Rock'n'roll
suicide
Il
tempo non è tempo, è ticchettio d'orologio,
è ansia. Si passa dal
voler cercare una dose, al trovarla, al finirla, al volerla cercare
di nuovo. Il tempo non esiste. È un ciclo, ed è
troppo.
Nancy
è già uscita dal tempo, sarà serena
ora, senza paranoie e attacchi
isterici. John Simon Ritchie attende ancora che il suo si esaurisca.
Ha
mandato a fanculo Rotten, i Pistols, la sua vita. Persino il punk.
Poco
male, tanto i Sex Pistols si sarebbero sciolti da soli, lui ha
rappresentato soltanto la scintilla in un mare di carta straccia. I
Pistols se ne sono andati con una monumentale fiammata, un fuoco di
scintille che nessuno dimenticherà.
John,
non essere arrabbiato con me. In fondo siamo sempre strati amici, no?
Il
fumo della sigaretta si scioglie nell'aria. Ecco, ormai è
finita. Ne
dovrà iniziare un'altra, è più
semplice, è più divertente, è la
discesa. Può essere divertente morire?
Chiude
gli occhi e sogna. Era tanto che non succedeva. Vede immagini
sbiadite, il dolore che prova non è più del tipo
che gli piace, è
pungente e complicato, forse non è nemmeno dolore, forse
è
l'incolmabile pozzo nero della noia.
John
e John, una coincidenza che abbiano lo stesso nome, forse era una
cosa che innervosiva anche loro, ecco perché Lydon si
è affrettato
a trovargli un soprannome.
«Il
tuo cazzo di criceto mi ha rosicchiato i lacci degli anfibi!»
Simon
sorride nel sonno.
«Non
fare del male a Sid, è il mio topo da compagnia, ed
è un regalo di
mia madre».
«But
it's vicious».
Forse
è un peccato che i Pistols abbiano composto un solo album,
forse è
un bene. Quelle canzoni erano orribili, sguaiate come urla di cani,
ma in fondo era proprio quello l'obiettivo di Rotten.
Il
punk è anti-musica, è neodada, è
rumore!
Hanno
dormito tutti quanti in sala registrazione, il tempo passava e la
canzone non arrivava. Ma a chi interessavano i soldi! A chi
interessava la musica!
Simon
si gira su un fianco con la bocca aperta contro il cuscino, come un
moribondo vede il sunto della sua vita.
È
Nancy o l'ero la sua droga? Quale delle due è più
letale? In ogni
caso ora Nancy non c'è più, non ha scelta.
Un'altra
immagine. John tira un petardo contro un cassonetto e libera un cane
legato a un palo. Avrà avuto sì e no quindici
anni. Il suo sorriso
sghembo è irritante e indimenticabile, e quella faccia
appuntita da
adolescente non gli è mai cambiata.
Ormai
è sbiadita, è una foto vecchia da stracciare.
«Simon,
fammi vedere le mani, sanguinano».
Non
gli è mai successo. Le mani sporche di Lydon sono
fottutamente
rassicuranti. Strano. Gli danno come la sensazione di essere in
compagnia, di non essere solo. Come se un angelo custode vegliasse
sempre su di lui. Un angelo con i pantaloni in pelle e gli anfibi,
che di angelico non ha proprio nulla.
«Mi
sono tagliato, non è niente, non sono ancora riuscito a
prendermi il
tetano».
Lydon
l'ha lasciato andare quando Sid ha scelto di autodistruggersi. Ma
c'è
stato, fino alla fine. Ora, è come se Sid fosse
già morto, tanto
vale lasciarlo andare. Un calcio nel culo... e via!
Non
cedere al conformismo amico. Non sei nato da uno stampino, non
comportarti come se lo fossi.
Il
punk sembra un ricettario, lo puoi seguire -
non - alla regola e non funzionerà,
te l'assicuro.
