The bill paid
Dopo tre giorni la notizia
del rapimento del figlio del sindaco si era inevitabilmente sparsa per
la citta': gli alunni di Mary-Margaret erano molto preoccupati riguardo
la sorte di Henry e lei dal canto suo non sapeva cosa fare anche per
non far nascere sospetti.
Anche Gold aveva ripreso il suo posto al negozio dietro consiglio di
Emma che dal canto suo lavorava come una forsennata o almeno fingeva di
essere occupatissima in ufficio dalla mattina alla sera ma appena
poteva scappava a trascorrere un po' di tempo con Henry.
Il piccolo era rimasto a casa di Gold e tutto sommato non se la passava
male: trascorreva il tempo leggendo, giocando ai videogame e guardando
la tv, una sera addirittura Gold in persona si era unito a lui nel
giocare alla Playstation e dalla pazienza che aveva verso di lui ad
Henry venne da pensare che, nonostante tutti lo credessero un mostro
senza cuore e che probabilmente fosse la Bestia della favola sarebbe
potuto essere un ottimo padre.
Regina non dormiva da quando suo figlio era scomparso, passava le
giornate a vagare tra il suo ufficio e la centrale di polizia dove Emma
la rassicurava su quanto stesse lavorando a fondo per trovare il loro
bambino e non sospettava minimamente che il suo rivale si fosse ormai
aggiudicato l'appalto del centro ricreativo, era addirittura passata in
farmacia a farsi dare da Michelle un calmante: la ragazza dovette
reprimere a fatica l'impulso di consegnarle invece una scatola di
lassativi e di catapultarsi a stappare dello champagne con Gold e le
altre dopo averla vista pallida e tirata, non era crudele lei ma
riteneva che questa fosse una di quelle volte in cui valesse il detto
"occhio per occhio, dente per dente".
"Non riesco a smettere a quello che mi ha detto Henry" disse
ad Emma un pomeriggio che era passata a trovarla in farmacia
"ti riferisci a quella faccenda delle favole? E' solo un
bambino, e' normale che non capendo del tutto la cattiveria degli
esseri umani cerchi una spiegazione in qualche modo piu' semplice" le
rispose sorseggiando un caffe'.
Erano nel retro della farmacia, dove Michelle solitamente faceva creme
e preparazioni varie, "Non lo so: mi sembra tutto talmente
assurdo" disse misurando la stanza a larghi passi
"Ipotizzando che le cose stiano davvero come dice lui tutto
avrebbe un senso non ti pare? Per esempio perche' Regina e Gold si
odiano cosi tanto" "Credimi, non servono spiegazioni
sopprannaturali per questo: semplicemente lei e' una sociopatica e lui
il suo rivale nonche' la sua vittima" commento' Emma
"appena gli ha trovato un punto debole ecco che ne ha
approfittato per colpirlo" "Puo' darsi ma ci ho pensato, e'
da quando sei arrivata tu che succedono le stranezze piu' disparate, ok
una o due coincidenze, ma qui stiamo sfiorando il migliaio direi"
riprese la farmacista, "a dirla tutta non mi stupirebbe che
Regina...no, niente non ha importanza".
Gold quel pomeriggio aveva intravisto due o tre volte il sindaco
passare davanti al suo negozio come un'anima in pena ed ogni volta
esultava dentro di se': ora finalmente avrebbe capito che significa
quando ti tolgono la persona che piu' ami al mondo e tu non puoi farci
niente.
Aveva deciso che per Henry fosse l'ora di tornare a casa.
"Domani pomeriggio ti portero' in campagna e da li' dovrai raggiungere
la citta' a piedi mentre io passero' per una scorciatoia, te la senti?"
stava dicendo Emma a suo figlio mentre erano tutti riuniti a
casa di Gold, "ma certo" rispose il bambino.
Il giorno dopo Michelle, Mary-Margaret e Gold erano tornati ognuno alle
proprie faccende mentre Emma lasciava Henry su una stradina di campagna
e andava verso la citta' passando per una via secondaria.
Erano quasi le 18 quando il bambino arrivo' alla centrale sporco e
spettinato: erano presenti sia Emma che Regina le quali l'abbracciarono
in lacrime con molto trasporto: racconto' di essere stato rinchiuso in
una specie di cantina per tutti quei giorni e che i suoi rapitori erano
tre uomini che gli dissero, l'avevano seguito per giorni per poi
attendere il momento piu' opportuno per rapirlo una volta scoperto che
era il figlio del sindaco.
