Capitolo 3
Si guardò intorno, trafelato. Quella sensazione di panico
che lo aveva assalito appena entrato nella lavatrice lo stava tormentando di
nuovo.
Resistere all’acqua era stato facile, ma la forza centrifuga
di quell’ultimo lavaggio l’avrebbe sbattuto, senza troppi complimenti, verso le
lamine di metallo che circondavano il vano. Oltretutto, gli sembrarono anche
vagamente taglienti.
Ma poi, scorse di nuovo una luce. Pensò inizialmente che
fosse un riflesso esterno, ma si accorse ben presto che non era così.
E la riconobbe.
Era la luce che l’aveva risucchiato dentro.
Nutrito di nuova speranza, si gettò a capofitto verso quel
bagliore, sperando di ritrovarsi, dopo poco, fuori da quel luogo decisamente
umido.
« Eh no, caro mio! Non penserai di cavartela così. »
Daniel drizzò le orecchie.
« Chi ha parlato? »
« Sono lo Spirito della lavatrice, Daniel. »
Con gli occhi spalancati, si accorse che la voce proveniva
proprio da quella luce amorfa.
« Che cosa vuoi da me? Perché mi hai rinchiuso qui? E
soprattutto, come faccio a uscire? »
« Ah, quante domande! » lo sbeffeggiò lo Spirito. « Il
motivo per cui ti ho rinchiuso qui, è perché da te voglio una cosa, caro
Daniel. »
« E cosa? Veloce, parla! Morirò, altrimenti! »
« Calma, non c’è fretta. Tu sai quanto è faticoso lavare,
Daniel? »
« Cosa…? Io… sì, no… Ma che razza di domanda è? »
« Lavare è molto faticoso, mio caro. E tu lo sai che mi
costringi a lavare i tuoi boxer imbarazzanti… gratis? »
Ehi, i miei boxer non sono imbarazzanti, stupida
lavatrice.
« Ah no? Vogliamo parlare delle tue t-shirt? »
Daniel arrossì di colpo. Lo Spirito poteva leggere anche i
suoi pensieri?
« Ti lascerò andare, Daniel, se mi farai una promessa. »
« Qualsiasi cosa, lo giuro! Ma fammi uscire da qui! »
« Promettimi che da oggi in poi sarai una persona onesta, e
che la smetterai di farmi lavorare gratis. »
« Lo prometto, lo prometto! »
« Ti credo, Daniel. Voglio fidarmi di te. Quando me ne sarò
andato, potrai uscire esattamente come sei entrato. E bada bene: se dovessi
venir meno alla tua promessa, le conseguenze saranno decisamente amare. »
Se dovessi venir meno alla mia promessa, sicuramente non
farò mai più una lavatrice in tutta la mia vita!
« Allora addio, Daniel. Che il sapone sia con te. »
Detto ciò, l’essenza dello Spirito sparì, lasciando solo,
tra i panni, una piccola luce.
Ma la terra sotto i suoi piedi prese a tremare di nuovo.
D’impeto, saltò verso la luce.
Un lampo.
Una forza che lo sputava fuori.
La lavanderia.
Era tornato nel mondo reale.
Rimase attonito per qualche secondo, giusto il tempo per
chiedersi se quello che aveva vissuto era stato reale o meno. Non seppe trovare
risposta.
Si alzò in piedi, scrollandosi di dosso la polvere del
pavimento. Poi, si voltò verso la lavatrice.
L’oblò era aperto. Il cesto con i panni era lì accanto a
lui. Sembrava tutto decisamente normale.
Poi, però, qualcosa dentro l'oblò attirò il suo sguardo, e lo terrorizzò
talmente tanto che indietreggiò di qualche passo, finendo a sedere sulle sedie
attaccate al muro.
Deglutì.
Afferrò il cellulare, e compose il numero della
manutenzione.
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Salve a tutti! Eccoci finalmente giunti alla fine di questa storiella assolutamente senza senso O__O
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta e allerù per aver recensito questa idiozia XD
Grazie a tutti! ^_^