"tutto questo avrà fine Hachi,te lo prometto..."
Ed io ti credo Nana...io voglio crederti...
Nana:"su Hachi,non ti preoccupare,vedrai che ho ragione. Devi solo fare un
test,un piccolo test per verificare se questo è figlio di Nobu o di Takumi,e
vedrai che alla fine risulterà di Nobu. Ne sono sicura. Sì,sicurissima!"
Perché la tua voce si è fatta così stridula,Nana? Ti capita solo quando sei
nervosa,quando sei disperata...forse perché già intuisci ciò che il mio cuore
ritiene opportuno?
No,non è il mio cuore...è solo la mia mente,la mia coscienza,perché se agissi
ascoltando il mio cuore,rovinerei la vita di molte persone...
Hachi:"Nana,sta tranquilla. Io lo so,lo so che cosa devo fare. Non ti devi
preoccupare per me.
Domattina penserò io a risolvere questa faccenda,ma ora andiamo a dormire è
tardi."
Con un lampo di speranza che gli balenava negli occhi Nana salutò Hachi ed
andò nella sua stanza,la stessa cosa che fece anche Komatsu.
È tardi,ormai. Tardi per tutto. Buonanotte.
"I need your love!
I’m a broken rose!
Oh baby help me from frozen pain!
Ah…certo che questa Osaki spacca alla grande! Non trovi anche tu??"
Una macchina sportiva blu scuro sfrecciava ad alta velocità sulla strada in
direzione di Tokyo.
Alla guida di quest’auto stava un ragazzo con corti capelli biondi e due
occhi verde smeraldo,in questo momento coperti da un paio di occhiali da
sole.
Al fianco di quest’uomo sedeva una ragazza dai lungi capelli biondi e gli
occhi azzurri che cantava a squarciagola la canzone che veniva trasmessa alla
radio ogni giorno più spesso.
Il ragazzo al volante cercava di tapparsi con una mano l’orecchio più esposto
alle onde sonore di quella "cantante mancata" ma un suo falsetto molto acuto gli
fece momentaneamente perdere la padronanza del veicolo.
"dannazione Haruko! La vuoi smettere di starnazzare come una gallina?!"
La giovane gonfiò le guance e si mise finalmente seduta composta sul suo
sedile con lo sguardo basso fingendo di essere stata offesa da quelle parole,ma
non appena ricominciarono a risuonare nell’auto le note del ritornello la
ragazza si rianimò e riprese a cantare.
"I need your love!
I’m a broken rose!
Kareochiru kanashimi your soul!
Kuzureochiru kodoku na little girl!"
Il giovane seduto accanto a lei perse nuovamente le staffe e lasciò il
volante dell’auto per tappare la bocca di quella ragazza maledettamente
rumorosa.
"vuoi chiudere quella boccaccia?! Sto cercando di concentrarmi sulla
guida!!"
"tanto,concentrato o no,guidi peggio di mia nonna!"
"smettila di prendermi per il culo! Come puoi giudicare che neanche sai come
è fatta una patente!"
Un’improvviso suonare di clacson fece smettere i due ragazzi di litigare ed
entrambi si voltarono verso il parabrezza riuscendo a vedere che un grosso tir
stava per centrarli in pieno.
"porca troia!"
Dopo questa bella esclamazione il giovane tentò il tutto per tutto cercando
di uscire dalla traiettoria di quel camion ed infine con una violenta sterzata
verso sinistra si levò da quella corsia per immettersi in quella giusta.
Un respiro di sollievo unanime fu esalato dalle bocche dei due.
La ragazza sorrise e si voltò verso il giovane che le sedeva accanto.
"la sai una cosa,Satoshi-kun?"
Anche il ragazzo ora sorrideva.
"dimmi,Haruko-chan"
La giovane Haruko fece un balzo micidiale dal suo sedile e si catapultò su
Satoshi portandogli le mani al collo e cominciando a strozzarlo.
"se mi combini un’altra volta una cazzata del genere giuro che ti stritolo
con queste mani! Capito??"
Un’altra volta il povero ragazzo perse ogni controllo del mezzo ed ora
stavano procedendo a zig zag tra una corsia e l’altra.