"Dimmi amore, li hai visti in faccia?" chiese Regina accarezzandogli la
testa.
"No purtroppo: avevano sempre il viso coperto" rispose Henry.
"Mi spiace: ma ho pochi elementi su cui lavorare, sara' dura trovarli"
disse Emma con falso rammarico.
"Non fa niente: lei ha fatto tanto per me sceriffo, l'importante e' che
Henry sia qui ora. Vieni andiamo a casa" disse il sindaco
congedandosi.
Due mesi dopo gli eventi precipitarono: Regina sentendosi in pericolo
cucino' un tortino di mele avvelenate per Emma affinche' lo mangiasse
prima di andarsene da Storybrooke ma per sua sfortuna il piano non
funziono': Henry, accortosi del pericolo diede un morso al dolce
cadendo svenuto e dopo averlo portato in ospedale le confesso' che era
tutto vero: la maledizione, il fatto che lei fosse la salvatrice,
tutto. Purtroppo le funzioni vitali del bambino calarono in
fretta ed Emma bacio' piangente la fronte del figlio morto.
La maledizione si spezzo' e i ricordi travolsero tutti come un'ondata.
Nel frattempo Jefferson si era recato nei sotterranei che ospitavano
l'istituto d'igiene mentale e aveva liberato una ragazza
tenuta rinchiusa dicendole di andare da Gold perche' l'avrebbe protetta.
Michelle stava chiudendo la farmacia quando accadde: fece appena in
tempo a fare due passi che i ricordi affluirono in lei:
"Io sono Aurora: una principessa, e non una farmacista"
"Le mie zie sono in realta' le fate che mi hanno portata lontano per
proteggermi"
Sconvolta da tanta felicita' comincio' a correre verso casa, ma
rallento' non appena scorse una figura familiare: era Gold che
camminava accanto ad una bella ragazza dall'aria spaurita.
"Allora avevo ragione! Era ancora viva e quella strega del sindaco deve
averla tenuta nascosta da qualche parte! Guarda come sono belli insieme
poverini, quanto devono aver sofferto..." penso' mentre li
guardava.
D'un tratto il suo sguardo e quello di Gold s'incrociarono e lui le
fece segno d'avvicinarsi:
"Ciao Michelle" la saluto' "Salve" rispose lei timidamente
"Belle, ti presento Michelle: e' una cara amica e mi ha aiutato molto"
disse con calore
"piacere, e grazie mille per l'aiuto che hai dato a Rumpelstiltskin"
sorrise lei
"E' bello conoscerti e non c'e' di che" si schermi' lei "Io
sono Aurora ma potete anche chiamarmi Michelle, non c'e' problema,
scusate ora devo andare e...auguri" aggiunse
allontanandosi.
Oh quanto odiava Regina Mills!!!
Tornando a casa la vide sull'altro lato della strada e il sangue le
ando' alla testa senza che quasi se ne rendesse conto, come
in preda ad un raptus la raggiunse e la butto' a terra con uno
spintone: "Strega!!" le sputo' in faccia con un
odio mai provato prima "Che cosa hai fatto a quei due
poveretti??! Che cosa hai fatto a tutti noi???" urlava prendendola
prima a calci e poi afferrandola per il colletto della camicia e
sbattendola contro il muro di un palazzo mentre continuava a prenderla
a schiaffi e pugni. L'altra inorridita e stupefatta da tanta
furia non riusciva nemmeno a ricorrere alla magia tanto era sorpresa da
come quella ragazza all'apparenza dolce e remissiva fosse capace di una
tale violenza.
Michelle ribolliva cosi tanto d'odio che non riusciva a fermarsi
"Troia! Puttana!!! Ora t'insegno io cos'e' la vera sofferenza e spero
che te ne ricorderai per un bel pezzo" urlo' scaraventandola
a terra coperta di lividi e col sangue che le usciva dal naso.
Finalmente si fermo': aveva avuto quel che si meritava, la
mollo' li' e corse verso casa.
Non vedeva l'ora di riabbracciare le zie.
angolo autrice: e finalmente e' finita! chiedo ancora scusa
per la lunga attesa e spero che il finale non sia troppo banale, ma a
pensarci bene era l'unico possibile ^^
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