Ma
il punk non è morire d'overdose a vent'anni.
Non
è morire d'overdose a vent'anni.
«Io
non mi volevo immolare in nome del punk. Io...
Mi
sono sbagliato».
Note
dell'autrice:
Inizio
subito con due piccole note tecniche: nel flash-forward il cambio di
tempi verbali (da presente a passato) è voluto, mentre le
frasi in
corsivo non hanno un punto di vista fisso o sempre determinato, a
volte sono i pensieri di Johnny, a volte di Sid, a volte di una voce
anonima o collettiva, e hanno un chiaro ruolo enfatico, evidenziano
un concetto.
Spreco
due parole per quanto riguarda la storia in sé.
Più che una
fanfiction è forse una riflessione sull'episodio Sex
Pistols, e in
particolare sulla vita di Sid e sulle sue scelte. Sid si
è
sbagliato (riprendendo le battute finali) a cadere nel
vortice
della droga, perché è diventato inevitabilmente
suo schiavo, mentre
il punk è fondamentalmente ribellione e libertà.
Il
titolo riassume la trama stessa, e anzi, sono rimasta piacevolmente
stupita del fatto che la parte iniziale del titolo dell'album di
Bowie che dovevo usare descriveva perfettamente l'evolversi della mia
storia, per cui ho deciso di chiamarla The rise and fall.
L'ascesa e la caduta dei Sex Pistols, ma anche l'ascesa e la caduta
di Sid Vicious.
Questa storia
è stata scritta per il contest multifandom When
the music’s over indetto da DazedAndConfused e si
è classificata prima (su due partecipanti).
Qui potete leggere la storia della mia collega di podio: Play.
di Snafu
. Ve la consiglio vivamente!
E di seguito posto il bellissimo giudizio di Dazed, che ringrazio per
la sua accuratezza ed esaustività.
The Rise and Fall -
Deidaradanna93
Grammatica:
9.5/10 Impeccabile,
se non fosse per qualche svista, tipo “un bestia da
soma”, “Malcom” anziché
“Malcolm”, “gold retriever”
anziché “Golden Retriever”,
“ice-berg” anziché
“iceberg”, “strati amici” o
qualche virgola o due punti mancanti.
Stile
e lessico: 10/10 La
scelta stilistica e lessicale è stata davvero felice:
è come se tu ti fossi calata nei panni di un punk
dell’epoca, persa tra i bassifondi londinesi e con gli occhi
ben aperti per non lasciarti sfuggire nessun particolare. I termini
sono perfetti e lo stile è versatile: rapido e frenetico nei
momenti adatti, lento e perfino melodico quando un’atmosfera
più rarefatta e intima lo richiede. Non ho alcun appunto da
farti!
Attinenza
alla tracklist: 10/10 Innanzitutto
devo complimentarmi con te perché non solo sei riuscita ad
adoperare tutte le tracce in un modo davvero appropriato e originale,
ma lo hai fatto mantenendo l’ordine originale della
tracklist! Non era cosa da poco, ci tengo a dirlo.
Cooomunque!
Come ti ho appena detto, i brani sono stati utilizzati correttamente:
che io ricordi, non hai citato direttamente versi tratti dai suddetti,
ma dai fatti narrati nei capitoli si evinceva benissimo il senso
generale della canzone scelta.
Ho
apprezzato in particolar modo i capitoli legati alle canzoni “Starman”
(il dialogo finale è di una tenerezza veramente
straordinaria, l’ho adorato!), “Lady
Stardust”
(John che riporta i jeans mi ha letteralmente stretto il cuore,
è un’immagine straziante ma allo stesso tempo
bellissima), “Hang
on to yourself”
(mi sono piaciute le definizioni finali che Sid appioppa a Lydon, in
particolare “sigaretta di vapore” :3), “Suffragette
City”
(adoro l’ultimo scambio di battute tra i due e il paragrafo
finale: mostrano molto bene la sofferenza arrecata da questa relazione
folle) e “Rock
n’ Roll Suicide”
(capitolo finale da urlo: trovo particolarmente azzeccata la
descrizione di Lydon e delle sue mani, e le ultime righe…
brividi!)
