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Autore: Kaimy_11    08/05/2013    4 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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48

48. L’ora di decidere

 

 

 

 

La tanto attesa battaglia contro Voldemort era scoppiata, non si capiva dove, ma stava accedendo e nessuno poteva impedirlo. Draco era sceso in campo e, come aveva deciso, stava combattendo al fianco degli altri Mangiamorte. Era solo, la sua bacchetta lanciava incantesimi a raffica e molti corpi cadevano al suo passaggio. Faceva buio, non si vedeva assolutamente nulla, neppure la scintilla di potere che fuoriusciva dalla sua bacchetta. Ad un tratto, uno dei corpi che aveva abbattuto cadde al suolo davanti a lui e, nella fretta di avanzare nel buio, vi inciampò e ci cadde sopra.

Non ricordava di aver lanciato l’anatema che uccide ma, mentre tastava con le mani la sua vittima che lo aveva fatto cadere a terra, qualcosa gli disse che aveva ucciso.

Per la prima volta.

Forse ne aveva uccisi altri in tutto quel buio e in tutto quel caos e si stava chiedendo dove fosse Harry Potter. Lo aveva già catturato e consegnato al Signore Oscuro, come faceva ogni notte in tutti i suoi sogni? O forse era morto, proprio come aveva già sognato.

All’improvviso una luce si accese, che tuttavia non illuminò la stanza, ma solo ciò su cui si posavano i suoi occhi.

Ancora al buio tastò quel corpo a terra accanto a lui e quella sagoma gli ricordò qualcosa. Quando la luce gli permise di mettere a fuoco le sue mani, le riscoprì rosse di sangue.

Strano, pensò, scagliare l’anatema che uccide non sporca certo le mani di sangue.

Pensò allora che il sangue venisse dal corpo che aveva toccato, ma anche quel ragionamento non aveva senso dato che l’anatema non apriva squarci o ferite.

Poi la luce illuminò il corpo privo di vita e il suo cuore si bloccò. Era una ragazza, bella, i capelli neri e la pelle chiara.

Areal.

La scosse forte cercando di risvegliarla, ma quando la toccò fu come se una forza gliela stesse portando via e le sue mani si tinsero magicamente ancora più di rosso. Il sangue gli arrivava ai gomiti, era ovunque.

Areal era morta, il suo sangue gli imbrattava le mani ed ora anche il viso che si era strofinato per la disperazione. Lui l’aveva uccisa, nella confusione della battaglia aveva tolto la vita all’unica persona che amava.

Temeva che sarebbe accaduto, ma non poteva credere che fosse successo davvero.

Afferrò il corpo della ragazza e lo tenne stretto ma qualcuno glielo tolse dalle mani e a lui non restò altro che guardare quel cadavere senza poterlo toccare. A quel punto il dolore esplose, rivoleva la sua Areal ma l’unica cosa che aveva erano le mani sporche di sangue.

Iniziò ad urlare forte, cercò di pulirsi il volto con le mani, ma riuscì solo a sporcarlo ancora di più di rosso.

Urlò ancora e le sue urla sta volta lo svegliarono.

Aprì gli occhi di soprassalto e si ritrovò nel suo letto, al buio della sua stanza con Tiger che lo guardava allarmato.

 

Qualcosa di simile al fuoco bruciava, soffocava.

Una voce urlava: Harry Potter ad Hogwarts, nella torre dei Corvonero.

Una persona pensava: lo prenderò io per primo e avrò la mia vendetta.

Luna ed Harry sotto un mantello dell’invisibilità, Alecto atterrata da uno schiantesimo lanciato da Luna.

Ma era troppo tardi.

Harry Potter era entrato nel castello in cerca di qualcosa e il Signore Oscuro lo sapeva, per questo Alecto era di sorveglianza nella sala comune dei Corvonero.

Adesso tutta la scuola era in lotta, l’intensione della professoressa McGranitt era quella di guadagnare tempo contro Voldemort e di tentare quanto meno di rallentarlo, e gli altri insegnanti la stavano aiutando.

Però c’era sempre quel qualcuno che continuava a pensare al modo di arrivare a Potter per primo. Per vendetta.

