La navicella in cui si trovava era abbastanza grande. Era
metallica, ed era buia. Si trovava sola in una stanza, non aveva la
più pallida idea di dove la stessero portando, e
soprattutto, di chi la stesse portando. L’avevano infilata in
un sacchetto, e quando era riuscita ad uscirne si trovava
lì, da sola. Ricordava, pochi attimi prima di essere presa,
l’espressione dei due demoni (esterrefatta quella di Riku,
arrabbiata quella di Yuffie), e quella dell’angelo (a
malapena stupita, indifferente). Poi la sacca l’aveva
imprigionata, e lei non aveva idea di dove si trovasse. Il mezzo era
incredibilmente silenzioso, e non sentiva provenire rumori da nessuna
parte, per il fatto che le pareti erano di metallo.
Namine si alzò, decisa a cercare un’uscita o se
non altro un indizio che le facessero capire dove e con chi si
trovasse. Mentre perlustrava, fece delle riflessioni: dato che era nel
territorio dei demoni, non potevano che essere altri abitanti degli
inferi ad averla presa.
C’era una porta, alla sua destra. Si avvicinò,
provando a spingerla, ma non successe niente. Non riusciva a tirarla,
perché non aveva maniglie a cui aggrapparsi,
perciò continuò ad osservarsi intorno. La stanza
era vuota, le pareti spoglie. Cosa avrebbe dovuto fare per uscire di
lì?
Si sedette nuovamente sul pavimento, lasciando che qualcun altro
facesse qualcosa per lei. E si mise ad aspettare.
In effetti non aspettò molto, perché la navicella
che la portava ebbe uno sbalzo. Poi si inclinò, catapultando
Namine dall’altra parte con un volo. La bionda
però non fece in tempo a sbattere il muso sul muro opposto,
che qualcuno la afferrò. La velocità le impediva
di alzare lo sguardo per osservare il suo salvatore, ma le braccia che
la tenevano erano muscolose quanto bastava per farle capire che era un
maschio.
Dopo pochi secondi si ritrovò sul ponte della nave, e vide
che due ragazze la stavano circondando, mentre colui che
l’aveva salvata si rimetteva alla guida. La persona alla sua
destra la alzò, per accomodarla meglio. Poi le sorrise.
- Ciao! - la salutò. Namine non seppe cosa dire; era
confusa, non sapeva chi erano quelli la, ne perché
l’avevano presa. - Sono Rikku! - continuò quella.
La ragazza annuì per gentilezza.
- Io sono Namine. - disse, cordiale. Si era rivelata simpatica, e non
le andava di deluderla con un comportamento antisociale. - Chi siete? -
non riuscì a trattenersi.
- Siamo pirati dell’inferno! - rispose quella, entusiasta.
Una voce però la richiamò.
- Rikku, Fran, controllate la sala macchine! - disse uno dei due
ragazzi dei posti di guida. - Abbiamo qualche problema! -
spiegò.
Le due ragazze che circondavano Namine si alzarono, per recarsi alla
sala macchine.
La bionda rimase lì, con gli occhi sbarrati che cercavano di
captare qualcosa dei due tipi alla guida. La luce era luminosa, ma
nonostante tutto non riusciva a vedere bene.
Uno di loro si girò verso di lei, e Namine capì
che era quello che l’aveva salvata dallo schianto.
- Ciao! - le sorrise, con un sorriso che assomigliava tanto a quello di
Reno: sbruffone.
Lei ricambiò il saluto.
- Allora sei Namine, giusto? - le chiese, avendo sentito la sua
presentazione di poco prima. Lei annuì. - Io sono Balthier.
- si presentò. - Lui è Tidus - indicò
l’altro ragazzo alla guida, che alzò il braccio in
cenno di saluto - e quelle due ragazze sono Rikku e Fran. -
finì le presentazioni.
Namine annuì ancora. Stava per chiedere il motivo per cui
lei si trovasse li, quando le due tornarono dalla sala macchine.
- Nessun guasto! - esultò Rikku. Fran stette zitta,
lasciando parlare la ragazza.
Balthier sembrò pensieroso; la navicella ora volava bene, e
anche prima lo faceva, ma quello sbalzo sarà pur dovuto a
qualcosa, no? Si girò verso Fran, e la guardò a
lungo, e lei ricambiava l’occhiata. Dopo qualche minuto,
distolse lo sguardo. Nessuno fiatò, ne prima ne dopo
quell’occhiata così lunga.
