48. L’ora di
decidere
La
tanto attesa battaglia contro Voldemort era scoppiata, non si capiva dove, ma
stava accedendo e nessuno poteva impedirlo. Draco era sceso in campo e, come
aveva deciso, stava combattendo al fianco degli altri Mangiamorte. Era solo, la
sua bacchetta lanciava incantesimi a raffica e molti corpi cadevano al suo
passaggio. Faceva buio, non si vedeva assolutamente nulla, neppure la scintilla
di potere che fuoriusciva dalla sua bacchetta. Ad un tratto, uno dei corpi che
aveva abbattuto cadde al suolo davanti a lui e, nella fretta di avanzare nel
buio, vi inciampò e ci cadde sopra.
Non
ricordava di aver lanciato l’anatema che uccide ma, mentre tastava con le mani
la sua vittima che lo aveva fatto cadere a terra, qualcosa gli disse che aveva
ucciso.
Per
la prima volta.
Forse
ne aveva uccisi altri in tutto quel buio e in tutto quel caos e si stava
chiedendo dove fosse Harry Potter. Lo aveva già catturato e consegnato al
Signore Oscuro, come faceva ogni notte in tutti i suoi sogni? O forse era
morto, proprio come aveva già sognato.
All’improvviso
una luce si accese, che tuttavia non illuminò la stanza, ma solo ciò su cui si
posavano i suoi occhi.
Ancora
al buio tastò quel corpo a terra accanto a lui e quella sagoma gli ricordò
qualcosa. Quando la luce gli permise di mettere a fuoco le sue mani, le
riscoprì rosse di sangue.
Strano,
pensò, scagliare l’anatema che uccide non sporca certo le mani di sangue.
Pensò
allora che il sangue venisse dal corpo che aveva toccato, ma anche quel ragionamento
non aveva senso dato che l’anatema non apriva squarci o ferite.
Poi
la luce illuminò il corpo privo di vita e il suo cuore si bloccò. Era una
ragazza, bella, i capelli neri e la pelle chiara.
Areal.
La
scosse forte cercando di risvegliarla, ma quando la toccò fu come se una forza
gliela stesse portando via e le sue mani si tinsero magicamente ancora più di
rosso. Il sangue gli arrivava ai gomiti, era ovunque.
Areal
era morta, il suo sangue gli imbrattava le mani ed ora anche il viso che si era
strofinato per la disperazione. Lui l’aveva uccisa, nella confusione della
battaglia aveva tolto la vita all’unica persona che amava.
Temeva
che sarebbe accaduto, ma non poteva credere che fosse successo davvero.
Afferrò
il corpo della ragazza e lo tenne stretto ma qualcuno glielo tolse dalle mani e
a lui non restò altro che guardare quel cadavere senza poterlo toccare. A quel
punto il dolore esplose, rivoleva la sua Areal ma l’unica cosa che aveva erano
le mani sporche di sangue.
Iniziò
ad urlare forte, cercò di pulirsi il volto con le mani, ma riuscì solo a
sporcarlo ancora di più di rosso.
Urlò
ancora e le sue urla sta volta lo svegliarono.
Aprì
gli occhi di soprassalto e si ritrovò nel suo letto, al buio della sua stanza
con Tiger che lo guardava allarmato.
Qualcosa
di simile al fuoco bruciava, soffocava.
Una
voce urlava: Harry Potter ad Hogwarts, nella torre dei Corvonero.
Una
persona pensava: lo prenderò io per primo e avrò la mia vendetta.
Luna
ed Harry sotto un mantello dell’invisibilità, Alecto atterrata da uno
schiantesimo lanciato da Luna.
Ma
era troppo tardi.
Harry
Potter era entrato nel castello in cerca di qualcosa e il Signore Oscuro lo
sapeva, per questo Alecto era di sorveglianza nella sala comune dei Corvonero.
Adesso
tutta la scuola era in lotta, l’intensione della professoressa McGranitt era
quella di guadagnare tempo contro Voldemort e di tentare quanto meno di
rallentarlo, e gli altri insegnanti la stavano aiutando.
Però
c’era sempre quel qualcuno che continuava a pensare al modo di arrivare a
Potter per primo. Per vendetta.
Quando
Areal si risvegliò dalla sua visione sapeva già che quel qualcuno era Draco e
che doveva correre di sotto.
