TSB20
Quel
che accadde il giorno dopo sul pianeta Cybertron è storia.
Spectrus
Specter se non altro era stato utile agli Autobots recuperando per loro
qualcuna delle reliquie precedentemente rubate da Airachnid.
Ciò permise loro di combattere da una posizione un
po’meno
svantaggiata.
Megatron sembrava essere riuscito nel suo intento, trovando
ed attivando l’Omega Lock così da poter far
rivivere
Cybertron. Tuttavia Lord Megatron aveva un brutto difetto, con
ciò che ne conseguiva, riassumibile da un
semplice proverbio: “chi troppo vuole, nulla
stringe”.
A Megatron non bastava Cybertron. Non vedeva perché
avrebbe dovuto riportare alla vita adesso
quel pianeta, quando invece avrebbe potuto cyberformattarne un altro:
la Terra.
Chiaro
che Spectra Specter non avrebbe approvato, ma la
giovane cybertroniana ed il suo compagno non si erano ancora svegliati,
quella
mattina.
Per
di più Megatron aveva deciso di partire da solo.
Sapendo che Specter non aveva quasi più alleati era stato un
po’indeciso su
come comportarsi: andare a Cybertron con i suoi ufficiali o andarci con
i
soldati lasciando la Nemesis più protetta? Alla fine aveva
optato per la
seconda scelta.
Spectrus
Specter solo, a caccia di vendetta e più che mai
pericoloso... sapendo come stavano le cose forse era bene che le sue
possibili vittime restassero vicine: era più facile
terminare un robot per
volta che un gruppo tutto insieme, e Megatron non dubitava che ora il
sistema
di sicurezza della sua astronave fosse impenetrabile per
davvero.
Soundwave non era così sciocco da commettere un errore due
volte.
E
proprio Soundwave, mentre Megatron decideva
di formattare la Terra, schiuse appena i sensori ottici.
Vedendo
Spectra di fianco a lui ebbe la conferma che tutto
quel che era successo, prenderla come compagna di vita, diventare lui
stesso
uno Specter per acquisizione (Soundwave Specter. Poteva suonare
peggio!) e
tutto quel che avevano fatto insieme, che era andato al di
là dei suoi sogni
più sfrenati, era vero e non una sua fantasia.
Parlando di fantasie, Spectra si era dimostrata molto più
creativa e curiosa, nonostante fossero le prime connessioni, di quanto
avrebbe
mai potuto pensare. Nonché resistente perché,
alla faccia di quel che era la
normalità, ovvero che la prima connessione fosse
estremamente stancante per una persona, lei aveva voluto ripeterla,
ripeterla e ripeterla
ancora. Era stato lui alla fine a doverle dare un freno!
Gli era anche venuto il dubbio che in realtà non fosse
Scricciolo ad esagerare, quanto piuttosto lui a essere troppo vecchio e
facile da stancare;
in realtà Soundwave aveva retto più di quanto
avrebbe fatto un mech molto più
giovane.
Le
accarezzò piano la schiena, pensando di essere un uomo
fortunato per svariati motivi, anzi, l’uomo più
fortunato
che ci fosse in quell' Universo e in quelli paralleli, se esistevano.
La
vide aprire pian piano gli occhi.
-
Buongiorno principessa…
Spectra
sorrise. Pensava di sapere come sarebbe continuata
quella conversazione.
Anche
nell’infermeria intanto c’era qualcuno che si stava
risvegliando.
-
Dove sono?…
-
Alla buon ora. Certo che Soundwave ti ha proprio conciato
per le feste…
Al
tono irrisorio di Knock Out, Starscream fece uno sbuffo
nervoso. - Evita di nominare quel… quel… ah, al
diavolo!
-
D’accordo, eviterò di nominare troppo Soundwave Specter in tua
presenza - sogghignò Knock Out.
La
faccia di
Starscream fu da assoluto primo piano. Soundwave Specter? Che storia
era,
Spectrus si era forse scoperto gay, Soundwave idem e si erano presi
come
compagni?
