“Uhaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò
una voce, mentre entravo in camera mia.
Sobbalzai
e poi urlai
anche io! Il mio spavento fu così grande che non si poteva
nemmeno immaginare.
Poi
la porta si scostò
leggermente e Edmund sbucò da dietro.
“Ed!”esclamai.
“Ma sei
completamente impazzito? Mi hai fatto spaventare a morte!”.
Edmund
scoppiò a
ridere.
“Sei
un
idiota!”esclamai.
“Quanto
adoro quando
ti arrabbi!”esclamò continuando a ridacchiare.
“Se
non la smetti ti
faccio vedere io eh!”.
“E
come?”disse
sorridendo in un modo a cui non potevo resistere.
Mi
tirò a sé e mi
baciò appassionatamente. Intrecciai le mie mani nei suoi
capelli e lo strinsi a
me. Lui chiuse la porta e piano piano mi fece indietreggiare fino ad
arrivare
al letto. Mi sedetti e poi mi sdraiai. Si fermò, mi
guardò un attimo e poi
ricominciò.
Sentivo
il suo respiro
affannato mentre ci baciavamo. Le mie mani cercarono la sua camicia e
cominciarono a sbottonarla. Adesso riuscivo a toccare la sua pelle
liscia, i
suoi addominali, i suoi muscoli.
Mi
carezzò il collo e
piano piano arrivò alla cerniera del corpetto. Me la
slacciò e poi me lo sfilò.
In
breve tempo, tra
baci e carezze rimanemmo entrambi nudi e la stanza si riempì
di gemiti.”.
Ma che
diavolo…?
Che stava succedendo?
Perché quel ricordo? Ero morta, oppure
solo svenuta?
Aprii gli occhi piano
piano. Ancora non riuscivo a vedere
nitido. Quando iniziai a riprendere conoscenza realizzai che ero ancora
viva.
Ero a terra su un pavimento che mi pareva alquanto familiare, ma non
era quello
di Cair Paravel.
Mi alzai da terra e mi
trovai davanti… i mobili di casa mia.
No, fermi tutti! Quello
era solo un brutto sogno dal quale
ancora dovevo svegliarmi. Chiusi gli occhi di nuovo e mi misi le mani
davanti
al viso, mi stropicciai gli occhi e alla fine molto lentamente li
riaprii.
Non era successo
assolutamente nulla! Ero proprio a casa mia
e non mi ero sognata un bel niente.
Guardandomi allo specchio
notai che ero vestita esattamente
come quando i re di Narnia erano venuti a prendermi. Ero ritornata
precisamente
a quel giorno.
L’unica
differenza era che in quel momento ero da sola.
Niente vestiti sfarzosi. Niente armi. Niente re. Niente Ordine. Niente
“Volare”. Niente di niente.
Ma non potevamo essere
spariti così dal nulla e soprattutto
tutti insieme. Un motivo ci doveva pur essere.
Pensai ai miei figli. Li
avevo praticamente lasciati da soli
con il regno.
E Caspian? Oddio Caspian!
E ora come avrei fatto senza il
miglior fratello mai esistito?
E Edmund e gli altri?
Indubbiamente si trovavano in
Inghilterra, a Finchley a farsi domande su domande come me.
L’unica cosa di cui
ero certa era che sicuramente non si ricordavano di me.
Tutte queste cose mi
misero una tristezza assurda e non
resistetti. Scoppiai a piangere.
Perché?
Perché mi avevano fatto andare a Narnia se poi dovevo
tornarmene a casa?
È il genere di
cose che proprio odio. Avrei preferito non
esserci andata e quindi non aver mai conosciuto mio fratello.
Così non avrei
sofferto.
Decisi di uscire in
giardino. L’aria stava cominciando a
diventare consumata dentro quel salotto. Mi sdraiai sull’erba
fresca appena
tagliata. Ricordai tutti i bei momenti passati con Caspian. Per una
volta dopo
anni ero riuscita a trovare un fratello dolce che mi stava vicino e mi
consolava nel momento del bisogno.