Quando Areal si risvegliò dalla sua visione sapeva già che quel qualcuno era Draco e che doveva correre di sotto.

 

Areal Foreberth aveva preso l’abitudine di dormire già vestita e, per orgoglio e affetto, aveva scelto la sua classica divisa scolastica con lo stemma della sua casa. Indossava la camicia, il gilet e la gonna.

Scese nella sua sala comune e vi trovò il trambusto più totale. Entrambi i fratelli malefici erano stati legati e giacevano al suolo privi di sensi, e lei sapeva benissimo chi era stato a fare quello, sapeva che Luna aveva aiutato Harry ad entrare nella sala comune dei Corvonero e che avevano atterrato i due Carrow.

Tutti i suoi compagni erano li, ed Erick corse da lei.

-Come hai fatto a non svegliarti prima? Non hai sentito quel boato?-

Areal non rispose, sapeva che a tenerla addormentata era stata la sua visione. Si voltò verso la porta e qualche secondo dopo ne entrò il piccolo professor Vitious.

-Ragazzi correte tutti con me in Sala Grande, non c’è un secondo da perdere. Lasciate qui tutto e scendete all’istante in file ordinate. I prefetti a capo fila, presto!-

I ragazzi cercarono di chiedere spiegazioni ma non ce ne furono, qualcuno sapeva già che la battaglia finale era ormai alle porte.

Quando i Corvonero raggiunsero la Sala Grande la trovarono piena di gente, presero tutti posto al loro tavolo e poco dopo arrivarono anche i Serpeverde.

Ovviamente Draco non era con loro e, come notò Areal, neanche Tiger e Goyle.

Erick ed Areal sederono accanto, vicino al tavolo degli insegnanti. Entrambi stavano guardando la sala, c’erano tutti e soprattutto regnava il caos di gente in abiti da notte e spaventata.

All’improvviso, una ragazza molto magra, strinse in un unico abbraccio Areal ed Erick insieme. Quando i due si voltarono si trovarono di fronte la persona migliore che potevano aspettarsi di rivedere.

Canni Longus era lì, pallida e sciupata ma con lo stesso sorriso furbo di sempre e i capelli corti scompigliati.

Erick si alzò e, prendendola tra la braccia, la baciò con passione. Areal si accorse di stare piangendo solo quando Canni l’abbracciò.

-Harry Potter è entrato nel nostro nascondiglio nella stanza delle necessità, c’erano anche tutti quelli dell’Ordine, i signori Weasley e il professor Lupin. Potter ha detto loro tutto quello che stava accadendo e sono corsa qui!- spiegò la ragazza.

Quando Canni si sedette al centro fra la sua migliore amica e il suo ragazzo, calò il silenzio.

Sulla pedana degli insegnanti erano radunati, in piedi e seri, tutti gli insegnanti e quelli che facevano chiaramente parte del famoso Ordine della Fenice.

La McGranitt prese parola:

-L’evacuazione verrà coordinata dal signor Gazza e da Madam Chips. Prefetti, al mio segnale, condurrete i ragazzi della vostra casa, in ordine, verso il punto di evacuazione.-

-E se vogliamo restare a combattere?-

Chiese un ragazzo.

-Se siete maggiorenni, potete restare.- spiegò la McGranitt.

A quelle parole tutti capirono quando grave fosse la faccenda se veniva permesso ad alcuni ragazzi di unirsi alla battaglia.

-Credo che il punto di evacuazione sia dentro la stanza delle necessità, ma non ne sono sicura.- disse Canni.

-Io rimango a combattere.- esclamò Erick, convinto.

-Era da un po’ che lo aspettavamo, no? è ora di dimostrare chi siamo e cosa vogliamo.- disse Canni.

-Contate su di me, saremo uniti!- Rispose Areal.

Quando una Serpeverde chiese di Piton, la professoressa McGranitt rispose che era fuggito, e fra tutti gli studenti si levò un grido di entusiasmo, tranne che dai Serpeverde naturalmente.

La McGranitt stava dando altre disposizioni, spiegando che le difese magiche che proteggevano il castello non avrebbero retto a lungo e che dovevano affrettarsi a fuggire, quando, facendo gelare il sangue a tutti, una voce si sparse nel castello.