-
La piccola storpia è una Specter, amico - lo
informò il
medico - Dato che Soundwave l’ha presa come compagna di vita
adesso abbiamo
un tecnico nobile.
Starscream
iniziò a rimettere la maggior parte dell’energon
che aveva in corpo in maniera convulsa.
Spectra quindi era quella
lì… quella
protoforma appena nata che era stato sul punto di uccidere e a cui
aveva
danneggiato la gamba. Che ironia della sorte che fosse stato proprio
lui a
rimediare in parte al danno.
Stava per accompagnarsi proprio a lei. Aveva quasi forzato
alla connessione proprio lei! Chissà se Spectra lo sapeva,
con chi aveva intrallazzato per tutto quel tempo!
-
Così facendo ti prosciugherai! Cerca di calmarti!... se
avessi saputo che avresti reagito così non te
l’avrei detto in quel modo -
borbottò Knock Out.
Starscream
tossì, cercando di contenere i conati e
rabbrividendo. - Una Specter…mi gira la testa - il seeker si
distese di
nuovo - Una Specter! Deve essere per forza quella protoforma a
cui… sono stato io
a ridurle la gamba in quel modo, l’avrei uccisa se
suo fratello non l’avesse
portata via!
Spectrus
Specter, il fratello di Spectra.
I giramenti di testa
aumentarono e a essi si aggiunse anche una gran paura
perché, per come
l’aveva conosciuta, Spectra Specter non era in grado di far
male ad una mosca...
ma se era veramente la sorella di Spectrus forse non era
così
innocua. Che fosse tutta una recita? E se anche lei avesse
iniziato a dargli la caccia assieme a suo fratello?
C'era anche da chiedersi perché Spectra l’avesse
sempre trattato bene. Evidentemente non
sapeva chi era l’assassino della sua famiglia.
-
Buono, quello. C’è mancato poco che uccidesse
Spectra
proprio ieri. C'è stato un mezzo disastro, fortunatamente
non da
noi ma dai nostri
nemici. Diciamo che Optimus Prime ha qualche problema interno.
-
Non devo temere che mi diano la caccia insieme, è
già qualcosa - sospirò Starscream, già
un po’più sollevato - Quanto a fratelli non sta
messa granché.
-
Meglio di quanto sia messo Dreadwing.
-
Tsk…già. Se non altro Specter non è
ridotto ad un terrorcon che
si aggira in una dimensione alternativa come invece fa Skyquake -
osservò il
seeker.
-
Lui non lo sa, vero?
-
Quando Lord Megatron l’ha visto nei miei ricordi non ha
ritenuto opportuno dirglielo - replicò Starscream.
O
meglio, non lo sapeva fino ad un momento prima.
Perché
Dreadwing era là fuori.
***
Che
Spectrus avesse trovato l’avamposto
Omega vuoto era stato solo un colpo di fortuna.
Si era infiltrato nella base degli Autobot con
l’intenzione di rubare loro le reliquie, far sparire le loro
risorse energetiche e
disporre trappole mortali in tutto il perimetro. Si era preparato a
combattere se fosse stato visto
mentre faceva il suo bel lavoretto,ma pensò che in quel modo
fosse ancora meglio.
Non
sapeva come mai la base fosse deserta, né perché
di reliquie non ce
fossero più, ma facendo due conti immaginò che
gli Autobot fossero partiti per
Cybertron nel tentativo di fermare Megatron che, finalmente, stava
combinando
qualcosa con quelle Chiavi.
“Va
bene lo stesso. Anche se non ci sono reliquie posso
disporre le trappole e occuparmi dei cubi di energon. Li avete raccolti
con
tanta fatica, poveri ragazzi, e ora io e ve li faccio esplodere tutti.
Un momento. Che sto facendo? È una perdita di tempo piazzare
trappole e far esplodere i cubi, posso fare tutto insieme.