E invece no! Le cose sono
belle finchè durano. Il sogno di
Narnia era durato più di cinquant’anni e come dal
nulla era comparso dal nulla
si era dissolto. Non avevo avuto nemmeno il tempo di salutare qualcuno.
Dopo circa venti minuti
immobile sul prato decisi di
rientrare.
Accesi la radio, ma non
c’era nessuna canzone interessante.
Niente sembrava più interessante in quel momento.
Allora presi un cd dei
Queen e lo inserii nello stereo.
Magari le loro canzoni mi avrebbero rallegrato. Purtroppo nemmeno
quelle
funzionarono, anzi, peggiorarono la situazione. Non era mai successa
una cosa
del genere. Di solito mi mettevano di buonumore.
Spensi la radio. Che
potevo fare?
Improvvisamente ebbi
un’idea. Mi girai verso l’armadio.
Magari potevo provare ad attraversarlo di nuovo, ma sicuramente non
funzionava
più.
Poi vidi sbucare qualcosa:
sembrava metropolvere. Cosa
poteva significare? Magari il passaggio non si era chiuso del tutto e
potevo
tornare indietro a Narnia. O magari faceva davvero tutto parte di un
incubo che
si sarebbe dissolto appena riattraversato l’armadio. Ed era
seriamente quello
che speravo.
Aprii le ante e un soffio
di aria calda mi arrivò in faccia.
La speranza si riaccese: forse potevo davvero tornare.
Ci entrai facendo
attenzione a non far cadere i piatti.
Appena sbucai
dall’altra parte però non mi ritrovai sulla
spiaggia di Narnia. Sinceramente non somigliava a nessun posto in cui
fossi mai
stata. Sembrava una specie di limbo.
“Dove diavolo
sono?”mi chiesi tra me e me.
“C’è nessuno?”.
“Miriam!”esclamò
una voce profonda dietro di me.
Mi girai. Il grande leone,
colui che governava l’equilibrio
di Narnia era davanti a me.
“Aslan!”esclamai
abbracciandolo.
“Che ci fai qui,
mia cara?”mi chiese.
“Sinceramente
non lo so…”risposi. “Io volevo solo
tornare a
Narnia!”.
“E hai tentato
nello stesso modo con cui ti ci hanno portato
la prima volta?”mi domandò.
Annuii.
“Ma dove mi
trovo?”chiesi. “E’ la tua
terra?”.
“No, la mia
terra si trova oltre i confini del
mondo.”rispose. “Sei nel posto in cui sono stati
tutti quelli che hanno cercato
di tornare a Narnia attraverso una maniera ovvia.”.
“Ma qui non
c’è nessun altro!”esclamai.
“Perché
sei stata tu la prima a farlo!”esclamò il leone.
“Questo posto lo hai inaugurato tu e ciò ti fa
onore!”.
“Perché
scusa?”.
“Vuol dire che
ti sei affezionata veramente a Narnia e che
la porti nel cuore.”.
“Affermazioni
esatte!”dissi. “Però vorrei tornare
veramente
lì, superare questo posto e arrivare
lì!”.
“Mia cara
Miriam, mi dispiace dirtelo, ma non potrai tornare
a Narnia. Almeno non per il momento.”.
“Ma
Aslan!”esclamai. “Avevi detto che i passaggi di
Narnia
sarebbero rimasti aperti per sempre!”.
“Non ho detto
questo!”precisò. “Ho detto che sarebbero
rimasti aperti per un lungo periodo!”.
“Sessantasette
anni ti pare un lungo periodo?”strepitai.
“Non hai
capito!”esclamò lui. “I passaggi in
questo momento
sono aperti, ma non per te, Peter, Edmund, Susan e Lucy!”.
“Ma
perché?”urlai.