Era gelida e terribile e sembrava risuonare dappertutto senza che si capisse da dove arrivasse realmente.

-So che vi state preparando a combattere- gli studenti urlano terrorizzati, Areal, Canni ed Erick si strinsero fra loro. –I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago-

Nella sala calò un grande silenzio, quasi doloroso e più terrificante di quella voce.

-Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezza notte.-

Tutti guardarono Harry, accanto agli insegnanti, in silenzio.

Poi Pancy Parkinson si alzò ed urlò: -ma è laggiù! Potter è Laggiù! Qualcuno lo prenda!-

In quel momento tutti gli studenti si alzarono e si misero davanti ad Harry in sua difesa, fronteggiando i Serpeverde.

Canni, Erick e Areal scattarono in piedi rimanendo loro posti, vicino ad Harry Potter lo spazio si era esaurito.

-Grazie signorina Parkinson. Uscirai per prima dalla Sala con il signor Gazza. Il resto della tu Casa è pregato di seguirti.- Disse la McGranitt.

Quando i Serpeverde uscirono senza neppure un ripensamento, la McGranitt disse che era il turno dei Corvonero.

La maggior parte si alzò, ma un discreto numero di maggiorenni restò dando prova del loro coraggio.

-Canni, vai con Erick e sostituiscimi come prefetto. Portate i nostri compagni fuori di qui, ci vediamo al secondo piano. Io devo parlare con Vitious.-

Canni ed Erick si guardarono stupiti, ma accettarono.

-Tu occupati di quelli di noi che vogliono restare per combattere.- le disse Erick, poi si alzò con gli altri studenti.

Tra i Tassorosso e i Grifondoro molti studenti rimasero seduti, perfino alcuni minorenni che vennero però cacciati via.

Areal corse sulla pedana dei professori e si avvicinò a Vitious, sentendolo parlare con la professoressa Sprite delle barriere e delle protezioni che poteva ancora mettere attorno alla scuola.

-Professor Vitious!- lo chiamò.

-Areal, sono contendo che una studentessa valida come te rimanga, ma non dovresti accompagnare gli alunni minorenni?-

-Professore Erick e Canni lo stanno già facendo, io credo di essere più utile qui. Sa perfettamente cosa so fare, mi permette di aiutarla.-

Vitious si scambiò uno sguardo con la professoressa Sprite, incuriosita.

-La signorina Foreberth sa creare barriere magiche molto potenti, pari alle mie. Ha trovato una formula per bloccare i Mangiamorte, oltretutto, non esito a dire che è la migliore studentessa che io abbia mai avuto…-

Areal arrossì e quasi pianse di commozione.

La Sprite sorrise alla spiegazione di Vitious.

-So che sai gestire con maestria tutti gli incantesimi che ti ho insegnato, o forse anche degli altri. Crea tutte le barriere che puoi, mi fido di te e del tuo intelletto. I tuoi compagni rimasti prenderanno ordini da te.-

A quel punto la ragazza si accorse che i suoi compagni maggiorenni rimasti l’avevano seguita e in quel momento erano alle sue spalle.

-Noi Corvonero dobbiamo sfruttare la nostra intelligenza, non siamo fatti per gli scontri diretti o in campo aperto. Create dei gruppi, appostatevi in luoghi strategici e affrontate i nemici che si avventurano da soli nel castello. Create dei veri e propri agguati. Rimanete sempre unite, formate al massimo due o tre gruppi. Non di più. Seguite la Signorina Foreberth!-

Quando tutti annuirono salutarono l’insegnante che augurò loro buona fortuna, abbracciando più studenti che poteva, e partirono guidati da Areal.