Farò
così,
programmerò una bomba e la piazzerò vicino ai
cubi
così che esploda nel momento
in cui quel branco di sfigati tornerà. Considerata le
quantità di energon presente, c’è una
buona
probabilità che così facendo li stermini tutti in
un
colpo solo”.
Peccato
che Wheel Jack non avesse voluto partecipare, pensò
Spectrus mentre programmava la bomba. A lui le esplosioni piacevano, si
sarebbe
divertito.
"Ah,
già. C’è tutta quella storia di
Bulkhead" ricordò.
Poco
male: da quel giorno in poi Wheel Jack avrebbe potuto
smettere di sentirsi in colpa e pensare al suo amico, dato che il
grosso
demolitore verde sarebbe morto. Solo una cosa dispiaceva a
Spectrus, ossia non potersi portare a letto Arcee un’ultima
volta, sarebbe stato divertente.
In
quel momento i computer rilevarono un’enorme
attività
energetica proprio lì vicino.
Dando
un’occhiata agli schermi, Spectrus vide un
raggio di energia colpire il terreno. Il raggio sembrava provenire
nientemeno
che da un Ponte Spaziale!
"Megatron
si sta dando un bel daffare, lassù. Non poter essere
lì è proprio un peccato".
Si
chiese se anche Spectra fosse presente. Nel caso sperò
che non le succedesse nulla, perché voleva farla fuori lui
stesso.
Uscì
dalla base tranquillamente com’era entrato,
mantenendosi nelle vicinanze così da poter assistere
all’esplosione. Notò che
il raggio di energia, così com’era iniziato, era
già finito. Era durato solo il tempo
in cui lui aveva terminato
di programmare la bomba ed era uscito .
Si
chiese cosa potesse significare, salvo concludere che in
realtà lo riguardava solo
fino ad un certo punto.
-
Andiamo ragazzi, tornate dentro - mormorò -
Andiamo…
Quando
sentì e vide l’esplosione, sul volto del mech si
disegnò lentamente un gran sorriso soddisfatto. Era stata
più piccola di quanto
avesse previsto, purtroppo, ma aveva di certo fatto qualche danno.
“O
forse qualche danno e qualcosa di peggio” pensò,
osservando il cielo e notando l’avvicinarsi della Nemesis.
***
-
Li abbiamo trovati, Lord Megatron! - esclamò Knock Out
appena
Megatron tornò, decisamente scuro in volto, atterrando sul
ponte della Nemesis
- Abbiamo trovato la base degli Autobots! Soundwave ha ricevuto dei
segnali…
Sentendo
quelle parole, Megatron fece uno splendido ghigno.
Quello
sciocco di Prime aveva distrutto l’Omega Lock, la sola
possibilità di riportare
Cybertron alla vita, solo per far sì che anche il pianeta
Terra non venisse
cyberformattato e di conseguenza tutte le specie indigene uccise, ma
avrebbe
pagato caro quel che aveva fatto.
-
Ottimo lavoro! Vedo che anche la cyberformattazione ha avuto
gli effetti sperati. Peccato che Prime l’abbia interrotta.
Dannato… -
digrignò i denti appuntiti, osservando l’imponente
struttura cybertroniana che era
comparsa lì vicino e che aveva già deciso di
chiamare “Darkmount”.
Anche
Soundwave poco dopo fece la sua comparsa sul ponte. -
Spectra?... Non è nemmeno qui…
-
Ho saputo che ti sei svegliato appena in tempo per trovare
la base degli Autobots. Ben fatto, Soundwave - disse Megatron, per poi
guardarlo
quasi divertito. - Stanco?
Knock
Out sogghignò mentre Soundwave faceva del suo meglio
per restare impassibile. - Non abbastanza da non lavorare. Avete visto
Spectra?
È da quando ho ricevuto le immagini e le coordinate
dell’avamposto degli Autobot che è uscita dalla
nostra
stanza.
-
Per quale ragione? - domandò Megatron.