“Voi siete
morti!”ruggì il grande leone. “Se
tornaste lì
loro impazzirebbero perché siete morti e non vi
crederebbero. Sareste come dei
fantasmi!”.
“Ma ti pare
logico?”gli chiesi. “Siamo morti tutti insieme!
I miei figli, quelli di Caspian e Susan, quelli di Peter e Alexandra,
insomma,
tutti quelli al castello non sono scemi! La cosa non desta
sospetti?”.
“Calmati!”esclamò
calmo. “Questo era il vostro destino e
nemmeno io posso cambiarlo!”.
“Ma ti rendi
conto? Non ho nemmeno salutato mio
fratello!”dissi con voce rotta. “Per una volta ero
riuscita a trovare una
persona buona, un fratello che nella vita reale non ho! Lui era tutto
per me!
Era protettivo, a volte geloso, ma gli volevo bene per questo. Quando
ero
triste lui c’era, sempre pronto in ogni momento ad asciugarmi
le lacrime.
Faceva lo stupido quando mi prendeva in giro per via di Edmund e quando
facevamo discorsi cretini. Era orgoglioso, tremendamente orgoglioso.
Tutto
questo era Caspian. E io vorrei vederlo almeno per l’ultima
volta.”.
“Miriam, non
tutto è perduto…”disse il leone.
“Che vuoi
dire?”gli domandai asciugandomi le lacrime.
“Ho detto che
per il momento
non potrai tornare a Narnia. Magari in futuro potremo avere ancora
bisogno di
voi…”rispose vago.
“E mio
fratello?”chiesi ancora.
“Tu ti fidi di me?”mi domandò.
“Ma
certo!”esclamai.
“Allora stai
sicura che lo rivedrai molto presto, molto
prima di quanto tu possa immaginare!”concluse.
Ci fu una breve pausa.
“Credo che sia
arrivato il momento di salutarci.”disse
infine.
“Ti
rivedrò ancora?”gli chiesi abbracciandolo.
“Naturalmente!”rispose.
“Ma un giorno, mia cara, un
giorno!”.
Iniziai di nuovo a
piangere.
“Non disperare,
non è la tua ultima volta qui!”mi
consolò.
“Ma mi
dispiace!”esclamai.
“Lo so, ma
è arrivato il momento di andare.”mi
esortò.
Mi avviai verso
l’armadio, ma guardai un’ultima volta Aslan.
Mi sorrise e io andai avanti. Aprii l’anta
dell’armadio e rotolai fuori rompendo
un numero incredibile di piatti.
“Questa non ci
voleva!”esclamai. “E ora chi la sente mia
madre?”.
Poi sentii qualcosa
spuntare dalla tasca dei miei pantaloni:
era la mia bacchetta.
“Reparo!”urlai
contro i piatti rotti, ma non accadde nulla.
Ancora per un attimo avevo
sperato che potessi ancora fare
magie. Prima di avere uno scatto di rabbia la presi, la rimisi in tasca
e
uscii.
Non ce la facevo a stare
un attimo di più in casa. Mi sarei
fatta una bella passeggiata e quando mi fossi calmata sarei rientrata.
Cominciai a camminare per strada molto velocemente. In genere era
così che
sfogavo parte della mia rabbia.
Ero quasi arrivata davanti
alle scuole medie, quando
inciampai e caddi distesa a terra. La cosa strana era che avevo il
dizionario
di latino in mano. L’avevo preso prima di uscire? Non mi
sembrava…
Però quando ero
caduta si era rotto tutto (già che era
vecchio). Si erano sparse addirittura le pagine. Mi rialzai e cercai di
recuperare le pagine. Un ragazzo alto corse verso di me.
“Tutto a posto?
Stai bene?”mi chiese.
Che strano. Conoscevo
molto bene quella voce, ma era
impossibile.
“Sì,
tutto a posto!”esclamai.