La ragazza si assicurò di capire quali fossero le abilità magiche dei suoi compagni e quali i loro punti di forza, così li divise in tre gruppi il più equiparati possibile. Insegnò ad alcuni il suo trucco per creare le sue famose barriere potenziate capaci di bloccare solo i Mangiamorte, permettendo al resto di passare. Spedì il primo gruppo in biblioteca, certa che se qualche nemico avesse tentato di attraversare il cortile, i suoi compagni lo avrebbero fermato creato una barriera a metà e, rimanendo protetti dentro la biblioteca, sarebbero riusciti a scagliare attacchi attraverso la barriera senza esse colpiti. Mandò il secondo gruppo nei sotterranei, sapendo perfettamente che poteva essere un punto di raccolta per i nemici che cercavano nascondiglio. Se i suoi compagni avessero creato lì una barriera, bloccando il passaggio, avrebbero colto di sorpresa gli assalitoli e avrebbero potuto attaccare da un punto riparato, aiutati dalla barriera che bloccava la strada.

In fine, Areal, si fece seguire dal terzo gruppo e salì verso il secondo piano trovando in un sottoscala un perfetto rifugio per loro. Creò una barriera che bloccasse un corridoio e una che riparasse il loro nascondiglio accomodato. Il quel modo potevano ridurre il numero di Mangiamorte che avrebbero tentato di raggiungere i piani alti del castello, potendo a loro volta proteggersi e, magari, aiutare qualche altro compagno di scuola che cercava di scappare salendo le scale.  

La ragazza, tuttavia, continuava disperatamente a chiedersi che fine avesse fatto Draco e, quando dalla sua posizione strategica sentì insieme ai suoi compagni il rintocco della mezzanotte, iniziò la battaglia.

 

Il trambusto fu totale, c’era chi urlava e i colpi degli schiantesimi facevano vibrare la scuola. Dalla sua posizione Areal vide le statue di Hogwarts scendere a combattere, aiutati da tutti i fantasmi. Dentro i quadri appesi alle pareti non era rimasto più nessuno.

Dopo alcuni minuti gruppi di Mangiamorte salirono di corsa le scale, alcuni riuscirono a passare, altri rimasero bloccati in una barriera mentre tre vennero attaccati da Areal e dal suo gruppo.

Essendo al riparo dietro la barriera, Areal e i suoi compagni ebbero presto la meglio, dopo aver schiantato i Mangiamorte li legarono e li privarono delle loro bacchette.

A quel punto Areal sentì un urlo e riconobbe la voce della sua amica Canni. Ordinò a quelli del suo gruppo di non uscire per alcuna ragione dalla barriera e di continuare a lanciare attacchi da lì, ricordandosi di legare i nemici e di privarli della bacchetta dopo averli atterrati.

La ragazza corse al terzo piano passando per una delle sue barriera che era stata aggirata e raggiunse un corridoio dove due Mangiamorte lottavano contro due ragazzi: Canni ed Erick. Un Auror intervenne eliminando il Mangiamorte che lottava contro Erick, mentre quando Areal arrivò aiutò Canni e, le due ragazze insieme, riuscirono a sbarazzarsi anche del secondo Mangiamorte.

I tre amici legarono gli sconfitti e scagliarono lontano le loro bacchette ma, proprio quando stavano per tirare un sospiro di sollievo, sentirono una voce:

-Areal!-

Quando la ragazza si voltò vide un giovane undicenne in pigiama correre verso di lei.

-Nick, cosa ci fai qui?- chiese la ragazza sconvolta, chinandosi per abbracciarlo.

-Voglio restare a combattere come tu ed Eric mi avete insegnato!-

-Oh santo cielo Nick, no! sei minorenne, devi tornare a casa!-

In quel momento un altro Mangiamorte si parò davanti ai tre amici, con la chiara intenzione di fermarli.

-Canni, accompagna Nick all’uscita insieme ad Area!- Ordinò Erick.

-No, io resto con te!-

-Fai come ti dico, a questo ci penso io!-

Quando Erick iniziò a lottare contro il Mangiamorte, Areal afferrò Canni e Nick e corsero ai piani superiori.

-L’uscita è davvero nella stanza delle necessità?-

Chiese Areal.

Erano arrivati al quarto piano e Canni non ebbe il tempo di rispondere.

Un Mangiamorte che saliva le scale li attaccò, costringendoli a dividersi per ripararsi dall’attacco. Quando Areal aprì gli occhi si accorse che Nick e Canni si erano riparati vicino la scalinata.