IC
e Caratterizzazione: 10/10 Non so
veramente come dirlo, ma… sicura di non aver conosciuto di
persona Sid e John? Li hai descritti talmente bene con una manciata di
parole e s’intravede un sacco della loro essenza anche tra le
righe che… boh, io non so che altro dire x’D Amo
questo tipo di caratterizzazioni: non lasciano niente al caso ma non
sono neanche pompose e ridondanti… il giusto equilibrio tra
il detto e il celato, ecco.
Originalità:
5/5 Come
avrò modo di dirti nel punto successivo, penso che questa
storia sia una delle più fantastiche che io abbia mai letto.
Sono rimasta piacevolmente stupita dalla maniera in cui le vicende
narrate s’incastrino alla perfezione con
l’album… chi l’avrebbe mai detto! E poi
non ti sei per nulla fermata alla soluzione facile della
“relazione con finale triste perché uno dei due
schiatta”, anzi; ho apprezzato la crudezza con cui mi hai
sbattuto in faccia la verità. In questa storia non
c’è nulla dell’amore ma, allo stesso
tempo, c’è molto della natura umana e dei
sentimenti contrastanti che ci perseguitano per tutta la vita.
Gradimento
personale: 3/3 Quando
si pensa ai Sex Pistols, è inevitabile che il nostro
pensiero non corra subito ai due coglioni (passatemi il termine,
è la verità!) che sono stati i pilastri della
band: Rotten e Vicious.
Non
ricordo di aver mai letto una slash-fiction su di loro, ed è
anche comprensibile il motivo: non sono personaggi facili, è
già complicato “catturarli” in una
fanfiction priva di pairing, figuriamoci se dovessimo star
lì a ipotizzare un’eventuale relazione tra i due!
Però
tu sei riuscita a stupirmi, dico sul serio!
Non
è la classica “storia
d’amore”, anzi… non lo è per
nulla.
Qui
si parla di due disadattati che hanno un rapporto atipico, che nessuno
sa definire con certezza, loro per primi: sembrano amici ma si sbranano
alla prima occasione servita su un piatto d’argento, si
odiano ma passano il tempo a cercarsi e rincorrersi… secondo
me sei riuscita a catturare la loro essenza, io in questa storia ho
veramente visto John e Sid.
E
ho inoltre apprezzato la tua decisione di non concentrarti
esclusivamente sul loro rapporto malato, ma anche sulla
quotidianità dell’epoca: con poche parole sei
riuscita a descrivere luoghi e situazioni talmente bene che, mentre
leggevo, mi sembrava di essere accanto ai protagonisti (:
Sei
stata davvero brava, non è da tutti riuscire a raccontare
così bene vicende e posti ormai dimenticati, e per di
più senza farli passare in secondo piano rispetto alla
narrazione!
Spero
veramente che questa storia possa essere letta da molta gente,
è un piccolo capolavoro.
Per
finire questa valutazione, ti citerò i pezzi di questa
long-fic che ho apprezzato di più, con annessi
commenti/deliri della sottoscritta :3
"Qualche
ragazzina adulatrice una volta ha detto che le stelle cadenti sono
opera dei punk. Nemmeno gli alieni sono stati salvati dal contagio, e
dunque marziani con le creste e le spille prendono a martellate la
luna, la distruggono, la dissacrano. E le stelle cadenti sono i pezzi
di luna che si sgretolano, che schizzano via sotto colpi feroci di
clava."
Ora,
io non so se questa metafora sia stata veramente pubblicata su qualche
fanzine dell’epoca o se sia stata un’invenzione
partorita dal tuo cervello, ma… è geniale.