"Ha-Haruko!! Lasciami! Ti prego non voglio morireeeeeee!! Ci schianteremo da
qualche parte!"
A guardarli così nessuno avrebbe neache lontanamente immaginato che questi
due erano insieme da quasi due anni...
C’è tanta tristezza nell’aria...
Quanto si vede che l’inverno è alle porte...
Non ho mai ben capito il significato dell’inverno,in realtà...
Molti lo riconducono alla morte,alla fine di tutte le cose
Ma secondo me più che rappresentare la morte,esso assomiglia solo ad una
lunga pausa che la vita si prende ogni tanto.
Nana Komatsu stava lentamente camminando per le vie affollate di Tokyo,tra
miriadi di passanti frettolosi che ogni tanto la urtavano.
Aveva riflettuto abbastanza sul da farsi in quella situazione quella
sera,quando Nana era tornata da lei,e poi tutta la notte seguente,non riuscendo
a chiudere occhio,pensando solo a ciò che stava nel suo ventre e a chi aveva
reso possibile quel miracolo,giungendo poi ad una conclusione tanto triste
quanto giusta.
Sapeva ciò che voleva fare,o meglio...ciò che andava fatto.
Anch’io avrei bisogno di una lunga pausa,ora come non mai...
Una pausa lunga mille anni....fermare la mia vita per riflettere...ma nessuno
mai mi concederà tanto tempo per prendere la mia decisione.
Se avessi avuto più tempo forse essa sarebbe stata diversa,ed in questo
momento non starei piangendo...sto lentamente camminando verso l’orlo del
dirupo...dirupo nel quale tra poco mi getterò da sola...
Con le mie stesse mani sto disfacendo una parte di me che sono riuscita a
comprendere dopo tantissimo tempo,la parte di me che ti ha sempre cercato,nei
miei sogni così come nella vita reale,
quella stessa parte che ti ha finalmente trovato in un sogno ad occhi aperti
ma che ora sta per essere soppressa per sempre...
Non avercela con me....io ti amo,ma non posso,capisci...non posso...non
posso...ho già distrutto abbastanza esistenze...ho già fatto abbastanza male
alle persone che amo...se devo trascinare qualcun altro quiggiù nel baratro con
me,preferisco che sia lui,piuttosto che tu...
Non aveva faticato a trovare la sua nuova sistemazione.
Suite n 24,in un hotel a 5 stelle ubicato in pieno centro,con tanto di vista
sulla famigerata torre di Tokyo.
Certamente l’umiltà non era mai stata una delle sue caratteristiche.
Un po’ titubante si avvicinò alla porta di quella stanza con la mano alzata
di poco,quel tanto che bastava per poter sommessamente bussare a quella soglia e
pentirsi velocemente di ciò che stava facendo.
Sentì dei passi abbastanza pesanti avvicinarsi lentamente,infine udì un
leggero suono metallico,segno che la porta era stata aperta con una scheda
magnetica.
Hachi guardò freddamente la figura che si stagliava davanti a lei.
"che strano vederti qui."
"senti,ho bisogno di parlarti..."
"immagino che sia una cosa seria."
"..."
"e da come mi hai trattato perché ora dovrei starti a sentire?"
"perché in questa cosa c’entri anche tu"
"....d’accordo,entra..."
"grazie...Takumi..."
Grazie? Grazie di che cosa? grazie per avermi rovinato la vita,grazie di
salvare il mio dolce Nobu,grazie di incatenarmi a te fino alla fine della mia
esistenza.
Grazie di tutto.
Cosa ne dite,vi è piaciuto almeno un po’? spero tanto di sì! Chiedo scusa
anche alla mia manu,mi spiace di averci messo così tanto tempo ad
aggiornare,nemmeno io so perché mi ci è voluto così tanto...mah! comunque ti
ripasso il testimone,sperando che internet ti torni presto e che tu possa
aggiornare altrettanto presto sia questa che l’altra fic!!
Approfitto di questo spazio anche per ringraziare Francescathebest,che
ha recensito lo scorso cap,grazie mille! Alla prossima!!