Epilogo
«Potresti essere un po' più delicato!»
esclama Tony, sbuffando.
«Potrei. Poteri anche rifilarti un pugno sul naso»
replica Steve, lasciando andare i cuscini che l'altro gli aveva chiesto
di sistemargli.
Barton ha minacciato di legarlo al letto se non si fosse deciso a
restarci per tutto il tempo che i medici della base ritenevano
opportuno. Tony ci crede alle minacce di Occhio di Falco, per questo si
è rassegnato alla sua degenza in posizione orizzontale.
Quando ha riaperto gli occhi, erano tutti là.
È stato sollevato di vedere Thor sano e salvo, anche se un
po' scorticato. Mancava solo Nadia e per le prime ore Pepper non gli ha
voluto dire cosa fosse successo per non farlo agitare. Poi glielo hanno
raccontato e non è stato lui ad agitarsi: la squadra
riparazioni sta ancora tappando l'enorme foro lasciato da Hulk
– per fortuna in un'area non troppo trafficata della base
volante. Era anche ora che Bruce Banner si sfogasse un po', ha retto
bene a tutto lo stress che ha dovuto sopportare, ma era ovvio che
bastasse una goccia a far traboccare il vaso già ampiamente
stracolmo. Ad ogni modo, sembra che Barton sia andato a ripescarlo con
il jet, da qualche parte nei pressi di Ellis Island e ora Bruce si sta
riprendendo nella stanza accanto, sorseggiando succo di frutta
multivitaminico o qualcosa del genere.
Oh, e poi c'è il fottuto piccolo cervo. Il tizio torvo che
non lo ha ucciso quando poteva finalmente farlo senza neanche rischiare
di venirne incolpato, dato che lui sarebbe morto comunque restando in
città. Tony sa che non deve illudersi, che Loki non lo ha
graziato per un impeto di bontà, lo ha solo risparmiato per
sfregio, solo perché lui vivesse con la consapevolezza di
poter essere sconfitto –
grazie tante Bambi, lo so già! – che
quel gesto è l'eccezione che conferma la regola. Ma se il
cugino di Sauron avesse fatto schioccare di nuovo le dita, a quest'ora
lui sarebbe un cadavere riverso in una strada di periferia e Tony odia
la prospettiva di essere vivo solo perché a Loki
già girava per il verso giusto quel giorno... e immagina che
questo sia esattamente il risultato che lui voleva ottenere. Bastardo...
Accantona il pensiero. Del resto non fanno altro che ripetergli di non
agitarsi, che è rimasto senza reattore Arc per diverse ore e
ha rischiato grosso e il suo cuore ha subito uno stress non
indifferente.
La banda di profughi bellicosi è stata catturata,
opportunamente impacchettata e spedita su Asgard, dove Thor ha
assicurato che Babbo Orbo darà a tutti loro una lezione con
i controfiocchi.
La Terra è di nuovo al sicuro e lui desidera ardentemente
del caffè, ma nessuno vuole lasciarglielo bere.
«Ammettilo, nonnetto, sei contento che io non abbia tirato le
cuoia» esclama Tony, guardando Steve dal basso.
«Non esserne troppo sicuro, Stark».
Tony scoppia a ridere. Il Capitano lo guarda perplesso, chiedendogli
cosa ci sia di divertente.
«Nulla... è solo che io in un letto di ospedale e
tu che mi sistemi i cuscini è una situazione troppo da
fanfiction slash». Le parole gli inciampano tra una risata e
l'altra.
«Cosa sono le fanfiction slash?» domanda Rogers con
perfetto candore.
«Qualcosa dalla quale faremo tutto il possibile per
proteggerti, Cap» dichiara una terza voce, dall'uscio della
porta.
Nadia è in piedi, appoggiata allo stipite di metallo. Sembra
tornata in forma, quasi del tutto almeno.