Areal
Foreberth aveva preso l’abitudine di dormire già vestita e, per orgoglio e
affetto, aveva scelto la sua classica divisa scolastica con lo stemma della sua
casa. Indossava la camicia, il gilet e la gonna.
Scese
nella sua sala comune e vi trovò il trambusto più totale. Entrambi i fratelli
malefici erano stati legati e giacevano al suolo privi di sensi, e lei sapeva
benissimo chi era stato a fare quello, sapeva che Luna aveva aiutato Harry ad
entrare nella sala comune dei Corvonero e che avevano atterrato i due Carrow.
Tutti
i suoi compagni erano li, ed Erick corse da lei.
-Come
hai fatto a non svegliarti prima? Non hai sentito quel boato?-
Areal
non rispose, sapeva che a tenerla addormentata era stata la sua visione. Si
voltò verso la porta e qualche secondo dopo ne entrò il piccolo professor
Vitious.
-Ragazzi
correte tutti con me in Sala Grande, non c’è un secondo da perdere. Lasciate
qui tutto e scendete all’istante in file ordinate. I prefetti a capo fila,
presto!-
I
ragazzi cercarono di chiedere spiegazioni ma non ce ne furono, qualcuno sapeva
già che la battaglia finale era ormai alle porte.
Quando
i Corvonero raggiunsero la Sala Grande la trovarono piena di gente, presero
tutti posto al loro tavolo e poco dopo arrivarono anche i Serpeverde.
Ovviamente
Draco non era con loro e, come notò Areal, neanche Tiger e Goyle.
Erick
ed Areal sederono accanto, vicino al tavolo degli insegnanti. Entrambi stavano
guardando la sala, c’erano tutti e soprattutto regnava il caos di gente in
abiti da notte e spaventata.
All’improvviso,
una ragazza molto magra, strinse in un unico abbraccio Areal ed Erick insieme.
Quando i due si voltarono si trovarono di fronte la persona migliore che
potevano aspettarsi di rivedere.
Canni
Longus era lì, pallida e sciupata ma con lo stesso sorriso furbo di sempre e i
capelli corti scompigliati.
Erick
si alzò e, prendendola tra la braccia, la baciò con passione. Areal si accorse
di stare piangendo solo quando Canni l’abbracciò.
-Harry
Potter è entrato nel nostro nascondiglio nella stanza delle necessità, c’erano
anche tutti quelli dell’Ordine, i signori Weasley e il professor Lupin. Potter
ha detto loro tutto quello che stava accadendo e sono corsa qui!- spiegò la
ragazza.
Quando
Canni si sedette al centro fra la sua migliore amica e il suo ragazzo, calò il
silenzio.
Sulla
pedana degli insegnanti erano radunati, in piedi e seri, tutti gli insegnanti e
quelli che facevano chiaramente parte del famoso Ordine della Fenice.
La
McGranitt prese parola:
-L’evacuazione
verrà coordinata dal signor Gazza e da Madam Chips. Prefetti, al mio segnale,
condurrete i ragazzi della vostra casa, in ordine, verso il punto di
evacuazione.-
-E
se vogliamo restare a combattere?-
Chiese
un ragazzo.
-Se
siete maggiorenni, potete restare.- spiegò la McGranitt.
A
quelle parole tutti capirono quando grave fosse la faccenda se veniva permesso
ad alcuni ragazzi di unirsi alla battaglia.
-Credo
che il punto di evacuazione sia dentro la stanza delle necessità, ma non ne
sono sicura.- disse Canni.
-Io
rimango a combattere.- esclamò Erick, convinto.
-Era
da un po’ che lo aspettavamo, no? è ora di dimostrare chi siamo e cosa vogliamo.-
disse Canni.
-Contate
su di me, saremo uniti!- Rispose Areal.
Quando
una Serpeverde chiese di Piton, la professoressa McGranitt rispose che era
fuggito, e fra tutti gli studenti si levò un grido di entusiasmo, tranne che
dai Serpeverde naturalmente.
La
McGranitt stava dando altre disposizioni, spiegando che le difese magiche che
proteggevano il castello non avrebbero retto a lungo e che dovevano affrettarsi
a fuggire, quando, facendo gelare il sangue a tutti, una voce si sparse nel castello.