Lui mi aiutò a
recuperare le pagine sparse per la strada.
Ancora non l’avevo visto in faccia. Aveva un paio di jeans
lunghi, una maglietta
a maniche corte nera e converse nere. Io nel frattempo cercavo di
ricomporre il
vocabolario. Sfogliandolo mi soffermai sulla lettera n e in particolare
mi
colpì la parola Narnia. C’era scritto
“antico nome della città di Narni”. Ma
che volevano dire tutte queste cose? Erano solo coincidenze?
“Mi dispiace, ma
una pagina è volata via…”si
scusò
porgendomi le altre.
Lo guardai per bene. No,
era impossibile. Non poteva essere
lui. Mi alzai in piedi.
“Caspian!”esclamai.
Prima che potesse dire
qualcosa lo abbracciai più forte che
potevo.
“Miri!”.
“Come
può essere?”gli chiesi. “Insomma, sei
tu! Vivi a
Narnia! Come puoi stare qui?”.
“Una volta sono
venuto qua, nel tuo mondo, ricordi? Questo
mi ha in un certo senso legato qui.”rispose.
“Pensavo di
averti perso!”gli dissi.
“Anche io.
Quando mi sono risvegliato qui è stato strano.
Sapevo di non essere più a Narnia, ma sapevo cosa dovevo
fare: aspettare. E
aspettando sono comparsi i Pevensie uno dopo l’altro. Mancavi
solo
tu.”raccontò.
“E loro dove
sono?”gli domandai impaziente.
Mi indicò i
tavolini della pizzeria proprio lì davanti.
Erano seduti lì e ci guardavano.
Su un altro tavolino
c’era Elia, il mio compagno di scuola,
quello stupido. Era insieme ai suoi amici e guardava i Pevensie in
maniera
strana.
“Ma almeno si
ricordano qualcosa?”domandai a Caspian.
“Si ricordano
tutto!”esclamò e io sorrisi.
“Puoi scusarmi
un attimo?”dissi.
“Ma
naturalmente!”rispose. “Credo che Edmund sia
impaziente
di salutarti…”.
Mi fece
l’occhiolino. Non si smentiva mai eh! Continuava ad
essere stupido quando si trattava di queste cose. Gli feci la
linguaccia e poi
attraversai la strada. Mi stavano aspettando.
Gli feci segno di non
alzarsi perché prima dovevo prendermi
una piccola rivincita.
Andai verso il tavolo di
Elia e posai il dizionario di
latino davanti a lui.
“Questo domani
me lo metti sotto il banco!”ordinai.
“Oh, ma che vuoi
da me?”mi disse scontroso.
“Te
l’ho appena detto!”.
“Perché
non ce lo porti tu, secchiona?”disse ridendo di me
con i suoi amici.
Eh no, questo non doveva
dirmelo. Non ancora! Ero al limite
e mi ero veramente stufata.
Venivo da Narnia, diamine!
Ero una regina e sapevo
combattere e difendere il mio orgoglio! Avevo combattuto ben due
battaglie e
mai l’avevo fatta passare liscia a chi mi prendeva in giro!
Gli rifilai un pugno
talmente forte in faccia che cadde a
terra e il suo enorme naso iniziò a sanguinare.
“Voglio il mio
dizionario sul banco domattina!”esclamai di
nuovo e lui non seppe controbattere.
A quel punto andai verso
il tavolo dei Pevensie. Li osservai
meglio: erano…wow!
“Ma siete
davvero fighi oggi!”esclamai.
Abbracciai Lucy, Susan e
Peter. Quando arrivai a Edmund non
seppi resistere. Lo baciai con foga stringendolo forte a me. Mi erano
mancate
le sue labbra giovani e carnose sulle mie. Intrecciai le mie mani
dietro al suo
collo.
“E’ un
po’ che ti aspettiamo, sai?”mi disse Susan. A
malincuore mi staccai e mi girai verso di lei.