Steve Rogers scuote la testa e alza gli occhi al cielo. Lancia
un'ultima occhiata a Tony, poi si dirige verso l'uscita. È
la prima volta che lui e la ragazza si vedono da quando lui
è partito per New York dopo averle gridato contro come un
cane rabbioso, e hanno decisamente bisogno di un po' di privacy.
Steve esce e si chiude la porta alle spalle. Sta diventando
più intelligente.
Nadia corre verso il letto, salta sul materasso e getta le braccia al
collo di Tony. Lui ricambia la stretta.
«Colombina...»
«Come ti senti?»
«Bene. È il resto del mondo a essere preoccupato,
ma io sto benissimo» esclama lui. «Senti, io
volevo... per quelle cose che ho detto»
«Avevi ragione»
«No. Ero arrabbiato per la situazione... tu avevi ragione,
Loki era davvero lì per aiutare, secondo le sue strane e
discutibili attitudini e per i suoi loschi scopi, ma pur sempre per
aiutare. E, detesto dirlo, ma Thor è vivo grazie a lui, non
grazie a noi»
«Sì, ma io ho sbagliato, per tutto questo tempo,
ho pensato solo a me stessa e...».
Tony scuote la testa. Per tutto quel tempo la ragazza è
stata invischiata in una situazione più grande di lei, sia
dal punto di vista pratico che dal punto di vista emotivo, e lui ha
sempre pensato che essere innamorata di uno come Loki fosse un sintomo
di un qualche grave disturbo mentale, ma alla fine si è
dovuto rendere conto di quanto coraggio le ci sia voluto per amarlo e
anche per lasciarlo andare. E dopo tutto quello che è
successo, Tony non può escludere che anche il dio bastardo
provi davvero qualcosa di importante per lei. Questo non cambia niente,
ma è un dato di fatto che va quanto meno riconosciuto.
«Più ci penso e più mi rendo conto che
trovare il giusto e lo sbagliato in tutta questa faccenda è
impossibile» conclude Tony. «Ad ogni modo, Loki
avrebbe potuto uccidermi e non l'ha fatto». Ora lui non vuole
stare a ripeterle il ragionamento che ha elaborato al riguardo,
è anche abbastanza sicuro che Nadia giungerà da
sola alle stesse conclusioni a tempo debito, ma davvero non
è quello il momento dei cavilli e delle accuse. «E
se mi avesse fatto fuori, quella brutta cornacchia di Nick non avrebbe
avuto modo di fare la sua buona azione annuale».
Nadia si irrigidisce. Tony non riesce a immaginare quanto dev'essere
stato terribile per lei tentare di riparare il reattore Arc, scoprire
di non esserne in grado e poi venire a sapere che tutti i suoi sforzi e
tutta la disperazione che l'ha spinta a farli erano inutili. Ma non
riesce ad avercela davvero con lo S.H.I.E.L.D, ha capito le regole del
gioco da tempo, e anche se è un gioco che non sempre gli
piace, almeno sa cosa aspettarsi. È vaccinato alle sorprese
del vecchio monocolo, diciamo...
Ma non può fare a meno di pensare a quello che gli ha detto
Loki a proposito di Nadia, prima di lasciarlo in strada mezzo
tramortito: se tieni al
suo bene, appena tutto questo sarà finito, mettila su un
aereo e rimandala a casa. Tienila lontana da voi, e tieni Fury e lo
S.H.I.E.L.D. lontani da lei.
Già, Nadia non è fatta per quella vita e lo
S.H.I.E.L.D. deve dimenticarsi della pietra, della fonte di energia,
della ragazza che potrebbe o non potrebbe tornare utile se imparasse a
usarla.
Che poi, il fatto che lei impari a usare meglio la pietra ormai
è fuori questione, dato che il suo inquietante maestro se
n'è andato.
Thor ha lasciato libero Loki e magari al suo ritorno su Asgard si
beccherà pure una buona dose di sculacciate da Odino. Fury
ha dato di matto, ma erano ancora tutti troppo turbati dallo scherzetto
della lampadina di ricambio tenuta nascosta per empatizzare con lui.
