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Autore: Allister Right    19/04/2013    0 recensioni
Assasin's Creed Triforce narra le vicende di Akane Mitsui, il soggetto 9;
E di Kohane Chokei sua antenata principessa del Giappone nel periodo Muromachi.
Si unirà all'ordine degli assassini per debellare i piani di un antico Clan ritornato al potere che reclamerà la sua Terra.
La chiave di tutto è trovare la Triforza, un antico prototipo di Mela dell'Eden, prima dei suoi antagonisti e porre così fine a questa cospirazione.
Genere: Azione, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Assasin's 8
Capitolo 8

Il Plenilunio Rivelatore


Con la luna piena alta nel cielo era un lavoro facile intercettare qualsiasi intruso che avrebbe provato ad entrare nel perimetro del castello quella notte.

Fortunatamente Kohane ed i suoi nuovi compagni avevano in mente un piano adatto ad ovviare a questa difficoltà, alcuni di loro erano rimasti in paese e avevano iniziato a raggruppare i loro alleati. Armati di quello che erano riusciti a rimediare come: rastrelli, falci e torce infuocate; erano pronti a riprendersi la loro città. Anche se tutto quello dovevano fare era creare un diversivo per distrarre le guardie presero molto sul serio l'incarico, riuscirono addirittura a fare breccia nel castello costringendo così tutte le guardie a smontare la guardia per sopprimere la ribellione.
Prese e saltò giù dal ramo dell'albero, atterò sul tetto della torre di guardia senza il minimo rumore, come le era stato insegnato. Cadde come una piuma, senza il minimo rumore.
Anche camminando sulle tegole  non produceva il minimo rumore, arrivata al ciglio del tetto vide la guardia affacciarsi per raggiungere gli altri, ma Khoane non gliene dette il tempo.
Si disfò del cadavere gettandolo dall'altra delle mura dopodichè aprì l'aquilone. Un enorme aquilone nero.

La torre era alta.

Lapilli incandescenti sfioravano il viso di Kohane; sembrava che nell'ardore della battaglia avessero perso il controllo e iniziato a bruciare il castello. Quei semplici contadini erano riusciti a sopraffare un intero esercito privato, costringendoli alla ritirata dietro i portoni del palazzo. Perquesto avevano iniziato ad appiccare il fuoco, degli assasini che erano venuti con lei non se ne vedeva l'ombra. Sembrava proprio che lei fosse l'unica a poter impedire questa pazzia, si buttò con l'aliante e grazie ai focolari accesi quà e là cavalcò le correnti d'aria fino a sorvolarli ed arrivare alle loro spalle. «Siete impazziti o cosa?»  L'intera folla si girò rivolta verso di lei, indecisa se considerarla un alleata o meno.
Quando si levò il cappuccio di dosso tutti riconobbero la principessa e posarono le armi, molti accenarono anche un inchino.
Uno dei pochi uomini che era rimasto alzato al suo cospetto le rispose

«Ora li abbiamo in pugno, non importa se il prezzo da pagare e il castello del tuo paparino, dobbiamo farli fuori ora che possiamo!»  
«Stupido! Non mi importa niente del castello!  Dentro ci sono ancora dei miei uomini, nonchè mio padre, e giuro che se solo provi ad accendere un cero qui fuori sarai il primo che mi metterò a cercare.»
Quell'espressione truce gli aveva fatto completamente dimenticare la vecchia e delicata principessa di cui tutti parlavano, davanti a lui c'era solo un assasina a sangue freddo.
«Intesi?» deglutì «Intesi.»
Dopodichè ordinò a tutti i presenti di spegnere i principi di incendio e arginare i danni del fuoco, lasciate queste direttive studiò un modo per aggirare il portone;
si ricordò che da bambina amava rifugiarsi nel soppalco della sala grande, passava ore e ore lì controllando i domestici che la cercavano per tutto il palazzo e spiando il padre durante i suoi affari. Prese ad arrampicarsi su per il palazzo, gli artigli retrattili che fuoriuscivano dal dorso della lama l'aiutarono molto nell'arrampicata, arrivata in cima riuscì ad entrare grazie ad un lucernario lasciato aperto; lo richiuse dietro di se, ed era dentro.

I raggi di luna che provenivano da dietro le sue spalle illuminavano l'immensa sala in tutta la sua interezza; armature e altri cimeli addobavano la stanza cercando di riempire quel vuoto, ma l'unico possente oggetto che attirava l'attenzione era il trono del padre vuoto della sua presenza. Tutto era silenzio, sembrava non esserci nessuno, ma le voci  che provenivano in lontananza  la smentirono subito e la costrinsero a rimandare la sua discesa. Erano le voci di tre uomini, ma ne riconobbe solo una.. era la voce di Daisuke!

Ne ebbe la conferma quando i tre uomini arrivarono in sala grande preceduti dalle loro guardie del corpo, Daisuke era lì, con loro..  ma non era loro prigioniero come pensava di trovarlo, ma anzi: sembrava amabilmente conversare con Hiraku sul come sterminare la folla che aveva osata contrapporsi al loro ordine.

______________________________________Note dell'autore_________________________________________________________________________________________

Ci avviamo verso la fine (o quasi) scusate l'attesa, cercherò di avere più costanza d'ora in poi
   
 
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