letto con lei.
Per
mesi la povera donna aveva cercato di approcciarsi a lui
nell'intimità, ma per alcune ragioni sconosciute a Gary a
quel tempo.. Semplicemente non riusciva a soddisfare le sue esigenze.
Non sentiva la necessità di passare la notte con lei; tutta
l'attrazione fisica tra loro era svanita nel nulla nel corso di pochi
mesi. Non l'amore ovviamente, ma non c'era nessuna connessione fisica,
niente in confronto a ciò che aveva provato con Mark in quei
quindici secondi di pura felicità.
Ma
la cosa peggiore era che dopo il bacio aveva seriamente aperto gli
occhi. Aveva scoperto di essere più attratto dai giocatori
di football in TV piuttosto che da quelle maledette cheerleaders! Era
completamente assurdo, eppure non riusciva a staccare gli occhi da
quelle gambe forti e virili e dalle loro braccia muscolose..
Mark
era il suo primo pensiero ormai, e l'ultimo prima di andare a dormire.
Non poteva farci nulla, quel bacio lo aveva lasciato confuso. Quel
bacio meraviglioso. Era come.. Era come se tutto ora avesse senso e
contemporaneamente non
ne avesse affatto.
Era
gay? O era solo un po' di confusione dovuta a quel periodo di
solitudine nella sua vita?
"Gary Barlow è il suo
nom,
Tale è l'ignobil uom,
Sarà pronto per gli
spaghetti?
Apri questa porta, che aspetti?"
"Ciao,
Jay", Gary fece un sorriso sarcastico quando aprì la porta.
Jay incespicò, le spalle rannicchiate, beccato nell'atto di
cantare attraverso la cassetta della posta.
"L'ho
appena inventata, sappilo", il suo amico fece un sorrisetto
soddisfatto, sistemando la sua elegante maglietta bianca.
"Non
lo avrei mai detto", mormorò Gary scuotendo la testa mentre
richiudeva la porta.
Cibo..
Sempre una parte importante della band. La maggior parte degli
argomenti più importanti erano stati accompagnati da un buon
vindaloo e da del pane di naan. Specialmente con Jay a bordo, una
delicata miscela di spezie riusciva sempre a entusiasmarlo.
-
"Corde?"
"Se
stiamo sui fili, certo!"
"Beh,
non intendo rischiare di cadere tra la folla, va bene? Mi
calpesterebbero!"
"Prima
o dopo averti strappato la biancheria di dosso?"
"Beh,
li lascerei divertirsi un po', certamente"
"Salve,
ingordi bastardi!", esclamò Jay notando che Mark e Howard si
erano già serviti dal buffet e sedette. Mark
sollevò il suo bel viso e sorrise quando comparve Gary. Un
sorriso che fece fare le capriole al suo stomaco.
Quel
giorno doveva essere normale, ma sembrava.. Diverso. Positivamente diverso.
"Hai
fatto qualcosa ai capelli?", chiese Gary sedendo di fronte. Mark lo
guardò accigliato e volse gli occhi al cielo e Gary
trovò che fosse adorabile.
"Ci
ho.. passato un pettine?", chiese Mark mostrando i denti e
lisciò i capelli.
"Si
vede", sorrise senza rendersene conto.
"Haha,
cosa?!",
Howard ridacchiò confuso. Ma Gary era con la testa su una
nuvola in cui c'erano solo lui e Mark.
Cavolo,
se si vedeva. I capelli di Mark erano abbastanza lunghi da coprire uno
dei suoi occhi azzurro-verdi. Non era mai sicuro del colore; avevano un
aspetto sempre diverso sotto una certa luce. Oggi sembravano azzurri,
grandi e bellissimi. Le sue labbra rosee rilucevano in modo particolare
dove la sua talentuosa lingua le aveva appena accarezzate. Dio, voleva
sentire ancora quella lingua, voleva ancora le farfalle nello stomaco,
i fuochi d'artificio, la passione..