Ciò non toglie che sapere di Bambi libero e sgambettante per
la galassia non aiuta nessuno a mettere bene la testa sul cuscino la
notte. Ma Thor è uno di loro e doveva certamente avere le
sue ragioni, e poi, come lui stesso ha detto al diretto interessato, il
giorno in cui tornerà saranno pronti.
«Loki ti ha... ehm, salutata prima di lasciarci?»
domanda Tony alla ragazza.
«Sì. È stato molto... beh, ha i suoi
modi di essere carino, talvolta».
A conti fatti, non ne ha mai dubitato. Tony Stark li conosce quelli
come Loki, quelli che sanno sempre apparire peggiori di quello che
sono, per molto tempo anche lui è stato uno di loro. Per
certi versi lo è ancora.
Sì, a quanto pare quello è proprio il punto di
conclusione alla fine della storia. E anche l'avventura di Nadia si
può considerare
conclusa.
Gli unici che sanno della pietra sono loro e i profughi di Nornheim,
che lo hanno scoperto solo perché avevano una spia tra le
loro file, che sono arrivati alla ragazza tramite loro; se lei fosse
rimasta a Venezia, probabilmente gli esiliati del pianeta alieno
starebbero ancora girovagando a vuoto alla ricerca di una fonte di
energia che quasi certamente non avrebbero mai trovato.
Nadia deve tornare a casa, dalla sua famiglia, solo così
sarà al sicuro. E lei stessa lo sa bene, Tony se ne rende
conto ora, guardandola, che nei suoi occhi già si sta
formando quel velo di tristezza che precede gli addii.
«La tua famiglia sarà contenta di riaverti tra i
piedi» le dice.
«Sai cos'è che mi mancherà
più di ogni altra cosa?»
«Il mio brillante umorismo?»
«No»
«Il tè verde di Banner? L'odore di sapone e
brillantina che ha il Capitano?».
Nadia ride e scuote la testa.
«Jarvis che mi dice quando ho messo più trucco su
una guancia rispetto all'altra».
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Come vi avevo detto, non
finisce qui. C'è in cantiere un terzo e ultimo episodio
della vicenda, un po' più breve (almeno su carta) dei due
che lo hanno preceduto e molto più...
“fantasy”. Penso che posterò il prologo
lunedì 22 aprile, per poi cominciare a pubblicare i capitoli
settimanalmente ogni venerdì, as always.
Ma questo secondo
capitolo della trilogia è stato un vero parto, molto
più difficile della prima fanfiction, molto più
complesso e, quindi, sicuramente molto più pregno di difetti
e di passaggi che non sono riuscita nemmeno io a farmi piacere (ci sono
capitoli che ho scritto e cancellato almeno cinque volte). Eppure non
c'è stato un solo momento in cui io non mi sia divertita a
scrivere questa storia, ma se il divertimento era il motore principale
che mi spingeva ad andare avanti a raccontare avventure e disavventure
di Loki, Nadia e Avengers, l'impegno e l'entusiasmo che ho tentato di
mettere in queste pagine lo devo a voi, a chi mi ha seguito, a chi non
ha mai mancato di farmi sapere che la storia gli piaceva, a chi ha
evidenziato difetti che mi hanno aiutato a correggere il tiro, a chi ha
avuto la pazienza di scrivermi che la storia invece proprio non gli
andava. A quelli di voi con i quali si chiacchiera su Facebook. A
quelli che mi scrivono lunghi mp. E a tutti quelli che semplicemente
leggono, che settimana dopo settimana sono sempre stati lì.
E... uff... è
dura ringraziare come si deve senza sembrare ruffiana, ma il miracolo
che trasforma quella che è solo una storia in qualcosa di
più merita tutta la gratitudine del mondo.
Grazie di cuore.
Alla prossima.
Luciana
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