La guardai un attimo ed
era veramente bella. Aveva i capelli
legati in un elegante chignon. Portava una canottiera rosso fuoco e dei
jeans
molto aderenti. Le scarpe erano dei tacchi a spillo che si intonavano
con la
canottiera.
“Davvero?”le
chiesi.
“Almeno due
ore…”rispose Lucy.
“Ma come siete
arrivati qui?”domandai loro.
“Con
questo!”esclamò Edmund tirandomi qualcosa.
“Ti ricorda
niente?”.
Me lo rigirai tra le mani.
“Il Cappello
Parlante!”esclamai.
“Ci ha portato
fino qui!”affermò Peter.
“Tuo fratello
invece si trovava già qua!”disse Susan.
“Già,
e ho anche aspettato un bel po’ prima che
arrivaste!”esclamò Caspian da dietro le mie spalle.
Ora che ce li avevo tutti
davanti li guardai meglio. Edmund
aveva un paio di jeans lunghi, converse e la maglia degli Who, mentre
Peter ce
l’aveva dei Pink Floyd. Lucy invece aveva un vestitino verde
molto carino.
Caspian una giacca di pelle e occhiali da sole tondi. L’unica
vestita fuori
luogo ero io.
“Mi ha chiamato
Fred!”esclamò Lucy.
“E loro dove
sono?”chiesi impaziente.
“Esattamente
dove devono stare!”esclamò Caspian.
“E in cui
andremo anche noi!”aggiunse Susan.
“Dopo ti
spieghiamo…”mi sussurrò Peter.
“E insomma tu
dove sei stata?”mi chiese Edmund.
“Ho cercato di
tornare a Narnia attraverso
l’armadio…”risposi.
“Ma non ci sei
riuscita, vero?”mi disse Susan.
“No,
però ho incontrato Aslan!”esclamai.
“E che ti ha
detto?”mi chiese Caspian.
“Che per ora non
possiamo tornare, ma che forse in futuro
potrebbero avere ancora bisogno di noi.”risposi.
“Sarebbe davvero
bello…”disse Peter improvvisamente triste.
“Che hai
Pete?”gli chiesi.
“Quando ce ne
siamo andati Alexandra è rimasta a
Narnia…”rispose.
“Dai, la
rivedrai!”lo consolò Susan. “In fondo ha
detto che
torneremo, no?”.
Annuii.
Lucy che nel frattempo era
andata da una parte per parlare
al telefono con Fred tornò.
“Non
è ancora capace a usare il telefono che ancora chiama feletono!”esclamò
sorridendo. “Ma se ho
capito bene ci aspettano tutti quanti alla stazione di King’s
Cross a Londra!”.
“E poi che
facciamo là?”le domandai.
“Hogwarts!”esclamarono
tutti insieme.
“Oddio,
veramente?”esclamai.
“Ma
certo!”rispose Caspian.
“Inizia una
nuova avventura, non stupirti!”mi disse Peter.
“E con che cosa
ci andiamo?”domandai.
“Con
questo!”esclamò Susan indicando il Cappello
Parlante.
“Ma non dobbiamo farci vedere dai babbani.”.
“Quindi usiamo
quelle!”aggiunse Edmund indicando delle moto
nere al lato della pizzeria.
Ero rimasta a bocca
aperta. Erano delle Harley Davidson.
Forse erano completamente impazziti, ma l’idea mi piaceva.
“E voi sapete
guidarle?”chiesi.
“Tranne Caspian.
Infatti guido io!”esclamò Susan dandogli un
bacetto sulle labbra.
“Allora che
stiamo aspettando?”disse Lucy.
Ci incamminammo verso le
moto, ma prima mi fermai di nuovo
al tavolo di Elia.
“Ora che ci
penso il dizionario mettimelo
nell’armadietto!”gli dissi sprezzante.
“Non credo che tornerò a scuola! Almeno
per un bel po’!”.