Era
gelida e terribile e sembrava risuonare dappertutto senza che si capisse da
dove arrivasse realmente.
-So
che vi state preparando a combattere- gli studenti urlano terrorizzati, Areal,
Canni ed Erick si strinsero fra loro. –I vostri sforzi sono futili. Non potete
fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti
di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago-
Nella
sala calò un grande silenzio, quasi doloroso e più terrificante di quella voce.
-Consegnatemi
Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e
lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati.
Avete tempo fino a mezza notte.-
Tutti
guardarono Harry, accanto agli insegnanti, in silenzio.
Poi
Pancy Parkinson si alzò ed urlò: -ma è laggiù! Potter è Laggiù! Qualcuno lo
prenda!-
In
quel momento tutti gli studenti si alzarono e si misero davanti ad Harry in sua
difesa, fronteggiando i Serpeverde.
Canni,
Erick e Areal scattarono in piedi rimanendo loro posti, vicino ad Harry Potter
lo spazio si era esaurito.
-Grazie
signorina Parkinson. Uscirai per prima dalla Sala con il signor Gazza. Il resto
della tu Casa è pregato di seguirti.- Disse la McGranitt.
Quando
i Serpeverde uscirono senza neppure un ripensamento, la McGranitt disse che era
il turno dei Corvonero.
La
maggior parte si alzò, ma un discreto numero di maggiorenni restò dando prova
del loro coraggio.
-Canni,
vai con Erick e sostituiscimi come prefetto. Portate i nostri compagni fuori di
qui, ci vediamo al secondo piano. Io devo parlare con Vitious.-
Canni
ed Erick si guardarono stupiti, ma accettarono.
-Tu
occupati di quelli di noi che vogliono restare per combattere.- le disse Erick,
poi si alzò con gli altri studenti.
Tra
i Tassorosso e i Grifondoro molti studenti rimasero seduti, perfino alcuni
minorenni che vennero però cacciati via.
Areal
corse sulla pedana dei professori e si avvicinò a Vitious, sentendolo parlare
con la professoressa Sprite delle barriere e delle protezioni che poteva ancora
mettere attorno alla scuola.
-Professor
Vitious!- lo chiamò.
-Areal,
sono contendo che una studentessa valida come te rimanga, ma non dovresti
accompagnare gli alunni minorenni?-
-Professore
Erick e Canni lo stanno già facendo, io credo di essere più utile qui. Sa
perfettamente cosa so fare, mi permette di aiutarla.-
Vitious
si scambiò uno sguardo con la professoressa Sprite, incuriosita.
-La
signorina Foreberth sa creare barriere magiche molto potenti, pari alle mie. Ha
trovato una formula per bloccare i Mangiamorte, oltretutto, non esito a dire
che è la migliore studentessa che io abbia mai avuto…-
Areal
arrossì e quasi pianse di commozione.
La
Sprite sorrise alla spiegazione di Vitious.
-So
che sai gestire con maestria tutti gli incantesimi che ti ho insegnato, o forse
anche degli altri. Crea tutte le barriere che puoi, mi fido di te e del tuo
intelletto. I tuoi compagni rimasti prenderanno ordini da te.-
A
quel punto la ragazza si accorse che i suoi compagni maggiorenni rimasti
l’avevano seguita e in quel momento erano alle sue spalle.
-Noi
Corvonero dobbiamo sfruttare la nostra intelligenza, non siamo fatti per gli
scontri diretti o in campo aperto. Create dei gruppi, appostatevi in luoghi
strategici e affrontate i nemici che si avventurano da soli nel castello.
Create dei veri e propri agguati. Rimanete sempre unite, formate al massimo due
o tre gruppi. Non di più. Seguite la Signorina Foreberth!-
Quando
tutti annuirono salutarono l’insegnante che augurò loro buona fortuna,
abbracciando più studenti che poteva, e partirono guidati da Areal.