-Canni portalo via, tu conosci la strada!-

Canni obbedì e corse con il piccolo su per le scale. Areal scattò verso l’arco di pietra che divideva la rampa di scale in cui si trovava il Mangiamorte dal pianerottolo in cui si trovava lei, per impedire che imboccasse la seconda rampa che portava a Canni e Nick. Cercò quindi di creare una barriera proteggendosi dietro il muro, ma il Mangiamorte l’attaccò ancora. La ragazza cadde a terra, ma fortunatamente la maledizione l’aveva presa solo di striscio, strappandole la manica della camicia.

Si rialzò dolorante e, senza prestare attenzione al suo nemico, tentò di portare a termine la sua barriera per poter raggiungere l’amica senza il rischio che il Mangiamorte la seguisse. Si accorse a quel punto, però, che il suo nemico non sembrava intenzionato a fare sul serio, rimase per diversi secondi a fissarla e, quando l’attaccava, lo faceva solo con semplici incantesimi di disarmo che lei schivava con facilità.

Quando la barriera fu finita, Areal uscì dal suo nascondiglio dietro il muro e si parò davanti al nemico per iniziare a lottare. Provarono a schiantarsi e a disarmarsi a vicenda ma non ci riuscirono, in oltre, la barriera che li divideva impediva all’uomo incappucciato di avanzare. Schivavano gli attacchi reciprocamente e, mentre Areal aveva come obbiettivo quello di finire lo scontro da vincitrice, il suo aggressore non faceva nulla di decisivo.

-Areal!- Urlò Nick.

La ragazza alzò la testa e vide il piccolo Nick sulla rampa di scale del piano superiore che la chiamava, evidentemente lui e Canni avevano rallentato per aspettarla.

-Andate via!- Ordinò.

Si voltò verso la sua barriera e lanciò un ultimo incantesimo per rafforzarla, senza curarsi del Mangiamorte che la osservava.

-Come ti ha chiamata?-

Areal sollevò lo sguardo e parve accorgersi, solo in quell’istante, della reale presenza del  Mangiamorte. Era strano sentirlo parlare, la sua voce era falsata da un incantesimo della maschera ma, la cosa realmente strana, fu accorgersi che era anche lui una persona in grado di proferir parola. Quegli abiti scuri lo rendevano più simile ad una creatura spettrale piuttosto che a un essere umano vero e proprio.

Rimasero per diversi secondi ad osservarsi, in silenzio. Areal non aveva alcuna paura, il che era strano, voleva solo correre da Canni e Nick, ma quell’uomo continuava a fissarla da dietro la maschera sfigurata tipica dei Mangiamorte.

-Tu… sei Areal Foreberth?-

Areal storse il naso, la disgustava l’idea che, probabilmente, quello fosse solo un altro Mangiamorte amico di Draco, ma lei non voleva essere risparmiata solo perché era la fidanzata di uno di loro. E, soprattutto, odiava  che qualcuno di quegli invasati vestiti di nero potesse anche solo pensare che lei fosse dallo loro parte, solo perché amava un loro compagno.

-Dovrebbe riguardarti chi sono?- soffiò, carica di rabbia.

Alle sue parole il Mangiamorte sembrò impallidire anche da dietro la maschera, e poi, parve addirittura sorridere.

-Hai lo stesso carattere di tua madre e le somigli molto, ti avevo riconosciuta dal primo istante ma sentire il tuo nome mi ha dato la conferma che cercavo.-

Quando il Mangiamorte parlò Areal inarcò le sopracciglia, non capiva. Il secondo dopo l’uomo si tolse la maschera rivelando un volto segnato dall’età, pallido e sciupato ma ancora attraente. Aveva barba e folti capelli neri, la mascella squadrata e due grandi e seri occhi blu.

Areal rimase senza fiato. -Papà?-

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

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Chiedo ancora scusa per il ritardo, ci provo e ci riprovo ad aggiornare il prima possibile ma gli impegni mi cercano, le cose da fare aumentano e, anche se provo a liberarmi per mettermi un po’ al computer, gli impegni mi scovano sempre!!.

 

Spero che il capitolo sia stato interessante, magari lasciatemi un commento : )

 

Grazie ai lettori e un bacio a chi ha recensito:

neige13

horansprjncess

blackperlavoce

 

   
 
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