-
Ha detto che doveva andare a prendere qualcosa. Non ho
capito quel che ha detto, a dire il vero, suonava come “Devo
andare a
prendere il coso della cosa”, ma di certo ho sentito male.
Invece
era proprio quel che la giovane femme aveva
farfugliato, utilizzando quella scusa per uscire
dall’alloggio da
sola e andare sulla Terra. Soundwave non ci aveva fatto caso, ma
Spectra aveva visto
suo fratello nascosto lì e aveva deciso che doveva
assolutamente
parlare con
lui e chiarire come aveva già pensato di fare, altrimenti
non sarebbe stata a posto.
Così aveva attivato il Ponte Terrestre ed era
scesa giù.
Le
gambe le tremavano un po’, era in ansia per la conversazione
che
l’aspettava. Vide il sorriso soddisfatto di suo fratello
mentre osservava
i danni dell’esplosione.
-
Spectrus…
Il
mech si voltò verso di lei. Il sorriso non scomparve,
vedendo che era sola.
-
La mia sorellina ingrata è venuta a cercarmi.
-
Sei stato tu, vero? A far esplodere tutto. I Decepticon ora
li hanno trovati - indicò la montagna - Erano i tuoi
compagni...
-
Non dopo che mi hanno attaccato ieri - tirò lentamente
fuori la spada - Come tu, d’altra parte, non sei
più mia sorella. E sarai
terminata - sollevò l’arma - Ti sei salvata una
volta quando ho fallito quella
missione, mi servivi. Ora non più.
Apparentemente
Spectra non ebbe reazioni. Uno shock in più o
uno in meno ormai non faceva differenza. Anche quella parte del suo
incubo dunque era vera, aveva
sognato le reali intenzioni di suo fratello in quel giorno del passato.
-
Non capisco perché tu mi voglia fare del male -
mormorò la
ragazza - Io ti ho sempre voluto bene, Spectrus. È
per te che ho fatto cose
che non mi piacevano, per starti vicina…
-
Ed è per questo che hai vissuto fino ad ora - la
interruppe il fratello - In caso contrario sarebbe andata diversamente.
-
Papà e mamma non avrebbero voluto questo. Non avrebbero
voluto che tu per vendicarli diventassi un… mostro - disse la
ragazza, con la
voce che tremava.
Era
dura ammettere cos’era suo fratello.
-
Sono offline, non sapremo mai cosa avrebbero voluto e cosa
no - ribatté seccamente Spectrus, avvicinandosi a lei - In
ogni caso sono certo
che di una figlia inutile come te non avrebbero voluto saperne.
Approverebbero
la tua terminazione, secondo m-
Specter
fu spedito a terra da un calcio di potenza
allucinante.
Fortunatamente
per Spectra, Soundwave aveva ancora Laserbeak
in giro, e il suddetto aveva inviato a Soundwave le ultime immagini.
Quando
aveva visto Scricciolo laggiù con quell’essere
malvagio non ci aveva pensato
due volte ed era volato immediatamente giù.
-
Non toccare la mia compagna.
Spectrus
si rialzò immediatamente. - Allora è una
cosa seria - sogghignò - Non dirmi che combatterò
contro mio cognato.
Soundwave
riprese l’attacco senza neppure rispondergli, mentre
la Nemesis si avvicinava sempre di più alla montagna con
tutta l’intenzione di
distruggerla, e con lei tutto quel che c’era dentro.
L’ex
gladiatore fece
scattare i tentacoli contro Specter. Era talmente fuori di
sé da dimenticarsi
che Spectrus aveva bloccato quella mossa già una volta, oltretutto
ritorcendogliela
contro.
-
Allora sei stupido - disse infatti il mech sbattendolo
contro la parete rocciosa ed accanendosi su di lui, strappandogli via i
tentacoli - Ti ho detto che la stessa mossa non funziona due volte, con
me!
-
V-vai…vai via da qui! - gridò Soundwave a Spectra
- Scappa!