La
ragazza si assicurò di capire quali fossero le abilità magiche dei suoi
compagni e quali i loro punti di forza, così li divise in tre gruppi il più
equiparati possibile. Insegnò ad alcuni il suo trucco per creare le sue famose
barriere potenziate capaci di bloccare solo i Mangiamorte, permettendo al resto
di passare. Spedì il primo gruppo in biblioteca, certa che se qualche nemico
avesse tentato di attraversare il cortile, i suoi compagni lo avrebbero fermato
creato una barriera a metà e, rimanendo protetti dentro la biblioteca, sarebbero
riusciti a scagliare attacchi attraverso la barriera senza esse colpiti. Mandò
il secondo gruppo nei sotterranei, sapendo perfettamente che poteva essere un
punto di raccolta per i nemici che cercavano nascondiglio. Se i suoi compagni
avessero creato lì una barriera, bloccando il passaggio, avrebbero colto di
sorpresa gli assalitoli e avrebbero potuto attaccare da un punto riparato,
aiutati dalla barriera che bloccava la strada.
In
fine, Areal, si fece seguire dal terzo gruppo e salì verso il secondo piano
trovando in un sottoscala un perfetto rifugio per loro. Creò una barriera che
bloccasse un corridoio e una che riparasse il loro nascondiglio accomodato. Il
quel modo potevano ridurre il numero di Mangiamorte che avrebbero tentato di
raggiungere i piani alti del castello, potendo a loro volta proteggersi e,
magari, aiutare qualche altro compagno di scuola che cercava di scappare
salendo le scale.
La
ragazza, tuttavia, continuava disperatamente a chiedersi che fine avesse fatto
Draco e, quando dalla sua posizione strategica sentì insieme ai suoi compagni
il rintocco della mezzanotte, iniziò la battaglia.
Il
trambusto fu totale, c’era chi urlava e i colpi degli schiantesimi facevano
vibrare la scuola. Dalla sua posizione Areal vide le statue di Hogwarts
scendere a combattere, aiutati da tutti i fantasmi. Dentro i quadri appesi alle
pareti non era rimasto più nessuno.
Dopo
alcuni minuti gruppi di Mangiamorte salirono di corsa le scale, alcuni
riuscirono a passare, altri rimasero bloccati in una barriera mentre tre
vennero attaccati da Areal e dal suo gruppo.
Essendo
al riparo dietro la barriera, Areal e i suoi compagni ebbero presto la meglio,
dopo aver schiantato i Mangiamorte li legarono e li privarono delle loro
bacchette.
A
quel punto Areal sentì un urlo e riconobbe la voce della sua amica Canni.
Ordinò a quelli del suo gruppo di non uscire per alcuna ragione dalla barriera
e di continuare a lanciare attacchi da lì, ricordandosi di legare i nemici e di
privarli della bacchetta dopo averli atterrati.
La
ragazza corse al terzo piano passando per una delle sue barriera che era stata
aggirata e raggiunse un corridoio dove due Mangiamorte lottavano contro due
ragazzi: Canni ed Erick. Un Auror intervenne eliminando il Mangiamorte che
lottava contro Erick, mentre quando Areal arrivò aiutò Canni e, le due ragazze
insieme, riuscirono a sbarazzarsi anche del secondo Mangiamorte.
I
tre amici legarono gli sconfitti e scagliarono lontano le loro bacchette ma,
proprio quando stavano per tirare un sospiro di sollievo, sentirono una voce:
-Areal!-
Quando
la ragazza si voltò vide un giovane undicenne in pigiama correre verso di lei.
-Nick,
cosa ci fai qui?- chiese la ragazza sconvolta, chinandosi per abbracciarlo.
-Voglio
restare a combattere come tu ed Eric mi avete insegnato!-
-Oh
santo cielo Nick, no! sei minorenne, devi tornare a casa!-
In
quel momento un altro Mangiamorte si parò davanti ai tre amici, con la chiara
intenzione di fermarli.
-Canni,
accompagna Nick all’uscita insieme ad Area!- Ordinò Erick.
-No,
io resto con te!-
-Fai
come ti dico, a questo ci penso io!-
Quando
Erick iniziò a lottare contro il Mangiamorte, Areal afferrò Canni e Nick e corsero
ai piani superiori.
-L’uscita
è davvero nella stanza delle necessità?-
Chiese
Areal.
Erano
arrivati al quarto piano e Canni non ebbe il tempo di rispondere.
Un
Mangiamorte che saliva le scale li attaccò, costringendoli a dividersi per
ripararsi dall’attacco. Quando Areal aprì gli occhi si accorse che Nick e Canni
si erano riparati vicino la scalinata.
