Assasin's 8
Capitolo 8
Il Plenilunio Rivelatore
Con la luna piena alta nel cielo era un lavoro
facile intercettare qualsiasi intruso che avrebbe provato ad entrare
nel perimetro del castello quella notte.
Fortunatamente Kohane ed i suoi nuovi compagni avevano in mente un
piano adatto ad ovviare a questa difficoltà, alcuni di loro
erano rimasti in paese e avevano iniziato a raggruppare i loro alleati.
Armati di quello che erano riusciti a rimediare come: rastrelli, falci
e torce infuocate; erano pronti a riprendersi la loro città.
Anche se tutto quello dovevano fare era creare un diversivo per
distrarre le guardie presero molto sul serio l'incarico, riuscirono
addirittura a fare breccia nel castello costringendo così tutte
le guardie a smontare la guardia per sopprimere la ribellione.
Prese e saltò giù dal ramo dell'albero, atterò sul
tetto della torre di guardia senza il minimo rumore, come le era stato
insegnato. Cadde come una piuma, senza il minimo rumore.
Anche camminando sulle tegole non produceva il minimo rumore,
arrivata al ciglio del tetto vide la guardia affacciarsi per
raggiungere gli altri, ma Khoane non gliene dette il tempo.
Si disfò del cadavere gettandolo dall'altra delle mura dopodichè aprì l'aquilone. Un enorme aquilone nero.
La torre era alta.
Lapilli incandescenti sfioravano il viso di Kohane; sembrava che
nell'ardore della battaglia avessero perso il controllo e iniziato a
bruciare il castello. Quei semplici contadini erano riusciti a
sopraffare un intero esercito privato, costringendoli alla ritirata
dietro i portoni del palazzo. Perquesto avevano iniziato ad appiccare
il fuoco, degli assasini che erano venuti con lei non se ne vedeva
l'ombra. Sembrava proprio che lei fosse l'unica a poter impedire questa
pazzia, si buttò con l'aliante e grazie ai focolari accesi
quà e là cavalcò le correnti d'aria fino a
sorvolarli ed arrivare alle loro spalle. «Siete impazziti o
cosa?» L'intera folla si girò rivolta verso di lei,
indecisa se considerarla un alleata o meno.
Quando si levò il cappuccio di dosso tutti riconobbero la
principessa e posarono le armi, molti accenarono anche un inchino.
Uno dei pochi uomini che era rimasto alzato al suo cospetto le rispose
«Ora li abbiamo in pugno, non importa se il prezzo da pagare e il
castello del tuo paparino, dobbiamo farli fuori ora che
possiamo!» «Stupido!
Non mi importa niente del castello! Dentro ci sono ancora dei
miei uomini, nonchè mio padre, e giuro che se solo provi ad
accendere un cero qui fuori sarai il primo che mi metterò a
cercare.»
Quell'espressione truce gli aveva fatto completamente dimenticare la
vecchia e delicata principessa di cui tutti parlavano, davanti a lui
c'era solo un assasina a sangue freddo.
«Intesi?» deglutì «Intesi.»
Dopodichè ordinò a tutti i presenti di spegnere i
principi di incendio e arginare i danni del fuoco, lasciate queste
direttive studiò un modo per aggirare il portone;
si ricordò che da bambina amava rifugiarsi nel soppalco della
sala grande, passava ore e ore lì controllando i domestici che
la cercavano per tutto il palazzo e spiando il padre durante i suoi
affari. Prese ad arrampicarsi su per il palazzo, gli artigli retrattili
che fuoriuscivano dal dorso della lama l'aiutarono molto
nell'arrampicata, arrivata in cima riuscì ad entrare grazie ad
un lucernario lasciato aperto; lo richiuse dietro di se, ed era dentro.
I raggi di luna che provenivano da dietro le sue spalle illuminavano
l'immensa sala in tutta la sua interezza; armature e altri cimeli
addobavano la stanza cercando di riempire quel vuoto, ma l'unico
possente oggetto che attirava l'attenzione era il trono del padre vuoto
della sua presenza. Tutto era silenzio, sembrava non esserci
nessuno, ma le voci che provenivano in lontananza la
smentirono subito e la costrinsero a rimandare la sua discesa. Erano le
voci di tre uomini, ma ne riconobbe solo una.. era la voce di Daisuke!
Ne ebbe la conferma quando i tre uomini arrivarono in sala grande
preceduti dalle loro guardie del corpo, Daisuke era lì, con
loro.. ma non era loro prigioniero come pensava di trovarlo, ma
anzi: sembrava amabilmente conversare con Hiraku sul come sterminare la
folla che aveva osata contrapporsi al loro ordine.
______________________________________Note
dell'autore_________________________________________________________________________________________
Ci avviamo verso la fine (o quasi) scusate l'attesa, cercherò di avere più costanza d'ora in poi
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