7.
Buio. C’è l’oscurità intorno
a me. Mi sento strana (strano?). Provo a muovermi. Perché mi
sento (di nuovo) così? Non capisco. Sto impazzendo, forse?
Non sono umana. Lo so. I miei sensi sono acuiti, mi muovo su quattro
… zampe? Qualcosa raschia. Sono le mie unghie, molto
più affilate. L’atmosfera cambia. Tutto cambia.
Rosso.
Ancora rosso.
Odore rosso. No, sbaglio. E’ un odore …..
Metallico, associato al rosso. E’….. caldo.
E’ sangue.
Mi impregna le narici, le grandi narici. Mi sento soffocare dalla brama
che cresce in me.
Devo rompere qualcosa.
Strappare qualcosa.
Carne.
Li chiamo allora. I miei amici. Il mio branco.
Emetto un suono strano. No, non sto parlando, sto ….
“S, cosa fai?”
Apro di scatto gli occhi ritrovandomi di fronte Emer. Sembra che sia
seriamente preoccupato. Non voglio che si senta così, quindi
provo a rimediare.
“Oh, niente, stavo solo pensando” rispondo con un
sorriso che spero sia rassicurante, anche se non convince del tutto il
ragazzo.
“Con la bocca aperta?” mi domanda lui alzando un
sopracciglio, “non è che ti sei ricordata qualcosa
e non me lo vuoi dire?”
“Assolutamente no, lo sai che non lo farei mai”
ribatto io mentre il volto va in fiamme, più per la paura ed
il senso di colpa che per la consapevolezza di contare qualcosa per lui.
“Mmh” grugnisce lui poco convinto,
“perché lo sai che mi puoi venire a dire tutto
quello che vuoi, per quanto terrificante possa essere,
giusto?” conclude prendendomi le mani tra le sue.
Il cuore si gonfia di commozione e gratitudine, così, per
evitare di tradirmi, annuisco solamente, smuovendo tutta la chioma.
Un rumore secco ci avvisa dell’entrata di qualcuno. Edward.
‘Possibile che debba comparire nei momenti peggiori?! Mi sta
seguendo?’ penso io meravigliata e dentro di me infastidita
per l’interruzione.
“Che fai, Emer? Non vorrai rubarmi la dama per stasera,
spero”
Ho provato molte volte a nascondere le mie emozioni durante gli
incontri con Edward avvenuti nei giorni precedenti per imparare il
ballo per la cerimonia intorno al fuoco, ma quanto pare anche prima di
perdere la memoria non ero affatto brava ….
Eravamo entrambi nella
camera di Edward. Io indossavo l’abito che avrei messo alla
festa, utile per danzare al meglio attorno al focolare, mentre lui era
vestito normalmente, come tutti i giorni.
Che non fosse un ragazzo
gentile, questo l’avevo capito dal primo giorno in cui
l’avevo visto, ma non mi aspettavo certo tale rudezza nei
modi: mi aveva presa senza tante cerimonie e sbattuta di qua e di
là per la sala, facendomi vedere i passi fondamentali del
ballo. Io non riuscivo a trattenermi dal mantenere il mio sguardo
puntato su una smorfia di disgusto e fastidio, pensando di averla presa
proprio da lui. Edward si era accorto della mia espressione, e per
farmela pagare aveva cominciato a spostarsi più velocemente
intorno alla sala. Cercai di resistere, ma non durò a lungo.
“Basta!”
Me lo scrollai di dosso
con una forza che mai avrei pensato di avere; dopotutto ero veramente
al limite.
“Come hai
detto?” mi chiese lui assottigliando gli occhi, mentre il
viso diventava una maschera di pura ira.
“Ti ho detto
di smetterla! Non sono una bambola che puoi trascinare dove
vuoi!” avevo replicato, alzando la voce, poco incline alle
buone maniere.
Per un secondo il suo
volto fu una maschera di rabbia.
“Lo so che non
ti piaccio”
L’aveva
praticamente sputato fuori, mantenendo negli occhi quel furore che mi
sapeva infondere il terrore in corpo.
“Non ti
piaccio, non sopporti nemmeno la mia vista” aveva ripreso per
la mancanza di obiezioni, mentre io incrociavo le braccia al petto,
“ma sei tu che hai accettato di essere la mia dama e mi devi
ubbidire …”
“Se
l’ho fatto è solo perché non volevo
fare un torto a Glaedis, dicendole quanto mi stai antipatico e quanto,
ad ogni nostro incontro, la paura nei tuoi confronti o i tuoi sguardi
mi gelino le ossa … cosa credi? Lo so che anche tu odi me,
anche se non ne capisco il motivo” mormorai io cercando di
trattenere le lacrime; non avrei mai voluto avere quella conversazione,
l’indifferenza era cento volte meglio.
A quel punto successe
qualcosa che sul momento non mi seppi spiegare: tutta la rabbia
scomparve dal suo viso cesellato, mentre una smorfia di dolore
attraversava il suo sguardo.
“Io odiarti?!
Odiarti?! Come hai anche solo potuto pensare una cosa
simile?” sussurrò lui sofferente prendendomi per
le spalle.
“Lasciami”
gli chiesi dimenandomi per sottrarmi a quella stretta ferrea.
“Non sai
nemmeno di cosa stai parlando” soffiò lui
avvicinando la bocca al mio orecchio, “io ti amo”.
Come?
Uno. Due. Tre.
“Io ti
amo”
Come?
“Come?”
chiesi io smarrita e congelata sul posto. Praticamente immobile.
“Ti amo, ma tu
non hai occhi che per Emer” bisbigliò lui
artigliandomi le spalle, e riportandomi alla realtà,
“lo vedo, sai? Lo vedo da come lo guardi, come lo cerchi
sempre con lo sguardo, e come la tua espressione si tramuta in
delusione e indifferenza notando me” continuò
avvicinando il mio corpo a forza verso il suo, “ma se tu
sapessi ….”
“No, andiamo,
lasciami, per favore” cominciai a supplicarlo io quando prese
il mio viso tra le dita per obbligarmi a guardarlo.
“Se tu sapessi
la verità su di lui…”
Mi stava facendo male, e
tanto. Gli calpestai il piede con forza, e, avvertendo la sua mano
lasciare il mio viso, me ne ero andata.
Da allora lo avevo costantemente e inesorabilmente evitato, oppure
cercavo di trovarmi nella stessa stanza con qualcun altro, ma il fatto
di rivederlo lì, con quell’espressione sul viso
pallido, aveva avuto il potere di togliere tutto il colore dal mio, di
viso.
Eh già, quella sarebbe stata proprio una serata particolare.
Note: Lo so, lo so che avrei dovuto fare il capitolo sulla festa, ma
volevo che i sentimenti di Edward per Sassenach (o S) fossero chiariti,
e che potesse comparire un nuovo punto interrogativo (oltre a quello
sull’identità della ragazza): quale sarebbe questa
verità su Emer? Mah, si scoprirà solo leggendo,
no? Volevo ringraziare intanto Roxy_Black non solo per le recnsioni ma
anche per aver postato la storia tra le seguite, e anche a chi legge
semplicemente la storia, grazie a tutti.
A presto
Baci
|