Non osò
rispondere. Non dopo il cazzotto che gli avevo
rifilato.
Edmund mi cinse le spalle.
Salì sulla moto e aiutò anche me
visto che erano così alte.
“Verso Hogwarts
e oltre!”esclamò Peter.
Edmund mise in moto e
partimmo a tutta birra.
Sinceramente non sapevo
che cosa aspettarmi, andavo verso
l’ignoto. Non tornare a Narnia per un po’ mi
dispiaceva, ma conoscevo bene i
miei figli e sapevo che sarebbero stati in grado di governare con
saggezza e
giustizia. Un giorno li avrei rivisti, ne ero certa!
Una nuova avventura stava
per iniziare e non mi importava.
Ero con le persone che più amavo, con i Pevensie, con
Edmund, con Caspian e
niente era più importante di questo. Sarei andata a
Hogwarts, la scuola che
avevo sempre sognato di frequentare.
Ero semplicemente felice.
E dovevo solo dire grazie
ad Aslan.
The
End
E fu così che le lacrime
cominciarono a scendere lungo il mio viso! D:
Ebbene sì, eccoci giunti al
capitolo finale di quello che considero il mio piccolo capolavoro!
È stata la
mia prima FF, la prima che ho deciso di scrivere in seguito ad un
sogno. La
cosa è iniziata così, quasi per gioco e poi un
giorno una mia amica mi ha
parlato di questo sito. Quindi ho cominciato a svilupparla e quindi
eccomi qua!
Finirla è stato brutto, ma
purtroppo tutte le cose hanno la parola fine (anche se io la odio
questa parola
xD).
Come avete potuto notare si
conclude bene e non come pensavate nell’altro capitolo xD
Ma ora veniamo ai ringraziamenti!
Devo veramente ringraziare tutti,
ma proprio tutti: chi l’ha messa tra le preferite
(angie_ange, Dream96,
Fiammetta Scott, KaMiChAmA EllY, Lily45, Livingyoungwildandfree,
MrNiam,
Muffins, risotto, tinny e weasley_fg), chi tra le ricordate (Lily45,
Maddi97 e
tinny), chi tra le seguite (Alambil, AliAliEfp, AniaS, bertuccia95,
GilmoreGirl_, Lils_lover, Lily45, LittleWitch_, LuceLu, Muffins,
Penelope
Potter, piccola_cullen, SummerEnd, tinny, _Mik_ e _Sister_).
Grazie a chi ha recensito (scusate
se non faccio la lista, ma non riesco a ritrovare l’elenco di
chi mi ha
recensito D: ), senza la quale non sarei riuscita ad andare avanti.
Grazie a chi ha solo letto: anche
voi mi date conforto e soddisfazione.
Questo capitolo è per tutti
voi, ma
in particolar modo voglio dedicarlo ad un mio caro amico. Diciamo che
ultimamente mi sono ispirata parecchio a lui per scrivere il
personaggio di
Caspian proprio perché mi ci sono avvicinata parecchio e ho
avuto l’occasione
di conoscerlo meglio. Lui è il mio migliore amico, quello di
cui sono gelosa,
quello con cui parlo di cavolate ma anche di cose interessanti, quello
un po’
scemotto, quello che sa sempre consolarmi e cui voglio un bene
dell’anima. In
poche parole ha tutte le caratteristiche di Caspian.
Insomma, questo capitolo finale (ma
anche la storia in generale) è per te, Mattia!
Perché ti voglio troppo bene e
non ti cambierei assolutamente con nessuno!
Dopo quest’ultima dedica vi
devo lasciare!
Non vi dirò più “al prossimo
capitolo”, ma “alla prossima storia”.
Miriam <3
PS:
tinny, mi riferisco
specialmente a te! Sto pensando ad un sequel, ma (e dico MA xD) non
farci
troppo la bocca perché non è detto che lo scriva
(:
|