-Canni
portalo via, tu conosci la strada!-
Canni
obbedì e corse con il piccolo su per le scale. Areal scattò verso l’arco di
pietra che divideva la rampa di scale in cui si trovava il Mangiamorte dal
pianerottolo in cui si trovava lei, per impedire che imboccasse la seconda
rampa che portava a Canni e Nick. Cercò quindi di creare una barriera
proteggendosi dietro il muro, ma il Mangiamorte l’attaccò ancora. La ragazza
cadde a terra, ma fortunatamente la maledizione l’aveva presa solo di striscio,
strappandole la manica della camicia.
Si
rialzò dolorante e, senza prestare attenzione al suo nemico, tentò di portare a
termine la sua barriera per poter raggiungere l’amica senza il rischio che il
Mangiamorte la seguisse. Si accorse a quel punto, però, che il suo nemico non
sembrava intenzionato a fare sul serio, rimase per diversi secondi a fissarla
e, quando l’attaccava, lo faceva solo con semplici incantesimi di disarmo che
lei schivava con facilità.
Quando
la barriera fu finita, Areal uscì dal suo nascondiglio dietro il muro e si parò
davanti al nemico per iniziare a lottare. Provarono a schiantarsi e a
disarmarsi a vicenda ma non ci riuscirono, in oltre, la barriera che li
divideva impediva all’uomo incappucciato di avanzare. Schivavano gli attacchi
reciprocamente e, mentre Areal aveva come obbiettivo quello di finire lo
scontro da vincitrice, il suo aggressore non faceva nulla di decisivo.
-Areal!-
Urlò Nick.
La
ragazza alzò la testa e vide il piccolo Nick sulla rampa di scale del piano
superiore che la chiamava, evidentemente lui e Canni avevano rallentato per
aspettarla.
-Andate
via!- Ordinò.
Si
voltò verso la sua barriera e lanciò un ultimo incantesimo per rafforzarla,
senza curarsi del Mangiamorte che la osservava.
-Come
ti ha chiamata?-
Areal
sollevò lo sguardo e parve accorgersi, solo in quell’istante, della reale
presenza del Mangiamorte. Era strano sentirlo parlare, la sua voce era falsata
da un incantesimo della maschera ma, la cosa realmente strana, fu accorgersi
che era anche lui una persona in grado di proferir parola. Quegli abiti scuri
lo rendevano più simile ad una creatura spettrale piuttosto che a un essere
umano vero e proprio.
Rimasero
per diversi secondi ad osservarsi, in silenzio. Areal non aveva alcuna paura, il
che era strano, voleva solo correre da Canni e Nick, ma quell’uomo continuava a
fissarla da dietro la maschera sfigurata tipica dei Mangiamorte.
-Tu…
sei Areal Foreberth?-
Areal
storse il naso, la disgustava l’idea che, probabilmente, quello fosse solo un
altro Mangiamorte amico di Draco, ma lei non voleva essere risparmiata solo
perché era la fidanzata di uno di loro. E, soprattutto, odiava che qualcuno di
quegli invasati vestiti di nero potesse anche solo pensare che lei fosse dallo
loro parte, solo perché amava un loro compagno.
-Dovrebbe
riguardarti chi sono?- soffiò, carica di rabbia.
Alle
sue parole il Mangiamorte sembrò impallidire anche da dietro la maschera, e
poi, parve addirittura sorridere.
-Hai
lo stesso carattere di tua madre e le somigli molto, ti avevo riconosciuta dal
primo istante ma sentire il tuo nome mi ha dato la conferma che cercavo.-
Quando
il Mangiamorte parlò Areal inarcò le sopracciglia, non capiva. Il secondo dopo
l’uomo si tolse la maschera rivelando un volto segnato dall’età, pallido e
sciupato ma ancora attraente. Aveva barba e folti capelli neri, la mascella
squadrata e due grandi e seri occhi blu.
Areal
rimase senza fiato. -Papà?-
Continua…
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Chiedo ancora scusa per il ritardo, ci provo e
ci riprovo ad aggiornare il prima possibile ma gli impegni mi cercano, le cose
da fare aumentano e, anche se provo a liberarmi per mettermi un po’ al computer,
gli impegni mi scovano sempre!!.
Spero che il capitolo sia stato interessante,
magari lasciatemi un commento : )
Grazie ai lettori e un bacio a chi ha recensito:
neige13
horansprjncess
blackperlavoce