amore e sigarette.

di malfoya
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E solo quando accese un’altra sigaretta delle tante si accorse che era l’ultima dell’ennesimo pacchetto.
Pian piano stava portando a termine quello che era il lungo processo di suicidio tramite catrame, nicotina e monossido di carbonio.
Quella roba la portava alla dipendenza, e lei aveva sempre rammentato a se stessa che non sarebbe mai dovuta diventare dipendente di qualcosa… o di qualcuno.
I polmoni ormai intasati da quella roba le procuravano fiatone, affaticamento e stanchezza, un po’ come fa l’amore.
Aveva sempre immaginato la sua vita da sola e felice, una donna di carriera, indipendente da tutto e da tutti, con una vita sessuale più o meno attiva, divertimento e svaghi che la mamma avrebbe ritenuto ‘inopportuni’ per una ragazza.
E invece no, tutte le prospettive furono bruciate da quella sorta di bestia immagazzinata nel corpo di un uomo.
Dai suoi occhi color nocciola che al solo vederli le ricordavano i vecchi frutti che raccoglieva con la nonna da un albero durante l’autunno.
La bestia la infatuò così tanto che lei perse ogni logica, lei perse se stessa, lei si annullò.
Era tutto per lei, erano la classica coppia che Walt Disney avrebbe definito appunto ‘la Bella e la Bestia’.
Ma poi, un giorno, la bestia morì, non letteralmente intendiamoci, ma morì nel suo cuore, e lei non la volle più vedere, ne sentire, ne ricordarla.
Ma i ricordi erano impossibili da eliminare, e così, dentro, morì anche lei, uccisa dalle immagini passate che come un film passavano nella sua mente.
Ed era questo che causavano quelle stesse sigarette di cui lei era dipendente, come lo era della bestia: una scomparsa lenta e dolorosa, che lentamente rubava il respiro, un po’ come fa l’amore.
Ed è così che vedeva la sua vita bruciare: come brucia una sigaretta, con l’aiuto di qualche milligrammo di monossido di carbonio.





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