Dopo
essersi perso in un labirinto di lussuria, Gary tornò alla
realtà, realizzando che in qualche modo avrebbe dovuto
staccare gli occhi da Mark. Il suo amico aveva già
aggrottato la fronte notando lo sguardo desideroso dell'amico.
"Pane
di naan!", esclamò Gary agguantando il piatto dalle mani del
cameriere, ignorando il lamento scioccato del pover'uomo nella fretta.
"Il pane di naan è buono!", morse nervosamente un pezzo
troppo grande per la sua bocca e tossicchiò mentre Mark si
copriva con il proprio tovagliolo.
"Cristo,
Gary non avrà forse bevuto?", Howard chiese a Jason, il
quale azzardò un'occhiata con la stessa aria confusa
stampata in volto. Gary scivolò sulla sedia e
piagnucolò. Stava facendo la figura dell'idiota!
"Allora,
dobbiamo fissarci tutto il giorno come allocchi o programmiamo questo
tour?", esclamò, versandosi un bicchiere d'acqua.
-
"E
poi Gareth è caduto.."
"Ed
è finito addosso a Lloyd, esatto! Hahahaha!", Mark
sogghignò rumorosamente; i ragazzi potevano distintamente
sentire le loro pance far male mentre ricordavano aneddoti dall'ultimo
tour. Si erano divertiti parecchio, dovevano ritrovare
di nuovo tutti quest'anno.
"No,
il mio momento preferito è stato quando Jay ha beccato Laura
mentre si stava cambiando, era da anni che non vedevo un gran sorriso
su quella faccia!", intervenne Howard, mentre Mark quasi
sputò la sua bevanda al ricordo. Arrossendo furiosamente Jay
abbassò il tovagliolo e scosse la testa con vergogna, era stato un incidente!
"Nah,
il mio preferito è quando a Mark gli si sono strappati i
pantaloni e ha continuato a ballare senza rendersene conto!", Gary
ridacchiò e Mark battè le mani sul tavolo ridendo
talmente forte da tenere la bocca spalancata. Gli altri nel ristorante
cominciarono ad osservarli infastiditi.
"Mio
Dio, perchè sempre a me?!", chiese istericamente.
"Perchè
il tuo didietro è troppo grosso!", rispose Gary, lanciando
una pallina di carta del tovagliolo all'amico, che rispose prontamente
con un calcio da sotto il tavolo.
"Meno
del tuo, Barlow!" Che
sfacciato!
Gary
afferrò il piede di Mark non appena questi cercò
di tirargli un altro calcio e gli sfilò la scarpa,
solleticando poi la sensibile parte inferiore.
"No.
No. Gary, no!", squittì Mark e si contorse sulla sedia
mentre Howard e Jason ridevano di loro. Improvvisamente Gary
sentì una mano sulla propria spalla e si fermò.
Gli altri si zittirono immediatamente.
"Dobbiamo
chiedere a lei e ai suoi amici di andarvene", disse il cameriere,
sorprendendo tutti. Gary e Mark si scambiarono un'occhiata maligna, ma
Jason non sembrava disposto a cedere così facilmente.
"Scusi,
signore, ma non abbiamo finito di mangiare", protestò Jason
mentre gli altri alzavano lo sguardo offesi e immusoniti.
"Siete
troppo rumorosi!", rispose il cameriere bruscamente indicando la porta.
Oops!
Ancora ghignando Mark esplose in un sonora risata e afferrò
il cappotto. Normalmente, avrebbero cercato di risolvere, ma non
volevano fare una scenata che sarebbe finita in prima pagina il giorno
dopo. Gary sogghignò mentre ingurgitava velocemente
un'abbondante cucchiaiata di curry e i quattro abbandonarono il
ristorante a testa bassa.
"Che
guastafeste", borbottò Jason con le braccia incrociate al
petto andando verso la propria macchina, "Spero che nessuno gli lasci
la mancia!".
"Ho
lasciato qualcosa nei loro bagni, se ti consola", Howard sorrise con un
bagliore sinistro.