È geniale, non ho parole! Secondo me è una
raffigurazione perfetta del punk, ed è strano vedere come
un’immagine poetica possa benissimo essere accostata ad un
movimento così sgraziato e totalmente folle.
"Non
chiedere mai a un punk quale sia il suo sogno. Avere un sogno significa
avere obiettivi, noi non facciamo pronostici, né abbiamo
rimpianti. Viviamo il presente e vaghiamo alla cieca."
Amen.
Direi che non ho altro da aggiungere.
"L'uomo
giallo parla con i bambini - o con i punk, il che è lo
stesso - perché sono gli unici che possono capirlo."
Piango, Starman non
poteva essere citata in maniera migliore! E l’accostamento
punk-infanzia, come quello precedente delle stelle cadenti,
è assurdo ma assolutamente azzeccato.
"(Sid) Era
una diva che saliva sul palco e apriva le gambe.
Non è così che si dovrebbe comportare un punk."
Anche
qui posso soltanto togliermi il cappello per il paragone
incredibilmente perfetto.
"La
differenza si vede, non si sono mai confrontati meglio, non hanno mai
fatto sesso completamente nudi. Il che è stato un grave
errore, perché dalla pelle si capiscono molte cose. Molte
parole non dette trasudano sulla pelle, anche se non è il
caso di Sid. Lui quando deve dire una cosa la dice, sia pure un ti
amo o un vaffanculo
frocio."
Qua
mi sono venuti i brividi, seriamente. Nonostante i loro rapporti siano
sempre al limite della decenza e sicuramente non inclini alla dolcezza,
la frase sulla pelle ha donato una luce tutta nuova. È vero,
dalla pelle possono trasparire un sacco di sensazioni e pensieri che
magari non abbiamo il coraggio di esprimere a voce… a me,
per esempio, è venuta la pelle d’oca per la
bellezza di questa frase.
"L'America
è fatta di oro che cola su ferro arrugginito."
Tu
mi dovrai spiegarmi come diamine ti vengono in mente delle definizioni
così azzeccate, cazzarola! In poche parole hai descritto la
magnificenza e lo sfacelo di una nazione, no words.
"Le
mani sporche di Lydon sono fottutamente rassicuranti. Strano. Gli danno
come la sensazione di essere in compagnia, di non essere solo. Come se
un angelo custode vegliasse sempre su di lui. Un angelo con i pantaloni
in pelle e gli anfibi, che di angelico non ha proprio nulla."
Piantala
di farmi venire i lucciconi, non posso piangere leggendo una storia sui
Sex Pistols, è un controsenso! LOL a parte gli scherzi, che
descrizione magnifica çç adoro questi
accostamenti tra la miseria e la poesia, tra il sacro e il profano.
"Il
punk sembra un ricettario, lo puoi seguire - non - alla
regola e non funzionerà, te l'assicuro.
Ma
il punk non è morire d'overdose a vent'anni.
Non
è morire d'overdose a vent'anni."
La
scelta di ripetere quella frase, in un certo senso la frase,
l’ho trovata molto appropriata: mandare giù per il
cesso una vita appena iniziata non è punk.
«Io
non mi volevo immolare in nome del punk. Io...
Mi sono sbagliato».
Ok,
adesso posso piangere! In due righe hai praticamente fatto emergere
l’ingenuità e l’innocenza di Sid:
sì, non esagero definendolo “innocente”,
perché era una testa di cazzo ma, come hai avuto modo di far
capire tu, alla fine è stato risucchiato in un buco nero che
non gli ha lasciato via di scampo.
Sviluppo
trama: 5/5 Una
long-fiction di nome e di fatto: la trama è ben sviluppata e
lineare, presenta dei flashback accurati e che non appesantiscono la
narrazione… insomma, ottimo lavoro!
Bonus
album completo: 2/2 Ancora
complimenti, il bonus è meritatissimo!
Totale:
54.5/55
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