Prima
che Soundwave potesse reagire, Spectrus lo infilzò
all’addome con
la spada, tanto profondamente da incastrare la
lama nella parete di
roccia.
-
Pensa a te, non a lei che tra poco farà la stessa fine!
Si
sentì il suono di una lama che penetrava
nell’acciaio.
Le
braccia di Spectrus smisero di funzionare.
-
Anch'io ho un limite a quel che posso sopportare.
Cercando di uccidere Soundwave tu l’hai superato.
Spectrus
si voltò. Sua sorella aveva le lame bene in vista,
ancora sporche di energon, e gliele aveva infilate nella schiena per
disattivargli l’uso delle braccia.
Non
sembrava nemmeno lei, sembrava piuttosto una copia
estremamente minuta di suo fratello. Sguardo gelido. Tono duro e
secco.
Specter
ringhiò, seguendola mentre lei indietreggiava, e in quel
lasso di tempo Soundwave si tolse
la spada dall’addome.
La ferita non gli impediva di muoversi e ne aveva subite
di peggiori, non lo preoccupava troppo, a preoccuparlo era Spectra. Il
suo Scricciolo… dov’era?
Aveva già visto quella sconosciuta che le somigliava ma
adesso faceva quasi paura.
-
Allora non sei poi tanto innocente - Spectrus fece dondolare le
braccia inservibili - Posso combattere anche così. Sei
sempre invalida e io
più grosso, più veloce e più forte.
Come
per provocarlo, Spectra fece un paio di saltelli. - Dici?
Perché, per come la penso, in questo
momento sto meglio di te.
Spectrus
ammutolì. Lei stava meglio. Camminava quasi
normalmente.
Tra l'essere già stato colpito e ciò che
sapeva della velocità e
precisione di sua sorella, capì di essere nei guai.
Normalmente non l’avrebbe
mai toccato ma adesso sembrava capace di tutto, proprio come di solito
lo era lui.
Gli somigliava.
Per un attimo, nonostante tutto, ne fu quasi fiero.
L’istante
dopo Spectra gli fu addosso, senza che lui riuscisse a difendersi.
Soundwave
osservò allibito la sua compagna che in pochi
secondi, agganciandosi al corpo di suo fratello per muoversi, infilzava
tutti i
punti nevralgici restando perfettamente
impassibile. Allora era vero quel che aveva detto Airachnid
tempo prima,
Spectra poteva veramente averla ridotta in quel modo!
-
Due
ceffoni a modo nostro, Spectrus - disse la giovane nello scivolare
lungo la schiena del fratello. Gli aveva fatto grossi danni
ma gli aveva lasciato la possibilità di andarsene via,
poteva
ancora
camminare. - Vattene e non tornare più. Lascia il pianeta.
Sei
mio fratello e
ti lascio vivere, non uccido e non lo farò mai, ma non ti
voglio
più vedere!
Detto
questo guardò Soundwave, che si era liberato.
Ricordò
quel che le aveva detto: “niente più
segreti”… e lei dei due ceffoni non
gliel’aveva
detto.
-
“Due ceffoni”, Spectra - le disse - Questi
per te sono due ceffoni?
La
ragazza lo guardò, guardò suo fratello e
le ferite che
gli aveva fatto.
La sconosciuta che le somigliava scomparve e, presa da
sensi di colpa atroci per quelle azioni che per lei erano contronatura,
fuggì via in
lacrime e più veloce che poteva.
Il
cannone della Nemesis stava per sparare contro la montagna.
Soundwave
si avvicinò a Spectrus.
-
Dopo quel che le hai fatto non meriti di vivere - disse,
usando tutte le sue forze per lanciarlo contro la montagna e poi
correre dietro
a Spectra.
Il
cannone sparò.
***
Poco
prima che il colpo partisse, Optimus e Arcee avevano
pensato che non fosse giusto.
Non
era giusto che Spectrus, perché poteva essere stato solo
lui, avesse fatto saltare tutto. Per fortuna il Ponte andava ancora.