"Oh,
per carità di Dio, che schifo!",
Gary trasalì all'immagine. Howard non perdeva mai, nemmeno
contro un cameriere che aveva tutte le ragioni per sbatterli fuori.
"Volete
un passaggio a casa?", chiese Jay rigirandosi le chiavi della macchina
tra le dita. La giornata era abbastanza bella, un po' fredda ma
gradevole. Mark inspirò l'aria fresca e scosse la testa.
"Nah,
sai, penso andrò a piedi", sorrise Mark con le mani in
tasca. Gary lo osservò sorridere dolcemente tra
sè. Benedetto uomo; non voleva mai dare noie a nessuno.
Magari avrebbe gradito un po' di compagnia.
"Anch'io",
sbottò Gary sorridendo. Howard fece spallucce e
salì in macchina mentre Jay salutava.
"A
piedi fino a casa?", Mark strizzò gli occhi da sotto il
ciuffo, "Gary, vivi praticamente nel lato opposto di Londra!".
Ah,
giusto ragionamento. Ma era colpa sua
se voleva trascorrere del tempo con il suo migliore amico?
Il
suo insaziabilmente splendido amico?
"Nessun
problema, prenderò un taxi da casa tua.. Sarah non
è in casa, vero?"
Mark
gettò la testa indietro e rise al commento. Per ragioni
sconosciute a entrambi, Gary non le piaceva. Affatto. Andava
perfettamente d'accordo con gli altri quattro, ma quando Mark le
chiedeva il perchè di tutto ciò lei semplicemente
volgeva gli occhi al cielo e diceva 'sai perchè'.
Non
si era mai reso conto del perchè fino a quel momento.
"Non
le piaccio per via del nostro modo di stare insieme, vero?", Gary
chiese con gli occhi fissi per terra. Mark sogghignò facendo
spallucce come previsto e si passò le dita tra i capelli.
"Cosa,
il flirt tra uomini?"
"Già",
sospirò Gary con un sorriso. Oh, non si era reso conto di
quanto amasse quel flirtare fino a quel momento. Mark rise di nuovo e
fece un cenno di assenso.
"Sì,
probabile.. E' quasi morta
quando mi ha visto palparti le chiappe l'anno scorso sul DVD"
Gary
quasi inciampò sui propri passi quando il ricordo lo
assalì. La maniera in cui le mani di Mark avevano sfiorato
le sue natiche lo faceva rabbrividire ogni volta. Adesso aveva senso.
"Pensa
a come avrebbe reagito se ci avesse visti mentre ci baciavamo la
settimana scorsa!"
Mark
aveva parlato con nonchalance a riguardo, eppure Gary non riusciva a
toglierselo dalla testa. Oh,
non era giusto!
"Um..
Già.."
"Glielo
ripeto sempre, non è che scopiamo o roba del
genere!"
Gary
roteò gli occhi e digrignò i denti quando le
immagini di loro intenti a scopare invasero la sua mente. Le mani di
Mark su di lui, i suoi gemiti soffocati e i fuochi d'artificio. Non lo
disgustavano, non lo infastidivano, e significava solo una cosa. Oh
Cristo, era gay.
Era
gay!
Habemus capitulum!
(?)
Salve salvino a tutti quanti, o tutte quante, come desiderate. Non ho
molto da dire se non che se non fosse per Vittoria, a cui dedico con
tutto il cuore questo capitolo tradotto, questa sezione avrebbe le
balle di fieno, gli spaventapasseri scossi dal vento e i crani dei
bufali. Brr. Inquietante, specie di notte, no?
Piccola nota al capitolo, la filastrocca che Jay canta a Gary dalla
cassetta della posta ho dovuto modificarla per esigenze di rima.
L'originale è:
"His name is Gary
Barlo-ow
He's a lazy so-and-so
He should be ready for a
curry
So open that bloody door
and hurry!".
Alla prossima, peace and love, mangiate la verdura e allacciate le
cinture di sicurezza, vi amo.
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