- Si continua il viaggio! - esclamò il ragazzo, premendo
qualche tasto. Finalmente Tidus si alzò, e Namine
poté ammirarlo in viso, visto che non ci era ancora
riuscita. Era biondo, e aveva il viso tondo, con un espressione
ottimista. Questo si avvicinò a lei, chinandosi per essere
alla sua altezza.
- Ciao! - la salutò, divertito. Perplessa, Namine
ricambiò.
- Dove mi state portando? - chiese subito dopo.
- A fare un giro! - rispose, allegro.
Rikku si avvicinò, e si chinò vicino
all’amico.
- Sei una nuova recluta dei demoni? - chiese, pimpante.
Namine fece di no con la testa.
- Per ora non sono… niente. - spiegò, con qualche
difficoltà. Era imbarazzata, i volti dei due ragazzi erano
poco lontani dal suo, e questo le dava fastidio.
Vide che Fran si era messo al posto di guida, sostituendo Tidus, e che
lei e Balthier stavano parlando a bassa voce. Rikku seguì il
suo sguardo, e si voltò verso lei per spiegare.
- Lasciali perdere, spesso neanche noi capiamo cosa passa per la testa
a quei due. - disse, ridendo.
- Parlano in silenzio, come poco fa. Sembra che si leggano nella mente!
- esclamò Tidus, non trattenendo le risate.
Non li stavano prendendo in giro; erano affascinati da quel lato dei
due amici, e li divertiva perché la reputavano una cosa
impossibile.
- Cosa succede se mi butto da una certa altezza? - chiese Namine
improvvisamente. Era incuriosita dalla risposta: dato che erano
già morti, cosa sarebbe potuto succedere?
- Ti fai male! - rispose Rikku, tornando per un momento seria. - Non
puoi morire, ma il dolore lo senti lo stesso. -
Tidus annuì, concordando con la ragazza. Namine trovava
sempre più interessante l’inferno.
- Perché siete diventati pirati? - chiese.
- Perché ci eravamo stufati dei doveri dei demoni. - rispose
tranquilla Rikku.
- Doveri? - ripeté confusa Namine.
- Muoiono tante persone ogni giorno. - disse con indifferenza Tidus. -
Noi dobbiamo prenderle e portarle dagli ambigui. -
- Cosa sono gli ambigui? - chiese, sperando almeno questa volta in una
risposta.
- Esseri vuoti. - rispose grave Balthier, sentendo la conversazione.
Namine tacque: era una descrizione non molto dettagliata, ma che
rappresentava bene la vera situazione.
- Un po’ come te adesso! - rise Tidus.
Con una smorfia, Namine fece intendere il suo parere.
- Beh, tu adesso sei… uhm… - ci pensò
su Rikku. - …sei come un bicchiere in attesa di essere
riempito! Gli ambigui sono bicchieri rotti, che non potranno mai
più portare qualcosa dentro. - spiegò, in modo
efficace.
- Perciò una volta che si ha qualcosa dentro, non si
può più cambiare? - chiese per la seconda volta,
come conferma.
Il silenzio che precedette la risposta fu troppo lungo.
- Esattamente… - mormorò Tidus. Poi lui si
alzò, e si avvicinò ai guidatori.
Yuffie aveva accennato ad un eccezione in quell’ambito, anche
se subito dopo le aveva detto che non poteva cambiare. E sia il suo
comportamento che quello dei pirati l’avevano insospettita.
C’erano troppi misteri in quel mondo, molti non svelati. Ma
forse era questo a rendere intrigante l’aldilà.
Ciao, sono
Sirene Chan!
Grazie a Kabubi per la
recensione: Yuffie è sempre la solita Yuffie, nel bene e nel
male!^^ I misteri non saranno svelati ancora per un po’,
spero di averti incuriosito almeno un po’, e che tu
continuerai a seguirmi!
I pirati
dell’inferno stanno portando in giro Namine, ma
chissà cosa la aspetterà! E poi, chi
sarà questa famosa eccezione, di cui tutti evitano di
parlare? Inoltre, cosa si nasconderà nel passato dei nostri
demoni e pirati? Lo sapremo col passare del tempo, anzi, dei capitoli!
Alla prossima!
Sirene Chan
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