Non
era giusto che dovessero dividersi per non farsi
trovare, proprio adesso che erano diventati compagni.
Non
era neanche giusto che Optimus rimanesse lì per
chiudere il Ponte. Quando Arcee aveva capito cosa voleva fare, Bulkhead
aveva
dovuto cacciarla dentro il Ponte a forza.
Prime
poteva solo sperare in bene e pregare Primus di
sopravvivere.
"Per
Arcee. Devo rivederla".
La
sua compagna fu l’ultimo pensiero che ebbe prima che
l’avamposto fosse distrutto.
***
Soundwave
aveva raggiunto Spectra e, dopo averla riportata
nella Nemesis e averla tranquillizzata un po’, le aveva detto
quel che aveva
fatto.
-
Tu hai fatto cosa?!
-
Non potevamo lasciarlo in vita, Spectra. Sarebbe tornato
a…
Una
lama scattò. Soundwave si trovò il petto
graffiato.
Spectra
lo
aveva colpito? Lo aveva fatto davvero?!
Gli
bastò uno
sguardo per capire che il suo Scricciolo era fuori di sé,
completamente fuori di sé, per aver
fatto una cosa simile e averla fatta proprio a lui.
-
Come hai potuto?! Chi sei per avere il diritto di
decidere se mio fratello doveva o meno vivere, eh?! IO L’AVEVO LASCIATO
ANDARE! - gridò la ragazza
- Avresti
dovuto rispettare la mia decisione!
I
suoi sensori ottici si fissarono sul graffio e sulla
lama.
Trasalì e iniziò ad indietreggiare, rendendosi
conto solo allora di averlo
graffiato.
Aveva fatto del male al suo compagno.
-
Spectra, non…
Soundwave
non fece in tempo a finire la frase che lei fuggì
di nuovo, sempre in lacrime. Era diventata un'abitudine ormai.
Non
ce la faceva più. Doveva andare via da lì, tutti
quegli shock uno dopo l’altro la stavano facendo diventare
matta, continuando in quel modo
sarebbe crollata.
Starscream.
La cattiveria di Spectrus e l’averlo ferito,
lei che odiava la violenza. Soundwave che, del tutto incurante della
sua
volontà e del suo background, l’aveva ucciso dopo
che
lei l’aveva lasciato andare… era troppo.
Soundwave
aveva ancora la sua Scintilla nonostante quel che
aveva fatto ma lei aveva bisogno di stare tranquilla, e nella Nemesis o
a Darkmount non ce l’avrebbe fatta. Le sarebbe occorso del
tempo
per
perdonarlo.
Andò
a sbattere contro qualcuno.
-
Dreadwing! - esclamò piangendo.
Il
secondo in comando
stava andando da Megatron. Voleva vendetta. Skyquake, il suo amato
fratello, ridotto a un terrorcon… e lui non
gliel’aveva detto. Tradimento! Come aveva potuto?!
Quando
però vide la giovane Specter in quelle condizioni, mise
tutto da parte per occuparsi di lei. - Cos'è successo?
-
Voglio andare via, voglio andarmene! Non ce la faccio
più! - pianse lei - Basta!
Dreadwing
non disse nulla per un po’. - Vuoi andare davvero?
-
S-si!...
Forse
era meglio cambiare aria anche per lui.
Se avesse messo in pratica quel che gli era venuto in mente, Megatron
l’avrebbe ucciso e ciò non avrebbe riportato
indietro
Skyquake. Inoltre,
Spectra aveva bisogno di lui.
-
Allora ce ne andiamo insieme - disse.
Lei
lo guardò, sorpresa, per poi lasciarsi prendere in
braccio e lasciare in sordina la Nemesis.
Nel
frattempo, l’enorme mano nera di un mech sbucò
dalle
macerie...
E
per ora finisce qui!
Grazie
a chi ha letto e apprezzato. Alla prossima!
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